La Coop è pronta a pagare il latte dei pastori sardi un euro al litro. Oristano sta con i pastori.
Coop, Nonna Isa e Conad si schierano per il “prezzo equo” ai pastori. Secondo il giornale online “Sardinia Post” “…c’è un terzo interlocutore nella partita sul prezzo del latte. È la grande distribuzione.
Precisamente la Coop, che oggi ha acquistato una pagina di pubblicità sul Corriere della Sera per dire che loro, proprietari delle catene di supermercati con la filosofia “dal produttore al consumatore”, sono risposti a dare un euro al litro ai pastori sardi.
“Sardinia Post” ha dato la notizia sulla proposta della Coop anche ieri, perché sul “prezzo equo” si sono schierate pure altre due catene della grande distruzione, Nonna Isa e Conad. Ma adesso la Coop sta convertendo la propria proposta in un caso nazionale. Anche alla luce dal nuovo vertice convocato oggi dal vicepremier Matteo Salvini che, lunedì, ha detto di “…poter risolvere la vertenza in due giorni”. E le quarantotto ore scadono appunto oggi.
La mossa della Coop diventa uno spartiacque rispetto alla battaglia tra industriali sardi e pastori. Di fatto la Coop dà forza alla rivendicazione degli allevatori sardi e mette i caseifici nelle condizioni di dover alzare anche loro il prezzo. Così a differenza di come gli imprenditori del latte hanno fatto ieri in Regione, offrendo appena cinque centesimi in più rispetto ai 60 centesimi pagati attualmente. Tanto che il vertice è finito con una fumata nera. Dalla Coop precisano di voler acquistare il latte produrre per produrre un loro pecorino”. (www.sardiniapost.it).
“Da 60 centesimi a un minimo di un euro al litro. E’ questo dove spero di arrivare questa sera e non mi alzerò dal tavolo sul latte fino a quando non lo ottengo”. Lo ha detto il ministro dell’Iterno, Matteo Salvini, a margine della presentazione del Rapporto di Agromafie 2018, a proposito della riunione convocata questo pomeriggio, al Viminale, con tutte le parti interessate alla protesta dei pastori in Sardegna. “In Sardegna – ha detto ancora il ministro – si deve poter tornare a mungere, vendere e viaggiare in macchina, e non tollero che per altre settimane ci siano strade bloccate”.
“Il latte è di tutta la Sardegna – hanno sotenuto i pastori anche prima della riunione -. Ci hanno sempre additato come popolo disunito e, invece, con questa battaglia per il giusto prezzo stiamo dimostrando il contrario”.
Il tavolo al Viminale non ha però dato i frutti sperati, visto che gli industriali hanno proposto di aumentare il prezzo del latte a 70 centesimi al litro. Praticamente una presa in giro per i pastori sardi, che hanno ribadito che “…per prezzo equo deve intendersi 1 euro al litro. Anche in Grecia – hanno detto i pastori -, un Paese in forte crisi economica, il latte viene pagato a 90 centesimi al litro”.
Dopo quasi cinque ore di riunione, visto che non si intravedeva alcuno spiraglio per sbloccare la situazione, l’incontro è stato aggiornato dal ministro dell’Agricoltura Centinaio a sabato prossimo, in Sardegna.
Intanto, l’Antitrust ha aperto un’istruttoria sui prezzi del latte sardo di pecora destinato alla produzione di pecorino romano Dop, sulla base delle leggi sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. In particolare, il procedimento è stato avviato nei confronti del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano e di 32 imprese di trasformazione ad esso aderenti (tutte con sede in Sardegna), ed è volto a verificare se tali operatori abbiano imposto agli allevatori un prezzo di cessione del latte al di sotto dei costi medi di produzione. La pratica, ha spiegato il Garante, potrebbe inquadrarsi in una situazione di significativo squilibrio contrattuale tra i caseifici e gli allevatori, questi ultimi parte debole del rapporto in ragione della natura altamente deperibile del latte e delle caratteristiche dimensionali e organizzative delle imprese di allevamento. L’istruttoria dovrà concludersi entro 120 giorni dall’avvio.
“La protesta dei pastori sardi ha radici antiche e merita il massimo dell’attenzione da parte delle istituzioni. L’amministrazione comunale di Oristano sostiene la vertenza dei pastori per un prezzo del latte equo e capace di remunerare adeguatamente il lavoro di migliaia di operatori del settore”. È questa la posizione del consiglio comunale di Oristano, riassunta dal presidente Antonio Franceschi, che auspica “…la positiva soluzione della vertenza latte. Speriamo che il confronto avviato nelle sedi istituzionali regionali e nazionali in questi giorni non sia l’ennesima illusione per il sistema agro-pastorale sardo che da decenni lamenta questa condizione”. “Regione e Governo nazionale non possono ignorare ancora una vertenza che non nasce in queste settimane – ha aggiunto il Sindaco di Oristano Andrea Lutzu -. La pastorizia in Sardegna va tutelata con iniziative strutturali. La pastorizia non è solo una voce, per quanto importante, del Pil regionale. È un simbolo di questa terra, un tratto distintivo, di orgoglio, come i nuraghi o il mare. L’amministrazione comunale ha offerto al movimento dei pastori la disponibilità ad affiancarlo, nel rispetto delle leggi, nelle forme di lotta a difesa di una categoria che soffre una crisi non più sostenibile”.
La batosta (chiamarla diversamente servirebbe solo ad addolcire la pillola. ndr) del M5S in Abruzzo è servita, quantomeno, a mattere in dicussione l’agire del Movimento sui territori, e a far fare una riflessione al suo capo politico, Luigi D Maio, visto anche i tanti mal di pancia venuti fuori all’interno dei pentastellati dopo la sconfitta. Sul blog ufficiale del M5S Di Maio ha scritto un articolo dal titolo “Riflessioni sul futuro del Movimento 5 Stelle”, che secondo noi presenta delle interessanti novità.
“Ogni volta che il MoVimento 5 Stelle ottiene alle elezioni locali un risultato inferiore a quello delle politiche, c’è chi non parla d’altro che della sua fine imminente. Basta vedere i dati. Alle elezioni comunali di giugno 2017 abbiamo preso di media il 7,8% e poi dopo meno di un anno il 33% alle politiche. Poi a giugno 2018 abbiamo preso in media il 12% alle comunali. Quindi si mettano l’anima in pace perché non è così. In questi due giorni dopo le elezioni però ho riflettuto. Mi sono chiesto se fosse il caso di dire una verità che tutti nel MoVimento conosciamo, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire.
Dopo la Sicilia, dopo il Molise, dopo l’Abruzzo. Se non siamo riusciti a conquistare una regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l’anima nel territorio per anni e che hanno fatto l’impossibile, è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo. Che come MoVimento dobbiamo affrontare. Che io come capo politico del MoVimento 5 Stelle intendo affrontare.
È necessario arrivare sempre alle amministrative con un percorso che preveda un lavoro sul territorio fatto di incontri con categorie, mondo del sociale, con gli amministratori. Non improvvisando come a volte accade. Questo vuol dire pure che dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci. Mi ha colpito il fatto che in alcune regioni in questi anni siamo rimasti nella nostra zona di comfort, evitando di incontrare categorie importanti come ad esempio quelle dell’imprenditoria e del volontariato. È ora di farlo.
Pensate a come abbiamo affrontato le politiche. Apertura a nuovi mondi con gli uninominali e la squadra di governo portandoci dentro tante competenze, coinvolgendo persone del mondo accademico, scientifico, delle forze dell’ordine, dell’imprenditoria e incontrando quotidianamente un’impresa per ascoltare i problemi veri delle persone. Anche le elezioni amministrative vanno affrontate con strategia e rigore.
Ed è per questo che nelle prossime settimane presenterò agli iscritti del MoVimento delle proposte da sottoporre a consultazioni online. Dobbiamo affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio. Questo processo non si concluderà dall’oggi al domani. Richiederà mesi e richiederà impegno da parte di tutto il MoVimento per poi arrivare alla formulazione di proposte da votare su Rousseau. Abbiamo anche da migliorare la presenza del Governo e dei parlamentari sul territorio, di questo parleremo alla prossima assemblea dei parlamentari che si terrà lunedì sera.
Continueremo sempre a restituire gli stipendi, a costruire le trazzere, a regalare le ambulanze – atti di testimonianza importantissimi per spiegare che una politica diversa è possibile – ma possiamo iniziare a guardare alle amministrative come l’occasione di governare il territorio italiano dal basso e tagliare gli stipendi ai consiglieri regionali, a migliorare le infrastrutture e la sanità. Lo decideremo insieme. Il MoVimento 5 Stelle c’è e ci sarà. Ancorato ai suoi valori, ma in continua evoluzione. E soprattutto unito e coerente.
C’è poi chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il Governo. Questo finché ci sarò io non avverrà. I nostri iscritti hanno votato il contratto di Governo e io ho dato la mia parola agli italiani che si va fino in fondo. Questo Governo durerà 5 anni e ispirerà tanti altri governi europei. Il MoVimento 5 Stelle oggi è l’unico argine a Berlusconi Ministro della giustizia o dell’economia.
Dove governiamo come governo e dove siamo minoranza come opposizione. Siamo il MoVimento 5 Stelle e siamo al servizio dei cittadini. Sempre e comunque”. (Luigi Di Maio, capo politico M5S).
Una donna, Liliana Rizzu, 57 anni, di Simaxis, è stata trovata morta in una casa colonica del Consorzio di Bonifica, nei pressi della borgata marina oristanese di Torregrande. La donna, madre di tre figli (che erano stati affidati ai servizi sociali) e separata dal marito, viveva nel casolare insieme al compagno, Francesco Pisanu, 72 anni, di San Nicolò d’Arcidano (che è stato accompagnato in Questura per accertamenti), anche se i due, recentemente, erano stati sfrattati dal Consorzio. I rilievi sul luogo del decesso sono stati effettuati dalla Squadra Mobile di Oristano, alla presenza del procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso. Per ora non si esclude alcuna ipotesi investigativa. Il corpo della donna che, come detto, si trovava all’interno di un casolare sulla strada che porta dal pontile alla borgata marina, è stato poi rimosso per essere trasportato all’ospedale di Oristano poter effettuare l’autopsia. In Questura, Pisanu avrebbe riferito che la convivente sarebbe morta durante la notte, ma di aver avvisato i parenti soltanto molte ore dopo. Questo fatto avrebbe insospettito gli inquirenti, e per queto motivo il procuratore avrebbe ordinato accertamenti a tutto campo. C’è da aggiungere, che sul corpo della donna non ci sono tracce di violenza e che sono stati i parenti di Liliana Rizzu a dichiarare che la donna era malata da tempo.
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