Gian Valerio Sanna: “Chi semina vento raccoglie tempesta”.
Spesso, quando la furia populista della politica non aiuta a leggere e interpretare correttamente la realtà, a toccare con mano la difficoltà degli uomini e delle donne, allora sono gli appuntamenti elettorali a incaricarsi di spiegare che una certa classe dirigente non dirige più nulla…
…e che la sorte delle persone non può più dipendere dalle parabole carrieristiche di qualche onorevole e che, dunque, il corto circuito fra realtà da governare e prospettive personali da inseguire, si risolve nello stretto campo del consenso diretto, con la disfatta.
E’ quello che è accaduto a Oristano al PD e alla sgangherata compagnia di coalizione, a seguito non di un solo cattivo amministrare da parte della giunta Tendas ma, soprattutto, come capolinea di un decennio di incapacità e di pressapochismo pubblico di chi doveva conservare il dominio facendo, via via, fuori tutti coloro che rappresentavano un ostacolo al proprio ego.
La storia, riletta a partire da oggi, è lunga e comincia dalle scelte insensate e imbecilli fatte nelle candidature ai collegi provinciali del 2010, dove ad amministratori competitivi e di grande popolarità si sono preferiti gli amici fedeli, magari senza arte nè parte, o amministratori di comuni con qualche decina di abitanti, ma pur sempre amici, che garantivano da un lato il ridimensionamento dei competitori diretti e dall’altro l’apparente rafforzamento del clan che garantisce il consenso diffuso.
Abbiamo perso personale politico di qualità, anche inseguendo le carriere dei responsabili dei partiti che si sono prestati a giochi al massacro e che, quando dovevano ratificare le scelte, sceglievano in base a quello che avrebbe potuto rappresentare per se quella scelta, senza orizzonte culturale, senza visioni di responsabilità.
Guidare i partiti è quasi sempre assai più complesso e difficile che amministrare e governare istituzioni. Guidare lo strumento attraverso il quale i cittadini esercitano la propria capacità di partecipazione e di democrazia ha bisogno di spirito di servizio, di lungimiranza e di generosità ben oltre le tue misere aspirazioni personali, e meno che mai con una fuga strategica quando oramai tutto è perduto. Quando i partiti fanno la selezione sistematicamente non sul merito ma sulla eliminazione dei quadri migliori si ottengono i risultati che Oristano ha reso evidenti in questa tornata elettorale.
Il PD a Oristano non esiste più, non esiste perché si è lavorato a eliminare il pluralismo e a ridurre progressivamente il partito a un “monocolore” correntizio, con personaggi neppure idonei a ricoprire ruoli nei condomini in cui abitano. I clan residuali del PD oristanese giocano al gatto col topo fra di loro, accusando di clientelismo gli avversari per nascondere l’unica vocazione a loro nota, ovvero la lottizzazione di tutto quanto possa essere lottizzato, anche lo stipendio da fame di qualche padre di famiglia portato dalla disperazione alle loro scrivanie.
Il renzismo dilagante ha ulteriormente tappato la bocca a coloro che potevano dare una virata di cambiamento rispetto a queste condizioni disperate, e siccome prima ci saranno le elezioni politiche e a seguire le regionali, sia a livello regionale che a livello locale tutti commentano facendo finta che i cittadini non abbiano capito il messaggio elettorale, mentre la realtà è che invece i cittadini sembra abbiano già capito tutto e bene.
La presunzione di non porsi mai in discussione e di autocelebrarsi nelle riunioni fra intimi porta al fallimento della classe dirigente, che oggi vediamo in tutta la sua chiarezza nel PD di Oristano. La città e il Territorio sono assediati dalle difficoltà, dalla crisi e dalla fuga delle persone, nel frattempo si posizionano negli Enti e nei Consorzi amici fidati, spesso al top dell’indecenza e dell’incompetenza, per dare risposte evidentemente soltanto al clientelismo di mantenimento. Lo dimostra la circostanza che si potranno prendere pure 370 preferenze ma non si vincono le elezioni e vieni bocciato. Sono fenomeni che spiegano la mancanza di un disegno politico collettivo, di un progetto per la città e di una linea di riscatto sociale, invece che la linea di salvataggio della propria posizione personale.
A Oristano, probabilmente, era necessario un “lavacro” così severo e duro come questo dato del ballottaggio, per spiegare meglio al PD locale che è stato smarrito il senso della democrazia e del pluralismo, che si è chiuso inutilmente intorno agli ultimi “giapponesi” mentre le navi affondavano da sole senza bisogno di gesti eroici da parte di nessuno.
Vi era una strada da percorrere per superare una difficoltà senza capitolare, ma la supponenza di chi guida e la cecità di chi si accompagnava, ha fatto saltare i ponti che si stavano preparando per corrispondere principalmente a rianimare e risollevare le sorti di una città che si è riempita di targhe commemorative ma che si è vista togliere tutte le energie democratiche e di partecipazione civile, con una disaffezione fino ad oggi mai vista.
Ora, come consuetudine nel PD da alcuni tempi, dovremo aspettarci che chi perde venga premiato e che chi ha avuto qualche guaio con la giustizia venga scelto per ruoli esponenziali di primo livello. Sarebbe un atto quasi dovuto nell’epoca di Renzi, ma noi siamo consapevoli che non vi sia mai limite allo stupore, come ci è accaduto di recente osservando gli intendimenti del redivivo Soru, che si prepara a rientrare in gioco per rilanciare il PD in una ellittica condizione di instabilità e di conflitto, foriera di nuovi e più complicati fallimenti.
Dalla lezione del PD è possibile ricavare qualche spunto utile anche per i vincitori e per Andrea Lutzu, a cui auguriamo sinceramente buon lavoro, nel senso che la competizione di progetti e di idee, che è poi la democrazia per definizione, si svolge sempre sul campo dei contenuti e mai sul terreno di far fuori o marginalizzare i potenziali competitori. Auguri.
(Gian Valerio Sanna, www.logosblog.it).
17 comments
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la classe non è acqua!
Complimenti. L’analisi di Gianvalerio sulla scofitta e l’inadeguatezza del Pd non fa una grinza.
Se il Pd è ridotto così male la colpa è senza dubbio di una classe dirigente autoreferenziale e incompetente. Non riesco a spiegarmi, per esempio, come si faccia nel Pd di Oristano a continuare a dare fiducia a politici di così basso spessore e dall’incapacità cosmica come Antonio Solinas, che è l’esatto contrario di quello che un politico dovrebbe essere. Per non parlare, a livello regionale, di Soru, Spissu, Cucca, Sanna, Manca, Porcu, Fadda, ecc. ecc., che da anni rappresentano il passato con la loro poltica fatta di lottizzazioni e marchette. Senza dimenticare i parlamentari, a iniziare da Caterina Pes, e la politica assurda dell’attuale segretario nazionale del partito, Pinocchio Renzi, che sta portando il Pd all’estinzione. Se non ci sarà un motto di ribellione degli iscritti per mandare a casa questi discutibili personaggi, il Pd rischia davvero di scomparire.
chissà come saranno felici dopo aver letto quest’articolo claudio atzori, caterina pes e antonio solinas…
Le elezioni comunali di Oristano sono state una dura lezione per tutto il Pd e i suoi dirigenti che se volesso davvero il bene del partito dovrebbero scomparire dalla scena. Ho notato che nella Coalizione di Centro-Sinistra sono scomparsi dalla scena anche il tizio della lista civica Valore comune e quello con la giacchetta rossa della civica Oristano nel Cuore, che avevano fatto le liste solo per loro e che adesso invece quei voti se li leggeranno e basta. Sputidi vero?
Bravo Gianva, ottima riflessione! Aver costretto un politico del livello di Gianvalerio Sanna ad andare via dal PD è stata una oscenità che grida ancora vendetta. Tra i signori del complotto anti Gianvalerio Sanna fa specie vedere, oltre ai vari Solinas, Atzori, Tendas, Renato Soru, Paolo Fadda e compagni, personalità annacquate come l’ex Segretario provinciale di Oristano Gianni Sanna, che dopo aver sfasciato il PD è andato via solo perchè non è riuscito a occupare non dico una poltrona ma neppure uno sgabello, che ora fa il moralista e spara a zero contro persone con cui fino a ieri preparava i tranelli e andava a braccetto. Se il PD ragionasse seguendo il merito e la competenza i vari Gianni Sanna, Antonio Solinas, Caterina Pes, etc., non sarebbero mai esisti.
In questi ultimi anni il Pd non è esistito proprio. Ha vissuto solo su politici di basso livello, il cui scopo principale era quello non di fare crescere il Pd ma di far crescere il proprio portafoglio, attraverso la rielezione in Parlamento, Caterina Pes, o alla Regione, Antonio Solinas. Capisco che nell’era della lotizzazione più sfrenata, in preda alla disperazione, uno possa rivolgersi anche a politici di piccolo cabotaggio come Pes e Solinas nella speranza di avere un lavoro, di cui invece dovrebbe farsi carico qualsiasi Governo in un paese civile. Ciò che invece non riesco ancora a mettere a fuoco è come non si riesca a capire che continuando ad agire in questa maniera non si faccia altro che aumentare il potere di politici mediocri ma esperti nella lottizzazione e, di conseguenza, abbassare il livello della politica e accelerarne la decadenza. La forte astensione alle comunali ha dimostrato la sempre più marcata diffidenza della gente nei confronti della politica. Ma cosa volete che importi a Pes o a Solinas della disaffezione dei cittadini dall’impegno politico. A loro interessa solo fare il tappetino di Renzi e di Cabras per essere ricandidati. Del futuro della loro comunità, di Oristano, della politica, del Pd, chi se ne frega. Se si vuole cambiare il Paese bisogna combattere contro questo genere di politici e questo modo di fare politica, altrimenti i Pes e i Solinas continueranno a proliferare.
Complimenti a Gianvalerio Sanna, analisi corretta e giusta, mi sento citato partendo dalle provinciali del 2010 quando alla mia possibile candidatura, il Solinas e il segretario Sanna misero il veto sulla mia persona. Oggi qualcuno raccoglie tempesta, e ancora in seguito raccogliera’ altro……
La richiesta di Giuliano Uras di allargare la coalizione di maggioranza è oscena e offensiva verso i cittadini che hanno votato Lutzu. Se così doveva essere sarebbe stato onesto fare l’apparentamento prima del ballottaggio. Lutzu smentisca subito, l’unico riconoscimento che può dare all’UDC è la carica di presidente del consiglio comunale, il resto sarebbe inciucio che sa di marcio già visto.
Drastico ci fai o ci sei. Dovrebbero essere contenti, visto tutto lo sconquasso creato in un partito che sicuramente non è mai stato in queste condizioni. Dalle realtà nazionali, a Renzi ladrone, a quelli regionali. Ad Oristano è avvenuto quello che molti si aspettavano, e cioè la cacciata di persone sorde e poche attente alle vere realtà della città. Un sindaco che ha sempre agito da solo senza coinvolgere in primis la sua maggioranza, e ancora di più non coinvolgendo i cittadini in riunioni partecipate ma sopratutto condivise. Ecco il risultato, che a livello cittadino e nazionale il PD ricorderà per sempre. Sconfitta netta è inequivocabile. Ora avanti con il nuovo, sperando in una buona guida per la città. Adiosu arrubiusu!
Non c’era bisogno dell’ottimo pezzo di Gianvalerio Sanna per capire che il Pd è morto per colpa di una classe dirigente inadeguata. Di Oristano a questi signori non è mai fregato niente. La cosa più importate è fare marchette per mantenere la poltrona. I cittadini? E che cosa sono? Boh! Che poi il Pd con la sua deprimente candidata Maria Obinu sia stato siacquato da Lutzu e dal Centrodestra non ha nessuna importanza. Poi leggiamo che secondo lo statista A.Solinas dopo la surra bisogna ripartire… Ma ripartire per dove? Saprei io dove mandare Solinas e l’attuale classe dirigente del Pd… Per rifare del Pd un partito serio è necessario mandare a casa tutti gli attuali dirigenti e ripartire da zero, se no non c’è storia! Come può crescere il Pd con politici come Solinas? Per carità.
Allargare la maggioranza sulla base di programmi e obiettivi condivisi dovrebbe garantire maggiore stabilità e dare una prospettiva in vista delle prossime elezioni sia politiche che regionali. Dovrebbe…. ma è prevedibile, invece, che l’ingresso di altri partiti come l’UDC crei malcontento tra gli alleati, soprattutto quelli di piccole dimensioni, che sentiranno minacciato il proprio ruolo di rappresentatività. Così inizieranno le défaillance con la fuoriuscita degli scontenti e il conseguente ridimensionamento dei numeri della maggioranza. A questo punto i nuovi entrati faranno da ago della bilancia e potranno tenere in scacco il Sindaco.
L’eventualità di un allargamento della maggioranza l’avrebbero dovuta comunicare agli elettori prima del secondo turno. Farlo a tempo scaduto, in barba ai risultati elettorali non sta bene. Si tratta di scelte che, anche se in uso alla politica, non vengono gradite dai cittadini perché sanno di tradimento della fiducia. In particolare ad Oristano dove la candidata Anna Maria Uras proprio per la presenza di Uras G. & Co. ha deciso di non accettare la candidatura con il PdS. In altre parole, nonostante il dato percentuale alto, la ditta Uras G.& Co., è stata bocciata e non sarebbe giusto ritrovarsela sui banchi della maggioranza fin da subito.
Saltare sul carro del vincitore è sport nazionale, ma a volte si rischia il ribaltamento!
Lutzu ha già ammesso di dovere qualcosa a chi pur non apparentato gli ha fatto conseguire un risultato oltre le previsioni. Ha venduto l’anima al diavolo ed ora il diavolo gli presenta il conto. Complimenti! ora vediamo se si rimangia qualcuno degli obiettivi annunciati in campagna elettorale.
Io non aspetto i nomi degli Assessori per giudicare l’operato di una Giunta, aspetto prima di giudicare di vederla all’opera. A suo tempo avevo criticato gli Assessori di Angela Nonnis per poi rendermi conto che paragonandoli agli Assessori di Tendas quelli di Angela Nonis erano dei luminari. Per quanto riguarda gli apparentamenti, sono un cittadino di Oristano anch’io e non mi scandalizzo affatto se gli apparentamenti sono stati dichiarati o meno, così come non mi scandalizzo per il possibile allargamento della maggioranza, perchè questo rientra da sempre nell’ambito degli accordi tra i partiti. Pe me sono cose normali, per altri sono inciuci. Ciascuno di noi vede le cose a modo suo e ciò che è gradito a me può non esserlo per altri. L’importante è che si rimanga nell’ambito della legalità e che si rispetti il programma sottoposto agli elettori. Poi, mi chiedo, chi doveva appoggiare l’Udc se non Lutzu? Per caso Maria Obinu, l’ex inadeguatissimo assessore della giunta Tendas che l’Udc aveva combattuto fino al giorno prima e che era già perdente in partenza tanto era scarsa? Così come ritengo che Anna Maria Uras abbia fatto una grande cavolata, spaccando l’alleanza con PdS, Udc ecc. perchè non voleva avere niente a che fare con Uras e Ledda, che secondo lei rappresentavano la vecchia politica, quando lei fino al giorno prima era un dirigente del Pd, che delle vecchia politica è l’emblema. Dove sta la coerenza? Secondo me Anna Maria Uras ha dimostrato di avere una visione politica molto limitata, buttando al vento per ripicca personale i voti degli elettori che non sono serviti a niente. Anzi, togliendo quei voti a PdS, Udc, ecc. ha fatto andare al ballottaggio il Pd che lei diceva di voler combattere. Complimenti!
Il Partito Democratico nacque dalla fusione dell’ex DS (ex PDS, ex PCI) e di una parte dell’ex Democrazia Cristiana, ovvero i due principali partiti che hanno caratterizzato (da avversari) la politica italiana durante la cosidetta prima repubblica. Due ideologie diverse, due storie politiche diverse, due visioni del mondo opposte. Ricordo certi ex democristiani manifestare non poco disagio nel dover frequentare posti dove sino a poco tempo prima campeggiavano falci e martelli e si inneggiava a Marx e Lenin (per non parlar di Stalin). Ma erano tempi in cui andava di moda il bipartitismo e si credeva che scimmiottando gli USA o il Regno Unito (paesi con tradizioni politiche completamente diverse) avremmo risolto tutti i nostri problemi. Infatti anche dall’altra parte si creò il PDL che ebbe vita breve, perché si vide che non funzionava.
Il problema del PD è quello di non essere nè carne, nè pesce, un pò di centro con qualche spruzzata di berlusconismo e un tocco di sinistra “radical chic”. Gli elettori hanno la percezione di trovarsi di fronte a politici di poco spessore, distanti dai problemi reali che i cittadini devono quotidianamente affrontare e hanno agito di conseguenza.
quanto ha detto kaisaros è vero. il pd oggi è un ibrido composto da politici di pessimo livello, con una classe dirigente inefficiente che ha basato la sua escalation sulle marchette e che avendo ormai fatto il suo tempo vive lontana dalla realtà. senza andare molto lontano, l’analisi patetica fatta dai frilli del pd a oristano per discolparsi dalla clamorosa batosta è stata l’ostentazione involontaria dell’ignoranza politica di una classe dirigente senza futuro.
Sono perfettamente d’accordo con Kaisaros, ma finche i pochi iscritti del PD non toglieranno il prosciutto dagli occhi e manderanno via a calci nel sedere gli attuali capibastone, il partito continuerà a perdere iscritti, simpatizzanti e voti. Renzi ha dato una bella mazzata al PD e i leccaculo sardi lo hanno imitato alla grande!