Lug 20

Incendio a Santu Lussurgiu. Ritorna la paura nell’Oristanese.

Un vasto rogo si è sviluppato, questo pomeriggio, nelle colline del Montiferru, proprio in un’area già percorsa dal fuoco nel vasto rogo del 2021.

In quell’occasione andarono in fumo oltre 12mila ettari di territorio e ci furono centinaia di sfollati tra i 10 centri dell’Oristanese colpiti.

Stavolta nelle campagne tra Santu Lussurgiu e San Leonardo l’intervento delle squadre a terra di un Canadir e di quattro elicotteri ha circoscritto le fiamme che sono state spente.

Ma la paura che, come era capitato nel 2021, focolai non sopiti possano riattizzare le fiamme è tanta.

Il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi, ha scritto alla direzione della Protezione civile regionale, del Corpo Forestale regionale, alle prefetture e ai sindaci del territorio sollecitandola bonifica del territorio “sino all’infinito”.

Secondo le prime informazioni giunte al sindaco, ma ancora non confermate, sul rogo di oggi pare che sino stati trovati degli inneschi e che, quindi, ci sia dietro la mano dell’uomo. Saranno gli investigatori del Corpo Forestale a effettuare le verifiche più approfondite sul caso.

Incendio, questa mattina, alla periferia di Ardauli, dove le fiamme hanno minacciato il centro abitato. Il fuoco si è  avvicinato pericolosamente alle case, e si è resa necessaria l’evacuazione di una famiglia. L’incendio ha raggiunto un terreno adibito a deposito, dove c’erano anche due furgoni carichi di attrezzature e bombole di gas, che sono poi esplose. Sul posto, oltre a un elicottero decollato dalla base di Fenosu, sono intervenuti i Vigili del fuoco di Abbasanta, le squadre del Corpo forestale, i barracelli di Ardauli e i Carabinieri.

I Vigili del fuoco di Abbasanta sono dovuti intervenire, nel pomeriggio, per spegnere le fiamme di un’auto che aveva preso fuoco sulla 131. Due giovani si sono fermati in una piazzola non appena hanno visto uscire del fumo dal cofano motore, e hanno chiamato i Vigili del fuoco. Giunti sul posto, insieme ai Carabinieri e alla Forestale, i pompieri hanno spento le fiamme e messo in sicurezza sia la strada che la vegetazione circostante che aveva preso fuoco.

Conclusi finalmente i lavori, riapre al pubblico, a Bosa, il castello Malaspina, grazie a una convenzione firmata dal vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino, e il sindaco Piero Casula. La parrocchia, che è proprietaria della chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos che si trova all’interno delle mura, provvederà ad aprire e chiudere il castello, consentendo a tutti di visitarlo, fruendo anche dei camminamenti e del belvedere a ridosso delle mura. Per l’accesso è stata anche individuata un’area parcheggio in prossimità dell’ingresso posteriore. In virtù di questo accordo, per tutto il 2022 la parrocchia curerà la custodia, la vigilanza, la manutenzione ordinaria e la pulizia degli spazi del complesso monumentale, dove sono stati rimessi in ordine i servizi igienici e i vari impianti, versando al Comune 15mila euro, comprensive delle utenze (acqua ed energia elettrica) e per la pulizia straordinaria degli spazi esterni. I lavori di manutenzione del castello si sono conclusi con due mesi di ritardo, a causa delle difficoltà, da parte dell’impresa, nel reperimento dei materiali necessari per le lavorazioni durante le chiusure invernali dovute al Covid. Il complesso monumentale, datato 1112, in cima al colle di Serravalle, fu edificato dalla famiglia dei Malaspina. La struttura, che venne più volte ampliata dai pisani, aragonesi e spagnoli, è stata ben conservata. E’, infatti, ancora integro il mastio centrale circondato da una cinta muraria con le torri di avvistamento. Nella piazza d’armi è possibile ammirare la chiesetta di Nostra Signora de Sos Regnos Altos. Nel frattempo, il Comune ha avanzato la richiesta alla Regione per l’istituzione dell’ecomuseo che, a breve, inizierà il suo iter.

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