Operazione antidroga della Polizia. Arrestate tredici persone.
Una vasta operazione antidroga della Squadra Mobile di Oristano, ha portato all’arresto di 13 persone, di cui un minorenne, mentre un altro componente la banda è tuttora ricercato.
In manette sono finiti: Gianluca e Alessio Sanna, 32 e 33 anni, di Ghilarza; Massimo e Domenico Arca, di 31 e 36 anni, di Nuoro; Antonio Floris, 32 anni, di Nuoro; Luigi Pittalis, 43 anni, di Nuoro; Pier Paolo Orrù, 49 anni, di Serrenti; e gli oristanesi Gian Marco Fiori, 28 anni; Andrea Carta, 24 anni; Pierpaolo Caddeo, 43 anni; Marcella Iliana Maria Pes, 61 anni; e un minorenne del quale non sono state fornite le generalità.
Le indagini dell’operazione di Polizia (denominata “Texas Hold ‘em”, per il fatto che alcuni degli arrestati benchè disoccupati puntavano somme elevate, 5-10 mila euro, frutto dell’attività di spaccio, nel gioco del poker d’azzardo elettronico, vincendo o perdendo anche 80-100 mila euro. ndr) sono durate circa un anno e, oltre alle normali attività investigative, per la prima volta in provincia di Oristano la Polizia ha usato due suoi agenti sotto copertura, giunti appositamente da Roma, nella banda. Anche grazie al loro contributo sono stati arrestati alcuni spacciatori che svolgevano la loro attività in un camping, mentre altri sette arresti, sempre legati all’operazione, erano stati già effettuati in flagranza di reato l’estate scorsa, dopo la scoperta di alcune piantagioni di cannabis nel nuorese. Piantagioni che venivano gestite da quattro persone (degli autentici professionisti del settore) e che erano talmente estese che la produzione veniva non solo spacciata ma spesso scambiata con cocaina ed eroina, per un giro d’affari di circa due milioni di euro.
Come detto, il tenore di vita di alcuni giovani disoccupati, frequantatori dello stesso locale nel centro di Oristano, che potevano disporre di ingenti somme, ha allertato gli inquirenti, che hanno scoperto di avere a che fare non con una banda di piccoli spacciatori ma con elementi di un certo livello che operavano nelle province di Oristano, Nuoro e Cagliari, e in alcune località della Penisola, in particolare nel napoletano. L’organizzazione criminale (che in effetti non era una sola e unica banda, ma formata da gruppetti di delinquenti che di tanto in tanto si intersecavano tra loro a seconda delle necessità) era dedita allo spaccio di marijuana, hashish, cocaina, eroina e Mdma.
Gli oltre 150 uomini della Questura di Oristano, Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta, Reparto Volo di Fenosu, Unità cinofile della Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Guardia di Finanza, nel corso dell’operazione, oltre ad effettuare varie perquisizioni, hanno complessivamente sequestrato tre piantagioni a Teti e Oliena (di proprietà, come detto, di quattro delle persone finite in manette, che si presume fossero i finanziatori), 3.500 piante di canapa indiana, tre chili di marijuana essiccata, quattro chili di hashish, trenta grammi di cocaina, 10 grammi di eroina e venti pastiglie di Mdma, due auto e 20mila euro frutto dello spaccio.
Una richiesta di bonifica dall’amianto, in un terreno in via Kennedy, a Cabras, è stata inoltrata dal presidente dell’Associazione regionale ex esposti amianto, Giampaolo Lilliu, al sindaco di Cabras, al direttore generale della Assl di Oristano, all’Arpas, ai Carabinieri del Noe, ai Carabinieri di Cabras, al Corpo forestale di Oristano e al Comando dei Vigili urbani di Cabras. Secono quanto segnalato da Lilliu, alcuni cittadini lagunari hanno fatto giungere all’Associazione le loro lamentele perchè nella zona sono presenti cataste di eternit in stato di abbandono. Visto che le cataste si trovano in una zona abitata e in prossissimità di una scuola, e visto che non sono state messe in sicurezza, si sono preoccupati temevano che una tale situazione di degrado ambientale potesse avere conseguenze per la salute. Per quedto motivo, Lilliu ha chiesto che le istituzioni, ciascuno per la propria competenza, espleti le opportune verifiche, e intervenga per bonificare e smaltire l’amianto presente in via Kennedy. Lilliu ha invitato, inoltre, i rappresentanti delle istituzioni a delimitare l’area soggetta a intervento di bonifica e ha chiesto che la zona venga segnalata tramite apposita cartellonistica . “Se non venissero soddisfatte le nostre richieste – ha aggiunto Giampaolo Lilliu -, ci riserviamo di inoltrare un esposto alla Procura della Repubblica, per verificare se vi siano eventuali responsabilità da parte di chi ha il compito di sorvegliare sulla salute e l’igiene pubblica”.
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