Dai pastori un coro unanime: “No all’accordo, la battaglia prosegue”.
Era fin troppo chiaro che la la bozza di accordo sul tavolo di filiera del latte ovino sarebbe durata il tempo di un batter di ciglia, considerato che alla maggior parte dei pastori la proposta è sembrata una autentica presa in giro.
“Si torna, così, alla proposta già scartata un mese fa al tavolo organizzato dall’assessore regionale dell’Agricoltura. Allora si stava chiudendo sopra i 70 centesimi più Iva e non abbiamo accettato. E senza mettere sul piatto della bilancia i 50 milioni di euro di oggi”. E’ quanto ha detto il leader del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris.
“La gente, però, non torna indietro e noi lo sentiamo – ha spiegato -. Non c’è trattativa se non c’è un sistema immediato che porti ad una soluzione strutturale, con un minimo garantito per i costi di produzione, e non con il prezzo del latte che viene stabilito dopo la vendita. Il valore finale deve essere poi ancorato ad una griglia di prodotti che non preveda solo il Pecorino romano”.
Proseguendo, Floris si dice “…stupito per la semplicità con la quale, anche il ministro Centinaio abbia appoggiato un preaccordo così limitato, così povero e anche poco rispettoso dell’intelligenza degli altri. Vi invito a guardare la lista del documento: non c’è niente, è pieno di se. Invece il latte munto è una cosa certa. Ma è l’unico prodotto al mondo per il quale il prezzo viene fatto dopo che viene trasformato e viene venduta la materia. Ma stiamo scherzando? Questo – ha aggiunto Floris – lo può fare una cooperativa, ma non un privato”.
Sulla questione della riprogrammazione della scadenza dell’8 marzo per continuare sino a luglio, Floris ha troncato di netto: ” E’ demenziale. Perché può funzionare per salvare i bilanci delle aziende, delle cooperative e degli industriali, ma sulle spalle dei pastori. Gli hanno servito un piatto ricco”.
Altra questione delicata è quella della diversificazione delle produzioni, per non restare ancorati alle oscillazioni del mercato del Pecorino romano, il formaggio che oggi più di tutti determina il prezzo del latte. “Esiste un articolo della legge regionale n.15 del 2010 che prevede un contributo senza cifre esorbitanti per la diversificazione – ha ricordato Floris – e per affacciarsi al mercato con prodotti nuovi e togliere latte. Eppure non si applica”.
Intanto, la tregua tanto auspicata dal ministro Centinaio (accompagnata dal roboante ammonimento “…d’ora in avanti tolleranza zero”, che non ha minimamente scalfito la caparbietà dei pastori. ndr ) com’era facile prevedere, dopo che in molti hanno considerato la bozza come una sorta di “pre accordo barzelletta”, è stata tranquillamente violata. C’è stato, infatti, un nuovo bliz nei confronti di una cisterna che trasportava il latte a Cuglieri. L’autista è stato fermato e costretto ad aprire il rubinetto, con migliaia di litri di latte finiti sull’asfalto.
Stessa cosa è avvenuta in molte campagne della Sardegna, dove i pastori continuano a gettare il latte per terra, piuttosto che venderlo per la trasformazione in Pecorino romano, il formaggio che determina il prezzo del prodotto munto dalle pecore. Sulle chat e sui social, da questa mattina continuano a girare video, e il motivo conduttore è sempre lo stesso: “No all’accordo, la battaglia prosegue”.
Anche il ministro Salvini, in Sardegna per un tour elettorale per le regionali, non ha persoo occasione per dire la sua: “Il primo messaggio che ho ricevuto quando mi sono alzato stamattina è quello quello di un pastore con cui stiamo lavorando da ore e ore, però ci stiamo avvicinando (sic!) e sono contento perchè questa è la politica concreta, non la filosofia. Sulla vertenza dei pastori sardi non abbiamo attuato la repressione (come se la cosa potesse preoccupare i pastori ormai più che esasperati. ndr) ma il dialogo. Come governo ci abbiamo messo l’impegno ma anche i soldi e quindi conto che nelle prossime ore le posizioni degli industriali e degli allevatori si avvicinino definitivamente e si torni a mungere e a fare formaggio. Poi sicuramente in futuro bisogna vigilare perché non ci siano gli errori del passato”.
Sulla bozza del contratto è intervenuta anche la Coldiretti: “Bisogna inserire una clausola che garantisca di raggiungere l’obiettivo di un euro per il prezzo del latte pagato ai pastori da parte degli industriali che sono i diretti beneficiari delle consistenti misure di sostegno per 49 milioni di euro messe in campo da Governo e Regione”.
Su quanto detto, invece, dai rappresentati di un più che inadeguato governo regionale di centrosinistra a guida Pd è meglio tacere e stendere un velo pietoso.
Sparatoria all’alba di questa mattina in un bar di Simixis, tra un rapinatore e un agente della Polizia penitenziaria. L’uomo ha fatto irruzione al “Bar dello Sport”, nella centrallissima via San Simmaco, e armato di pistola (forse una scacciacani) si è fatto consegnare dalla barista quanto era in cassa, circa 300 euro. Un agente della Polizia penitenziaria che si trovava nel bar gli ha intimato l’alt. L’uomo si è girato e ha esploso un colpo in direzione dell’agente, che ha risposto sparando a sua volta e sfiorando il rapinatore, che è comunque riuscito a fuggire salendo su un’auto che lo aspettava fuori dal bar. Al momento dell’irruzione, oltre all’agente e alla barista, nel bar c’erano anche tre giovani che hanno assistito alla rapina. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Oristano.
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