Pd dopo le primarie: centro con tendenza a destra. Or: il centrosinistra con Maria Obinu (Pd) ritorna all’antico.
Del Pd renziano, l’ho ribadito un milione di volte, penso tutto il male possibile. E poiché ritengo che non esista altro Pd all’infuori di quello “destrorso” di Renzi (considerato che le altre frattaglie contano nel partito come il due di picche), non posso che sperare che nelle future tornate elettorali il Pd (che finora ha dimostro di non aver capito la lezione) continui a perdere consensi in modo tale da essere fortemente ridimensionato. E questo per il bene del Paese, della Sardegna, e di Oristano.
Per ritrovare un po’ dello smalto perduto, il Pd si è aggrappato alle primarie, e, dopo averci frantumato le palle per mesi su una questione di leadership familiare, com’è sua abitudine cerca ora di spacciare come successo interplanetario quello che invece, a mio sommesso giudizio, è stato un altro fallimento.
D’altro canto, basta confrontare i dati dell’affluenza attuale con quelli del 2013 per constatare come alle urne del Pd si siano recati quasi un milione di simpatizzanti in meno. Si possono fare tutti i ragionamenti che si vogliono, ma i numeri sono questi: un milione di persone, dal 2013 a oggi, ha mandato a quel paese il Pd. E, vista la svolta a destra di Renzi, chissà quanti cittadini lo faranno ancora.
Sull’argomento vi propongo un interessante articolo di Fabrizio d’Esposito, inviato de “il Fatto Quotidiano”.
“In un lustro esatto, il Pd ha dunque completato la sua mutazione genetica. Centro puro con tendenza a destra. E’ questo infatti il dato che spicca con maggiore lucentezza dai risultati delle scontate e deludenti primarie del 30 aprile. Un esito che si può incasellare in quattro punti: i numeri e il rischio Hamon; il futuro del Pd; il pericolo tsunami per la palude del governo Gentiloni; la marginalità della sinistra.
1) Si scrive Macron ma si legge Hamon. La concomitanza con il fatale ballottaggio delle presidenziali francesi pone certamente in evidenza alcuni elementi comuni con la crisi italiana. A partire dalla smaccata e contingente speranza renziana di fare il Macron italiano, dopo la rilegittimazione a segretario del Pd. Un’illusione più che un obiettivo reale a guardare i numeri. Anche perché, questa è la premessa, Renzi poteva imitare Macron cinque anni fa, non adesso. Era il settembre del 2012 e lui iniziò la campagna per le primarie, che poi perse con Bersani, a Verona: niente simbolo di partito, solo slogan in due colori, blu e rosso, e soprattutto quell’appello mai realizzatosi: “Voglio stanare gli elettori delusi da Berlusconi”.
Cinque anni dopo, l’ex premier è una collezione di insuccessi: il disastro referendario provocato da tre anni di governo e da una concezione personale del potere; l’addio a Palazzo Chigi; l’esodo tragico del popolo di sinistra dal partito nato dalla fine della tradizione comunista e postcomunista. Ed è qui che s’innestano i numeri del 30 aprile e lo spettro catastrofico del socialista Hamon: anche il francese vinse le primarie del Ps con gli stessi numeri dell’affluenza di ieri, intorno ai due milioni, salvo poi crollare nelle urne vere delle elezioni. E’ questo che deve temere l’enfasi renziana dei due milioni dei gazebo del 30 aprile (a proposito: com’è possibile che i dati dell’affluenza sono stati comunicati con precisione sovietica durante la giornata per poi allungare i tempi fino a lunedì mattina per il risultato finale?). Il raffronto è spietato non solo con le precedenti primarie, sia di coalizione sia di partito, ma con lo stesso referendum del 4 dicembre: al Lingotto di Torino, nel marzo scorso, Renzi rivendicò la paternità dei 13 milioni e mezzo di sì. Meno di due mesi dopo, con le primarie aperte, ha preso un settimo scarso di quella totalità. Basta la giustificazione del ponte lungo del primo maggio?
2) Che Pd troveranno i superstiti della visione anti-renziana del partito? Questa seconda considerazione discende dalla prima. Sarà sufficiente aspettare la probabile sconfitta elettorale del segretario per poi convocare un congresso straordinario ed ereditare le macerie lasciate dall’ex Rottamatore? E’ lo stesso ragionamento seguito a suo tempo da Bersani e D’Alema, i quali poi presero atto dell’irreversibilità del processo centrista. Certo, le piccole lotte per ottenere qualche seggio in più alle prossime Politiche non sono state estranee a scissioni, riposizionamenti e candidature alternative, ma sullo sfondo si staglia un tragico e gigantesco nodo: l’irriformabilità del Pdr, il Partito di Renzi, adesso che il segretario ne è diventato il padrone assoluto. Aspettare la fine del suo ciclo rischia di diventare una mera tattica di potere, non una strategia solida.
3) Il pericolo tsunami per la palude del governo Gentiloni. Lo slogan più gettonato della vittoria renziana è il fatidico “Paolo stai sereno” che rievoca un’altra analoga fase: Renzi che diventa segretario per la prima volta e il governo Letta che va a casa. Stavolta, l’ex premier ha un motivo in più per spingere l’acceleratore contro il grigio esecutivo di Paolo Gentiloni: la finestra d’autunno per le elezioni anticipate, a novembre, con un sistema elettorale basato sulle due leggi riformate dalla Consulta (Consultellum ex Porcellum e Legalicum ex Italicum). Il piano è questo: Renzi ha fretta di allargare il suo dominio ai gruppi parlamentari e di gestire un partito fedele a lui per l’obbligato inciucino con Berlusconi nella prossima legislatura. Il resto appartiene alla principale variabile della maggioranza dem: l’asse tra Franceschini e Mattarella su nuova legge elettorale e fine della legislatura nel 2018, alla scadenza naturale.
4) L’irriformabilità del Pdr è confermata dal vistoso flop della candidatura similgrillina di Michele Emiliano. E’ vero che il governatore pugliese non ha potuto cavalcare la questione morale del caso Consip (al Csm pende il suo “processo” per l’incompatibilità tra i due suoi ruoli, da politico e da magistrato) ma il suo tentativo non ha radunato masse di sinistra davanti ai gazebo del 30 aprile. Grande rispetto per chi ha votato e ha fatto la fila, ma il crollo dell’affluenza nelle regioni rosse e la tenuta del voto clientelare nel sud sono un’altra spia della mutazione genetica del Pd, renzismo più apparato. I milioni di voti del popolo di sinistra, più di cinque milioni, oggi sono senza casa, tra astensionismo e voto di vendetta consegnato al Movimento 5 stelle. E’ questa l’ultima triste riflessione sulle primarie di domenica. E all’orizzonte non c’è nemmeno un Mélenchon italiano. (Fabrizio d’Esposito il Fatto Quotidiano).
Per quanto riguarda il Pd regionale, in Sardegna nella lotta tra cariatidi per la segreteria, Giuseppe Luigi Cucca ha prevalso nettamente su Francesco Sanna. Cucca era appoggiato da una parte dai cosiddetti “renziani della prima ora ed ex ds” (che con Manca, Marroccu e Angioni rappresentano un’ulteriore ventata di novità), e dall’altra dalla corrente “popolare-riformista” dei giovani virgulti Cabras e Fadda, che è stata notevolmente ridimensionata da queste primarie (36% per Manca e C., contro il 32% di Cabras e Fadda, battuti di oltre 1500 voti). Lo sconfitto Francesco Sanna era invece sponsorizzato dal raggruppamento che fa capo a Renato Soru e lettiani (sembra, infatti, che esista ancora in Sardegna qualche seguace clandestino di Letta. ndr), e che solo per una incollatura (31,8%) non ha battuto la lista che faceva riferimento a Cabras e Fadda, binomio che politicamente parlando appartiene ormai al giurassico. Per quanto riguarda il voto nelle varie province, i “renziani della prima ora ed ex ds” hanno vinto nell’Oristanese, Nuorese, Ogliastra e Sassarese; Cabras e Fadda hanno prevalso solo in Gallura (e questo la dice lunga sulla loro debacle), mentre Francesco Sanna l’ha spuntata nella province di Cagliari, Medio Campidano e Sulcis. Per quanto riguarda Oristano, nella città di Eleonora hanno vinto i “soriani”, con Francesco Sanna che ha ottenuto 215 voti, davanti ai “renziani della prima ora ed ex ds” pro Cucca con 176, e buoni ultimi i “popolari-riformisti” di Cabras e Fadda (schierati sempre con Cucca) con 155 voti. Semplificando, si può tranquillamente affermare che, a Oristano, la correntina che fa capo a Caterina Pes ha battuto di 39 voti quella di Claudio Atzori, e di ben 60 voti lo spiffero che fa riferimento ad Antonio Solinas, che è il vero sconfitto delle primarie sotto la Torre.
Sempre per quanto riguarda il Pd, da uno sconfitto alle primarie come Antonio Solinas, alle comunali di Oristano, con la neo candidata sindaco del centrosinistra Maria Obinu, assessore uscente ai servizi sociali, che porterà in dote alla coalizione il fallimento della passata legislatura, tra le più disastrose che Oristano ricordi. Il centrosinistra, dopo l’addio del Partito dei Sardi, è stato abbandonato anche dalla lista civica di Ivano Cuccu, l’unico che fino all’ultima riunione non si è coerentemente calato le braghe di fronte ai nomi imposti dal Pd, che tra Efisio Sanna e Anna Maria Obinu ha scelto alla fine Maria Obinu. Un nome di un ex assessore che nessuno voleva (altrimenti che razza di cambiamento si poteva proporre agli elettori?) e che poi , invece, si è stati costretti a ingoiare. Niente di nuovo, quindi, per Oristano, ma un ritorno all’antico, a qualcosa di già visto che i cittadini, peraltro, hanno ampiamente bocciato. Effettuate le spartizioni a tavolino tra gli alleati, il centrosinistra con a capo il Pd riproporrà, quindi, agli oristanesi la solita vecchia politica (con risultati che, verosimilmente, saranno simili ai precedenti: disastrosi) e, soprattutto, con le consuete promesse a gogò in campagna elettorale, fatte di molto fumo e competenza zero. Maria Obinu dovrà vedersela, per il momento, con Cristina Puddu, Patrizia Cadau e Anna Maria Uras, e con i maschietti Filippo Martinez e Andrea Lutzu che, come già ipotizzato, è stato ufficializzato come candidato della coalizione di centrodestra. Il tutto in attesa di sapere cosa faranno gli altri “fuoriusciti”, Salvatore Ledda, Giuliano Uras e Ivano Cuccu.
Dopo cinque anni di nulla assoluto, durante i quali la città di Oristano è stata completamente abbandonata, la catastrofica giunta Tendas, a forte impronta Pd, nel vano tentativo di far ricredere i cittadini sulla sua “tabula rasa”, guarda caso a un tiro di schioppo dalle elezioni comunali sta cercando di sistemare nelle piazze del centro storico cittadino alcune installazioni ceramiche. Questa operazione di “maquillage”, che è stata pomposamente ribattezzata “Oristano città museo”, prevede la realizzazione di itinerari turistico-culturali “…capaci di rendere la città più bella e fruibile, valorizzando le tipicità e le eccellenze oristanesi, dalle ceramiche ai suoi personaggi più famosi” (caspiterina!). Questa mattina, nei giardini pubblici di piazza Roma e piazza Eleonora sono state posizionate le prime piattaforme, con le installazioni ceramiche, il nome dell’artista che le ha realizzate e un richiamo al titolo “Oristano Città della Ceramica”. Entro pochi giorni saranno posizionate le altre installazioni, la cui realizzazione è stata curata dai ceramisti oristanesi: Ceramiche Manis, Lucebuio di Caterina Porcu, Cma, Margherita Pilloni e Valentina Pisu. È prevista anche la sistemazione di nuove fioriere, cestini gettacarta e l’abbellimento dell’ingresso dei musei e degli spazi culturali cittadini.
E poi dicono che le elezioni non servono…
Una donna di Siamanna è caduta dalla scogliera tra Su Pallosu e Sa Mesa Longa mentre effettuava insieme ai colleghi della Provincia di Oristano dei servizi di disinfestazione. La donna è scivolata ed è caduta giù. La preoccupazione per le condizioni della donna ha spinto gli altri disinfestatori a chiamare subito aiuto. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri e il 118. Dopo le cure di primo soccorso, la donna, che è rimasta sempre cosciente, è stata portata in barella per oltre 200 metri nei saliscendi di Su Pallosu e poi trasportata in ambulanza all’Ospedale San Martino di Oristano, dove le sono state riscontrate ferite varie e dov’è tuttora in osservazione. Le sue condizioni non sembrano gravi.
Il 17 maggio scadono i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse per la gestione del Centro antiviolenza e della Casa di accoglienza “Donna Eleonora” di Oristano. Il Centro Antiviolenza è il punto di riferimento territoriale nell’attività di prevenzione e contrasto della violenza di genere. In collaborazione con i soggetti territoriali individuati dalla L.R. 23/2005 è impegnato per attivare azioni per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, assicurare la tutela ed il sostegno alle donne vittime di violenza di genere, assistere le donne vittime di violenza e dei loro figli, opera un monitoraggio costante del fenomeno. L’affidamento avrà una durata di 7 mesi rinnovabili per altri 7 mesi. I soggetti in possesso dei requisiti dovranno compilare e inviare la domanda di partecipazione redatta sull’apposito modello entro il 17/05/2017, esclusivamente mediante posta elettronica certificata all’indirizzo istituzionale@pec.comune.oristano.it. Sul sito istituzionale del comune www.comune.oristano.it è pubblicato il bando integrale e il modello per la presentazione delle domande di partecipazione. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio di Piano dell’Ambito Plus di Oristano, con sede in piazza Eleonora 44, Or.Tel. 0783/791230 – e-mail: ufficiopianoplus@comune.oristano.it .
Il comune di Oristano ha aperto le iscrizioni ai Servizi per la Prima Infanzia per l’anno scolastico 2017/2018. Possono presentare domanda i genitori dei bambini residenti a Oristano e di età compresa fra zero e tre anni. I moduli per la presentazione della domanda verranno inviati direttamente alle famiglie, sono disponibili anche all’Informacittà dove possono essere ritirati dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, e il martedì e giovedì dalle 16 alle 19 (piazza Eleonora, palazzo Campus Colonna) e presso la sede dell’Urp (piazza Eleonora 44) dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, e il martedì e giovedì dalle 16 alle 18, o scaricabili dal sito www.comune.oristano.it. È previsto l’inserimento di non residenti qualora, esaudite le graduatorie, vi sia disponibilità di posti. Le domande dovranno pervenire al comune di Oristano per lettera raccomandata con ricevuta di ritorno (fa fede il timbro postale), o consegnate a mano al Protocollo del comune, oppure inviate per posta elettronica certificata all’indirizzo istituzionale@pec.comune.oristano.it entro il 31 maggio. Qualora il numero delle domande sia superiore ai posti disponibili, l’amministrazione formulerà una graduatoria di ammissione, secondo i criteri stabiliti nel Regolamento dei Servizi per la Prima infanzia. La graduatoria annuale provvisoria sarà affissa presso l’Albo Pretorio entro il 30.06.2017. Eventuali ricorsi dovranno pervenire entro i dieci giorni successivi. La graduatoria definitiva sarà affissa all’Albo pretorio entro il 20 Luglio 2017. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’ufficio Prima Infanzia, al primo piano del palazzo degli Scolopi, in piazza Eleonora 44, tel/fax 0783-79129, o all’indirizzo mail primainfanzia@comune.oristano.it (responsabile del Servizio: Adriana Lai – istruttore amministrativo: Donatella Casu).
Sul sito dell’Inps è in pubblicazione la graduatoria del Bando Home Care premium 2017. L’Inps ricorda che “…entro 30 giorni dalla pubblicazione della graduatoria, i partecipanti hanno la possibilità di presentare ricorso/riesame presso la Direzione Provinciale INPS competente per territorio o all’indirizzo riesamehcp@inps.it”.
Martedì 9 maggio, alle 18, al Cinema Ariston, in anteprima in Sardegna, arriva a Oristano il documentario diretto da Volfango de Biasi, vincitore del David di Donatello 2017, “Crazy for football”. Si tratta della storia di una squadra di calcio a cinque davvero speciale, composta da persone che arrivano dai dipartimenti di salute mentale di tutta Italia, convocate ai primi mondiali di calcio dedicati all’inclusione sociale, disputati nel 2016 in Giappone. Tra i protagonisti del film, anche i giovani giocatori provenienti dalla squadra del centro di salute mentale di Oristano, “I fenicotteri”, che da molti anni sperimenta lo sport come terapia. Un film straordinario, sincero, toccante e divertente insieme. Una commovente storia d’amore per la vita.
6 comments
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Grande scelta della sinistra Oristanese! A livello Nazionale sono stati dati 80,00 euro a livello comunale qualche alloggio, qualche contributo associativo, qualche contributo personale e il gioco non cambia…
Mi chiedo a cosa serva fare una lista civica per promettere un cambiamento per poi prostrarsi servilmente al PD in cambio di un posto da vicedindaco. Che vergogna, con quale faccia e con quali argomenti chiederanno il voto?
La Obinu candidata sindaco??? Ma se ha perso anche le elezioni come rappresentante dei genitori a scuola, eppure ci teneva tanto, mi sa tanto che vincerà qualche lista di protesta.
tra Maria Obinu (csx) e Andrea Lutzu (cdx) c’è un abisso. Lutzu è preparato, la Obinu a livello politico è zero. Visti i candidati Anna Maria Uras con il Partito dei sardi potrebbe avere buone possibilità ma si deve alleare con altre liste se no non va da nessuna parte.
Pig ha ragione da vendere. Con Maria Obinu il centro/sinistra è purtroppo per la città di nuovo a guida PD. Si tratta di un ritorno all’antico che in caso di vittoria porterà solo guai al Comune di Oristano. Oristanesi questa volta prima di votare pensateci bene! Non dobbiamo correre il rischio di vedere ancora in Comune politici come Maria Obinu, Efisio Sanna, Emilio Naitza, etc. etc., che sono addirittura peggiori di Tendas.
Maria Obinu: se la conosci non la voti, se non la conosci rischi di votarla, avvisa chi non la conosce.