Silvia Romano. Travaglio: “La conversione sono fatti suoi. Riscatto? Pagato anche a terroristi”.
“Le polemiche sulla liberazione di Silvia Romano – ha detto Travaglio – sono tre. La prima riguarda la sua conversione.
Nessuno di noi può sapere se sia stata una conversione forzata psicologicamente, ma sfido chiunque a stare un anno e mezzo nelle mani di feroci terroristi e non sentirsi in qualche modo condizionato. In ogni caso, questi sono fatti suoi. Mi meraviglio che qualcuno voglia entrare nella psiche o nelle scelte religiose di Silvia Romano”.
Così, a “Otto e mezzo” (La7), il direttore de “Il Fatto Quotidiano” si è pronunciato sulle polemiche che si sono susseguite in Italia sulla liberazione di Silvia Romano, la giovane cooperante milanese rimasta nelle mani dei sequestratori, in Africa, per 18 mesi, e ieri tornata nella sua casa a Milano.
“La seconda polemica – ha affermato Travaglio – riguarda il riscatto. Bisogna ricordare che i governi di centrodestra e di centrosinistra hanno sempre pagato riscatti per liberare gli ostaggi. Vorrei capire dov’erano i leghisti, i forzisti, gli altri esponenti di centrodestra che ora protestano, quando all’epoca stavano nel governo Berlusconi, che pagava i riscatti, foraggiando addirittura proprio quelle forze terroristiche che noi stavamo combattendo con il nostro esercito in Iraq e in Afghanistan. E questo non è il caso della liberazione di Silvia Romano, visto che questa organizzazione terroristica somala non è direttamente in guerra con l’Italia, né ha esportato il terrorismo nel nostro Paese o in Occidente”.
“L’ultima polemica – ha osservato il direttore del Fatto – riguarda la cosiddetta passerella del presidente del Consiglio Conte e del ministro Di Maio. Quando nel 2005 la nostra collega del Manifesto, Guliana Sgrena, tornò dall’Iraq dopo il suo sequestro e il successivo pagamento del riscatto da parte del governo Berlusconi, ad attenderla all’aeroporto trovò il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta, il presidente della Camera Pierferdinando Casini, il capo del Sismi Nicolò Pollari, il sindaco di Roma Walter Veltroni e altri dirigenti del Sismi.
Bisognerebbe avere un po’ di memoria prima di dire sciocchezze. Ci mancherebbe altro che i rappresentanti del governo non vadano ad accogliere una connazionale dopo un anno e mezzo di sequestro nelle mani di quei terroristi”.
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