Il Gigante pugilatore di Mont’e Prama al Met di New York.
La Fondazione Mont’e Prama è sbarcata a New York per la firma di un nuovo accordo attraverso il quale la Terra del Sinis e i suoi tesori verranno promossi negli Stati Uniti con una mostra sull’antica storia della Sardegna al Metropolitan Museum of Art, il Met.
A suggellare l’accordo sono stati il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni e il cancelliere Meryl Cohen per il Met. La data ufficiale della mostra è maggio 2023, con un’apertura prevista fino a novembre dello stesso anno.
Protagonista indiscusso sarà ancora una volta “Manneddu”, il gigante pugilatore che dopo il tour europeo volerà negli States per essere esposto all’ingresso dell’area classica greco-romana del Met: una sezione che può contare su tre milioni di visitatori l’anno.
La direttrice della Fondazione Mont’e Prama Nadia Canu, che ha curato il progetto scientifico dell’esposizione, assieme a Sean Hemingway, curatore della sezione greca e romana, ha già avviato le procedure per il via libera del ministero della Cultura al prestito della statua, consegnata di recente alla Fondazione e attualmente nella sala del Museo civico Marongiu di Cabras, dove sono ospitati altri sette Giganti.
“Le linee guida del progetto scientifico – spiega Nadia Canu -, che prevede anche una pagina dedicata nei siti web e nella rivista del Metropolitan Museum, sono incentrate sui Giganti di Mont’e Prama come ambasciatori delle antiche civiltà della Sardegna nel mondo, approfondendo la loro conoscenza anche in relazione alle altre culture sviluppate nel Mediterraneo tra l’età del ferro e l’età arcaica”.
“Un giorno storico per Cabras, per il Sinis e per la nostra Isola – commenta il presidente della Fonazione Anthony Muroni -. Perseveriamo nell’obiettivo della promozione globale del territorio e proprio con questo intento abbiamo voluto, in contemporanea alla mostra, una “call to action” per incentivare la presenza turistica nel Sinis e nell’intera Sardegna, in collaborazione con il Centro regionale di programmazione e i partner privati”.
Un’area di 12 mila metri quadrati, patrimonio naturale e anche storico, andata distrutta dagli incendi nel 2021 viene rigenerata con la messa a dimora di oltre 400 piante. Avviene a Cuglieri, grazie all’iniziativa “Le città che respirano” di Nespresso. L’area è quella del castello del Montiferru, conosciuto come Casteddu Etzu, che a luglio 2021 ha subito una delle più grandi catastrofi ambientali in Italia. Sono andati distrutti dalle fiamme circa 12.000 ettari tra bosco e oliveti, che vantavano una tradizione plurisecolare, oltre ad esemplari millenari di oleastri, lecci, corbezzoli e impianti datati che risalivano a oltre 500 anni fa. Alle pendici del maniero e nella parte di accesso, sono state ripulite le zone bruciate e recuperate le piante sopravvissute alle fiamme. Sono state poi messa a dimora oltre 400 piante. Il progetto “Le città che respirano”, lanciato nel 2020 da Nespresso, rientra nell’iniziativa “Mosaico Verde”, la campagna nazionale di forestazione di aree urbane ed extraurbane e tutela di boschi di AzzeroCO 2 e Legambiente. “Questo progetto di rinaturalizzazione è solo l’ultimo di una serie di azioni che abbiamo intrapreso lungo tutto lo Stivale – ha sottolineato Silvia Totaro, Sustainability Manager di Nespresso Italiana -, e con cui vogliamo continuare a portare più verde in Italia, allo stesso tempo difendendo le aree colpite, come quella di Cuglieri, e restituendole alla collettività”. Un simbolo di rinascita sono anche i nuovi germogli dell’oleastro millenario di “Sa Tanca Manna”, divorato dalle fiamme e dato per perduto. Solo la dedizione dei volontari dell’Associazione Montiferru, che per mesi lo hanno accudito, montando dei teli per proteggerlo dai raggi solari, innaffiandolo e ripulendolo dalle sterpaglie, ha permesso al Patriarca di rigenerarsi. “Il progetto di bonifica dell’area e di ripristino rappresenta per le comunità locali un momento di recupero importante che fa bene alla nostra terra e allo straordinario paesaggio che dalle montagne ci accompagna fino al mare”, ha commentato il sindaco di Cuglieri, Andrea Loche, alla cerimonia di inaugurazione dell’area.
Dopo il nubifragio che ha allagato il centro cittadino e danneggiato strade, canali ponti e argini, oltre ai piani bassi e interrati di abitazioni, esercizi commerciali e strutture agro zootecniche, il Comune di Bosa ha deliberato lo stato di calamità naturale per il passaggio del cosiddetto ciclone Poppea. Secondo l’amministrazione, infatti, servono interventi urgenti “…con mezzi straordinari che possano fronteggiare le situazioni di pericolo e danneggiamento per cittadini e le attività commerciali”. Tra questi, oltre il soccorso delle persone isolate, c’è da mettere in conto la “…messa in sicurezza e ripristino delle reti stradali canali e argini per la distribuzione dei servizi pubblici, la salvaguardia dello svolgimento delle attività produttive e di beni di riconosciuto valore ambientale, storico, artistico, il soccorso agli animali, il ripristino dell’agibilità e la messa in sicurezza delle abitazioni private, il ripristino della accessibilità assistenza alle aziende agricole”. La delibera ora sarà trasmessa alla Regione, alla quale già da oggi il Comune chiede “…un apposito contributo sulle spese per gli interventi urgenti”. Nel frattempo resta chiusa al traffico la strada provinciale 49 che collega Bosa con Alghero. La Provincia di Oristano effettuerà i sopralluoghi per le verifiche sul versante al km13, e comunicherà l’eventuale riapertura o proroga della chiusura della Bosa-Alghero.
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