Per il momento salvi gli ambulatori di igiene pubblica nel territorio.
“La chiusura degli ambulatori di igiene e sanità pubblica non può essere decisa senza un preventivo dialogo con i comuni interessati”.
La posizione è stata espressa, questa mattina, dai sindaci di Santa Giusta e San Vero Milis, Antonello Figus e Lugi Tedeschi, a nome anche dei colleghi di Siamaggiore e Palmas Arborea, nel corso di una conferenza stampa convocata per protestare contro la decisione, unilaterale, dell’Ats-Assl di Oristano di chiudere i presidi sanitari dei quattro centri.
Non è bastata la sospensione della chiusura, decisa questa mattina dalla direzione dell’azienda sanitaria, a far rientrare la protesta: “Come presidente del Distretto socio-sanitario chiedo un tavolo di confronto con la Assl, per un esame di tutti i problemi che investono la sanità oristanese – ha detto il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu -. I sindaci sono la massima autorità sanitaria delle proprie città, l’ultimo presidio a tutela dei cittadini, non possono essere superati quando si assumono decisioni che interessano la salute pubblica”.
“La razionalizzazione non può avvenire a scapito dei cittadini – ha aggiunto il sindaco di Santa Giusta, Antonello Figus -. Il principio della razionalizzazione è garantire l’offerta degli stessi servizi a costi minori, in questo caso si tagliano i servizi e non si ottiene neanche un risparmio. A Santa Giusta, ad esempio, i locali erano concessi in comodato d’uso gratuito all’azienda sanitaria e la chiusura dell’ambulatorio non avrebbe comportato alcun risparmio. Peraltro si decide di chiudere nel momento in cui il ministero della Sanità rende obbligatori i vaccini dei bambini. Valuteremo se esistono gli estremi per una interruzione di pubblico servizio”.
“Siamo di fronte a continui tagli e questo non è accettabile – ha sottolineato il sindaco di San Vero Milis, Luigi Tedeschi -. Questo territorio non può sopportare altri sacrifici. L’elezione del sindaco di Oristano alla presidenza del Distretto socio sanitario è stata voluta proprio per dare un peso politico maggiore alla difesa dei diritti del territorio, alla difesa dei presidi sanitari dando voce alle istituzioni locali”.
Per Tedeschi e Figus è inaccettabile il metodo utilizzato: “C’è stata assenza completa di dialogo. Si è deciso di chiudere gli ambulatori di San Vero Milis, Santa Giusta, Palmas Arborea e Siamaggiore senza un minimo di confronto e di analisi condivisa. Occorre che le responsabilità siano accertate, ad ogni livello”.
La conferenza stampa dei sindaci era stata preceduta dalla decisione della direzione della Ats-Assl di sospendere la chiusura degli ambulatori: “La direzione della Ats-Assl di Oristano – si legge in una nota dell’azienda sanitaria -, pur consapevole che il Piano regionale di riorganizzazione della rete vaccinale richiede dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi necessari all’accreditamento dei centri vaccinali, nelle more della riorganizzazione generale dell’Azienda per la Tutela della Salute ed al fine di trovare una soluzione idonea sentite le comunità locali interessate, sospende il provvedimento di chiusura degli ambulatori di Igiene e sanità pubblica adottato nei giorni scorsi dal direttore del Servizio di Igiene Pubblica. Nell’attesa di una complessiva rivisitazione della rete vaccinale, resterà quindi invariato il numero dei centri vaccinali attualmente presenti sul territorio”.
Stretta finale nei partiti in Sardegna, in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. Sono gli ultimi giorni per definire le alleanze e le liste con i nomi dei candidati che dovranno essere presentate a fine gennaio. Il Movimento 5 Stelle dopo le parlamentarie ha scelto chi correrà nella rosa tra 258 candidati a Camera e Senato. Le autocandidature erano 340 e, quindi, lo staff di Di Maio ha escluso 82 aspiranti. Bisognerà però attendere fino a domenica per conoscere i nomi dei candidati nei tre collegi proporzionali della Sardegna, due per la Camera e l’unico per il Senato. I risultati delle parlamentarie sono stati affidati a due notai che li custodiranno sino al 21 gennaio, quando saranno annunciate le liste definitive. Gli iscritti, come detto, hanno potuto scegliere tra una rosa di 258 candidati, 194 al Senato e 32 in ciascuno dei due collegi proporzionali del Sud e del Nord Sardegna per la Camera. Parlamentarie che si sono chiuse tra le polemiche per i crash che hanno caratterizzato la consultazione nella piattaforma Rousseau e per le esclusioni inaspettate. Ieri sera lo stesso Beppe Grillo ha sancito la conclusione del voto con un post sul suo blog, intitolato “Parlamentarie concluse: una grande prova di democrazia”. Testo condiviso, oggi, dai due consiglieri comunali di Oristano e Sassari, Patrizia Cadau e Marco Boscani. “Lo sottoscriviamo in pieno – hanno detto -, anche se tra i presenti alle parlamentarie nell’Isola figurano almeno sei nomi che in base a quanto prevede lo Statuto non sono candidabili: si tratta di esponenti che si sono candidati in liste concorrenti al Movimento in precedenti elezioni amministrative, o che da iscritti hanno fatto campagna contro il M5S. Dato che il parere vincolante negativo sull’opportunità di accettazione della candidatura può essere espresso fino al momento del deposito delle liste elettorali, abbiamo presentato apposita segnalazione a Di Maio e Grillo, e non abbiamo dubbi che verrà accolta, con immediata esclusione dei sei candidati”. Cadau e Boscani non hanno fatto i nomi dei sei possibili reietti, ma stando ai cosiddetti bene informati pare siano Vittorio Stevelli, candidato nel 2016 con il Psd’Az; Antonio Massoni, candidato sempre nel 2016 con una civica con Piergiorgio Massidda; Alverio Cau, candidato come consigliere alle ulime comunalei di Oristano, in una lista civica antogonista ai 5 Stelle; Antonio Mecatti, candidato col Pd nel 2015; Paolo Casu già consigliere dei Riformatori e Psd’Az, e alle regionali con l’Uds e Sel; Marco Cominu, un grillino oristanese a cui vengono rimproverati comportamenti contrari alle norme etiche e alla lealtà e correttezza nei confronti degli iscritti e dei vertici dei 5 Stelle.
Per quanto riguarda gli altri partiti, manca solo l’ufficialità, ma ormai l’intesa Lega-Psd’Az è cosa fatta. A sancirla – sarà Matteo Salvini in persona, a Cagliari, nel fine settimana o al massimo lunedì 22 gennaio. Alle politiche del 4 marzo i 4 Mori correranno con il simbolo del Carroccio. La conferma della direzione presa dal gioco delle alleanze di questi giorni (erano in piedi anche possibili accordi con Pd e Forza Italia) è arrivata in occasione della convention organizzata a Cagliari dalla Lega per la visita del governatore del Veneto, Luca Zaia. Appuntamento al quale si è presentato anche il segretario nazionale del Partito sardo d’Azione, Christian Solinas. L’accordo con il Carroccio dovrebbe consentire ai sardisti di ritornare in Parlamento dopo 22 anni. Oltre a candidature in Sardegna in almeno due collegi uninominali (uno per la Camera e uno per il Senato) e nei tre proporzionali (almeno un capolista sardista), l’accordo prevede una riprotezione in Lombardia in un collegio proporzionale per il Senato con Solinas capolista. Restano da definire gli ultimi dettagli dell’accordo, soprattutto in merito ai punti programmatici che il segretario sardista ha messo sul piatto. Il simbolo dei 4 Mori, invece, non sarà abbinato a quello di Alberto da Giussano. Una scelta fatta dai sardisti per poter utilizzare solo lo stemma dei 4 Mori nei prossimi appuntamenti elettorali nell’Isola.
Una commissione che rispecchi le tre anime del partito, con l’incarico di scegliere la rosa dei candidati nei 12 collegi della Sardegna. E’ stata questa la soluzione votata all’unanimità dalla direzione regionale del Pd, che si è riunita, stasera, a Oristano. La commissione sarà istituita nelle prossime ore e, una volta fatta la selezione, dovrà comunicarla alla direzione nazionale che avrà, comunque, l’ultima parola. Del gruppo presieduto dal segretario regionale, Giuseppe Luigi Cucca, faranno parte due membri dell’area soriana (lo stesso Renato Soru e l’ex sindaco di Villasimius Tore Sanna), due dell’area Cabras-Fadda (il consigliere regionale Cesare Moriconi e il vicesegretario sardo Pietro Morittu) e due renziani (l’ex coordinatore di garanzia per le primarie nazionali per la segreteria del Pd, Bastiano Mazzone, e il deputato uscente Siro Marrocu). La scelta della direzione regionale è in linea con le parole di Renzi, che aveva sostenuto che occorre rispettare le diverse sensibilità “…garantirò un riconoscimento non solo simbolico ma anche numerico”. Ciò significa che nei tre collegi considerati “sicuri”, cioè i due proporzionali della Camera e il plurinominale unico del Senato, le tre correnti dovranno essere equamente rappresentate. Di certo, dunque, l’ipotesi della terna Gavino Manca (renziano) al Nord per la Camera, Romina Mura (Cabras-Fadda) al Sud, e Giuseppe Luigi Cucca (renziano) capolista al Senato non potrà essere quella finale. La commissione dovrà trovare, infatti, un’altra soluzione, in modo che un soriano (Marco Meloni o Francesco Sanna) possa essere capolista in uno dei tre collegi. Lo stesso Meloni, intervenendo oggi in direzione, ha sottolineato che le tre anime devono essere rappresentate. E lo stesso equilibrio dovrà essere garantito nell’indicazione dei nomi per gli altri nove collegi. Tra i vari interventi da rimarcare quello di Soru, ancora protagonista di uno scontro con Cucca. L’eurodeputato ha accusato il segretario regionale del Pd di aver condotto da solo le trattative per le alleanze poi non andate in porto. La replica del segretario: “Sono stato eletto democraticamente e avevo il mandato dell’assemblea e pieni poteri per trattare”. Fin qui le grandi manovre dei partiti che, dalle ore 8 di venerdì 19 alle 20 di domenica 21 gennaio, dovranno depositare simbolo ed eventuali coalizioni al ministero dell’Interno.
Sabato 20 gennaio, alle 10, ad Abbasanta, presso la sala Agorà, in via Guiso 7, le amministrazioni comunali di Abbasanta e Ghilarza hanno promosso un convegno per approfondire il tema sulla “fusione dei comuni”. “E’ nota – si legge in un comunicato degli organizzatori del convegno – la particolare condizione fisica e urbanistica che contraddistingue oramai i comuni di Abbasanta, Ghilarza e Norbello, i cui confini urbani si sono incrociati con quelli degli altri centri limitrofi, portando alla realizzazione di un contiguo e omogeneo contesto urbanizzato. Le crescenti difficoltà derivanti dalla progressiva riduzione dei trasferimenti per il funzionamento dei comuni e il continuo arretramento dei presidi fondamentali dello Stato, della sicurezza, della sanità e della mobilità, indica nella prospettiva futura, l’esigenza di unificare e rafforzare la rete dei servizi collettivi, ammodernare ed unificare la rete amministrativa e burocratica, dando vita a processi unificativi e gestionali, impossibili da realizzare con l’attuale sistema delle unioni dei Comuni, privi ancora di una cornice legislativa che legittimi una maglia organizzativa e funzionale indispensabile per garantire servizi e funzioni. Da qui – si legge ancora nella nota – la riflessione, derivante dalle innovazioni introdotte dalla Legge Del Rio n.56/2014, che ha cercato di introdurre nell’ordinamento nazionale il concetto di fusione di Comuni accompagnandolo con misure incentivanti. La Regione, tuttavia, in ragione del proprio Statuto di autonomia, possiede competenze esclusive in materia di ordinamento degli Enti locali e, dunque, si manifesta necessario e obbligatori che un istituto come la “fusione di comuni” trovi nella legislazione regionale opportuna normazione. Mentre in Sardegna esistono leggi che disciplinano l’istituzione di nuovi comuni o la modifica degli ambiti territoriali degli stessi, non esiste una legge che disciplini il percorso normativo da seguire per la realizzazione della fusione fra comuni. Il convegno si dedicherà ad analizzare il contesto specifico, le ragioni di opportunità e le criticità storiche e culturali che avanzano”. Durante l’evento, dopo i saluti dei sindaci di Abbasanta e Ghilarza, Stefano Sanna e Alesandro Defrassu, ci sarà l’intervento di un rappresentante del gruppo “Città del Guilcer”. A seguire la proposta di legge regionale che consenta in Sardegna l’attivazione di questa iniziativa, presentata da Gian Valerio Sanna, capogruppo di maggioranza al comune di Abbasanta. Spazio, quindi, alla relazione di Luigino Sergio, esperto di organizzazione e gestione degli enti locali, docente in master universitari e corsi di formazione professionale, autore di numerosi libri e saggi sull’organizzazione e sulla gestione amministrativa degli enti locali, che parlerà delle esperienze in atto sulla “fusione dei comuni” nel contesto nazionale. Della fusione, dal punto di vista costituzionale, si occuperà, invece Omar Chessa, docente dell’Università di Sassari. Le conclusioni sono affidate a Francesco Agus, presidente della commissione regionale Autonomia, che relazionerà sulla percorribilità e il merito del tema del convegno nel contesto legislativo regionale.
Martedì 23 gennaio, alle 9.30, nell’aula magna dell’Istituto Tecnico “Lorenzo Mossa”, in via Senatore Carboni, a Oristano, si terrà il primo seminario regionale dedicato ai finanziamenti dei fondi strutturali europei destinati al Programma operativo nazionale per la Scuola. L’incontro, organizzato dall’Istituto di Istruzione secondaria superiore “Don Deodato Meloni” di Oristano, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, e in accordo con l’autorità di gestione del Miur, nasce per garantire la necessaria comunicazione agli interventi e ai risultati raggiunti, e per informare i cittadini sul ruolo e sul valore aggiunto delle azioni realizzate con il supporto dell’Unione Europea. Al seminario sono previsti gli interventi dei dirigenti scolastici Marilina Meloni e Gian Domenico Demuro, del direttore regionale scolastico Francesco Feliziani, e del presidente della Regione Francesco Pigliaru. A seguire, le due sessioni di lavoro sul Pon “Per la Scuola” 2014-2020, a cura dei referenti del ministero dell’Istruzione – Direzione generale per la Gestione dei fondi strutturali, e dibattuto conclusivo. I lavori saranno coordinati dal professor Gavino Sanna.
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