Il consiglio comunale di Oristano ha iniziato a discutere del Piano urbano della mobilità.
Con l’esame delle osservazioni e dei primi emendamenti, in consiglio comunale, a Oristano, è iniziata la discussione del Piano urbano della mobilità (Pum).
Il Pum era stato presentato, nelle scorse settimane, in aula dal sindaco Lutzu, dall’assessore PupaTarantini e dal progettista, ingegner Walter Langiu. Cinque le osservazioni presentate dai cittadini che hanno chiesto modifiche al piano, e che in aula sono state illustrate dal presidente della commissione, Davide Tatti.
Con la prima un gruppo di residenti (Marras e più) delle vie Ales, Risorgimento, Milis e Carloforte ha chiesto l’inversione del senso di marcia nella via dei Mille rispetto a quanto previsto nel Pum e l’adozione di provvedimenti idonei a limitare la velocità nelle vie Carbonia e Messina. Il Consiglio l’ha approvata.
La seconda osservazione, poi respinta, è stata presentata da un gruppo di residenti (Remigio, Enrico Sequi e più) che per la Ztl ha chiesto di consentire l’attraversamento veicolare del centro storico, svincolando i percorsi da limiti orari, e la sostituzione dei parcheggi a pagamento con zone disco.
La terza osservazione (presentata dall’Hotel Mistral) proponeva la modifica dei sensi di marcia nella vie XX Settembre e Cavour. L’assemblea l’ha respinta.
La quarta riguardava il centro storico e le zone limitrofe ed è stata presentata dalla Confcommercio. L’organizzazione chiedeva che l’ampliamento delle aree pedonali e della Ztl fosse preceduta dalla realizzazione delle infrastrutture (parcheggi, trasporto pubblico) necessarie a favorire l’accessibilità alle attività commerciali presenti nel centro storico e nelle aree limitrofe. Il consiglio comunale ha respinto la richiesta.
L’osservazione numero 5 portava la firma del Comitato di via Lepanto, che riteneva inadeguata la disciplina prevista dal Pum per la zona tra via Lepanto e piazza Mariano, e proponeva il mantenimento dell’attuale piano di viabilità. Anche in questo caso il consiglio comunale ha respinto la proposta.
Finito l’esame delle osservazioni, l’aula si è dedicata agli emendamenti affrontando il primo, presentato da Vincenzo Pecoraro, Giuseppe Puddu, Patrizia Cadau e Monica Masia. “Accertato che una variazione dello stato attuale dell’Area pedonale della Zona a traffico limitato – hanno detto i proponenti -, in una situazione economica come quella attuale, caratterizzata da un forte spopolamento del centro storico e dalla presenza di centri commerciali della grande distribuzione nelle periferie, porterebbe un danno economico agli operatori del centro storico e snaturerebbe ancora di più il centro città, propongono d’integrare il Pum prevedendo che per la sua durata (10 anni) non siano introdotte modifiche in senso aggiuntivo o variazioni perimetrali della Area pedonale e della Ztl”. L’emendamento è stato respinto. Lunedì prossimo l’esame del Pum proseguirà con gli ultimi emendamenti, la discussione generale e la votazione.
Sempre nell’ultima seduta, il consiglio comunale, su proposta dell’assessore al Bilancio Massimiliano Sanna, ha ratificato una delibera della giunta per la variazione al bilancio di previsione dell’ammontare complessivo di 580 mila euro, da utilizzare per le barriere architettoniche nelle abitazioni private, i contributi integrativi per i canoni di locazione, le borse di studio, la fornitura di libri per le scuole secondarie, gli espropri (234 mila euro), il Teatro Garau e il completamento del nuovo Palasport (230 mila euro). Sempre su proposta dell’assessore al Bilancio, Massimiliano Sanna, il consiglio ha aderito al servizio di tesoreria regionale che dal 1° gennaio 2019 sarà affidato per 3 anni al Banco di Sardegna.
I lavori del consiglio comunale di Oristano proseguiranno lunedì 17 dicembre, per la trattazione dei seguenti argomenti: 1) Adozione definitiva Piano Urbano della Mobilità. 2) Nomina componenti del Collegio dei revisori dei conti per il triennio 2019/2021. 3) Revisione straordinaria delle società partecipate 2017; conclusione del procedimento; razionalizzazione annuale delle partecipazioni. 4) Piano regolatore portuale (Prp) del porto turistico di Oristano (Marina di Torregrande); dichiarazione di intenti del consiglio Comunale. 5) Retrocessione aree standard di lottizzazione nella via Dei Muratori e monetizzazione delle stesse. 6) Ordine del giorno Riccio-Cadau-Federico-Masia-Obinu-Pecoraro-Puddu-Sanna-Uras: “Proposta di discussione attorno al valore e a una corretta lettura storica della giornata commemorativa del 4 novembre”. 7) Interpellanza urgente Riccio-Cadau-Federico-Masia-Obinu-Pecoraro-Puddu-Sanna-Uras: “Azione della giunta Lutzu nei confronti delle Frazioni e delle Borgate” . 8) Interpellanza Riccio-Cadau-Federico-Masia-Obinu-Pecoraro-Puddu-Sanna-Uras:”Deposito di palme abbattute risultante presso l’area retrostante il cantiere comunale”. 9) Interpellanza Federico: “Delibera della giunta comunale n. 224 del 27 novembre, avente come oggetto: “Problematiche Oristano Servizi. Indirizzi della giunta” .10) Avvio delle procedure per la costituzione di un soggetto unico per la gestione dei beni culturali.
Venerdì 14 dicembre, alle 10.30, nella sala degli Evangelisti del palazzo degli Scolopi, n piazza Eleonora, a Oristano, si terrà la tavola rotonda intitolata “Mister Pottery e Lady Maiolica”. L’iniziativa, inserita nel programma del “Tornio di via Figoli”, giunto alla decima edizione, sarà incentrata sulle opportunità offerte dalla lavorazione della ceramica sia sotto l’aspetto economico sia culturale. I temi legati alla lavorazione e produzione di manufatti in ceramica verranno sviluppati dagli esperti che ne illustreranno l’importanza. A coordinare i lavori sarà l’assessore all’Artigianato del Comune di Oristano, Pupa Tarantini: “Le produzioni in ceramica – ha detto l’assessore – per decenni hanno consentito all’oristanese di ritagliarsi un posto di prestigio nel panorama produttivo regionale, diventando, oltre che una risorsa economica, un simbolo del territorio grazie alla capacità creativa degli artigiani locali che hanno tramandato questa forma d’arte a cui oggi vogliamo ridare la giusta importanza. Il titolo della tavola rotonda gioca volutamente sul termine ceramica in inglese per mettere in risalto gli scenari commerciali internazionali nei quali si possono cimentare a pieno titolo le nostre produzioni ceramiche artistiche e tradizionali”. Il sindaco Andrea Lutzu saluterà a nome dell’amministrazione: “Ringrazierò gli esperti che interverranno per la passione che stanno dimostrando nel voler mantenere alta l’attenzione verso un patrimonio importante della cultura della nostra città, facendo quanto nelle loro possibilità per impedire che la ricerca sfrenata della tecnologia, simbolo di questi tempi, possa cancellare un segno della nostra identità”. Porteranno i loro saluti anche Giuseppe Sanna, ambasciatore dell’Associazione italiana città della ceramica (Aicc); Diego Corrias, assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Assemini; Marco Franceschi, direttore della Confartigianato di Oristano. Gli approfondimenti in tema della ceramica saranno affidati a Giuseppe Melis, Docente di Marketing e Turistico dell’Università di Cagliari, che parlerà del ruolo della ceramica nella promozione turistica del territorio, evidenziandone l’importanza della conoscenza; Monica Scanu, direttore Ied Cagliari (Prove tecniche di artigianato contemporaneo); Enrico Sanjust, chimico, docente dell’Università di Cagliari (Ceramica: un materiale antico ma sempre nuovo). “Mister Pottery e lady Maiolica vanno a scuola” sarà illustrato da Daniela Manca e Giuseppina Carta del Liceo Artistico “Carlo Contini”. “Il Tornio di via Figoli – L’arte dei ceramisti” continuerà con altre iniziative fino al 24 dicembre. La manifestazione è organizzata dall’assessorato all’Artigianato del Comune di Oristano, grazie alla Regione che finanzia la manifestazione, in collaborazione con l’Aicc, la Provincia di Oristano, la Confartigianato di Oristano, il Liceo Artistico “Carlo Contini” di Oristano, la Fondazione Sa Sartiglia Onlus e la partecipazione di tanti artigiani locali del settore ceramico.
Sono trascorsi settant’anni dall’approvazione della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, il 10 dicembre 1948. Un documento che nasce dalla consapevolezza che il “disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità”. E dalla convinzione che solo superando la logica del nazionalismo, e di quello che oggi si chiama “sovranismo”, sarà possibile porre fine alla guerra, alla discriminazione razziale, allo sfruttamento, garantendo a ogni essere umano, indipendentemente dal luogo in cui è nato, un insieme irrinunciabile di diritti civili, politici e sociali. Di quello spirito, oggi, sembra essere rimasta poca cosa. Se pensiamo alla politica di casa nostra, non si può non provare sgomento di fronte alla maggioranza schiacciante di 336 “sì” con cui è stato convertito in legge, alla Camera, il cosiddetto “decreto sicurezza”. Un provvedimento vergognoso, che sembra stato scritto apposta per negare sicurezza, dignità, diritti alle persone straniere, attraverso lo smantellamento del modello di accoglienza diffusa degli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), l’abolizione del permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, il prolungamento del periodo di detenzione senza processo nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e nei Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio), il divieto di iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo. E che si distingue per una previsione dal sapore inequivocabilmente razzista, come l’introduzione della “cittadinanza revocabile” per i soli stranieri naturalizzati. Sarebbe facile e in un certo senso liberatorio sostenere che tutto ciò non ci riguarda: che è l’effetto di un virus che ha aggredito il corpo sano del paese con l’ascesa al potere dei “populisti”. Sappiamo, purtroppo, che non è così. Ciò che accade oggi viene da lontano: la prassi della detenzione prolungata di persone colpevoli solo di trasgressioni di tipo amministrativo – in assenza addirittura delle garanzie previste per la carcerazione vera e propria – è iniziata con la legge Turco-Napolitano; la trasformazione dell’immigrazione da diritto a reato e l’introduzione dell’aggravante di clandestinità (poi dichiarata incostituzionale) risalgono alla Bossi-Fini; la compressione dei diritti della difesa dei richiedenti asilo è stata voluta da Minniti, per non parlare del “codice di condotta” per le Ong impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo, che hanno aperto la strada alla criminalizzazione della solidarietà e alla chiusura dei porti da parte di Salvini. Se oggi provvedimenti francamente razzisti non suscitano la reazione di indignazione e di resistenza che ci aspetteremmo (a partire dal Presidente della Repubblica, che ha rinunciato a rinviare alle Camere il decreto sicurezza) è anche perché da tempo l’idea di un “diritto diseguale” è penetrata nel nostro ordinamento, e nelle nostre coscienze, normalizzandosi e finendo col passare (quasi) inosservata. E’ allora urgente tornare a riflettere sui fondamenti del nostro vivere associato, proprio a partire dalla Dichiarazione universale del 1948, di cui è bene ricordare alcuni articoli: “Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese” (art. 13), “Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni” (art. 14), “Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza” (art. 15). (www.libertaegiustizia.it).
Commenti recenti