A una settimana dal voto dell’11 giugno, la coalizione “Prima Oristano”, che ha come candidato sindaco Vincenzo Pecoraro (in costante ascesa), e che è composta dal Partito dei Sardi, Udc, Idee Rinnovabili e Cittadini per Oristano, ha riunito tutti i candidati nella sede di via Garibaldi per il rush finale.
Dopo una breve introduzione del padrone di casa, Vincenzo Pecoraro, e gli interventi dei rappresentanti delle quattro liste Giuliano Uras, Salvatore Ledda, Ivano Cuccu, Franciscu Sedda, e dell’altro padre nobile della coalizione, Gian Valerio Sanna, c’era grande attesa per l’intervento del leader del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda.
Da Maninchedda i presenti aspettavano, soprattutto, di sentire il perché, alcuni giorni prima, si fosse dimesso da assessore regionale ai Lavori pubblici. E visto che non era bastata la pubblicazione della lettera al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per soddisfare giornalisti e curiosi, che sulle dimissioni dell’assessore regionale indipendentista (l’unico, vero politico con la P maiuscola della giunta regionale) avevano detto tutto e il contrario di tutto, Maninchedda ha approfittato dell’occasione per fornire ai suoi e agli altri componenti la coalizione l’interpretazione autentica delle dimissioni.
“Mi hanno detto, ma che succede? Avevi un ruolo, ti sei spogliato di tutto, ci stai lasciando soli – ha esordito Maninchedda -. Bisogna intendersi su come si intenda il ruolo di responsabilità quando si guidano altre persone. Ho sempre apprezzato l’idea che un uomo debba non comandare ma governare altre persone, e il punto di partenza per governare insieme è che se serve un sacrificio per rendere credibile un’idea, il primo che deve cadere è il primo che c’è davanti. Io non credo all’idea della costruzione del consenso intorno alla accumulazione di potere, ma all’interno all’accumulazione di credibilità, e per essere credibili bisogna sapersi sacrificare e spogliarsi di tutto. Non chiedendo, certo, a tutti di farlo, ma quando per le vicende della storia si è i primi, i primi devono saper mollare tutto per rappresentare una bandiera.
E il luogo in cui questa bandiera comincia a sottoporsi alla valutazione è Oristano. Io non sono convito che le elezioni amministrative – ha proseguito Maninchedda – sia banalmente andare a chiedere il consenso se, per esempio, il servizio sociale si fa un modo piuttosto che in un altro. Nella visione che io, forse un po’ eroica della vita (ma se la vita non è intessuta di una passione per non sprecarla perché viverla), io credo che anche le piccole occasioni siano fasi di costruzioni di grandi eventi. Io non sono convinto che la Sardegna possa andare avanti in modo ordinario, facendo piccole riforme, con pezzette all’interno del perimetro che definisce un’Italia che è uno Stato in dissoluzione”.
E’ chiaro che per Paolo Maninchedda il tema sia l’Italia. E l’esempio calzante di quanto la Sardegna sia, ancora una volta, bistratta dallo Stato italiano è fornito su un piatto d’argento al leader del Partito dei Sardi dalla legge elettorale che Pd e compagnia stanno proponendo in parlamento. “Questa legge elettorale è una cosa indecente – ha detto Maninchedda -, ma non suscita nessuna indignazione. In Sardegna non c’è nessuno che reagisce. Senza entrare nei tecnicismi, voglio solo accennare che, come primo problema, hanno posto una soglia di sbarramento del 5% su tutta la popolazione italiana. Quindi occorrono un milione e mezzo di voti sia nella penisola che in Sardegna.
Alle ultime elezioni politiche in Sardegna hanno votato 900 mila persone e alle ultime regionali 750 mila. Per accedere, non subordinandosi al Pd, Pdl e M5S, bisogna avere i voti pari al doppio dei votanti. Ma vi pare che si possa applicare alla Sardegna, che è un’isola separata dal mare, il tetto di ingresso calcolandolo sull’intera popolazione italiana? Con questa legge elettorale i tre quarti delle forze politiche sarde sono imbavagliate. E una ragione c’è. Perché se andate a vedere i dati del referendum costituzionale, il Sud, il Mezzogiorno e le Isole hanno votato tutti contro. E se andate a vedere i dati delle elezioni amministrative, dov’è che si sviluppa il civismo, cioè la risposta delle persone ai bisogni attraverso la responsabilità? Nel Sud Italia, nel Mezzogiorno, nelle Isole.
E allora per non interpretare per l’ennesima volta il fatto che l’Italia non è uno Stato unitario, né uno Stato egemonizzato si imbavagliano gli elettori. Sarebbe utile dire “No, non ci stiamo!”. Lo stanno facendo i trentini, noi no. Loro sono 400 mila e protestano, noi no. Ma come si scelgono gli eletti? Siccome hanno paura di come sceglie il popolo hanno diviso l’Italia in collegi uninominali e in circoscrizioni. 27 circoscrizioni e all’interno tot collegi uninominali”.
A questo punto Maninchedda fa degli esempi pratici sul voto dato ai candidati nei collegi uninominali e sui listini bloccati, dove non si danno preferenze. “Uno si chiede chi entra dei due, quello candidato nel listino bloccato o quello candidato nel collegio uninominale? Ci si augura quello del collegio uninominale, visto che è stato votato dagli elettori. Manco per niente – ha spiegato Maninchedda -, entra prima l’altro. E si dice che questo sia il modello tedesco. Ma questo non è il modello tedesco, dove il voto è disgiunto, invece nella nuova legge elettorale italiana, perché si ha paura della libertà della gente, si è creato il voto congiunto.
Ecco, io penso che a queste cose bisogna ribellarsi, bisogna protestare tirandosi in piedi. Io non credo che voi possiate andare a chiedere il voto a Oristano semplicemente su Oristano, perché credo che in Sardegna di gente che vuole tenere le cose come stanno non ce ne sia più”.
Maninchedda si scalda, alza la voce e afferma con forza: “La Sardegna non regge la situazione in cui è. Non la regge più. Noi abbiano uno Stato che ci porta via ogni anno 500 milioni. Abbiano 500 milioni di disavanzo finanziario che dobbiamo pagare. Non regge! La Sardegna non ce la fa a pagare i suoi impegni con il bilancio armonizzato fatto dallo Stato italiano, che è fatto per non spendere. L’idea autonomistica del “…ne eleggiamo un altro e rifacciamo il giro…, facciamo la leggina di riforma degli appalti, poi la leggina delle case popolari…”, sono palliativi.
Qui va cambiata la struttura dello Stato. Vi siete mai confrontati con che cos’è la giustizia amministrativa in Italia? Una persona normale diventa matta. O il diritto civile, o che cos’è fare l’amministratore e trovarsi di fronte alla Corte dei Conti? Noi abbiano sempre accettato fino ad oggi queste cose come se fossero come montagne, come dei fiumi, e invece sono cose rivedibili. Tutto ciò che è storico può finire. Ma perché non può cambiare uno Stato così consumato, liberticida, uno Stato che prevede una legge elettorale per limitare la libertà? E nessuno fiata in Sardegna. Nessuno”.
Maninchedda è un fiume in piena, e continua: “Io mi sono spogliato di tutto, perché sono stanco. Ma non come mi hanno rappresentato, stanco perchè malato; certo, io i miei acciacchi li ho, come tutti, credo, ma non sono certo da lettiga. Io sono stanco, ma stanco di interpretare la politica dentro un perimetro che mi danno gli altri. Perché devo subire, perche devo considerare le cose come fatti ineluttabili? Perché devo subire, per esempio, che le Sovrintendenze le nomini lo Stato Italiano. Perche? Perché i Giganti di Mant’e Prama sono stati dal ’74 nascosti. Perché? Perchè esiste un sistema di potere orizzontale che blocca qualsiasi decisione. Perché? Le leggi dello stato italiano vengono realizzate in dispregio se non in contrasto col mio diritto. Quanto deve durare questa subordinazione?”.
Detto questo, l’ex assessore regionale ai Lavori pubblici manda un messaggio alla coalizione di centrosinistra alla Regione: “Io ho in testa una cosa molto chiara: se si pensa di andare a elezioni regionali con un mandato ordinario, cioè rifacciamo la solita maggioranza per fare quello che gli altri ci permettono di fare, io non sono disponibile”.
Maninchedda riporta poi il discorso su Oristano, ma inserendolo in un ragionamento d’assieme, in un contesto più ampio, nella sua rivoluzione pacifica capace di cambiare il destino della Sardegna. “Quando abbiamo presentato la lista a Oristano qualcuno mi ha detto “Hai fatto un discorso indipendentista, ma non siamo tutti indipendentisti”. E’ vero, e chiedo scusa a chi non lo è, ma se si bussa a una casa di Oristano e si dice “…guarda che io voglio cambiare questa situazione, che io sono tra quelli che se tra un anno decidiamo di scendere in piazza prendendoci tutti per mano per dire basta, io ci sarò”, molti vi ascolteranno. Perché è questo che bisogna fare. Non le rivoluzioni giacobine, non le rivoluzioni delle avanguardie che dicono chi sono i buoni e i cattivi, ma quelle rivoluzioni pacifiche che dicono che la Sardegna non le regge le tasse italiane.
Non le regge! Siamo dal 1848 che non accumuliamo capitale perché il fisco preleva tale e tanta ricchezza da impedirci l’accumulazione di capitale. Noi dobbiamo scendere in piazza e dire che vogliamo cambiare tutto. Pacificamente, gradualmente, ma cambiare tutto. Vogliamo poter realizzare piccoli ospedali, grandi ospedali, assistenza, come pensiamo sia giusto fare. Vogliamo applicare in Sardegna il sapere universale che abbiamo imparato. Siamo poliglotti, viaggiamo, conosciamo il mondo. Perché dobbiamo essere organizzati da uno Stato che ci impoverisce, che ci rende cupi. Perché il paesaggio, per esempio, non è mio ma è dello Stato. Perché? Questa non è una verità religiosa ma è un fatto storico. Perché non posso finanziare la continuità territoriale verso l’Europa ma solo verso Roma e Milano. Perché? Perché non posso organizzare il vantaggio fiscale adeguato alle mie esigenze. Perché?
Non si può andare avanti così. Le mie dimissioni hanno un contenuto molto chiaro: un sacrificio e un impegno. Un sacrificio perché per essere credibili non bisogna avere la colla sotto il sedere, perché la colla sotto il sedere da l’idea che le idee non siano sufficienti a creare un clima, ma che serva il potere, che serva uno scambio. Io non scambio più nulla, perché non ho mai scambiato nulla. Mai! Ci hanno accusato di essere il partito dello scambio. Ebbene, andiamo a votare a Cagliari e poi è risultato che erano ben altri, e si sono visti, i partiti dello scambio.
Noi stiamo costruendo, se ce le facciamo, se convinciamo il mondo borghese, il mondo delle professioni a fare quello che hanno fatto gli americani nel ’76, non nel 1976, ma due secoli prima. Se convinciamo chi ha cultura, professione a “rischiare la propria vita”, non violentemente, ma per un gesto epocale, allora noi avremo speso bene ciò che abbiamo”.
Paolo Maninchedda conclude il suo accorato intervento ritornando alle amministrative oristanesi. “Le elezioni di Oristano, per ciò che io vedo, uniscono il nostro schieramento intorno alla volontà di cambiamento. Tra noi non c’è nessuno che dica che “va bene”, non lo si può dire. Non c’è nessuno che tra noi non abbia un figlio che se ne vuole andare. Non c’è nessuno fra noi che non senta la propria vita trascinata in una rassegnazione. Per noi le elezioni di Oristano sono un pezzo di un evento che vorremmo costruire. Se eleggiamo consiglieri comunali, il sindaco, domani sono i primi che chiameremo per dire che vogliamo farci sentire… Dimostriamo di lavorare bene. La nostra più grande risorsa sono le persone. Se guardate il piccolo, denso programma di Vincenzo Pecoraro, osservate quanto spazio ha dedicato all’educazione. Ma su che cosa volete investire, se non su di noi, sull’efficienza della nostra libertà, su come ci organizziamo, quanto studiamo, quanto sappiamo. Ma non possiamo organizzare neppure il mondo del lavoro come vogliamo. Non lo possiamo fare, anche se ne siamo capaci…
Questo è il cuore di una competizione elettorale amministrativa. Sapere che giochiamo in periferia col cuore di chi sa di giocare un evento storico europeo. Io voglio promuovere un evento storico sardo, che è quello di chi alza la testa, ma non velleitariamente, non con la ribellione, ma col sapere, col pacifismo. Tu pensi che sia tutta una questione di potere, e io “rinuncio”. Però il tema è rimasto lì.
Queste quattro liste sono nate più che sull’ideologia su una affezione, su un impegno, su un reciproco affidamento, per fare una cosa grande, per non rassegnarsi. Se riuscite a dirlo quando bussate alle porte dei cittadini di Oristano, almeno sarete scaldati dalla convinzione che “ne vale la pena”, perché ci si sente in pace e in compagnia”.
Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Oristano, Silvia Palmas, ha emesso un provvedimento di sequestro per due appartamenti del condominio “I ginepri sul golf”, a Is Arenas. Il provvedimento è stato eseguito questa mattina dagli agenti del Corpo Forestale di Oristano, mentre sono finiti nel registro degli indagati due milanesi, di 91 e 68 anni, proprietari degli appartamenti, e un impresario di Narbolia, di 68 anni, che dovranno rispondere di violazione edilizia, per aver costruito appartamenti in assenza di concessione edilizia, e di violazioni paesaggistiche, per aver realizzato gli immobili in area sottoposta a vincolo paesaggistico. “L’indagine del Corpo Forestale – si legge in un comunicato – ha messo in luce i lavori realizzati in violazione alle leggi di salvaguardia paesaggistica ed edilizia, nell’ambito della fascia costiera del Piano paesaggistico regionale. I controlli hanno fatto emergere che all’interno delle ville componenti il condominio sono stati realizzati appartamenti nei locali mansardati e nelle cantine, che dovevano invece restare disponibili quali depositi o locali di sgombero. Nel caso specifico i proprietari, sfruttando la possibilità di aumentare la superficie abitabile delle mansarde destinate a soggiorno di competenza dei sottostanti piani abitabili, avevano predisposto due separati appartamenti con la realizzazione di quanto necessario per renderli autonomi: doppi servizi, angoli cottura e camere da letto. Per i reati contestati la norma paesaggistica prevede la demolizione o la confisca dei fabbricati, oltre alla pena dell’arresto fino a 2 anni o l’ammenda da 15.000 a 51.000 euro”. “Non si esclude – ha detto la dirigente del Corpo Forestale di Oristano, Maria Piera Giannasi – che l’attività investigativa possa estendersi ad altri fabbricati (pare una trentina), visto che non sono questi gli unici abusi edilizi realizzati all’interno del compendio boscato di Is Arenas, recentemente riscontrati dal personale del Corpo forestale e portati all’attenzione della Procura della Repubblica di Oristano”.
Furto con scasso, durante la notte, in una gioielleria di Terralba, per un valore che pare superi i 50 mila euro. I ladri hanno preso di mira il negozio di Daniele Basile, nella centralissima via Roma. L’episodio è avvenuto accaduto poco prima delle tre del mattino. I ladri, col volto coperto hanno sfondato la porta con dei picconi e una grossa pietra, recuperati in un vicino cantiere edile, e hanno fatto razzia di gioielli e orologi esposti in vetrina prima di scappare a bordo di un’auto. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del paese che hanno avviato le indagini.
Dopo una rapida indagine tra i tossicodipendenti di Oristano, gli agenti della Squadra Mobile hanno deferito all’autorità giudiziaria un giovane di Milis, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Durante una perquisizione nell’abitazione del giovane, gli agenti hanno trovato 15 dosi di cocaina già confezionate e pronte per lo spaccio. Durante l’operazione, effettuata anche con l’ausilio delle Unità Cinofile della Questura, sono state i trovate 550 euro in banconote di piccolo taglio che il giovane teneva sparse nelle tasche dei pantaloni che aveva indossato la sera prima e, con tutta probabilità frutto dello spaccio. Il tutto è stato sequestrato, e il milese è stato denunciato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il 3 luglio scadono i termini per la presentazione delle domande per i contributi integrativi per il canone di locazione. Per accedere ai contributi occorre essere residenti nel comune di Oristano, avere in locazione unità immobiliari di proprietà privata o pubbliche, se assegnate come alloggi a canone concordato, site nel territorio comunale e occupate a titolo di abitazione principale o esclusiva e corrispondente alla residenza anagrafica. Per gli immigrati è necessario il possesso del certificato storico di residenza da almeno dieci anni nel territorio nazionale o da almeno cinque anni in Sardegna. La locazione deve risultare da un contratto regolarmente registrato, sussistere al momento della presentazione della domanda e permanere per tutto il periodo al quale si riferisce il contributo. Sono esclusi dalle agevolazioni: i titolari di contratti di locazione assoggettati al regime dei canoni di edilizia agevolata e di unità immobiliari classificate nelle categorie catastali A1, A8 e A9; i nuclei familiari nei quali anche un solo componente risulti titolare del diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su un alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare e i nuclei familiari che abbiano in essere un contratto di locazione stipulato tra parenti ed affini entro il secondo grado, o tra coniugi non separati legalmente. I requisiti per ottenere i contributi e copia integrale del bando è disponibile sul sito istituzionale www.comune.oristano.it Le domande, redatte sui moduli disponibili all’Urp, all’Informacittà e sul sito www.comune.oristano.it, corredate da copia del contratto di locazione e dichiarazione Isee 2016, dovranno essere presentate entro il 3 luglio 2017 a mano all’Ufficio protocollo, con raccomandata AR, indirizzata al Protocollo generale del comune di Oristano, piazza Eleonora – palazzo Campus Colonna, o con Posta elettronica certificata (Pec) all’indirizzo istituzionale@pec.comune.oristano.it.
16 comments
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non c’è niente da fare, maninchedda è il migliore.
Pig lo ha messo tra parentesi, ma invece va messo in evidenza: Vincenzo Pecoraro è in forte ascesa e in gran spolvero!. Grazie anche al traino del candidato sindaco la coalizione di Pecoraro andrà al ballottaggio.
Il Centrosinistra sarà il vero flop di queste elezioni. Questo non dovrebbe però costituire una sorpresa perchè solo dei fuori di testa possono votare per chi rappresenta il proseguimento della Giunta Tendas. La vittoria del Centrosinistra sarebbe una vergogna per Oristano, e siccome gli Oristanesi sono persone intelligenti questo non accadrà!
Da quello che si sente in città al ballottaggio andranno Andrea Lutzu e Vincenzo Pecoraro.
Credo che il centrosinistra non andrà da nessuna parte, anche perchè Anna Maria Uras gli farà perdere un casino di voti. Ritengo invece che il M5 stelle o Martinez possano essere la sorpresa di queste elezioni.
Pecoraro è una persona seria e preparata e non mi dispiacerebbe se vincesse le elezioni. Se non dovesse vincere Pecoraro spero che vinca Andrea Lutzu. Se malauguratamente vincesse invece Maria Obinu, le cui quotazioni sono in notevole calo, per Oristano sarebbe un disastro epocale.
Sono ancora indeciso su chi votare ma una non la voterò di certo: Maria Obinu del PD!
Maninchedda ha fatto bene a lasciare, ma adesso deve essere conseguente e mandare a c….. il Pd. Non si può costruire la Repubblica di Sardegna andando a braccetto con Pigliaru, Cabras, Manca, Cucca e compagni che sono i leccaculo di Renzi.
Come si fa a credere alle cretinate che vengono da Pd e Fi. La legge elettorale truffa è l’ennesimo esempio di come Pd e Fi non tengano in alcuna considerazione gli elettori ma vogliano imporre nani, ballerine e leccaculo. Dare un voto a questi partiti è una bestemmia. Pensateci!
Ho navigato nella pagina facebook della candidata “Maria Obinu Sindaco per Oristano” per capire cosa vanno proponendo alla popolazione. La campagna si muove su frasi fatte e slogan, nei vari post qualche esempio di frasi fatte: “Maria desidera mostrarsi realmente alle persone……” , “Maria ha gestito con la grinta che la contraddistingue……” oppure “Abbiamo tante idee e vogliamo condividerle con voi……?????.” e l’apoteosi “Affrontare le sfide con un sorriso, ci aiuta a essere propositivi………” etc etc . Questo non è argomentare, è solo propaganda e fatta male perchè non ci sono spunti di riflessione politica. Vorrei leggere soluzioni ma quello che traspare è solo chiusura ed un utilizzo manipolatorio in negativo della dialettica per non dare riposte alle persone e/o alla città. Trovo Pecoraro e Lutzu due persone preparate e competenti e spero vinca uno di loro per il bene di Oristano e tutti noi.
Qualcuno conosce sondaggi ? Anche se è vietato pubblicarli in maniera esplicita, basta usare nomignoli o metafore e ci capiamo lo stesso.
Maninchedda è di livello superiore ma, come l’albatros di Baudelaire, considerato il bassissimo livello della politica nostrana fa fatica ad atterrare. La scelta di Pecoraro, assolutamente a disagio nei panni di candidato sindaco, a parer mio non è all’altezza dell’obiettivo, è debolissima e darà spazio al voto disgiunto. Sarebbe stato diverso se si fosse candidato Gian Valerio, tra i pochi dotati di personalità autorevole, in grado di mantenere alto il livello del dibattito e di attirare anime di diversa estrazione verso un nuovo percorso. Il PD, pur perdendo pezzi, mantiene sempre una discreta presenza (rendita) in città. Martinez è presente dappertutto. Lutzu sembra avere il maggior consenso ma ha liste deboli. Chissà….
la campagna elettorale di maria obinu è veramente oscena. ma sul serio crede che gli oristanesi siano tutti degli emeriti cretini che credono a tutte le idiozie che dice e non conoscano le sciagure dell’amministrazione dove lei era assessora? non serve dire adesso quattro cretinate e quattro bugie per cancellare i disastri che ha fatto maria obinu, il pd e tutto il centrosinistra a oristano, che per fortuna è in discesa drastica. oristanesi dimostriamo col voto che di partiti come il pd e di politici piccoli e bugiardi non sappiamo cosa farcene. per maria obinu: torna all’uncinetto che fai meno danni alla città, la politica non è roba per mediocri come te.
Per motivi di lavoro giro molto in città e contrariamente a quanto sostiene il “cittadino oristanese” io sto trovando pochissimo Martinez, Cadau e Obinu e dovunque Pecoraro. Frequentiamo piazze diverse? Può darsi, ma sono pronto a scommettere che se ci sarà il voto disgiunto sarà a favore di Pecoraro. Obinu sta pagando con gli interessi la guerra che le sta facendo Anna Maria Uras e probabilmente sarà questo che non farà andare al ballottaggio il Pd. Secondo me al ballottaggio andranno Pecoraro e Lutzu.
Il cosiddetto zoccolo duro a Oristano non esiste più, così come non esite più la rendita, dato che i partiti tradizionali sono morti. Forza Italia è sparita, il Pd a Oristano si è ridotto a quattro gatti e non conta più niente, l’Udc vive ancora sui rimasugli di quello che è rimasto della vecchia Dc. Dei nuovi il M5S in città è meno di zero, Martinez è molto fumo e niente arrosto, Anna Maria Uras ha un unico obiettivo: far perdere il Pd, per il resto politicamente è nulla. Le altre liste civiche danno solo aria alla bocca. La novità potrebbe venire dal Partito dei Sardi, l’unica forza politica che si sta battendo perchè i sardi alzino finalmente la testa e si ribellino pacificamente alle vessazioni dello Stato italiano. Lo hanno fatto mettendoci la faccia e mollando la sedia – anche se da assessore regionale Maninchedda dava punti a tutti – quando si sono accorti che gli altri predicavano bene e razzolavano male.
Io aspetterei i risultati e il prof. non mi piace per nulla.