Lenzuola bianche alle finestre e migliaia in piazza per i pastori.
Ancora un giorno di protesta da parte dei pastori sardi per il prezzo del latte. Oggi, però, è soprattutto la giornata delle lenzuola bianche stese sui balconi, appese alle finestre, alle serrande dei negozi chiusi, e anche in diversi Municipi della Sardegna.
E’ anche il giorno delle serrate degli esercizi commerciali, da nord a sud dell’Isola e dei cortei di studenti, lavoratori e semplici cittadini che in migliaia si sono riversati sulle piazze di tantissime città, in particolare a Cagliari e Sassari.
Il resto, come i blocchi (in provincia di Oristano sulla 131, all’altezza di Paulilatino e Abbasanta), e manifestazioni in tantissimi paesi (con latte versato sulla strada oppure regalato ai cittadini) è cosa già vista, anche se è indubbio che la mobilitazione si stia allargando a macchia d’olio (anche oltre Sardegna) in attesa delle risposte che dovrebbero arrivare soprattutto dai tavoli del governo, visto che quello della Regione conta come il due di picche e non risolverà alcunchè.
A Paulilatino, oltre alla protesta in piazza e l’offerta di formaggio e torte con ricotta a tutti, i pastori hanno organizzato un laboratorio didattico per gli alunni delle scuole sulla lavorazione del formaggio.
Proteste e disagi per il traffico anche in tutta la provincia di Oristano. A Ollastra un gruppo di pastori ha occupato la rotatoria e, secondo copione, versato sull’asfalto diversi litri di latte, ma ne ha regalati 50 litri ai dirigenti della Pro Loco che lo hanno trasformato in formaggio.
“Sui pastori sardi – ha detto il ministro dell’Agricoltura Centinaio – sto attendendo che il ministro dell’Interno ci faccia sapere quali sono le sue proposte. Sul tavolo di lavoro ho messo le sei proposte che sono state condivise con i pastori e con le associazioni di categoria. Con il ministro dell’Interno andremo a ragionare sul lato economico delle proposte che ci sono state fatte dalle controparti. La situazione la si può risolvere anche in tempi stretti, ma sono convinto che bisogna però fare un ragionamento a medio-lungo termine, per evitare di tamponare oggi, e poi ritrovarsi i pastori in piazza fra sei mesi”.
Intanto, dopo aver fatto sentire, ieri, la sua voce fuori dal coro, Paolo Maninchedda, leader e candidato governatore del Pds, è intervenuto nuovamente sull’argomento, con una “proposta per il latte” del Partito dei Sardi.
1) il Governo italiano stanzi (su risorse europee, non sue) nel bando di marzo per gli indigenti 20 milioni di euro per il Pecorino Romano, in modo da liberare i magazzini delle cooperative e degli industriali dalle eccedenze e consentire il rifinanziamento da parte delle banche della campagna attuale (proposta copiata da tutti senza mai citare il nostro nome, ma questo è normale nell’informazione manipolata della Sardegna);
2) il Governo italiano proroghi il Piano dell’offerta che scade il 9 marzo, diversamente l’anno prossimo siamo da capo;
3) il Governo italiano dia corso alle sanzioni irrogate per chi ha violato il Piano dell’offerta;
4) il Governo italiano dica se è in grado con le sue forze dell’ordine di proteggere la ricchezza e la proprietà dei sardi, visto che fino ad oggi il latte versato, che è di sardi, i camion danneggiati, che sono di sardi, i caseifici assediati, che sono di sardi, non hanno certo fatto aumentare di un centesimo il prezzo del latte, ma stanno danneggiando notevolemente altri sardi.
Salvini tiene i Carabinieri e la Polizia fermi e i sardi danneggiati si organizzano. Già due caseifici hanno sorveglianti armati. Una rappresentazione plastica del fallimento dello Stato italiano: non riesce neanche più a difendere l’incolumità personale e la proprietà. In questo quadro, Salvini cerca un capro espiatorio sardo, dà la colpa a qualcuno dei sardi, e in particolare al Consorzio del Pecorino Romano, a suo dire inadempiente. E qui comincia a vedersi la regia occulta della protesta, la mano che strumentalizza i pastori sinceri e li orienta verso obiettivi che manco conoscono. Facciamo così: facciamo una piccola sfida di trasparenza. Il Ministero dell’Agricoltura consenta alla Repressione frodi, che sta sotto il Ministro, di pubblicare i dati del rilevamento fatto dal Consorzio sulle produzioni realizzate oltre le quote assegnate. Perché questi dati sono segretati? Così tutti noi ci renderemo conto non solo di un errore collettivo che noi abbiamo fatto (produrre più della domanda) ma anche di chi non ha sanzionato i trasgressori e ci potremmo chiedere il perché. Ci renderemmo conto che queste cose accadono anche da altre parti e che vi si pone rimedio con il ritiro delle scorte in eccesso attraverso fondi europei. Chi ha in pancia i fondi europei? Il Governo italiano. Cosa sta facendo il Governo italiano? Sta dando la colpa ai sardi. Cosa c’è il programma nei prossimi giorni? L’udienza con cui gli industriali laziali stanno tentando di non stare più sotto il disciplinare della dop del Pecorino romano, ma vogliono produrre cacio romano spacciandolo per pecorino, in modo da mangiarsi il mercato con un prodotto taroccato. Gli storici racconteranno che un partito italiano al potere, ha nascosto le proprie responsabilità, ha tenuto ferme le forze dell’ordine e ha fatto saccheggiare da sardi la ricchezza dei sardi, poi ha indicato in un sardo il colpevole e poi si è preso la Sardegna. Finite le elezioni la tradirà, come sempre è accaduto.
Sabato 16 febbraio, alle 10, all’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano, si terrà la conferenza “Le maschere del carnevale in Sardegna”. L’iniziativa, dell’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano e della Fondazione Sa Sartiglia, nell’ambito di MuseoOristano, è riservata agli studenti delle scuole secondarie di primo grado e ha la finalità di riscoprire le maschere del carnevale. “L’evento – ha spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Oristano, Massimiliano Sanna – è organizzato dal Comune, in collaborazione con la Fondazione, con l’intento di raggiungere e sensibilizzare i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado sulle tradizioni legate al carnevale”. Interverranno Maurizio Casu, che parlerà di Sartiglia; Erika Meles, antropologa, che parlerà dei carnevali in Sardegna; e Antonello Carboni che proietterà spezzoni di video sulla Sartiglia e sui carnevali in Sardegna, e si soffermerà sull’attività del reporter in eventi come il carnevale.
Presso le Ludoteche di Silì e Donigala sono ancora disponibili posti per i minori dai 3 ai 10 anni. Le domande d’iscrizione dovranno essere presentate al Protocollo Comunale e saranno valutate in ordine di arrivo fino all’esaurimento dei posti disponibili. Non saranno valutate le domande presentate presso le sedi aggregative di Torangius e San Nicola che risultano al completo.
Mercoledì 13 febbraio, alle 18.30, in occasione della Solennità di Sant’Archelao, Patrono dell’Arcidiocesi e della Città di Oristano, presso il Museo Diocesano Arborense, inaugurazione della mostra: “Tesori di fede della Diocesi Arborenze tra importazioni e botteghe locali”. Saranno esposte insieme per la prima volta oltre cento opere, tra statue, argenti, dipinti e paramenti sacri, provenienti dalle 85 parrocchie dell’Arcidiocesi. Il territorio diocesano si estende in 67 comuni, appartenenti alle Province di Oristano, Nuoro e Sud Sardegna, e si sviluppa, perciò, in un territorio composito sia dal punto di vista paesaggistico che ambientale, che custodisce un inestimabile patrimonio spirituale e numerose opere, monumenti e siti ad alta valenza religiosa. La mostra si pone l’obiettivo di presentare le opere più significative, coinvolgendo l’intera comunità diocesana, in un importante momento di condivisione. Gli oltre quaranta argenti esposti sono opere inseribili in un contesto di produzione sarda o d’importazione, databili tra il XVI ed il XVIII secolo. La scelta è legata alla rappresentatività e al valore artistico degli stessi manufatti, per lo più suppellettili liturgiche. La statuaria selezionata evidenzia sia la produzione riconducibile a botteghe locali sia quella d’importazione, particolarmente dall’area napoletana, e le inevitabili contaminazioni. Si potranno ammirare sculture della Vergine Maria, statue su trespolo sopravvestite utilizzate per le processioni, ma anche i gruppi scultorei come il San Giorgio a cavallo che combatte contro il drago. La mostra sarà inaugurata dall’arcivescovo Ignazio Sanna, al termine della solenne concelebrazione eucaristica in onore di Sant’Archelao, e resterà aperta fino al 13 maggio, il giovedì e il venerdì, dalle 17 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
L’associazione ulturale “Donne+Donne”, il Comune di Oristano (assessorato Pari Opportunità, commissione per l’Equità trai generi e le pari opportunità) presentano il progetto e mostra fotografica “Donne+Donne, Storie di Rinascita” di Daniela Cermelli. Progetto a sostegno delle Donne colpite da Tumore al seno. La mostra sarà visitabile al Teatro San Martino dal 15 al 24 febbraio, dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20
5 comments
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ll saltimbanco della politica c’è rimasto male. Non sopporta che a superalo nella protesta siano i pastori. Soli Lui, Maninchedda l’Illuminato, ha il diritto di protestare conto lo Stato Italiano! E ti pareva, da tuttologo qual è si è inventato esperto anche di quote latte, poi è andato nel Supramonte e ne è disceso con le tavole del latte dategli da Dio. Ma per piacere…
Non ci posso credere, Maninchedda che cavalca l’onda del latte. Fermatelo, prima che si renda più ridicolo del solito!!!!!!
Questo è autolesionismo allo stato puro. Urge subito museruola.
maninchedda ha sempre cercato di essere diverso dagli altri e può andare anche bene. ma quando racconta favole, come spesso gli succede, non è cosa.
Prima tutti d’accordo con i pastori, adesso sui blog e social network spuntano i soloni che per distinguersi devono dire per forza qualcosa di differente dagli altri, con affermazioni del tubo sui pastori. Si atteggiano a economisti e anche se si vede da lontano che non capiscono un c…. pontificano alla grande dando vomito alla bocca! Se non conosci bene l’argomento o ti informi oppure taci! Questi frilli non si rendono conto che ancora una volta hanno perso una buona occasione per stare zitti.