Le statue di Mont’e Prama erette per celebrare caduti in battaglia.
Le misteriose sculture dei Giganti di Mont’e Prama, primo esempio di statuaria nel Mediterraneo occidentale (tra il IX e l’VIII secolo a.C.), potrebbero rappresentare “l’Arlington” del periodo tardo-nuragico per celebrare gli eroi vittime di battaglie ancora non ricostruite.
Statue mastodontiche erette su una strada funeraria, assieme a modelli di nuraghi di varia tipologia, a vigilare e celebrare l’eterno riposo dei caduti.
È l’ipotesi che prende sempre più consistenza grazie allo studio di Bioarcheologia condotto dall’equipe dell’Università di Sassari, guidata dal professor Salvatore Rubino, presentato a Cabras in occasione di una due giorni dedicata ai Giganti, organizzata dalla Fondazione Mont’e Prama.
È stato l’accademico, coadiuvato dall’antropologo romano Luca Bondioli, ad illustrare i risultati della ricerca. “Abbiamo esaminato gli scheletri presenti nella necropoli, utilizzando le stesse tecniche di prelievo dei Ris – racconta Rubino – a partire dalle deposizioni in tombe a pozzetto, più antiche, e in tombe a pozzetto sotto lastrone, più recenti. Per ora un campione parziale, che ci porta verso risultati però convergenti – spiega – In quelle aree le sepolture sono tutte di maschi giovani, fra i 15 e i 25 anni, non legati da vincoli familiari, provenienti da diverse aree della Sardegna e sottoposti a stress molto importanti, dai 12 anni di vita in su”.
Secondo l’archeologo dell’Università di Sassari, Raimondo Zucca, più volte impegnato in scavi a Mont’e Prama, “…se venissero confermati i dati delle tombe verrebbero escluse le ipotesi fin qui accreditate per Mont’e Prama circa un sepolcreto di un gruppo familiare allargato”. Se così fosse, prenderebbe quindi corpo l’ipotesi che le statue fossero “guardiani” celebrativi di un corpus funerario dedicato ai guerrieri nuragici caduti in battaglia.
“La Fondazione fornirà tutto il supporto necessario affinché le attività di ricerca siano continue e sempre più evolute – assicura Anthony Muroni, primo presidente dell’organismo nato nel luglio 2021 -. Ricerca, tutela e valorizzazione cammineranno di pari passo. Lavoreremo in stretto raccordo con Soprintendenza, Università di tutto il mondo e tessuto produttivo del territorio”.
La Regione non farà mancare il suo sostegno. “Abbiamo finanziato con 12 milioni di euro nel triennio 2021/2024 i progetti della Fondazione in tema di musealizzazione e ricerca – ricorda il governatore Christian Solinas – e con circa tre milioni per il solo 2022 le attività di marketing e comunicazione. Si tratta di un grosso sforzo, che fa parte di un più ampio piano di investimenti sui beni archeologici che la Giunta dispiegherà sull’intero territorio regionale”.
“C’è una prospettiva di crescita all’intero Sinis grazie alla costruzione di una governance forte e recuperando un rapporto di forte collaborazione con la Soprintendenza stessa e il Polo museale sardo, oltre che con la giunta regionale – osserva il sindaco di Cabras, Andrea Abis, che si era opposto al trasferimento delle statue a Cagliari -. Entro il 2022 tutte le statue dei Giganti di Mont’e Prama saranno al museo di Cabras: è un sogno che si avvera”. (di Maurzio Fois – ANSA).
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