Nessun giallo per la donna trovata morta a Torregrande, uccisa da farmaci e alcol.
Nessun giallo per la donna trovata morta due giorni fa in un casolare di Torregrande. Sul corpo della donna non ci sarebbero, infatti, segni di violenza, secondo quanto riscontrato dall’autopsia eseguita all’obitorio dell’ospedale San Martino di Oristano.
Liliana Rizzu, la donna di 57 anni trovata priva di vita nella casa colonica di Torregrande che occupava abusivamente da diversi anni assieme al compagno Francesco Pisanu, 72 anni, col quale si era sposata la scorsa estate, sarebbe infatti morta per cause naturali, a causa di un miscuglio di farmaci e alcol.
Per dissipare ogni dubbio bisognerà attendere l’esito degli esami tossicologici, che saranno resi noti entro 60 giorni, anche se allo stato attuale tutti gli elementi a disposizione sembrerebbero accreditare l’ipotesi, come detto, di una morte per cause naturali, escludendo totalmente la morte violenta.
E questo anche in considerazione delle pessime condizioni di salute e delle abitudini di vita di Liliana Rizzu, che pare assumesse, senza tanti controlli medici, grandi quantità di farmaci e condividesse col marito l’abitudine di bere alcolici.
La casa colonica tra la pineta litoranea di Torregrande e le risaie di Brabau resta, per mero scrupolo, ancora sotto sequestro, assieme alle aree di pertinenza che giovedì erano state minuziosamente esaminate dalla Polizia scientifica.
Ci saranno tre giorni di tregua nella vertenza pastori-prezzo del latte, con la proposta scaturita, dopo otto ore di negoziato, dal tavolo di Cagliari che sarà portata al vaglio delle campagne. Tre giorni di tregua nella mobilitazione, per non bloccare il conferimento del latte e riprendere a far lavorare i caseifici. E, soprattutto, per esaminare la bozza d’accordo messa sul tavolo per avere 72 centesimi come acconto minimo sul versamento del latte per febbraio, marzo e aprile. Poi verifica a maggio con il calcolo del valore medio negli ultimi 12 mesi e, a novembre, il calcolo del prezzo medio con il saldo per tutto l’anno. C’è anche l’accordo per i caseifici di non vendere a meno di 6 euro e attenersi a una griglia tra gli 85 centesimi e 1 euro, non solo sul pecorino romano ma anche su tre produzioni Dop. Si è chiuso così il tavolo di filiera convocato dal ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, a Cagliari. Prossimo appuntamento giovedì 21 febbraio, a Roma, per il round decisivo.
“La difesa dei propri diritti e la solidarietà del dono”. Questa la finalità della raccolta di sangue promossa spontanenamente dagli allevatori e pastori di Paulilatino, d’intesa con la sezione locale dell’Avis, che si terrà martedì 19 febbraio. L’autoemoteca sosterà a Paulilatino, in via Satta 5, dalle 8 alle 12. Un segno di convisione per sollecitare l’importanza del gesto, considerata la cronica carenza di sangue. “Una testimonianza forte – hanno detto, all’unisono i pastori e il presidente della sezione Avis di Paulilatino, Massimo Usai -, per tenere alta l’attezione sulla vertenza del comparto ovicaprino ribadendo, con ironia e orgoglio, le rivendicazioni di una parte insostituibile della filiera latte, pilastro economico a Paulilatino, come in tante altre zone dell’Isola. Un messaggio rivolto dal mondo della campagne, dai pastori e della loro aziende, alla società civile, alle famiglie e al territorio. La conferma che essere parte di una comunità significa contribuire e tutelarne i bisogni. La battaglia sul latte va letta anzitutto così”. “E coinvolgere i cittadini in una battaglia civile, come quella del dono del sangue – ha detto ancor il presidente dell’Avis di Paulilatino-, dà ulteriore senso ai diritti e alla tutela dei sardi. L’appello alla condivisione (che in questi giorni vede tanti sardi vicini al mondo della pastorizia) dimostra che la solidarietà è un valore condiviso da allevatori e pastori, e da quanti vorranno aderire alla iniziativa di martedì prossimo, promossa dall’Avis paulese”.
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