Il fascino discreto della menzogna (di Carlo A. Melis Costa).
Nel documentatissimo best seller di questa estate, “I Demoni di Salvini”, Claudio Gatti riferiva del gruppo di neonazisti, attrezzatissimo anche sotto il profilo della comunicazione, che formava e gestiva la comunicazione social del Grande Masticatore.
Ora che l’odiatore seriale si trova all’opposizione, l’operazione, pagata con altri soldi che non sono più quelli riservati del Viminale , va avanti.
In modo anche più perfido, utilizzando il lockdown. Vengono messe in giro voci, nella tragica situazione attuale, di una riduzione dello stipendio dei medici e dei sanitari a 600 euro. Si diffonde la notizia della mancanza di risorse della sanità a causa della vaccinazione gratis degli extracomunitari.
Ora infatti la cosiddetta “bestia” di Salvini sta innestando una vera bomba sociale. Stanno inondando i social di falsi messaggi che soffiano sul malcontento. Falsi medici, falsi infermieri, falsi padri di famiglia che sputano fuoco e fiamme sull’operato del governo. E lo stanno facendo utilizzando non il vecchio e stantio fecebook ma il molto più subdolo whatsapp. I messaggi arrivano attraverso un tam tam su questo social e vengono fatti girare da persone insospettabili, amici colleghi, persone normalmente ragionevoli e razionali.
Diceva Adolf Hitler, nel Mein Kampf, “l’arte della propaganda consiste proprio nel riuscire a risvegliare l’immaginazione del pubblico attraverso un appello ai loro sentimenti, a trovare la forma psicologica appropriata che attragga l’attenzione e faccia appello al cuore delle masse nazionali”. Goebbels perfezionò la strategia, grazie ai suoi approfonditi studi del behaviorismo.
E in particolare attraverso due strumenti. Il primo è la ripetizione continua di un fatto falso , sino a farlo divenire una fatto notorio, che non ha bisogno di prova. Il secondo, utilizzato anche dalla comunicazione di Forza Italia negli anni 2001-2006, è la eliminazione della premessa logica confutabile. Cioè non “se il dato x è un problema, si deve fare y” ma invece “siccome il dato x è un problema, dobbiamo fare così”.
Per indorare la pillola lo slogan principale può essere illustrato in molti modi e da diverse angolazioni, ma alla fine bisogna sempre ritornare all’affermazione della stessa formula.
Inoltre i messaggi della bestia creano un effetto emulatorio e molte persone afflitte dal dover stare in casa creano, a loro volta, loro video di denuncia. Si tende a creare una situazione sociale esplosiva tanto più durerà il lockdown ed è particolarmente pericolosa perché è assolutamente trasversale e colpisce tutte le categorie sociali.
Il suggerimento più sensato è che ogni volta che riceverete questi video rispondete in maniera gentile a chi ve li ha mandati che probabilmente i video sono fake e che vengono fatti girare al solo scopo di creare allarme sociale. Fate notare che il nostro paese è stato il primo in Europa a prendere misure drastiche di contenimento, che le mascherine non ci sono state subito per il semplice fatto che il nostro paese non le produceva, fate notare lo sforzo dei medici e dei volontari, sottolineate le misure di aiuto economico e gli sforzi per poter avere i soldi per provvedere a queste nonostante il nostro debito pubblico.
L’offensiva è grave e senza precedenti e orchestrata da chi ben conosce i meccanismi della comunicazione e del marketing. (Carlo A. Melis Cosa, avvocato e scrittore, www.sardegnasoprattutto.com).
Commenti recenti