Covid: in Sardegna 348 nuovi contagi (24 in provincia e 4 a Oristano) e 5 morti.
Salgono a 50.872 i casi di positività al Covid-19 complessivamente accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale sono stati rilevati 348 nuovi contagi e cinque decessi (1.307 in tutto).
In totale sono stati eseguiti 1.117.735 tamponi, per un incremento di 4.357 test rispetto al dato precedente.
Il tasso di positività sale al 7,9%. Sul fronte ospedali, sono, 359 (+9) le persone ricoverate in reparti non intensivi, 57 (+3) quelli in intensiva
Le persone in isolamento domiciliare sono 17.325 e i guariti sono complessivamente 31.817 (+237) mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 7.
Sul territorio, dei 50.872 casi positivi complessivamente accertati, 13.128 (+156) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 7.733 (+38) nel Sud Sardegna, 10.066 (+55) a Nuoro, 15.562 (+75) a Sassari, 383 (+24) in provincia di Oristano.
A Oristano oggi sono stati accertati 4 casi di positività e 13 guarigioni.
Per effetto dell’aggiornamento odierno i casi di positività al Covid-19 accertati dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono 922, i pazienti guariti sono 769, mentre i soggetti ancora in cura sono 138. Quindici i pazienti deceduti.
Com’era facilmente prevedibile, visti i i dati, la Sardegna entra per la seconda settimana in zona rossa. Un passaggio fissato per legge dopo la retrocessione di lunedì scorso, con l’Isola che insiste nei primati negativi, visto che ha di nuovo l’Rt puntuale più alto d’Italia, a 1.38. Per quanto riguarda i contagi, si registrano 1.635 nuovi casi nella settimana con un’incidenza di 102 casi ogni 100mila abitanti, ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il ritorno in zona gialla (ora abolita) o bianca, di cui la Sardegna ha beneficiato, unica in Italia, per tre settimane, riuscendo poi, con grande lungimiranza, ha sprecare tutto. La pressione negli ospedali si mantiene ancora sotto la soglia critica: i posti letto in terapia intensiva toccano il 26% di occupazione, il 22% invece quelli in area medica. Sul fronte dei vaccini, il Sindacato medici italiani (Smi) ha attaccato Regione e Ats e si dice pronto a ritirare l’accordo firmato un mese fa con i medici di base. “La campagna vaccinale non decolla. Sia la Regione che l’Ats, dopo aver spinto per avere l’accordo regionale con i medici di medicina generale per la loro partecipazione alla vaccinazione di massa anti Covid, stanno adducendo in questi giorni futili motivi che di fatto impediscono la loro partecipazione attiva alla campagna”, ha denunciato Marina Fancellu, segretaria regionale Smi. Al sindacato ha risposto l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu. “La minaccia di ritirare la firma dall’accordo – ha detto Nieddu – è vergognosa, oltre a essere irricevibile. Qualcuno non si è evidentemente ancora reso conto che non stiamo gestendo l’ordinaria amministrazione, ma stiamo combattendo una guerra. Abbiamo già dimostrato la massima disponibilità e flessibilità, ma l’atteggiamento deve essere reciproco. Le accuse sono vaghe e pretestuose. Nella distribuzione dei vaccini, così come in tutte le altre procedure, la Sardegna rispetta quelle che sono le regole a livello nazionale. Nell’Isola i modelli sono stati definiti, così come le procedure per la consegna delle dosi. Inoltre, è bene ricordare che l’adesione alla campagna di vaccinazione anti Covid da parte dei medici di medicina generale rappresenta, a tutti gli effetti, un obbligo, morale e giuridico. Quindi – ha concluso Nieddu -, ci aspettiamo un atteggiamento costruttivo, non è più tempo per i litigi e probabilmente non lo è mai stato”.
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