Stato sociale (welfare): firmato a Oristano il primo accordo aziendale e sociale.
Sindaci, rappresentanti sindacali e di associazioni di categoria questa mattina hanno firmato a Oristano l’Accordo territoriale di welfare aziendale, sociale e di comunità.
Il documento è il primo che si firma in Sardegna e per il suo carattere innovativo fa da apripista a livello nazionale. I primi a firmarlo, nella sala giunta del Comune di Oristano, sono stati il sindaco Andrea Lutzu e il presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Miriam Carboni. A seguire, la sigla sui due accordi è stata messa anche da Cgil, Cisl e Uil, Confcommercio, Confapi, Confindustria Centro Nord Sardegna, Coldiretti e Confartigianato e per le azioni che riguardano il terzo settore Confapi, Confcommercio, Confindustria Centro Nord Sardegna, Coldiretti Oristano, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil, i Comuni di Cabras, Solarussa, Terralba, San Vero Milis, Ghilarza, Riola Sardo e Baratili S. Pietro e l’Unione dei Comuni dei Fenici (Palmas Arborea, Santa Giusta, Siamaggiore, Solarussa, Villaurbana).
L’iniziativa ha riscosso l’interesse della Regione che, tramite l’assessorato al Lavoro, ne ha riconosciuto la valenza e l’importanza e intende utilizzarlo come progetto pilota per altre realtà.
“Welfare Oristano District” è il progetto, promosso dall’Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro, al quale negli ultimi mesi si è lavorato per promuovere un nuovo modello di welfare basato sui valori della sussidiarietà, della responsabilità sociale e del valore condiviso. Un sistema nel quale l’attore pubblico, le aziende, le organizzazioni di secondo livello, gli enti del terzo settore e i negozi aderenti collaborano per dare risposte concrete ai bisogni del territorio. Il progetto vuole concretizzare in provincia le opportunità messe a disposizione dal welfare aziendale, contrattuale e territoriale.
Tra gli obiettivi: il miglioramento della conoscenza e dell’efficacia dei servizi, la divulgazione delle conoscenze dei partner per migliorare la risposta ai bisogni dei cittadini diminuendo al contempo i costi per l’ente pubblico, l’aiuto agli esercizi commerciali e artigianali di prossimità nell’intercettazione del welfare aziendale messo a disposizione da diverse imprese a favore dei dipendenti, tramite buoni spesa e piattaforme welfare, l’accompagnamento delle organizzazioni del Terzo Settore verso una offerta di servizi mista pubblico-privato.
Il programma prevede l’apertura di WelfarePoint, sportelli informativi e operativi: il primo attivo da subito presso lo Sportello lavoro del Comune di Oristano a Palazzo degli Scolopi. Seguono quelli presso le sedi dei soggetti firmatari dell’accordo e in seguito negli altri comuni. È stata attivata la piattaforma digitale “Ambrogio” (sviluppata da Innova Srl e WelfareLab Aps) con un database sui fornitori di beni e di servizi territoriali che permette ai cittadini di conoscere le offerte locali e prenotare le prestazioni necessarie. Ambrogio sfrutta un sito web (www.welfareoristano.it) che rende visibili a tutti i cittadini i servizi presenti nel territorio.
Le scelte di consumo dei lavoratori nell’acquistare beni o usufruire di servizi produrranno valore economico e una ricaduta sociale per il territorio. Sarà creata una rete di esercizi commerciali, artigianali e del terzo settore disponibili a condividere una parte dei propri ricavi (non solo quelli derivanti dal welfare aziendale): il consumatore acquistando beni e servizi genererà entrate una cui percentuale finanzierà progetti sociali da lui stesso scelti.
“Si tratta di un accordo innovativo – ha osservato il sindaco Lutzu -. È il primo in assoluto che si firma in Sardegna e ha raccolto attorno a un tavolo i soggetti istituzionali più importanti sul mercato del lavoro in provincia. C’è grande soddisfazione per il lavoro realizzato insieme all’Ordine dei Consulenti del lavoro che ha consentito di riunire le forze piùà importanti della provincia per un progetto pilota ambizioso che potrà dare importanti benefici al sistema economico e sociale della provincia”.
“Con la firma dei due accordi di oggi si vuole raggiungere un duplice obiettivo – ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Miriam Carboni -. Sviluppare la cultura del welfare presso le aziende del territorio e attuare una crescita economica attraverso una maggiore conoscenza di servizi e attività presenti nel territorio”.
L’incendio che il 22 e il 23 ottobre ha devastato 73 ettari di pineta, macchia mediterranea e vegetazione palustre nel comune di Arborea, minacciando da vicino le strutture dell’Horse Country, con l’evacuazione di circa 200 turisti, è stato appiccato volontariamente. E’ quanto hanno accertato gli agenti del Corpo forestale di Marrubiu, dopo circa 40 giorni di indagini e accertamenti. Il responsabile è stato denunciato alla Procura di Oristano per il reato di incendio doloso boschivo e rischia una pena da quattro a dieci anni di carcere. Le prove a suo carico pare siano schiaccianti. “Il fatto criminale appare essere stato compiuto di proposito – hanno spiegato dall’Ispettorato diretto da Tiziana Pinna -, complice una giornata di fortissimo scirocco che, secondo i piani dell’autore, avrebbe assecondato i suoi scopi. Il risultato è che, oltre ad aver distrutto la vegetazione in una zona di particolare pregio ambientale, sono state messe in grave pericolo strutture ricettive, case e soccorritori”. L’incendio, appiccato nell’area di Pauli Pirastu, era diventato presto incontrollabile, e nel giro di poche ore aveva raggiunto la recinzione dell’Horse Country, facendo temere per l’incolumità degli ospiti, per la maggior parte di nazionalità tedesca, che furono evacuati e ospitati per tutta la notte nella palestra comunale di Arborea. Le operazioni di spegnimento dell’incendio e della successiva bonifica impegnarono più di 200 persone, tra Corpo Forestale, Vigili del fuoco, operai di Forestas, Carabinieri e Polizia. Assieme a loro operarono con le proprie autobotti anche una ventina di allevatori del paese.
A Oristano, giovedì 12 dicembre, al Chiostro del Carmine, alle 17, presentazione dell’ ultimo volume della collana storico-archeologica “Tharros Felix”, istituita dal Consorzio Uno-Università di Oristano e dall’Università degli Studi di Sassari, dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione. La collana di studi “Tharros Felix”, nata nel 2005, prende il nome dall’iscrizione presente sullo scafo di una nave oneraria, graffita su una parete della stanza 7 della Domus Tiberiana, sul Palatino, a Roma: “Tharros felix et tu (che Tharros sia felice ed anche tu!)”. La collana ospita monografie e scritti di vario argomento sui beni culturali e, in particolare, sul patrimonio culturale sommerso mediterraneo, per assicurare uno strumento di diffusione dell’attività di ricerca scientifica dei docenti e degli specializzandi della Scuola in Beni Archeologici di Oristano. Il numero 6 di “Tharros Felix”, intitolato “Matrici di storia: l’insediamento di San Giorgio di Sinis”, è un volume monografico curato dall’archeologa Barbara Panico, diplomata nella stessa Scuola di Specializzazione con una tesi sui materiali metallici altomedievali della località di San Giorgio di Sinis. San Giorgio di Sinis, citato come “oppidum” con la chiesa di San Giorgio megalomartire in una pubblicazione del 1649 del frate Salvador Vidal, ha rivelato il suo patrimonio archeologico un trentennio addietro con la rivelazione di un archivio bizantino del VI- VII secolo (ma anche dei primi giudici d’Arborea dell’XI secolo) che a tutt’oggi risulta il più importante della Sardinìa, ed uno dei più significativi del Mediterraneo centro occidentale bizantino. Fondamentale, dunque, lo studio delle numerose categorie materiali di questo contesto, incentrate sullo strumentario metallico, recuperate con ricerche di superficie, conservate nell’Antiquarium Arborense di Oristano e destinate al Museo Regionale sulla Sardegna giudicale di Oristano. Sfilano, dunque, le fibbie (dei tipi Balgota, Bologna, Cruciformi, Ippona, a Lira, Siracusa ed altri), gli ardiglioni, le fibule, una punta di lancia in bronzo dei milites bizantini, cui si connettono i sigilli di magistri militum o stratelatai di documenti perduti dell’archivum. Ma anche anelli ed altri elementi per sospensione potrebbero riportarsi all’abbigliamento di milites o alle guarnizioni anche dei cavalli. A elementi domestici, ma anche liturgici, possono riportarsi il vasellame eneo e le anse, un cucchiaino, chiodi, aghi, spilloni, utensili, amuleti, anelli digitali, croci, decorazioni, elemengi di serrature, bilance e pesi, che comunque potrebbero in parte provenire dal contesto funerario illustrato anche da una iscrizione latina del VII secolo di un fanciullo, provvista di una iscrizione imprecatoria con la minaccia della biblica ebra di Giezi e la sorte di Giuda.
Jlenia Piras, giovane ragazza oristanese di 23 anni, impersonerà Eleonora d’Arborea nel corso del Carnevale oristanese del 2020. Lo ha deciso il Consiglio di amministrazione della Pro Loco di Oristano. Jlenia ha una grande passione per il cavallo e per le sfilate rievocative. Fin da bambina ha partecipato alle sfilate che aprono la Sartiglia, indossando l’abito tradizionale sardo o quello medievale della corte di Eleonora. Ben figurando in ogni situazione. A lei è stato affidato l’ambito ruolo di aprire la sfilata che anticiperà l’arrivo de su Cumpoidori, con i Gremi e i cavalieri, i prossimi 23 e 25 febbraio. Eleonora sarà alla testa del corteo storico composto dalla sua corte e dai nobili, che arriveranno da molti centri di quello che fu il Giudicato di Arborea, per onorare la grande Giudicessa Contessa del Goceano e Viscontessa de Bass Serra.
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