In consiglio comunale ennesimo odg sulla sanità oristanese allo sfascio: “Bla, bla, bla…”.
La pandemia ha messo in drammatica evidenza quanto la sanità pubblica nel nostro Paese faccia acqua da tutte le parti. E la Sardegna con la sua disastrosa giunta sardoleghista non fa certo eccezione.
Dopo che la politica (rigorosamente con la p minuscola) ha fatto di tutto, in questi anni, a destra e a manca, per fare carne di porco (senza offesa per il maiale!) della sanità pubblica per favorire quella privata, adesso con una bella e fotogenica faccia da deretano, sempre a manca e a destra e a qualsiasi livello, si grida allo scandalo e si chiede a pieni polmoni di potenziare la sanità pubblica.
Come si faccia a non vomitare, dopo aver sentito sproloquiare in tal senso politici che definire scalcinati sarebbe solo un eufemismo, rimane un autentico mistero.
In che modo si può uscire, allora, da questa disastrosa situazione? Per me la soluzione è molto semplice. Visto il perdurante fallimento, bisogna togliere alle Regioni la competenza sulla sanità. E non solo. Da tempo, infatti, molto sommessamente, sostengo che abolire le Regioni sarebbe veramente cosa buona e giusta.
Anche il consiglio comunale di Oristano ha affrontato l’argomento sanità e, da quanto riportato nel resoconto dell’ottimo Ufficio stampa, si riesce ad avere un quadro (sintetico quanto si vuole) di quale sia l’opinione dei nostri rappresentati sulla questione:
“A Oristano il problema della sanità è sempre più grave – si legge nella nota -. L’emergenza sanitaria da Coronavirus lo ha reso ancora più evidente ed occorre una forte azione affinché sia assicurato l’immediato ripristino delle prestazioni sanitarie.
Ne è convinto il consiglio comunale di Oristano che ha approvato all’unanimità (18 voti a favore, il gruppo del Psd’az ha abbandonato l’aula sin dall’inizio della discussione) una mozione dei consiglieri di Fratelli d’Italia Giuseppe Puddu, Fulvio Deriu e Lorenzo Pusceddu che impegna il Sindaco e la Giunta comunale a intervenire con forza e determinazione presso il Governatore della Regione Sardegna. La mozione prevede anche l’istituzione di una commissione consiliare speciale a tutela dell’utenza sanitaria locale, che dovrà occuparsi dello studio e analisi della situazione sanitaria locale, sia per arginare i disservizi e le carenze dell’Ospedale San Martino, sia per arginare le forme di devianza e dipendenza legate a uso di alcol, droghe e ludopatia che sempre più si stanno manifestando i città.
La mozione è stata presentata in aula da Giuseppe Puddu (Fratelli d’Italia) che ha elencato i tanti problemi della sanità oristanese, causati da servizi carenti. “È un sistema che va verso lo smantellamento per la carenza cronica di personale, continua fuga delle professionalità maggiori – ha detto Puddu -. Il sistema si può bloccare del tutto se non si interviene con urgenza. Occorre dunque il reale ripristino delle prestazioni sanitarie e ospedaliere. Mi chiedo se esista un oscuro disegno da parte di qualcuno per depotenziare la sanità oristanese?” Con la mozione – ha spiegato Puddu – si chiede il ripristino di tutte le prestazioni sanitarie, ospedaliere ed ambulatoriali, necessarie per la cura di tutte le patologie diverse da quella legata ad infezione da Covid 19, senza trascurare quelle delle strutture di eccellenza poste fuori dalla provincia, di cui innumerevoli concittadini, a seguito di particolari e gravi patologie, sono costretti a servirsi, per esempio, non esaustivo, l’ospedale Binaghi di Cagliari primario centro di riferimento per l’innumerevole utenza locale e Provinciale, affetta da sclerosi multipla, per fare una risonanza si vede costretta a rivolgersi alle strutture private con cospicuo esborso economico. È necessario imporre l’immediata ripresa, in assoluta sicurezza per personale e pazienti, di tutti i servizi e le attività sanitarie depotenziate e/o ancora sospese a causa della emergenza Covid 19.
Per Efisio Sanna (Pd) “si sta usando violenza verso questo territorio e il suo sistema sanitario”. “Sulla sanità non ci siamo mai divisi in consiglio comunale, ma sul testo della mozione ci sono delle cose che possono essere migliorate e rafforzate. Ad esempio nei punti in cui impegna il Sindaco che invece su questo tema è già impegnato ogni giorno e gliene riconosco i meriti. Ma anche i compiti della commissione speciale devono essere rivisti”.
“Non è la prima volta che questo Consiglio comunale si riunisce per discutere di sanità e dei tanti problemi del sistema a Oristano e dell’ospedale in particolare – ha detto Lorenzo Pusceddu (Fratelli d’Italia) -. Lo abbiamo fatto tante volte, soffermandoci sui tanti problemi dei vari reparti del San Martino, del personale. Abbiamo votato mozioni e ordini del giorno all’unanimità, ospitato l’assessore regionale alla sanità, sentito tanti impegni, tante promesse, tante parole, fiumi di parole, ma nessuno è stato rispettato, nel tempo la situazione è solo peggiorata”.
Per Anna Maria Uras (Coraggio e libertà – Insieme) “è necessario capire l’importanza della commissione che si vuole istituire. Dobbiamo alzare la voce sul tema più importante per tutti, se avvalliamo un disservizio sanitario vuol dire che stiamo abdicando su tutto. Il servizio sanitario locale è tutela del cittadino, del lavoro, delle famiglie, è tutela di tutto. Il momento è delicato, ce lo dice anche l’Unione europea. La sanità nazionale è allo sfascio. Stanno arrivando risorse dell’Unione europea e dobbiamo essere pronti con idee e progettualità”.
“Ciò che rimane della sanità oristanese dopo anni di disinteresse e abbandono, di menefreghismo, è veramente poco – ha detto Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) -. Le cose in questi mesi, dopo gli incontri e gli impegni presi anche in questo Consiglio comunale dai nostri rappresentanti politici in Consiglio regionale tra cui anche il Presidente della Commissione Sanità, sono anche peggiorate. La sanità oristanese ha dimostrato tuta la sua inadeguatezza. In questi mesi gli operatori sanitari sono stati abbandonati a loro stessi”. “Il Presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus, in un’intervista ha riconosciuto che la sanità oristanese è in ginocchio, ha preso atto del fatto che ci siano molte cose da fare, settori da potenziare, esattamente come un anno fa – ha proseguito Monica Masia -. Cosa è stato fatto nell’ultimo anno e mezzo per colmare le gravi carenze della sanità oristanese? Ha già risposto Pusceddu: poco o niente. Sospendere le normali attività, come è stato fatto in seguito all’emergenza sanitaria, si configura come interruzione di pubblico servizio”.
Per Andrea Riccio (Progres – Progetu Repubblica Sardinia) “la sanità è l’argomento principale, il problema più delicato. Il sistema è allo sfascio. Tutte le promesse fatte sono state disattese e la situazione sta peggiorando”.
“Il Covid ha rappresentato un grave arretramento di tutta la sanità italiana – ha osservato Vincenzo Pecoraro (Udc) -. I giorni del lockdown si sono portati via il 22% di prestazioni che ora bisognerebbe eseguire al più presto: 12,5 milioni di esami diagnostici saltati, 20 milioni di esami del sangue non fatti, 13 milioni di visite specialistiche perse e un milione di ricoveri. Sono saltati 600 mila interventi chirurgici e di questi almeno 50 mila per paziento oncologici. I dati nazionali, calati sulla sanità locale, ospedaliera e territoriale, si inseriscono in un sistema che era già a pezzi per le scelte scellerate compiute nel passato. Una sanità sacrificata in onore del dio risparmio che la fa da padrone da almeno 10 anni e che ha fatto sì che il medico più importante non fosse più il chirurgo che ti salva la vita ma il medico manager burocrate che ha dimezzato le piante organiche, chiuso reparti e ospedali togliendo l’ossigeno pian piano come ha fatto a Bosa e Ghilarza e come sta facendo per il San Martino. Una commissione speciale potrà dunque servire per stanare le molteplici bugie che ci sono state raccontate ogni giorno dai burocrati che sono i veri colpevoli della situazione attuale. Devo necessariamente difendere il Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, Domenico Gallus (sic! ndr), che si occupa di fare le leggi e organizzare le riforme, ma che non ha il potere di governare chi comanda la Assl, i manager burocrati che io definisco ossiuri della Pubblica amministrazione”.
“Tutti da tempo denunciano questa situazione di disastro del sistema sanitario pubblico – ha detto Francesco Federico (indipendente) -. I tagli della sanità hanno colpito tutta la sanità, ma soprattutto i presidi periferici. Condanniamo con forza gli innumerevoli disservizi. Le grave carenze e i disagi conseguenti: la farmacia territoriale, le visite ambulatoriali. Ha ragione la consigliera Masia: qui forse non si muore di Coronavirus, ma per il blocco delle attività sanitarie di qualsiasi altra patologia”. Federico ha quindi proposto di rinviare il voto della mozione a giovedì prossimo, quando si riunirà nuovamente il Consiglio comunale e si potrà anche costituire la Commissione speciale, e il giorno dopo organizzare una missione a Cagliari per consegnare la mozione all’Assessore alla Sanità.
Per Davide Tatti (Fortza Paris) “dopo due anni e mezzo di discussioni e denunce la situazione è solo peggiorata. Stanno chiudendo gli ospedali di Isili, Bosa e Ghilarza. Occorre un’azione forte per scardinare un sistema deciso a Cagliari a discapito di Oristano. Stiamo assistendo a un completo abbandono della nostra provincia”.
“C’è un progetto preciso di depotenziare la nostra provincia – ha rimarcato Veronica Cabras (Rifrmatori) -. La nostra provincia diventa sempre meno appetibile e costringe i cittadini a rivolgersi altrove. Questo è il momento giusto per parlarne. L’emergenza ci ha fatto capire l’importanza di avere un presidio sanitario forte ed efficiente e noi non lo abbiamo”.
Secondo Fulvio Deriu (Fratelli d’Italia) “ancora oggi Cagliari comanda il nostro territorio, depauperandolo progressivamente. Oggi parliamo di sanità, ma potremmo parlare di università e di tante altre cose. Sulla sanità le altre province hanno tutte le risorse necessarie e stanno emergendo. Non si sa per quale motivo a Oristano venga ridotta l’attenzione sull’interesse pubblico, del diritto di ciascuno di noi ad avere le cure a favore dell’apparente interesse privatistico della sanità”. “Investire il sindaco di questa responsabilità non è un indebolimento ma un atto politico di estrema fiducia e grande importanza, perché in tutto il periodo Covid il Sindaco di Oristano ha dimostrato di essere, e non di apparire come in molti casi abbiamo visto”.
Antonio Iatalese (autosospesi di Forza Italia): “È la quinta volta che parliamo di sanità in questo Consiglio comunale e per la quinta volta facciamo finta di non sapere che per 10 anni per la sanità oristanese la gestione regionale (sia di centrodestra sia di centrosinistra) è stata quantomeno insufficiente. Sono emersi anche dei profili penali sui quali sta indagando la magistratura. Il personale della Assl oristanese non ha avuto le sue opportunità di carriera in base al merito, ma in base ad altri criteri e anche questo ha messo in crisi il sistema. La crisi sanitaria che ha colpito il Paese ha evidenziato che le Regioni non sono in grado di gestire la sanità perché più che badare ai servizi da garantire ai cittadini pensano ad altre cose”.
Il Sindaco Andrea Lutzu ha concluso il dibattito evidenziando che “nell’era Covid il San Martino non si è comportato male, medici, infermieri, tuti gli operatori, ma anche la struttura hanno risposto bene. Se quello che è successo da altre parti non è successo a Oristano non può essere addebitato alla fortuna”.
“Non credo ci sia un disegno per far chiudere il San Martino né che Cagliari ci comandi – ha proseguito il Sindaco -. Credo che politicamente siamo degli incapaci in questo momento. I nostri padri politici, l’avvocato Puddu, il Senatore Abis, sulla sanità in un momento come questo si sarebbero incontrati con gli esponenti delle altre parti politiche, Carlo Granese, Alessandro Ghinami, e avrebbero imposto le loro ragioni a Cagliari, a Nuoro e a Sassari. In altri momenti i nostri politici sarebbero riusciti a ottenere ciò che spetta al territorio. Non abbiamo forza politica, non è che comanda Cagliari, ci manca l’unità di intenti. La politica deve essere forte e lungimirante. Anche oggi ci sono politici che valgono, ma dobbiamo trovare forza e lungimiranza per un’azione unitaria”.
Nella seduta di ieri, il consiglio comunale ha approvato il bilancio di previsione 2020/2022 dell’Istar. L’assessore alla Cultura, Massimiliano Sanna, ha ricordato le principali voci del bilancio. Per le entrate 58 mila euro: 50 mila euro dalla Regione e 8 mila euro di contributo dal Comune. Per le spese 22 mila euro di compenso per il direttore, 21 mila euro per convegni, conferenze e studi e il sito web Arborensia. Tra i programmi dell’Istar figurano la stampa degli atti del convegno su Eleonora, la pubblicazione di una nuova traduzione della Carta de Logu, la collaborazione con l’Archivio della Corona d’Aragona per la pubblicazione delle lettere di Eleonora d’Arborea, la collaborazione con l’Associazione Oristano Nascosta e il concorso per gli studenti. Approvazione all’unanimità dei presenti anche per la ratifica della deliberazione di giunta di variazione al bilancio di previsione 2020/2022. Le principali voci della variazione sono state illustrate dall’assessore al Bilancio Angelo Angioi: 66 mila euro per l’integrazione dello stanziamento per canone di locazione, 22 mila euro per il censimento della popolazione, 131 mila euro per il progetto “La famiglia cresce”, 118 mila euro per il progetto “Prendere il volo” con un aumento di 38 mila euro, 70 mila euro per il Reddito di libertà rivolto alle donne vittime di violenza, 660 mila euro per disabilità gravissime, 13 mila euro per il sostegno allo studio, 16 mila euro dalla Fondazione Sardegna per la valorizzazione patrimonio urbano con il progetto museo cielo aperto, 26 mila euro per l’impianto antincendio della scuola di via solferino, 15 mila euro per la messa in sicurezza della scuola di via Cairoli e 17 mila per la scuola di via Santulussurgiu. Nel dibattito sono intervenuti Veronica Cabras (Riformatori) che ha relazionato sui lavori della commissione, Efisio Sanna (Pd) che ha messo in evidenza carenze in numerosi voci contenute della delibera e Francesco Federico (indipedente) che ha chiesto chiarimenti sul contributo della Fondazione di Sardegna per il progetto su museo a cielo aperto e sulla scuola di via Cairoli.
I lavori del consiglio comunale di Oristano sono stati aggiornati, in seconda convocazione, a giovedì 16 luglio, alle 18, per la discussione del seguente ordine del giorno: 1) Mozione Sanna-Federico-Obinu: “Acquisizione al patrimonio Comunale dell’area di interesse storico-culturale ospitante una porzione delle mura medievali, posta tra la Via Sant’Antonio e la Via Diego Contini”. 2) Approvazione regolamento generale delle entrate tributarie e dei canoni Cimp e Cosap; proposta al consiglio. 3) Adozione definitiva piano di lottizzazione convenzionato in zona g2 in località Santu Giuanni (via Lisbona) denominato “Contu-Leoni”. 4) Adozione piano di lottizzazione convenzionato, zona c2ru.f, Nuraxinieddu- Massa e più. 5) Adozione del piano di lottizzazione convenzionato Terre Verdi in zona c3.f nella frazione di Nuraxinieddu – Proponenti Elena Perra e più. 5) Ordine del giorno: Istanza finalizzata all’istituzione di un tavolo tecnico-politico per la messa in sicurezza urgente dell’incrocio tra la strada provinciale 57 e la 68 presso Tiria, e alla riduzione dei limiti di velocità lungo la strada provinciale 68 tra il km 7,000 e il km 9,700.
Un ordine del giorno sulla chiusura ai giovani oristanesi di piazza Duomo è stato presentato dai consiglieri della minoranza Andrea Riccio, Monica Masia, Efisio Sanna, Patrizia Cadau, Francesco Federico, Maria Obinu, Anna Maria Uras, Luigi Mureddu, Marina Canoppia, Mauro Licandro, Danilo Atzeni. Questo il testo:
“La Piazza Duomo è stata chiusa ai cittadini dalle 20 in poi, ad iniziare dal 4 luglio scorso. La piazza era frequentata da molte centinaia di ragazzi che da anni l’hanno adottata come luogo di incontro, soprattutto nelle ore serali e notturne, in particolare nelle giornate estive.
La Piazza Duomo è considerata la piazza più bella di Oristano, è molto frequentata anche da adulti ed in particolare dai turisti. In virtù della sua fruizione, sebbene di proprietà privata, il Comune si è sempre fatto carico della sua pulizia, illuminazione e manutenzione del verde. La motivazione della chiusura è stata quella della grande sporcizia e inciviltà mostrata da qualcuno dei frequentatori della piazza: in particolare immondizia, rifiuti organici e schiamazzi. Tutto questo avveniva dopo una serie di incontri intercorsi tra i rappresentanti della proprietà, il Sindaco ed una delegazione di giovani tra cui i responsabili della Consulta Giovanile. In seguito agli incontri il Sindaco si era impegnato a far collocare adeguati cassonetti per l’immondizia, cosa che è avvenuta però solo nei fine settimana nonostante la sua frequentazione assidua fosse quotidiana, anche in considerazione, come già detto, delle vacanze estive. Nessun altro servizio è stato reso alla moltitudine dei ragazzi. Nelle ore tarde non c’è alcuna possibilità di usufruire nelle vicinanze di nessun servizio igienico. Non risulta sia stato chiesto alle forze dell’ordine di prestare una pur discreta vigilanza sull’importante piazza. A tutti i cittadini e ai ragazzi di Oristano e dintorni, quindi indistintamente dal fatto che fossero educati o meno, civili o meno, corretti o meno, a tutti è stato sbarrato l’accesso alla loro piazza preferita, una piazza bella, storica, ampia, illuminata, centrale e ricca di verde. Una piazza ideale. Si nega quindi a tutti la più bella piazza della Città a causa del comportamento riprovevole di pochissimi, ma che comunque non avevano a disposizione i più banali strumenti per essere messi in condizione di tenere un comportamento corretto: cassonetti, cestini e servizi igienici. La chiusura della piazza Duomo costringerà ora i giovani a recarsi chissà dove, comunque in luoghi meno centrali, poco illuminati, prevedibilmente non dotati dei necessari cassonetti e cestini per i rifiuti e tantomeno dei servizi igienici. Luoghi che renderanno più difficile l’aggregazione ed ancora più difficile la “sana” aggregazione. La situazione si prefigura in peggioramento. Oristano respinge i ragazzi, per colpa di pochissimi respinge tutti. Non sembra questo il metodo migliore per insegnare loro l’educazione, considerato che anche chi è corretto, e sono la stragrande maggioranza, viene comunque severamente punito, privato dello spazio di aggregazione prediletto. Il problema pertanto non è stato affatto risolto, ma solo spostato e frammentato, e molto probabilmente, accresciuto: la vigilanza sugli eventuali comportamenti illeciti dei ragazzi sarà molto più complicata Mao diceva: “Colpirne uno per educarne cento”, ad Oristano coniamo il nuovo “punirne mille per educarne dieci”. Indietro tutta. Per tutti questi motivi, il Consiglio comunale si sente fortemente coinvolto nel tema e impegnato nell’affrontare le criticità evidenziate in premessa e intende spendersi, unitamente al Sindaco e alla Giunta nella ricerca della migliore soluzione per venire incontro alle necessità dei cittadini oristanesi, dei cittadini sardi, dei turisti, ed in particolarissimo modo dei nostri giovani”.
La Regione ha finanziato i nuovi piani assistenziali Legge 162/98 per il periodo dal 1° luglio al 31 dicembre. A tal fine il servizio sociale comunale sta provvedendo a trasmettere a ciascun beneficiario l’importo complessivo spettante per l’attivazione dei piani. La Regione ha anche prorogato i piani assistenziali in essere per il periodo dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. I servizi e le ore non godute da marzo a giugno, a causa dell’epidemia Covid-19, potranno essere recuperate nelle mensilità successive in aggiunta a quelle garantite dal finanziamento assegnato per il periodo luglio-dicembre. Gli importi finanziati in relazione ai “nuovi piani” e a quelli “in corso” potrebbero subire delle riduzioni a seguito della conclusione delle verifiche regionali in fase di esecuzione. Le eventuali riduzioni degli importi saranno soggette a compensazione, secondo le modalità condivise con l’assistente sociale di riferimento, entro il mese successivo alla comunicazione di rideterminazione del finanziamento da parte della Regione Sardegna. I cittadini che hanno scelto di avvalersi di un operatore di fiducia, al fine del rimborso delle spese sostenute, dovranno trasmettere il contratto di assunzione dell’operatore e la relativa comunicazione all’Inps, le buste paga mensili e i contributi previdenziali pagati trimestralmente. La scadenza per la consegna delle pezze giustificative è fissata entro il periodo di tre mesi della mensilità oggetto di rendicontazione. La realizzazione degli interventi assistenziali non può essere affidata né a familiari conviventi né alle persone indicate nell’art. 433 del Codice Civile (coniuge, figli legittimi, legittimati, naturali o adottivi, discendenti prossimi, genitori, ascendenti prossimi, generi e nuore, suoceri, fratelli e sorelle). Per ulteriori notizie e/o chiarimenti si possono contattare gli Uffici del Servizio Sociale ai seguenti recapiti telefonici: 0783/791485 – 208 – 293 – 288 – 204 – 342 – 309 -275.
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