Salta l’accordo sul prezzo del latte. Elezioni regionali a rischio?
L’accordo sul prezzo del latte non c’è stato e dopo che al tavolo di filiera, convocato a Roma dal ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, i trasformatori sardi non si sono presentati dando mandato a trattare ad Assolatte, i pastori presenti al tavolo si dicono delusi e “incavolati”.
Come già avevano preannuciato in caso di mancato accordo “…domenica, giornata delle votazioni per le regionali – hanno detto i pastori – qualche iniziativa ci sarà di sicuro”. E alla domanda se si potrà arrivare al blocco dei seggi, hanno risposto con un laconico “Vedremo”.
“Non so cosa accadrà domenica – ha affermato Gianuario Falchi, uno dei rappresentanti dei pastori -. So solo che chi non si è presentato al tavolo se ne farà carico. Io ho fatto il mio dovere e sono venuto qui a Roma. Spero che già domani si possa parlare della griglia per il prezzo latte dal prefetto a Sassari, perché la questione deve essere discussa nell’immediato”.
Sarà, infatti, il prefetto Giuseppe Marini, in qualità di commissario della filiera del latte ovino, nominato oggi dal ministro Salvini, a proseguire la trattativa tecnica in Sardegna.
“Alcuni passi avanti ci sono stati e sono stati messi per iscritto – ha detto ancora Falchi –. Sono stati affidati al prefetto di Sassari i compiti di analisi e sorveglianza del monitoraggio delle attività di filiera, e poi è stato firmato il decreto ministeriale che proroga l’atto programmatorio relativo al Pecorino romano, con la scadenza posticipata al 31 luglio 2019. Il presidente del Consiglio Conte, inoltre, ha autorizzato l’atto di emanazione di un decreto legge per affrontare le emergenze agricole, quindi il contributo dello Stato agli interessi sui mutui, la definizione di misure di monitoraggio per assicurare il rispetto delle quote e la previsione del registro telematico del latte ovino. Ci è stato, infine, confermato l’impegno della Gdo per avviare una campagna straordinaria per il sostegno al pecorino sardo a decorrere dal 23 febbraio e la disponibilità per un incontro a Roma”.
“Stiamo lavorando a un decreto legge per i fondi a disposizione, circa 50 milioni di euro, e per l’istituzione del Registro telematico che determinerà maggiore chiarezza sul latte ovino”, ha annunciato il ministro Centinaio.
Nel frattempo, il Pd (a cui non manca di certo la faccia di gomma. ndr) è andato all’attacco. “L’ennesimo tavolo del Governo sul latte si è chiuso con un flop: nessuna soluzione, tutto rinviato a dopo le elezioni. Salvini chieda scusa ai sardi e a tutti i cittadini per la penosa presa in giro delle ultime settimane. Una figuraccia e un autogol senza precedenti”.
“Sulla questione latte ci stiamo lavorando da giorni, mentre altri hanno dormito per anni – ha detto il minsitro del’Interno Salvini -. Con la volontà, con il dalogo si arriverà a una soluzione e se tutti faranno la loro parte il latte tornerà ad essere formaggio. Ho sempre detto mai un manganello sui pastori: le posizioni si sono avvicinate – ha detto Salvini -, ma avviso che se qualche imprenditore vuole speculare sulla pelle dei pastori sardi avrò buona memoria. Se qualcuno vuole fare il furbo con me ha trovato il ministro sbagliato. Come ministro garantirò, per domenic prossima la libertà e il diritto di un voto trasparente pacifico e democratico. Penso che sia l’ultimo degli interessi dei pastori e degli allevatori bloccare il voto, anche perchè ormai quasi ci siamo. In questi giorni – ha aggiunto Salvini – hanno dimostrato tutti buon senso, quindi non penso che nessuno faccia qualcosa di strano domenica. E questo non è un appello ma un grazie per come si sono comportati i pastori nei giorni scorsi e per come si comporteranno nei prossimi giorni”.
“Nessuna reticenza e ambiguità da parte nostra. Semmai una richiesta di chiarezza”. Aldo Sicurella, direttore artistico del Teatro Instabile di Paulilatino, la compagnia che ha acquistato e gestisce il teatro “Grazia Deledda”, costretto a chiudere i battenti a giugno per mancanza di fondi, dopo 35 anni di attività, ha replicto alle dichiarazioni dell’Unione dei Comuni del Guilcier. “Sul progetto di acquisizione del “Grazia Deledda” di proprietà del Teatro Instabile erano stati espressi pareri favorevoli sia dall’Unione dei Comuni che dalla Regione – ha spiegato Sicurella -. Tutto sembrava procedere per il meglio. Non si capisce perché dopo due anni, solo una decina di giorni prima della presentazione delle schede della programmazione territoriale ci sono state richieste, a tempo di record, note artistiche e i conti del Teatro. Velocemente, ci hanno detto, perchè pare girasse la voce di un fallimento dell’Instabile. Tutte falsità – ha denunciato il direttore artistico -, alle quali hanno creduto gli amministratori dell’Unione, interpretando un riepilogo economico storico, che evidenziava la crescita del debito nei confronti della banca in 13 anni, come un bilancio d’esercizio”. E qui tutto si è bloccato. “Quello che il presidente del Guilcier Alessandro Defrassu chiama “Proposta di ristrutturazione del debito”, doveva essere, più semplicemente, l’atto di vendita di un Teatro che sarebbe diventato patrimonio dell’ente locale – ha detto ancora Sicurella -. Non abbiamo neanche posto vincoli sulla futura gestione, proprio per evitare ogni tipo di favoritismo. Ancora oggi non sappiamo se il Centro regionale di programmazione abbia mai ricevuto alcuna scheda di progetto per il Deledda”. Al di là della polemica, resta da parte degli operatori del Teatro “…una grande amarezza per un importante progetto che muore. L’esclusione da quel progetto è stata come un macigno sulla testa – ha detto il direttore artistico Sicurella -. Eravamo fiduciosi e a disposizione di tutti per chiarimenti di ogni tipo. La speranza da qui a giugno è che si possa riaprire un dialogo e che si trovi una soluzione per salvare un importante presidio culturale”.
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