A Macomer l’ultimo saluto per Manuel Careddu.
Una folla composta, commossa e ammutolita ha assistito, a Macomer, ai funerali del 18enne Manuel Careddu.
Le comunità di Macomer, Abbasanta e Ghilarza, che per oggi hanno proclamato in lutto cittadino, hanno dato l’ultimo saluto nella chiesa della Madonna Missionaria, a Macomer, il luogo di nascita del 18enne barbaramente ucciso, l’11 settembre scorso, da un branco di giovani, e la cui salma è stata ritrovata, in un terreno alla periferia di Ghilarza, dopo oltre un mese.
In prima fila, la mamma Fabiola Balardi (che ha tenuto in mano per tutta la ceimonia una rosa bianca), la nonna Gavina Puggioni, che ha cresciuto Manuel, e una sorella più piccola. Nel secondo banco, il padre Corrado attorniato dalle sorelle e dalla mamma. Gli amici e i parenti del giovane sono rimasti un po’ defilati, mentre tra la gente sono stato notati anche alcuni parenti dei giovani accusati dell’omicidio di Manuel Careddu.
A celebrare la messa è stato il vescovo di Bosa-Alghero, monsignor Mauro Maria Morfino, insieme ai tre parroci di Macomer, Ghilarza e Abbasanta, Andrea Rossi, Paolo Contini e Mauro Cuscusa.
“Perdono Manuel, te lo chiediamo qui, davanti all’altare del Signore – ha detto monsignor Morfino nella sua omelia -. Non siamo stati credibili, non siamo stati capaci di ascoltarti, siamo stati distratti. Ci vuole una parola che accompagni nel viatico noi e la sua famiglia e che ci accompagni verso il cambiamento, in modo che non si ripetano più eventi così tragici”.
L’alto prelato ha avuto anche un pensiero di conforto per la madre del 18enne. “Mamma Fabiola – ha detto il vescovo – non potrà più abbracciare il corpo del figlio, ma colui che è stato lambito dall’amore non può morire. Una vita che stava fiorendo è stata spezzata. Chissà quali desideri aveva Manuel, ma oggi il desiderio di vita, di verità, di amore è colmo”.
Nella chiesa affollata, che non è riuscita a contenere tutta la folla, oltre al sindaco di Macomer, Antonio Onorato Succu, c’erano anche Alessandro Defrassu e Stefano Sanna, sindaci di Ghilrza e Abbasanta, paesi dei sei ragazzi arrestati. I sindaci erano uno accanto all’altro, come durante le fiaccolate tenute nei giorni scorsi.
“Il Centro intermodale di Oristano nasce per realizzare l’interscambio tra diversi sistemi di trasporto, e il progetto che sta andando in appalto soddisfa in pieno questi requisiti. La struttura sarà a tutti gli effetti un centro di raccordo di livello regionale per lo sviluppo della mobilità sostenibile e svolgerà tutte le funzioni di raccordo tra la mobilità su rotaia (treni), la mobilità su gomma (auto, taxi, bus extraurbani e bus del trasporto urbano) e mobilità lenta (bicicletta e pedoni)”. Lo ha precisato l’ingegner Giuseppe Pinna, dirigente del Settore Sviluppo del territorio del Comune di Oristano, che nei giorni scorsi ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del Centro Intermodale passeggeri, in linea con il progetto preliminare approvato dalla giunta comunale nel novembre 2017 e con il progetto definitivo approvato nello scorso mese di aprile. Il progetto, che verrà appaltato nelle prossime settimane, è finalizzato a realizzare un centro intermodale passeggeri, secondo le indicazioni dell’assessorato regionale dei Trasporti, in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana Spa e con l’Arst. La struttura, che permetterà il raccordo tra la diverse modalità di mobilità (treni, auto, taxi, bus extraurbani e urbani, bicicletta e pedoni), sarà collegata direttamente alla stazione ferroviaria tramite un tunnel per i passeggeri. Potrà ospitare fino a diciotto stalli per autobus, contro i sette attualmente ospitati alla stazione Arst di via Cagliari, e ci sarà una moderna stazione per i passeggeri. “Malgrado la riduzione dei finanziamenti da 8 a 4 milioni di euro, il progetto è assolutamente funzionale ed evita sprechi di risorse, essendo ben modulato per il trasporto dei pendolari e dei turisti nel nostro territorio – ha precisato Giuseppe Pinna -. Il riferimento alla realizzazione di una stazione per gli autobus, tratto dalla determinazione dirigenziale di approvazione del progetto, è esclusivamente finalizzato a illustrare e motivare agli enti che effettuano la verifica di assoggettabilità a valutazione impatto ambientale, spiegando che l’opera in oggetto non rientra nella dizione prevista al p.to 2 lett. a dell’All. II bis alla parte seconda del D. Lgs 152/2006 e ss.mm.ii., per cui non si rende necessario rinnovare il procedimento già svolto cinque anni fa. In sostanza, la considerazione riportata nell’atto dirigenziale evidenzia esclusivamente il basso impatto della struttura nel contesto urbano nel quale dovrà sorgere, senza volerne sminuire l’importanza trasportistica per il territorio”.
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