Mag 02

Maltempo in tutta la Sardegna. Allarme nell’Oristanese. Scuole chiuse a Oristano.

Allerta maltempo in tutta la Sardegna, dove continua ad imperversare la pioggia che non ha dato tregua durante tutta la notte, soprattutto nel centro e sud dell’Isola.

In 48 ore è caduta nell’Isola una quantità di pioggia pari a un quarto di quella di un anno. Pioggia e temporali continueranno fino alla prossima settimana. Non solo. La Protezione civile regionale ha emesso un nuovo bollettino di allerta per condizioni avverse sino a tutto giovedì 3 maggio, con nubifragi e venti di Maestrale fino a 100 km/h.

In Sardegna sono quindi attese “…giornate ad elevata criticità idro-geologica, con accumuli fino a 200 litri su metro quadrato. Caleranno anche le temperature, che quasi dappertutto torneranno su valori normali per il periodo, con la fine del caldo fuori stagione che ha caratterizzato la scorsa settimana. Tra le zone a codice rosso c’è anche il Campidano di Oristano e il Tirso.

Paura questa notte nella zona del Terralbese, a causa dell’ingrossamento del Rio Mogoro. In poche ore il fiume ha raggiunto gli argini tra Terralba e Uras. I Vigili del fuoco e la Protezione civile sono in allarme e la situazione dovrebbe peggiorare nelle prossime ore. I sindaci di Terralba, Uras e Arcidano hanno predisposto la chiusura delle scuole. Ma in tutto l’Oristanese c’è grande allerta per le abbondanti piogge che hanno ingrossato il Tirso.

intanto, continua a piovere ininterrotamente nel Centro Sardegna, dove allagamenti e smottamenti stanno creando diverse difficoltà soprattutto per chi vive nei paesi dell’interno e nelle campagne.

Situazione particolarmente critica anche nelle campagne di Sedilo,  e a Siamanna e Siapiccia a causa dell’esondazione del rio Majore e del rio Mannutra. Le strade sono allagate e diverse aziende e case di campagna sono rimaste isolate. Chiusa anche la strada provinciale che collega i due paesi.  C’è molta proccupazione anche a Fordonginaus, Solarussa, Zerfaliu e Silì per l’esondazione del Tirso.

La situazione in prossimità delle dighe è continuamente presidiata e, per prevenire guai peggiori, l’invaso di Santa Vittoria nell’Oristanese (che ha comportato la chiusura del ponte sommergibile di Sili), sta effettuando il rilascio d’acqua verso il mare.

Sempre a causa del maltempo sono state chiuse, per allagamento, alcune strade statali della Sardegna. Lo ha comunicato l’Anas, che sta operando con uomini e mezzi per ripristinare la viabilità soprattutto nel centro e centro-nord dell’Isola. Tra le strade chiuse c’era anche la strada statale 131 Dcn (Diramazione Centrale Nuorese) per l’esondazione del fiume Tirso, con deviazioni al Km 13 in direzione Nuoro, e al Km 26 in direzione Abbasanta, che ora è stata riaperta al traffico.

Immancabili, infine, anche gli allagamenti a Oristano, dove sono stati toccati i 96 millimetri ( 584 in dodici mesi), che questa volta hanno interessato, in particolare, il sottopasso nella stazione ferroviaria.

A causa dell’allerta per condizioni meteo avverse, dopo la comunicazione della Protezione Civile che prevede “…livello di elevata criticità per rischio idrogeologico localizzato e idraulico su tutto il territorio regionale”, il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, ha deciso di chiudere, per giovedì 3 maggio, tutte le scuole di ogni ordine e grado, comprese le materne, gli asili nido statali e non statali, e le ludoteche .

Il 12 e 13 maggio Oristano riapre le porte a “Monumenti Aperti”, la fortunata manifestazione dedicata alla promozione e valorizzazione dei beni culturali in Sardegna. “Monumenti Aperti”, a Oristano, compie quest’anno 10 anni e l’importante traguardo è occasione per misurarsi con le sfide e gli orizzonti culturali che l’Unione Europea ha tracciato, istituendo il 2018 come “Anno Europeo del Patrimonio Culturale”. In questa prospettiva di scoperta e coinvolgimento, “Monumenti Aperti” vivrà, a Oristano, un’interessante anteprima. Sabato 5 maggio, alle 18, presso l’Auditorium dell’Hospitalis Sancti Antoni, è in programma il convegno “Quale futuro per i beni culturali del territorio di Oristano? idee e proposte per la valorizzazione del patrimonio culturale”. Nel corso della serata interverranno l’assessore alla Cultura del Comune di Oristano Massimiliano Sanna, e i docenti Raimondo Zucca dell’Università di Sassari e Gaetano Ranieri dell’Università di Cagliari. Il convegno è organizzato dalla Fondazione Sa Sartiglia Onlus, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano e l’Associazione culturale “Oristano Nascosta”, con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione.

“Il rebus Renzi si sta svelando a poco a poco. Era il rebus di un politico a due facce. Come sindaco di Firenze aveva governato bene, se si è un minimo obiettivi, molto meglio del triste burocrate Dominici e di parecchi altri che erano venuti prima. Aveva chiuso il centro storico al traffico, sollevando la città rinascimentale dal caotico e invivibile traffico che la soffocava. Aveva liberato San Lorenzo dall’assalto accecante degli ambulanti, che ne deturpavano irrimediabilmente l’immagine. Pur essendo stato costretto ad accettare l’assurda tramvia, aveva impedito che quell’orrendo progetto, voluto dal suo predecessore, arrivasse al Duomo. Aveva sanato i bilanci disastrati delle mucipalizzate, trovando un accordo con gli imprenditori perché ci lavorassero gratis. Grazie a Giorgio Moretti, titolare della Dedalus, leader in Europa dei software sanitari, che aveva miracolosamente ristabilito i conti della Nettezza Urbana, aveva inventato «Gli Angeli del Bello», unico esempio in Europa di volontari che ripuliscono una città invasa da 11 milioni di turisti l’anno. Aveva inventato la Leopolda, con la parola d’ordine della rottamazione, un concetto oggettivamente precursore, se si guarda oggi ai nuovi giovani leader che occupano la scena politica. Poi aveva scalato il Pd, e quando aveva perso la prima volta alle primarie era rimasto fedele ai vincitori per spirito di partito. Arrivato in cima, aveva cominciato a scaldare i motori. A parte la gaffe del “staiserenoenrico”, che ne consegnava la prima immagine di bulletto, descritto da Grillo «con il giubbotto di pelle da Maria De Filippi», all’inizio era andato tutto bene. Fino alla vittoria clamorosa delle Euopee, a quel 40 per cento di voti che ne gonfiava esageratamente la forza. Il primo errore è stato quello. Un buon politico avrebbe dovuto essere consapevole del fatto che quelle elezioni hanno una valenza molto limitata, e non solo per via dell’assenteismo. Renzi invece s’è convinto che fosse un sondaggio su di lui. Il leader decisionista ha tirato dritto, sicuro di interpretare la volontà della maggioranza degli italiani. Ha cambiato la Costituzione. Alcune cose potevano essere giuste, come l’abolizione del Senato (ma adesso ci dovrebbero spiegare perché uno che voleva abolirlo, alla prima occasione si candida proprio lì). Era sbagliato, però, pensare di avere gli italiani con lui. Il patto del Nazareno alla resa dei conti non è servito a niente, se non a perdere una parte consistente della sua base elettorale. L’appiattimento sulle banche e sulla Boschi, il salvataggio controverso della Banca Etruria, e le polemiche sul padre Tiziano hanno fatto il resto. Proseguendo nell’errore, ha personalizzato il referendum. La batosta del 4 dicembre avrebbe dovuto aprirgli occhi. Il presidente Obama, con cui aveva stretto un buon rapporto, l’aveva consigliato: “Ritirati per due anni. Vieni a lavorare con me, nella mia fondazione. Giri il mondo, ti disintossichi e quando torni ti sei rifatto una verginità”. Un politico avveduto avrebbe dovuto dargli retta. Ma Renzi deve avere un Ego smisurato che lo divora. Si è dimesso, è riuscito a star buono due mesi (il limite massimo di silenzio che conosce), poi si è rituffato nell’agone per le elezioni. Obama – di nuovo – gli ha prestato uno spin doctor che gli ha spiegato che cosa doveva fare: «E’ inutile dare soldi a pioggia. Stai zitto e ascolta gli altri. Poi rilancia». Cioé, quello che hanno fatto tutti. Lui invece ha fatto l’opposto di quel che gli aveva detto. La verità è che quando la storia si mette in moto, niente può fermarla. Nemmeno uno spin doctor. Un buon politico se ne rende conto. Lui no. Probabilmente, il tracollo del Pd avrebbe potuto essere meno grave se lui si fosse messo da parte. E non è neppure detto. Di certo, per evitare il rischio estinzione, oggi lui dovrebbe davvero defilarsi completamente. Invece, mai nemmeno l’ombra di una autocritica. Ha ragione Di Maio, glielo impedisce il suo Ego. Un buon politico è quello che porta a casa risultati. Il risultato più importante che sta portando a casa Renzi per ora è quello della distruzione del partito, che è diventato il suo vero, grande nemico. Prima della comparsata da Fazio, che ha calato le brache a un desolato Maurizio Martina («Il Pd rischia di estinguersi, impossibile guidare in queste condizioni»), si sarebbe scambiato un mucchio di messaggini con lo pseudo rivale Salvini, che difatti ha evitato accuratamente di attaccare, come ha rivelato il Corriere della Sera. Quasi a voler dar ragione ad Andrea Scanzi («Renzi è un terzo di Berlusconi, un terzo del peggior Craxi e un terzo di Jerry Calà»), dopo si è vantato con gli amici: «Avete visto come sono stato bravo? Fazio aveva il 14 per cento di share, con me ha fatto il 22,5». A noi risulta il 18, ma non importa. Quisquilie. In trasmissione, comunque, la sparata contro Di Maio serviva solo a distruggere Martina. L’assemblea del 3 maggio, così, lui è convinto di averla già vinta, perchè l’alleanza con i 5 Stelle è saltata e il reggente difficilmente «avrà il coraggio di far votare qualcosa», comprese le sue dimissioni. Si andrà al 20 maggio all’Assemblea Nazionale, facendo fuori Martina con un’altra reggenza, più a sua immagine e somiglianza: Stefano Bonaccini o Ivan Scalfarotto. Da questo quadro, e da tutto quel che è successo dopo il 4 marzo, si evince chiaramente che le sue dimissioni sono state soltanto farlocche. Il risultato più evidente è che ne fa le spese quel che resta del Pd, in continua discesa nei sondaggi, un recipiente pieno ormai di voti in libera uscita verso tutte le  direzioni, compreso l’Udc, che è tutto dire, come si deduce dal voto del Molise.  Ma anche lui è destinato a pagare un prezzo molto salato. Se è vero, come dicono, che la sua volontà è quella di creare un partito alla Macron, corre il serio pericolo di trovarsi un serbatoio svuotato dai suoi errori e dalla sua ostinazione, finendo per replicare soltanto il disastroso precedente di Mario Monti. Il suo programma attuale, invece, è abbastanza chiaro. Dice che chi ha perso non può governare, ma sta tramando dietro le quinte per un governo del Presidente o delle riforme, con tutti dentro, compreso il Pd. Ipotesi abbastanza ardua, perché difficilmente il M5S potrebbe accettare una soluzione del genere. Si può fare un governo lasciando fuori quelli che hanno vinto? Come per “enricostaisereno” rischia di dire una cosa e fare il suo esatto opposto. «Il caudillo Renzi», come l’aveva definito De Bortoli, sarà anche «un maleducato di talento». Ma a che serve il talento se vinci solo per perdere?”. (Pierangelo Sapegno, giornalista e scrittore, www.tiscali.it).

7 comments

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    • Marcello on 2 maggio 2018 at 9:33
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    Se il Pd non si libera al più presto di Renzi quando si riandrà a votare toccherà il minimo storico sotto al 10%.

    • drastico on 2 maggio 2018 at 10:00
    • Rispondi

    il bulletto fiorentino è stato il segretario più perdente della storia del pd. siccome è barroso non ne vuole sentire di lasciare la politica, come aveva promesso, perchè teme che il prossimo segretario faccia meglio di lui. per questo mette il bastone tra le gambe a tutti e anche se non è più segretario continua a comandare, sperando che alla fine lo richiamino alla guida del partito per sfinimento. il bulletto fiorentino non si è reso conto che con le sue bugie non incanta più nessuno e che ormai politicamente è finito!

    • Giorgio on 2 maggio 2018 at 10:47
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    Se il PD avesse fatto un’analisi seria della sconfitta elettorale avrebbe mandato via Renzi a calci nel sedere.

    • Vittorio on 2 maggio 2018 at 11:24
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    La coerenza di Renzi è stata sottolineata nell’articolo: prima vuoi abolire il senato e poi alle elezioni politiche ti candidi come Senatore. Un genio! Per carità…

    • Bizio on 2 maggio 2018 at 12:13
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    Alle prossime elezioni il Pd rischia di scomparire. Solo se mandano a casa Renzi possono avere una possibilità di salvezza, altrimenti il Pd sprofonda.

    • testa di quiz on 2 maggio 2018 at 15:02
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    matteo pinocchio renzi continua a tenere in mano il partito e questo nn mi meraviglia perchè il pd è composto da una marea di lecchini. ciò che non capisco è come si faccia ad essere così ciechi e a nn vedere che renzi vuol distruggere il pd per fondare un partito alla macron a sua immigine e somiglianza. svegliaaaaaa!

    • Giuseppe on 3 maggio 2018 at 8:42
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    Come fa il PD ha rimandare ancora in balia di un perdente seriale come Renzi è un mistero. Se fosse un partito serio – impossibile con i dirigenti che si ritrova – avrebbe mandato a quel paese Renzi da molto tempo. In Direzione ne vedremo delle belle!

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