Il consiglio comunale di Oristano ha approvato il bilancio di previsione 2018.
Dopo l’illustrazione della giunta, il bilancio (con il documento unico di programmazione e il triennale 2018-2020) è stato discusso e votato dall’assemblea civica, che lo ha approvato a maggioranza.
Quattro i voti contrari: quelli di Patrizia Cadau (Cinquestelle), Francesco Federico (Indipendente), Maria Obinu ed Efisio Sanna (Pd). E quattro gli astenuti: Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura), Vincenzo Pecoraro (Partito dei Sardi), Giuseppe Puddu (Udc) e Anna Maria Uras (Coraggio e libertà – Insieme).
Il primo intervento è stato quello del presidente della commissione Bilancio, Angelo Angioi (Forza Italia), che si è soffermato sulle novità introdotte con il bilancio armonizzato, e ha poi sottolineato l’impegno per la soluzione del problema degli usi civici: “Ci avviamo verso la definizione di un problema vecchio di molti anni, che pesa come una spada di Damocle sul comune e sui cittadini che hanno costruito sui terreni che ne sono gravati. Non seguiamo più la strada della sclassificazione, ma procediamo con il trasferimento dell’uso civico su altre aree”. Angioi ha ricordato altre partite aperte, come quella con Abbanoa e quella sui derivati, l’impegno sul personale (evidenziando il fatto che sono molti i dipendenti prossimi alla pensione che non potranno essere sostituiti). Infine, ha sottolineato l’importanza dello strumento del bilancio partecipato, che mette a disposizione 100 mila euro per la programmazione di interventi pubblici con le idee dei cittadini, auspicando la rapida approvazione di un regolamento che ne disciplini l’impiego.
Scontate le critiche dell’opposizione, secondo la consueta e stantia liturgia: documento lacunoso, fumoso, senza anima, senza impronta, politicamente insufficiente, non si intravede svolta nè cambiamento, e chi più ne ha più ne metta. Una lunga serie di frasi fatte, estratte dal solito canovaccio, che nulla, a nostro modesto avviso, oltre a una critica fine a se stessa, hanno portato al dibattito.
Per Patrizia Cadau (Cinquestelle) “…il bilancio presentato dall’esecutivo è un documento fumoso, in parte ereditato dalla giunta precedente. Un bilancio incerto, con coperture affidate alle alienazioni che sono un po’ come affidarsi alle probabilità del Monopoli. Manca una visione politica, manca l’impronta della giunta Lutzu, una volontà di cambiamento, un’idea di sviluppo e progresso”. Il consigliere pentastellato ha chiesto, inoltre, la realizzazione di un parco acquatico a Torregrande e per il bilancio partecipato ha proposto le consultazioni online.
Secondo Vincenzo Pecoraro (PdS) il bilancio è formalmente corretto, ma non sufficiente per il rilancio della città. “In questo momento – ha detto Pecoraro – bisogna avere coraggio e concretezza, lo chiedono i cittadini e le attività produttive. Oristano ha bisogno di produrre ricchezza, i commercianti vanno convocati e ascoltati, dando loro il giusto ruolo tutto l’anno e non solo quando ci sono i tributi da pagare. Nel periodo natalizio, per il Settembre oristanese e durante la Sartiglia subiscono gli attacchi economici e a volte i soprusi di chi, temporaneamente, senza rischi e senza controlli, mette in saccoccia i facili guadagni dei giorni di festa. Che ruolo hanno gli hobbysti, se non quello di abbruttire le piazze con prodotti di orrenda fattura, trasformando il centro città in una succursale per la vendita di prodotti made in Cina?”.
Maria Obinu (Pd): “In questo bilancio non vedo la vostra impronta e non vedo un cambio di passo”. Il consigliere del Pd ha evidenziato i ritardi sui fondi per le due nuove sezioni dell’asilo nido, chiesto spiegazioni sui ritardi nell’assegnazione degli alloggi di via Palmas e contestato la scelta di via Laconi per le casette di legno per le emergenze abitative. E ancora: “Che fine ha fatto il progetto per l’agricoltura sociale e quello per il Centro per la famiglia, le adozioni e l’affido, ma anche la nuova gara per il Centro antiviolenza; e cosa si vuole fare per rilanciare la Fondazione Sartiglia?”.
Giuseppe Puddu (Udc): “Ho assistito a una Presentazione del bilancio senza enfasi e forza. A 9 mesi dall’insediamento traspare un’amministrazione esanime, e spero che il sindaco riesca a sopperire alle lacune palesate. Il fare e il vostro programmare non corrispondo a ciò che avete proclamato. Avevamo grandi aspettative, ma abbiamo constatato grande inconsistenza della squadra del sindaco e un bilancio lacunoso e deludente”. Puddu ha lamentato la mancanza della giusta programmazione per i mercati cittadini e il blocco dei lavori di ristrutturazione del mercato di via Mazzini, e denunciato l’insofferenza del personale comunale che aveva grandi aspettative da questa amministrazione, ma che ancora non ha ricevuto le risposte che attendeva.
Efisio Sanna (Pd) ha evidenziato le croniche difficoltà dell’ente nella lotta all’evasione e nella riscossione dei tributi. “Questo – ha detto – è un bilancio semplice semplice che manifesta insufficienza politica. In questo bilancio non si rileva, un cuore, una linea, un’anima. Questo è il bilancio delle perplessità. Non nascondetevi dietro scuse e decidete cosa volete fare sulla circonvallazione, dite cosa è successo al mercato civico e al Piano urbano della mobilità. Ci sono errori sostanziali nel Piano delle opere pubbliche sia per quanto riguarda le cifre e non può essere votato così”.
L’indipendente Francesco Federico ha lamentato la mancanza di un’impronta capace di caratterizzare la nuova amministrazione. Ha poi denunciato i ritardi nell’entrata in esercizio della Rete Man e la necessità di dotare l’ente di un sistema informativo adeguato capace di garantire la giusta partecipazione e trasparenza. Infine, ha sottolineato i problemi legati alle manutenzioni pubbliche (illuminazione e strade). Anna Maria Uras (Coraggio e libertà – Insieme) ha auspicato la massima partecipazione dei cittadini alle scelte dell’ente, soprattutto per la programmazione territoriale, mentre Davide Tatti (Fortza Paris) ha chiesto l’impegno dell’ente per il corpo di Polizia Municipale la cui azione è fortemente condizionata dai limiti dell’organico.
Nella replica l’assessore al Bilancio, Massimiliano Sanna, ha voluto evidenziare l’importanza del bilancio partecipato, strumento attraverso il quale far partecipare la cittadinanza alle scelte dell’ente. “È una scelta che comporta sacrifici – ha detto Sanna – ma nella quale crediamo per dare ai cittadini la possibilità di scegliere insieme a noi”. Rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri ha ricordato gli impegni sull’arredo urbano e sul progetto Oristano città museo “…in linea e in continuità con quanto aveva programmato la precedente amministrazione. Inoltre, stiamo lavorando al trasferimento della Scuola civica di musica. Per quanto riguarda l’immobile di via Palmas non è ancora di proprietà del comune; lo diventerà a fine marzo, e solo dopo si potranno assegnare gli alloggi a chi ne ha diritto” .
Il sindaco, Andrea Lutzu, ha apprezzato il dibattito che ha accompagnato il bilancio (sic!). “Credo che oltre alla critica ci sia stato anche spazio a interventi costruttivi (sic al quadrato!) – ha sostenuto Lutzu -. In questi mesi si è lavorato duramente, e i risultati stanno iniziando a vedersi. Ma i conti li faremo alla fine quando potremo valutare compiutamente quanto stiamo facendo: la Programmazione territoriale che da sola vale una legislatura, ma anche la riapertura del Teatro Garau, il rilancio del porticciolo e l’impegno sul turismo crocieristico”.
In apertura di seduta, su proposta dell’assessore Federica Pinna, il consiglio comunale ha approvato la delibera per la definizione delle tariffe per le attività che la Polizia Municipale deve svolgere per garantire i servizi in occasione di iniziative private che, per un migliore e più ordinato svolgimento, richiedano la presenza di personale di vigilanza.
Il consiglio comunale di Oristano è stato convocato per giovedì 22 e martedì 27 marzo, alle 18.30, per la discussione del seguente ordine del giorno: Mozione dei consiglieri Masia e Riccio: “Slot machines”. Mozione di Federico e Sanna: “Azioni di prevenzione al fenomeno della ludopatia nel comune di Oristano”. Due interrogazioni di Puddu: “Usi civici – Situazione e relativi tempi di definizione”, e “Stato di degrado delle strade a fondo naturale”. Quindi le mozioni e interpellanze di Cadau. Mozioni: “Azioni di prevenzione e contrasto nei confronti della somministrazione illegale di alcolici ai minori presso bar e locali pubblici della città”, “Istituzione della figura del Disability Manager”, “Istituzione commissione mensa scolastica, promozione salute, rilancio della filiera corta”. Interpellanze: “Richiesta intervento via Vittorio Emanuele (via Duomo)” e “Istituzione Comitati di quartiere, di frazione e di borgate”.
Dopo mesi e mesi di seminari, dibattiti, incontri, tra i politici che si svegliati dal letargo e si sono accorti, finalmente, di quanto sia deleterio il disegno di legge dell’inadeguato assessore regionale all’Urbanistica del Pd, Erriu, c’è anche il consigliere comunale di Oristano del M5S, Patrizia Cadau. “Come consigliere comunale del M5S – ha scritto, fra l’altro, Cadau – aderisco formalmente all’Appello della Consulta delle Associazioni Ambientaliste che, da tempo, ha espresso giustamente preoccupazione sul Decreto di legge proposto dall’assessore regionale all’Urbanistica, Erriu. Si tratterebbe di una legge che avrebbe effetti devastanti su tutta la fascia costiera. Il M5S – ha scritto ancora Cadau, dandosi una veste nazionale –, è la forza del cambiamento radicale, nasciamo per un nuovo modello economico sostenibile che spazzi via il vecchio: il nucleare, le mega opere pubbliche, Tav, ponte sullo Stretto, la cementificazione delle coste ecc. Per valori e programma storici – ha concluso Patrizia Cadau – il Movimento 5 Stelle condivide la posizione della Consulta Ambiente e Territorio, che vede la partecipazione delle principali Associazioni Ambientaliste dell’Isola. Confondere urbanistica con edilizia o il turismo con il cemento appartengono alla vecchia cultura economicista. Vogliamo un’altra Sardegna che punti sulla programmazione e valorizzazione delle nostre risorse e dei nostri imprenditori. Non vogliamo continuare ad essere una colonia”. Meglio tardi che mai.
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