Elezioni comunali Oristano: al centrodestra non piace vincere facile.
A Oristano le elezioni comunali sono ormai ad un tiro di schioppo. E come sempre succede quando ancora c’è incertezza su chi saranno i candidati definitivi alla carica di sindaco, in questi ultimi mesi sugli oristanesi si sono riversati una marea di nomi “ad minchiam”.
I nominativi sono, infatti, spuntati come funghi, nella speranza di poterne poi azzeccare qualcuno. Insomma, un “’ndo cojo cojo” che la dice lunga sulla bontà, anche a livello locale, del microcosmo politico-gossiparo.
Prendendo per oro colato le voci messe in giro ad arte dai marpioni di ciò che è rimasto dei partitucoli a Oristano, e inventando anche nomi di candidati sindaci di sana pianta, senza che gli interessati ne fossero a conoscenza, si è cercato con questa politica da avanspettacolo di riaccendere l’attenzione dei cittadini per le amministrative, puntando più sul gossip, che sulla realtà dei fatti.
Cittadini che, disincantati e stomacati da tempo, con la crescente disaffezione al voto hanno dimostrato quanto sia sempre più ampia la frattura tra la gente comune e la politica. Anche per questa tornata delle amministrative, infatti, non bisogna essere certo dei veggenti per prevedere che il partito più forte sarà quello dell’astensione. E Oristano non farà eccezione.
In anni come questi di mediocrità amministrativa generale, defunti o esiliati dall’invidia i pochi politici locali di spessore, svuotate dalla partecipazione le sedi dei partiti (ormai privi di qualsiasi appeal tra i cittadini), dove gli incontri tra gli iscritti sono ridotti a riunioni di condominio, non è difficile ipotizzare anche nella città di Eleonora una diserzione massiccia delle urne.
Per quanto riguarda il cosiddetto centrosinistra (visto che di centro e di sinistra a Oristano è rimasto ben poco), dopo aver frantumato tutti i giorni gli zebedei agli elettori con una sfilza di nominativi che qualsiasi persona dotata di media intelligenza ha giudicato improponibili, tanto sembravano campati in aria, si è deciso di puntare su un politico di lungo corso come Efisio Sanna del Pd.
Con tutto il rispetto, come un nominativo datato come quello di Sanna, buono per tutte le stagioni, possa appassionare gli oristanesi non è dato sapere, considerato che Efisio Sanna, persona senza dubbio rispettabilissima, non è che a livello politico abbia mai fatto sfracelli. Anche da assessore nella precedente consiliatura, come componente della giunta più disastrosa della storia di Oristano, ha svolto senza infamia e senza lode il suo compitino, senza però mai emergere particolarmente.
Di Efisio Sanna bisogna, comunque, ammirare il coraggio, perchè la prova che lo attende, almeno sulla carta, appare improba. Il centrosinistra in città è, infatti, ridotto a poca cosa, e dietro le varie sigle che lo compongono se non c’è il vuoto assoluto poco ci manca.
Sanna e compagni stanno lavorando a un programma, considerato la panacea di tutti i mali, da sottoporre all’attenzione dei cittadini, ai quali, a dire il vero, di qualsiasi decantato programma non può fregar di meno, considerato che (come sanno ormai anche le pietre) la maggior parte di quei punti programmatici verranno poi sistematicamente disattesi, e tenuto conto che alle elezioni comunali, a parte una minoranza politicizzata, si vota non la competenza ma l’amico o l’amico dell’amico, il parente, o il candidato che riesce meglio degli altri a promettere e a regalare sogni e speranze, che poi rimarranno tali.
Detto sinteticamente del centrosinistra, la situazione è attualmente più caotica nel centrodestra (che è un po’ la scoperta dell’acqua calda, visto che con metodica puntualità questo avviene, da tanti anni a questa parte, in tutte le elezioni comunali. ndr), dove la ricandidatura del sindaco uscente, Andrea Lutzu, come prassi vorrebbe, non sta trovando l’unanimità tra le forze politiche che compongono la coalizione.
Colpiti dal virus del “tafazzismo” (tendenza irrefrenabile a pratiche masochistiche autodistruttive, che consiste nel prendersi a bottigliate sui gioielli di famiglia), le pur legittime ambizioni personali di alcuni politici destrorsi (Massimiliano Sanna, Giuliano Uras, Luca Faedda?) stanno infatti, offuscando e ponendo in discussione quella visione d’insieme che è l’unica arma che potrebbe portare la corazzata del centrodestra unita a vincere le lezioni addirittura al primo turno.
Venerdì se ne saprà di più, dopo l’ennesimo confronto fra i partiti del centrodestra. A parte la scontata strategia e una certa ritrosia sul nome di Lutzu per sollevare il prezzo, anche all’osservatore meno disincantato appare una immensa idiozia presentarsi divisi al responso dei cittadini. Stando al passato la cosa, comunque, non ci meraviglierebbe e, forse, è proprio per questo motivo che della questione se ne sta discutendo anche a livello regionale a Cagliari e addirittura a livello nazionale a Roma.
La matassa sembra, almeno apparentemente, non semplice da dipanare, e se qualcuno dei partiti “tafazzisti” del centrodestra, più forte nei bau bau che nei consensi, dovesse tentare l’avventura isolata o approdare nell’altra sponda, si avrebbe una competizione elettorale più combattuta e non spudoratamente scontata com’è stata la precedente, dove la differenza tra i candidati sindaci, il vincitore Lutzu e la perdente Obinu, è stata abissale.
Non sempre, insomma, si può vincere facile.
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