Oristano dice no alla violenza sulle donne. Dalle scuole un messaggio di civiltà.
Gli studenti e le studentesse sono stati i principali protagonisti della prima delle tre giornate che il Comune di Oristano dedica alla Giornata internazionale contro la violenza alle donne.
“Neanche un dito. Oristano città della ceramica dice no alla violenza” è stato aperto, al Teatro Garau, da un incontro-dibattito nel corso del quale sono state presentate le azioni di prevenzione e di sostegno promosse dal Comune, in collaborazione con gli enti e le associazioni del territorio. Il tema della violenza è stato affrontato sul piano culturale, sociale e artistico con gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di secondo grado.
“Nel 2017 il Comune di Oristano fu artefice di una campagna nazionale contro la violenza di genere e il femminicidio, individuando come simbolo le scarpette rosse in ceramica – ha detto il sindaco Massimiliano Sanna aprendo i lavori -. Quella campagna fu condivisa dall’Associazione italiana Città della Ceramica e da numerose città associate. Quest’anno abbiamo integrato il messaggio di quella campagna con il nuovo motto “Neanche con un dito”. Con il coinvolgimento degli artigiani abbiamo realizzato targhe da donare alle scuole con il numero verde antiviolenza 1522, e con l’immagine di Eleonora d’Arborea che con il dito indice della mano destra, rivolto verso l’alto, indica la speranza.
Oristano ha una sensibilità particolare sul tema della violenza – ha proseguito il sindaco Sanna -. Lo ha per la sua storia e lo ha per l’impegno che testimonia ancora oggi. Oristano, infatti, è la città di Eleonora d’Arborea, a cui si deve la Carta de Logu, uno dei più antichi codici di leggi rimasto in vigore fino all’800, che conteneva norme contro la violenza alle donne. Risale a sei secoli fa questo grande esempio di civiltà giuridica, sociale e morale che oggi manifesta l’attualità del pensiero della nostra giudicessa. Oggi, il nostro obbiettivo è creare un’unione di intenti fra istituzioni e strutture, Comune, Prefettura, Forze dell’ordine e Scuole secondarie superiori della città. Tutti dobbiamo essere sentinelle e portatori del messaggio di legalità e di rispetto. Ritrovarci insieme significa siglare un ideale patto civico, fondato sull’opera di educazione al rispetto e alla libertà di ciascuna persona.
Non dimentichiamo – ha concluso il sindaco – che ogni 3 giorni nel nostro Paese una donna viene uccisa da un uomo violento, ma esistono volontari, istituzioni, associazioni e strutture che accolgono e sostengono le vittime. Tutti, ma voi giovani in particolare, possiamo essere a pieno titolo messaggeri di solidarietà, responsabili di un triplice impegno: conoscere per capire, capire per aiutare, affermare ad alta voce la cultura del rispetto e della dignità”.
Dopo la proiezione di un video sulla violenza (regia di Giovanni Giovannini, con Barbara Urgu) e la performance di ballo di Asiyah accompagnata alle percussioni di Javier Ghiani, ha preso la parola l’assessore alle Attività produttive, Rossana Fozzi: “Il contributo video e la performance di danza sono nati all’insegna del binomio fra creatività e solidarietà che abbiamo proposto per richiamare la vicenda di Mahsa Amini, che ha scosso e scuote la coscienza universale, senza distinzione di credo politico o religioso, cultura ed etnia. Vicende come quella di Mahsa e la virulenta reazione delle autorità iraniane, ciò che è accaduto alla giovane pakistana Saman Abbas, ci fanno comprendere quanto siano nefasti i pregiudizi e l’intolleranza, i formalismi e il sessismo. Di tutto ciò le donne sono le prime vittime. Ma la reazione delle giovani generazioni è una fiamma tenace ed ardente che non sarà facile spegnere.
Il tema della violenza investe a 360° la cultura della convivenza globale – ha proseguito l’assessore Fozzi -. A ciò si unisce la sensibilità dell’arte. Mi riferisco al messaggio generato dalle nostre e dai nostri ceramisti che hanno sposato l’idea di veicolare un’iniziativa (condivisa dalla Fidapa di Oristano) di sicuro impatto sociale e culturale, realizzando le targhe in ceramica, con il numero di telefono gratuito, 1522, dedicato alle richieste di soccorso contro violenza e lo stalking. Le targhe saranno esposte nelle scuole, nelle farmacie e nelle parafarmacie della città. Ancora una volta, perciò, Oristano, patria di Eleonora d’Arborea, legislatrice esemplare contro la violenza sulle donne, è in prima linea. “Neanche con un dito” e 1522 sono gli slogan che incorniciano le nostre iniziative. Anche per questo, poter collegare due donne, Eleonora e Mahsa Amini, due codici (la Carta de Logu e la Convenzione sui diritti politici della donna approvata dall’Onu 70 anni fa) ci incoraggia a contrastare un fenomeno endemico, una violazione dei diritti umani tra le più diffuse al mondo”.
L’incontro, presentato da Santina Raschiotti, è proseguito con gli interventi di Roberta Dessì, che ha portato i saluti del prefetto Fabrizio Stelo, Francesca Marras del Centro Antiviolenza Donna Eleonora, e Pupa Tarantini della Fidapa, la consegna delle targhe realizzate dai ceramisti locali per divulgare il numero gratuito 1522, performance di ballo e di canto, e il dibattito.
Domani e domenica si prosegue con nuove iniziative.
Sabato 26 novembre, in piazza Eleonora, dalle 9:30, studenti e studentesse degli istituti cittadini protagonisti di un flash mob dedicato alla popolazione femminile dell’Iran, dopo la morte di Masha Amini, la 22enne uccisa dopo l’arresto per non aver indossato correttamente il hijab, il velo imposto dal regime a tutte le donne. Al Teatro Garau, dalle 18, una performance teatrale dedicata ad Eleonora D’arborea e alla Carta de Logu, a cura dell’Associazione culturale Kainothomia delle Ombre. Le offerte raccolte durante la serata saranno devolute a favore del Centro Antiviolenza «Donna Eleonora» di Oristano.
Domenica 27 novembre, “La camminata e la corsa rosa” per le vie del centro storico della città di Oristano, con la partecipazione di Coni, Rotary Club, Consulta Giovani e Pro Loco. Il contributo richiesto per l’iscrizione verrà devoluto a favore del Centro Antiviolenza «Donna Eleonora» di Oristano. Le iscrizioni si ricevono presso la sede della Pro Loco.
Tutte le iniziative sono organizzate dall’assessorato alle Attività produttive del Comune di Oristano, con gli assessorati alla Cultura, Pubblica istruzione, Politiche sociali e Sport, in sinergia con Centro Antiviolenza Donna Eleonora, Associazione Prospettiva Donna, Aicc, Fidapa, Pro Loco, Fondazione Oristano, ceramisti locali, Rotary Club, Consulta giovani e Associazioni sportive.
La Polizia Postale, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, ha organizzato incontri con gli studenti in tutte le province italiane. Un confronto sul tema del “revenge porn e sexting”, ovvero lo scambiarsi contenuti piccanti attraverso smartphone e computer. Gli operatori della Polizia Postale hanno incontrato bambini, adolescenti e ragazzi, per aiutarli ad affrontare insieme i temi della educazione digitale e della sicurezza sul web. Al centro del dibattito con gli specialisti della Polizia Postale, il dialogo intergenerazionale sui temi del digitale, per sviluppare le competenze fondamentali per vivere online e in rete con consapevolezza, nel rispetto degli uni con gli altri, senza correre il rischio di essere autori o vittime di revenge porn, sexting, e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie.
La formazione sui temi della sicurezza e dell’uso responsabile della rete è un impegno quotidiano della Polizia di Stato e la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione è assolutamente determinante. Un impegno avvalorato anche dai dati sul rapporto tra giovanissimi e sicurezza online, con l’avvento della pandemia che ha, di fatto, bruciato le tappe di una progressione della diffusione dell’uso delle nuove tecnologie in fasce di età sempre più precoci. Per questo l’attenzione di genitori e insegnanti deve rimanere molto alta anche sui bambini più piccoli che, obbligati negli ultimi anni dalla pandemia ad approcciare sempre più precocemente il web, rimangono i più fragili ed esposti al rischio online.
Questi i dati: la Polizia Postale e delle Comunicazioni, lo scorso anno ha trattato 203 casi di stalking perpetrato anche attraverso l’uso della rete, contro i 151 dell’anno 2020, con un incremento pari al 34%. Su 203 casi trattati nel 2021, che hanno portato ad indagare 76 persone, il 75% delle vittime sono state donne (137 adulte e 15 minorenni), mentre su 115 casi trattati dal 1° gennaio al 30 settembre 2022, che hanno portato ad indagare 48 persone, il 64% delle vittime sono state donne (64 adulte e 10 minorenni).
Per quanto riguarda il reato di molestie attraverso l’uso della rete, lo scorso anno sono stati trattati 706 casi contro i 532 dell’anno 2020, con un incremento pari al 33%. Su 706 casi trattati nel 2021, che hanno portato ad indagare 112 persone, il 65% delle vittime sono state donne (415 adulte e 44 minorenni), mentre su 430 casi trattati nei primi 9 mesi del 2022, che hanno portato ad indagare 40 persone di cui 3 tratte in arresto, il 66% delle vittime sono state donne (259 adulte e 25 minorenni).
Il Revenge Porn lo scorso anno ha fatto registrare 265 casi contro i 126 dell’anno 2020, con un incremento pari al 110%. Su 265 casi trattati nel 2021, che hanno portato ad indagare 120 persone di cui 4 tratte in arresto, il 79% delle vittime sono state donne (185 adulte e 25 minorenni), mentre nei primi nove mesi di quest’anno i casi trattati sono già 137, che hanno portato ad indagare 52 persone. Il 77% delle vittime sono state donne (125 adulte e 12 minorenni).
La Sextortion (ricatto sessuale, consiste nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima) pur essendo un fenomeno che vede come vittime prevalentemente gli uomini, dall’analisi dei dati dello scorso anno si è riscontrato un trend in aumento per quanto concerne le donne, che sono passate da 151 casi del 2020 a 194 del 2021 con un incremento pari al 28%; nei primi nove mesi del 2022 le vittime sono 1128, di cui 194 sono state donne.
Su Internet la violenza sulle donne non ferisce il fisico ma lede la sfera più intima della persona, offendendo e umiliando la vittima a tal punto che la vergogna può condurla anche al suicidio. Sono molte le donne che denunciano la diffusione non autorizzata di video e foto che le ritraggono in momenti intimi su chat, siti online, social network.
Il fenomeno del “revenge porn”, colpisce soprattutto giovani ragazze: a volte, a loro insaputa, vengono fotografate o riprese in atteggiamenti sessualmente espliciti dai partner; altre volte, cedono alle richieste dei partner e acconsentono a farsi ritrarre o a condividere immagini intime. Spesso sono gli ex che, finita la relazione, diffondono le immagini per vendicarsi.
I consigli della Polizia Postale e delle Comunicazioni: la prima difesa è sempre la prudenza. Non diffondere immagini e video personali tramite profili social e messaggi; se sei vittima di revenge porn, contatta immediatamente la Polizia Postale per ricevere supporto e chiedere informazioni; per limitare la diffusione sui social di foto che ti ritraggono in atteggiamenti intimi puoi segnalare il reato al Garante per la protezione dei dati personali utilizzando il modulo www.gpdp.it/revengeporn; se ricevi foto e video sessualmente espliciti che ritraggono altre persone, non diventare complice della loro diffusione, è reato; spesso un partner geloso asseconda la propria esigenza di controllo, chiedendo di condividere le password degli account. Quando si è certi di non avere nulla da nascondere e ci si fida incondizionatamente della persona della quale si è innamorati, si dà seguito a queste richieste pensando che, in fondo, non ci sia nulla di male. Purtroppo, nel momento in cui si condividono le password, si consegna la totalità delle proprie informazioni, conversazioni, interazioni, nonché immagini e video ad un’altra persona che in futuro potrebbe disporne in modo illecito (ad esempio, al termine di una relazione amorosa finita male); scambiare immagini intime con il proprio partner può essere divertente e trasgressivo. Bisogna però sempre ricordare che una volta condivise, se ne perderà definitivamente il controllo: l’immagine potrà essere ricondivisa su vari gruppi di messaggistica istantanea, postata su social Network o pubblicata su siti web; se ci si accorge che su internet circolano immagini sessualmente esplicite riguardanti la propria persona, è fondamentale chiedere aiuto e denunciare! Non bisogna vergognarsi e bisogna capire che chi ha sbagliato è chi ha condiviso l’immagine; è necessario conservare tutto ciò che può essere utile alle Forze di Polizia per identificare l’autore del fatto: si consiglia di non cancellare le chat in cui si viene minacciati o diffamati, le immagini e i video in cui si è ritratti in atteggiamenti intimi che vengono divulgati, l’Id del profilo con cui viene commesso il fatto e l’URL dei siti su cui i file multimediali vengono pubblicati; ogni storia è diversa dalle altre. Spesso su internet non si trovano tutte le risposte di cui si ha bisogno. Se si ha necessità di confrontarsi sulla situazione che si sta vivendo o richiedere maggiori informazioni, è possibile scrivere alla Polizia Postale e delle Comunicazioni sul sito www.commissariatodips.it o, in alternativa, recarsi personalmente presso qualunque ufficio di polizia per ricevere aiuto. Se si è in pericolo, contattare il numero unico di emergenza 112.
Anche i Carabinieri, da sempre in prima linea nel tentare di reprimere la violenza sulle donne, hanno voluto dare il loro contributo nelle giornata contro la violenza di genere. Lo hanno fatto in maniera originale, colorando di arancione il Comando provinciale di Oristano.
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