Altra conferenza stampa? Non serve, hanno i corifei del macello sociale. (di P. Maninchedda).
“Da qualche giorno la Procura di Oristano ha depositato il “Fine indagini” della cosiddetta operazione Ippocrate, rinominata tra gli avvocati nell’operazione “Invidia”.
È finalmente una buona notizia: si potranno leggere dettagliatamente le migliaia di pagine dell’inchiesta oggi note solo dal filtro dell’ordinanza di custodia cautelare. Se sarò messo nelle condizioni di farlo, lo farò, da giornalista, da storico, da politico.
Sono curioso di leggere come vengono risolte palesi contraddizioni, date che non tornano, cariche mai ricoperte, silenzi incredibili su alcuni provetti accusatori.
Come anche sono curioso di capire, se potrò farlo, quanti fascicoli rimarranno aperti e quiescenti sulle sedie della Procura o delle Procure, in modo da regolarmi nella mia vita monastica presente e futura. Perché, come è noto, quando un’indagine non dà i frutti sperati, non viene chiusa, viene solo messa a dormire, in attesa che prima o poi qualcosa o qualcuno consenta di riattivarla. Oppura la si switcha, cioè se ne genera un’altra, che viene aperta e lasciata aperta, in modo da non seguire il destino di quella inariditasi.
Farò dunque ciò che avevo già cominciato a fare: verificherò la coerenza e la fondatezza delle accuse. Una verifica per la storia. Quella per il processo la faranno gli avvocati.
Ciò che però è oggi interessante è il comportamento dei due giornali sardi che riprendono con titoli di apertura la notizia e riprocessano in piazza senza contraddittorio gli imputati. Si chiama ripassaggio, come la carne macinata. Il primo linciaggio pubblico con gli avvisi di garanzia e gli arresti, il secondo, col fine indagini. Il processo prima del processo per fiaccare gli animi, per accreditare l’accusa prima dell’udienza di rinvio a giudizio. Giornalisti che, ovviamente, mica sono andati a verificare le carte su aspetti contraddittori già segnalati. Assolutamente no: esiste solo la voce dell’accusa, non esiste né il giornalismo investigativo né il dubbio metodico.
Ma la dimostrazione di subordinazione dell’informazione all’unico grande potere sopravvissuto della Prima Repubblica è data dal corrispondente trattamento delle notizie apparse per soli due giorni su un solo quotidiano sardo rispetto alla magistratura oristanese e all’affaire Palamara.
Quegli striminziti articoletti non meritavano approfondimenti, domande, verifiche, ricostruzioni? No, quelli no. Gli uomini normali alla gogna, i veri potenti in informazione protetta, guantata, morbida.
Vergognatevi. Avete più paura dei koala e dei bradipi. Un’informazione che ripete solo le voci e la voce del potere è una volgare informazione di regime. Voi continuate a ritenere che i blog siano solo blog e che l’informazione sia solo quella stampata? Contenti voi, contenti tutti. Quando il vostro ruolo di ripetitori di regime sarà esaurito dal mercato, nessuno verserà una lacrima per la chiusura della vostra partigianeria, i blog rimarranno invece aperti e voi mendicherete attenzioni che nessuno giustamente vorrà darvi. Potrete sempre questuare finanziamenti pubblici (lo avete già fatto e ne godete a piene mani) e così continuare nel triste mestiere degli amplificatori.
PS: Anche ieri sono stato avvertito che l’ordine giudiziario e quello giornalistico me la faranno pagare, ma comunico a mia volta che coloro che sono stati pestati a sangue e sono rimasti in vita non hanno più paura di nulla”. (Paolo Maninchedda, www.sardegnaeliberta.it).
Non si registrano nuovi contagi al Covid-19, né decessi in Sardegna nell’ultimo bollettino dell’Unità di crisi regionale. Sono 1.394 i casi di positività complessivamente accertati dall’inizio dell’emergenza. Il numero delle vittime resta 134. In totale sono stati eseguiti 105.701 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono tre, nessuno in terapia intensiva, mentre 20 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.234 pazienti guariti, più altri 3 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 1.394 casi positivi complessivamente accertati, 261 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 106 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 83 a Nuoro, 883 a Sassari.
La commissione per l’Equità tra i generi e le Pari opportunità del Comune di Oristano ha rinnovato le cariche di presidente e vice presidenti. Sono stati riconfermati i componenti uscenti: Pasqualina Pippia è stata rieletta alla unanimità residente della commissione, Alessandra Pusceddu e Gigi Mureddu sono stati confermati alla carica di vicepresidente. La commissione riprenderà l’attività il prossimo mese di settembre.
La poesia contemporanea declinata attraverso letture e approfondimenti. È il cuore di “Cabudanne de sos poetas”, che ritorna dal 3 al 6 settembre, a Seneghe. Un’edizione, la 16esima, in forma ridotta per via delle norme sul contenimento del Covid. Non sarà più un festival diffuso. Tutto sarà concentrato in piazza Sant’Antonio, recentemente restaurata dal Comune, tutti i giorni dalle 17. In primo piano le voci poetiche dalla Sardegna, Italia, Turchia, Sahara Occidentale, Francia. A far da filo conduttore al programma è il tema “Noi, l’Italia e il mondo”. Oltre 30 i nomi in cartellone tra cui Maria Grazia Calandrone, Carmen Gallo, Tommaso di Dio, Isidora Tesic, Domenico Brancale, Francesco Maria Tipaldi, Andrea De Alberti, Davide Ferrari, Domenico Bulfaro, Stefano dal Bianco, Azzurra D’Agostino, Alessandro di Rienzo, Christian Elia, Vittoria Iacovella, Giovanni Salis, Magda Sanna, la poetessa turca Nilay Özer, Nicola Verderame, il poeta saharawi Ali Salem Iselmu (Sahara Occidentale), Franc Ducros, Mario Cubeddu, Maria Lepori, Francesco Casula, i registi Roberto Priamo Sechi, Ugo Tanda e Andrea Gadaleta Caldarola, Marco Messina (99 Posse) e Anna Mancini. Poesia ma anche libri, cinema, un laboratorio sul fumetto (la mattina) l’appuntamento musicale con la “buonanotte” e un’ esposizione dedicata ai grandi maestri incisori sardi: De Gonare, Stanis Dessy, Carmelo Floris, Antonio Mura, Antonio Corriga, Giovanni Dotzo, Primo Pantoli, Gabriella Locci, Gino Frogheri, Ignazio Panzino, Roberto Putzu, e tra i tanti anche Giuseppe Bosich. Potrà essere visitata dalle 10. “Nei limiti imposti dallo stato di emergenza il Cabudanne ha scelto di mantenere i suoi appuntamenti dal vivo nella convinzione che il web o gli eventi trasmessi in differita non possano in nessun modo sostituire la magia del contatto diretto dal vivo con i poeti e le poetesse e il popolo del festival”, ha spiegato Luca Manunza, presidente di “Perda Sonadora”, l’associazione organizzatrice del festival che da tre anni cura anche la direzione artistica.
Commenti recenti