E’ arrivato questa mattina alla presidenza del consiglio regionale il provvedimento di sospensione dei tre consiglieri condannati per peculato aggravato dal tribunale di Cagliari, a conclusione del primo maxi processo sull’uso dei fondi destinati ai gruppi.
Si tratta dell’ex governatore e leader dell’Uds Mario Floris, dell’ex assessore dell’Agricoltura Oscar Cherchi (Fi), e del consigliere Alberto Randazzo (Fi). Ai tre, attraverso la Giunta delle elezioni, dovrà essere ratificata la sospensione di 18 mesi in base alla legge Severino.
Ora mancano solo i passaggi formali: la Giunta delle elezioni, presieduta da Eugenio Lai (Art.1-Sdp), dovrà prendere atto della sospensione e indicare i tre sostituti, cioè i primi dei non eletti nelle circoscrizioni di Cagliari e Oristano (dove però sono sorte alcune criticità) che presteranno giuramento nella prima seduta utile dell’Aula.
Mentre Mario Floris sarà sostituito da Gennaro Fuoco, che aveva ottenuto 1.126 preferenze, e Alberto Randazzo dall’ex assessore dell’Agricoltura, Mariano Contu (3.127), anch’egli indagato nell’ultimo troncone dell’inchiesta sui fondi, al posto di Oscar Cherchi potrebbe subentrare l’attuale sindaco di Paulilatino Domenico Gallus (2.565), terzo dei non eletti, e non il sindaco di San Nicolò d’Arcidano Emanuele Cera (3.198), secondo dei non eletti.
Gallus, infatti, ha inviato una diffida documentata alla Giunta delle elezioni sostenendo che Cera, al momento della presentazione delle liste nel 2014, non si era dimesso dal Cda della Saremar come richiesto dalla normativa regionale e quindi sarebbe stato ineleggibile.
Gallus inoltre, che si era presentato alle regionali con Forza Italia, svelerà il gruppo del quale farà parte solo al momento della sua proclamazione a consigliere: non è quindi escluso che possa scegliere di non restare sotto la bandiera di Fi.
Il sindaco di San Nicolò d’Arcidano, Emanuele Cera (Fi), secondo dei non eletti alle regionali del 2014, ritiene che il posto di Oscar Cherchi spetti a lui e non a Gallus. “Pur essendo a conoscenza dell’istanza presentata dal signor Domenico Gallus – ha detto Cera riferendosi alla diffida del sindaco di Paulilatino – non comprendo le ragioni di una tale dichiarazione alla stampa, fatta non saprei da chi, che da per certo che io non possa essere insediato in consiglio regionale. Siamo di fronte alla richiesta di una persona avente un interesse diretto, che dichiara ipotetiche cause di ineleggibilità, ma che le stesse dovranno esser stabilite eventualmente dal giudice ordinario non dalla Giunta per le elezioni o dal consiglio”. Secondo Cera, infatti, “…aldilà delle fughe in avanti di qualcuno, attendo con estrema serenità il verdetto ufficiale della surroga del consigliere Cherchi, e sono certo che i consiglieri regionali interessati, aldilà dello schieramento politico che rappresentano, ben pondereranno le decisioni, anche perché peserà nei loro confronti una diretta responsabilità”. Cera, inoltre ha sottolinea che “…prima di ogni e qualsiasi eventuale pronunciamento, sono certo che vorranno tenere in debita considerazione la memoria che ho presentato, attraverso il mio legale, dove si evincono in modo chiaro le mie ragioni e l’inesistenza di quanto da Gallus denunciato”. Cera ha anche detto di essere in attesa della convocazione in consiglio regionale per il giuramento. “Se questo non dovesse avvenire – ha dichiarato il sindaco di San Nicolò d’Arcidano – per volontà di chi non ha discrezione e potere per decidere, in quanto non atto politico, cosa che ritengo alquanto indubbia e illegittima, oltre a far valere le mie ragioni e pretendere il dovuto risarcimento, continuerò ad impegnarmi quotidianamente nella mia attività amministrativa e politica”.
A scanso di sempre possibili sorprese, saranno sette i candidati alla carica di sindaco della città di Eleonora che si sottoporranno l’11 giugno al giudizio degli oristanesi. Dopo l’abbandono di Anna Maria Uras, che ha deciso di scendere in campo con una propria lista, il Partito dei sardi, Idee rinnovabili, Udc e Cittadini per l’Italia hanno confermato quanto da noi anticipato: il candidato sindaco di questa coalizione sarà il medico Vincenzo Pecoraro. A Uras e Pecoraro vanno aggiunti Andrea Lutzu per il centrodestra, Maria Obinu per il centrosinistra, Filippo Martinez (Capitale Oristano), Cristina Puddu (Meris) e Patrizia Cadau (M5S).
La lista di Patrizia Cadau potrà fregiarsi del simbolo del Movimento 5 Stelle. E’ stata la stessa candidata del M5S a comunicarlo. “L’11 giugno sulla scheda per il rinnovo del Consiglio Comunale di Oristano – ha scritto Cadau in una nota – per la prima volta troverete questo simbolo di speranza. Forza Oristano! Forza Movimento 5 Stelle! Grazie Beppe! La lista civica che rappresento come candidata sindaca ha infatti appena ottenuto la certificazione del Movimento 5 Stelle per presentarsi alle prossime amministrative. Ringrazio tutto il popolo pentastellato che ha creduto fin dall’inizio che questo progetto fosse possibile per Oristano, e tutti i miei amici attivisti candidati consiglieri che hanno percorso con me fin qui una strada di fiducia ed entusiasmo. Noi siamo la vera, straordinaria forza politica nuova, entusiasta, sorprendente, gioiosa e vitale, che darà vita ad un reale cambiamento per tutti i cittadini. Perché noi siamo cittadini e tutti insieme possiamo cambiare Oristano. Ringrazio di cuore il Movimento 5 Stelle, lo Staff e in primis il nostro garante – ha concluso Patrizia Cadau -, per avermi concesso l’onore di guidare un progetto col quale possiamo costruire il nostro futuro”.
Intanto, per quanto riguarda le elezioni comunali di Oristano, il presidente del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, sul suo blog ha precisato quanto segue:
“Oggi L’Unione Sarda, oltre a mischiare le mele con le pere e gli gnocchi coi biscotti, come da consolidata tradizione, pubblica un articolo sulle amministrative di Oristano che sembra scritto da un dirigente (intelligente) del Pd anziché da una giornalista.
Secondo questa cronaca a fumetti, noi del Partito dei Sardi avremmo proposto al Pd di azzerare le candidature dei candidati alla carica di sindaco e il Pd avrebbe respinto l’offerta.
I fatti, invece, sono andati diversamente.
Il segretario del Pd, Giuseppe Luigi Cucca, mio amico personale, non ha chiamato me, ma ha chiamato il Presidente della Regione, chiedendogli di verificare a quali condizioni sarebbe stata possibile una ricomposizione di un’alleanza vasta a Oristano che comprendesse anche il Pd.
Il Presidente della Regione mi ha convocato e io ho trasferito il messaggio ai compagni di partito di Oristano, i quali mi hanno subito ricordato il punto di rottura col Pd: l’indisponibilità sia alle primarie che alla valutazione del nome da noi proposto su quel tavolo alla carica di sindaco. Per cui, qualora il Pd revocasse le forzature precedenti, tutti i partiti alleati avrebbero valutato positivamente lo sforzo per un candidato di sintesi di un’alleanza indipendentista e di centrosinistra.
Dopo due giorni il Pd ha comunicato che l’accordo poteva avvenire solo sul nome della loro candidata. Fine delle trasmissioni. Per sapere queste cose, sarebbe bastata una piccola telefonata di verifica, come accadeva un tempo.
Noi del Partito dei Sardi da sempre, da quando ci siamo costituiti, abbiamo cercato di creare fattori di aggregazione su una visione diversa della Sardegna, incardinata sul concetto dell’aumento della sovranità e della libertà della Sardegna. Sin dall’inizio abbiamo lavorato a creare un’alleanza che usasse queste categorie e non quelle italiane di progressisti, moderati e centristi, tipiche della stantia politica italiana.
Se c’è una cosa da fare a Oristano è rompere la muffa delle categorie sociali comuni e abusate.
Se c’è un’altra cosa da fare in tutta la Sardegna è abituarsi a non usare parole ultimative tra le persone, parole che determinino chiusure definitive e precludano la possibilità di comprendersi. In politica si parla di azioni, di obiettivi, di diritti e di doveri. Noi stiamo fermi alla strategia programmatica fondata, a Oristano, su rinnovamento, aumento della sovranità, aumento della responsabilità, federalismo istituzionale e sociale, solidarismo e legalità”. (Paolo Maninchedda, presidente partito dei Sardi).
“In queste ore si sta assistendo a una discussione surreale, tanto da provocare un allarme ingiustificato nei clienti, circa lo strumento dell’ingiunzione fiscale, a cui i gestori (tra i quali Abbanoa) possono ricorrere in caso di clienti plurimorosi, con i quali non si è riusciti ad arrivare ad alcuna soluzione di pagamento del debito”. Così Abbanoa ha replicato alle accuse fatte in questi giorni da alcuni consiglieri regionali, per una presunta autorizzazione da parte del ministro dell’Economia all’Azienda, riguardo al pignoramento dei conti correnti di alcuni cittadini sardi. “Non hanno nulla da temere i clienti (la stragrande maggioranza) in regola con i pagamenti” ha risposto in una nota Abbanoa -. L’ingiunzione fiscale va a colpire chi, in debito da svariati anni, non corrisponde quanto dovuto pur avendo usufruito del servizio idrico (potabilizzazione, distribuzione e depurazione degli scarichi), clienti che Abbanoa non riesce a raggiungere in altro modo. Quello del pignoramento è l’atto estremo, a cui si arriva solo ed esclusivamente in caso di morosità alte e conclamate, contro le quali nessuno strumento ha consentito ad Abbanoa di recuperare quanto dovuto. L’ingiunzione fiscale permette di recuperare il dovuto ed è uno strumento verso il quale è possibile far opposizione: i clienti hanno infatti 30 giorni per presentare una contestazione”. Proprio per evitare di arrivare a questo atto estremo Abbanoa ha messo a disposizione tutti gli strumenti per arrivare a una regolarizzazione: 1) Assistenza telefonica a 360 gradi (Numero verde 800 062 692). 2) Servizi a chilometro zero (direttamente da casa). 3) Nuovi metodi di pagamento (Sportello Online o App per smartphone, per esempio). 4) Servizio di conciliazione. 5) Soluzione negoziata per i condomini. 6) Rate amiche con sottoscrizione dei piani di rientro allo Sportello. “Il ministero dell’Economia – ha concluso Abbanoa – due anni fa ha autorizzato alcune società del servizio idrico, tra cui Acea e Abbanoa, a riscuotere i crediti con iscrizione a ruolo, ma è proprio per non arrivare a questa ultima azione, che comporterebbe il recupero coattivo del credito, che Abbanoa ha messo a disposizione tutti gli strumenti possibili per raggiungere la clientela che non paga. Sul provvedimento del ministero dell’Economia, il 20 aprile del 2016, si è già espresso il Tar confermando la legittimità e bocciando la richiesta di sospensiva”.
In occasione del 25° anniversario della pubblicazione della legge 257/92 “norme
relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, l’Associazione regionale ex esposti amianto di Oristano, in collaborazione con il comune di Solarussa, ha organizzato una manifestazione che si terrà, a Solarussa, il 20 maggio prossimo. Lo scopo è quello di attirare l’attenzione su un evento importante per la provincia di Oristano e per l’intera Sardegna. Con la legge 257/92, infatti, vennero chiusi due stabilimenti, Sardit e CeMa Sarda, che producevano manufatti in cemento amianto, e che causarono la perdita di circa 800 posti di lavoro. Un vero dramma per una provincia già fortemente penalizzata da una tremenda crisi industriale. “Negli anni ‘80 e ‘90, la vertenza amianto – si legge in un comunicato di Giampaolo Lilliu, presidente dell’Associazione regionale ex esposti amianto, e di Mario Tendas, sindaco di Solarussa – vide la partecipazione dell’intera popolazione dell’Oristanese che, insieme alle istituzioni religiose e civili, e alle forze politiche nazionali, regionali e territoriali, scese in campo per sostenere i sindacati del settore che con i lavoratori e le loro famiglie erano impegnati nella difesa dei posti di lavoro, nella salvaguardia del diritto alla salute e nella tutela dell’ambiente. Quindi, per non dimenticare, per una vita in un ambiente migliore, per i giovani, per le vedove e per i figli dei nostri colleghi prematuramente scomparsi a causa dell’esposizione alla fibra killer, invitiamo tutti a partecipare al 25° anniversario della legge 257/92, prima di tutto, come detto, “per non dimenticare” e poi per spronarci a continuare nelle iniziative utili a difendere valori e diritti fondamentali per l’intera società”. Questo il programma della manifestazione: alle 16, santa messa presso la chiesa della Madonna delle Grazie per ricordare le vittime dell’amianto; alle 17,30 incontro pubblico presso Casa Sanna, sul tema “25 Anni dopo, per non dimenticare”; a seguire proiezione di brevi filmati sulla vertenza dei lavoratori della Sardit e della CeMa Sarda, e testimonianze; quindi dibattito sul tema “25 anni dopo… quello che si è fatto e quello che si deve fare”.
Un camper “Laika” è stato bruciato durante la notte a Oristano. Si tratta dell’ennesimo attento incendiario in città, con le forze dell’ordine che sembrano assistere impotenti all’escalation dei delinquenti della diavolina, visto che tra Oristano e paesi vicini sono oltre trenta i veicoli dati alle fiamme dall’inizio dell’anno. L’episodio è avvenuto nel quartiere del Sacro Cuore, ed esattamente in via Sant’Antioco, dove il camper, di proprietà di un commerciante di frutta e verdura all’ingrosso, era parcheggiato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco ma il mezzo era ormai irrimediabilmente danneggiato.
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Quando una come Anna Maria Uras pensa di essere l’unica depositaria di ciò che è bene e tutti gli altri sono il male significa che il suo ego ha raggiunti livelli di allucinazione. Uras era perdente nel Pd ed è perdente alle Comunali.
diciamo subito che nessuno dei sette candidati a sindaco mi entusiasma. ho sempre votato il centro, ma tra am.uras e v.pecoraro la prima ha più visibilità ma capisce poco e niente di politica e amministrazione, il secondo è persona più riservata ma non ha la prosopopea di am.uras e penso che se supportato potrebbe essere un ottimo sindaco.
Anna Maria Uras è l’unica candidata a sindaco votabile nel centro sinistra. E’ la prima volta che da quelle parti qualcuno rinunci ad una carriera politica sicura, che però sarebbe stata torbida. Con PdS, Udc e Idee Rinnovabili avrebbe vinto di sicuro, ma avrebbe vinto il vecchio e becero clientelismo e Anna si sarebbe sporcata una squallida operazione di potere. Gian Valerio potrebbe trovare in lei la partner ideale per un progetto lungimirante. Prevedo una marea di voti disgiunti che premieranno Anna Maria. Non vincerà le elezioni ma rimarrà una luce nello squallore che ancora una volta sta per offuscare Oristano.
Che il sindaco sia di destra o di sinistra non me ne frega niente. mi interessa che il sindaco della mia città sia una persona capace e che sia il garante dei cittadini nei confronti dell’amministrazione che rappresenta. Uras? Troppo montata, troppo piena di sè. Tra i candidati giudico il migliore Andrea Lutzu, serio e preparato come pochi.
Tutti parlano di rinnovamento. Ma rinnovare che cosa? Ad Oristano c’è solo da rivoltare il calzino e non possono farlo, perche sono degli incapaci, candidati che hanno già fallito in Amministrazioni passate come Maria Obinu e Andrea Lutzu, oppure inventati dell’ultima ora della politica come Martinez, Cadau, Puddu, Uras e Pecoraro. Perchè mi devo scomodare a votare uno di questi 7 incapaci? Quest’anno mi astengo, passo!
E perche’ non proprio il delfino Cristiamo Carrus in sostituzione dell’altrettanto ottimo Oscar Cherchi?