Abbanoa non ha alcun titolo per chiedere il pagamento dei conguagli regolatori.
Abbanoa ha perso la battaglia da 106 milioni di euro sui conguagli regolatori. Lo ha deciso il Tribunale di Nuoro che, con una sentenza che segna un precedente, ha accolto l’azione inibitoria promossa da Adiconsum Sardegna.
“Il Tribunale – ha spiegato l’associazione dei consumatori -, accogliendo in pieno le nostre richieste, ha stabilito che Abbanoa non ha alcun titolo per richiedere agli utenti sardi il pagamento dei conguagli regolatori e ha ordinato alla società di bloccare, con effetto immediato, qualsiasi richiesta, nonché di cessare ogni attività di riscossione connessa”. Per effetto della sentenza, 720mila utenti sardi non dovranno più pagare i 106 milioni di euro complessivi richiesti dal gestore idrico.
“Chi ha già pagato somme a titolo di conguaglio – ha precisato Adiconsum – deve ottenere la restituzione di quanto versato, pena una inevitabile azione collettiva da parte dell’associazione per far ottenere agli utenti il rimborso del maltolto”.
Abbanoa ha comunicato che impugnerà la sentenza del Tribunale di Nuoro. “La legittimità delle cosiddette partite pregresse – ha spiegato il gestore idrico in una nota – è già stata riconosciuta da diverse sentenze. Anche le Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione si sono espresse in tal senso, e recenti pronunciamenti delle Corti d’Appello dei Tribunali di Cagliari e Sassari si sono già uniformati a questa decisione, persino il Tribunale di Milano ha confermato la legittimità dei conguagli di Abbanoa in una causa intentata da un cliente residente nel capoluogo lombardo, titolare di un’utenza in Sardegna. In tutte queste sentenze viene stabilito il rispetto del sistema del pieno recupero dei costi “Full cost recovery” previsto dalle normative europee.
I conguagli regolatori – ha sostenuto Abbanoa – sono una componente della tariffa finalizzata a recuperare i costi che le aziende avevano sostenuto tra il 2005 e il 2011. Tali conguagli nel 2014 erano stati quantificati e approvati a livello regionale dall’ente d’Ambito (Egas) e addebitati da Abbanoa nei modi stabiliti a livello nazionale dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Servizio Idrico (Aeegsi). Abbanoa, quindi, come del resto i gestori in tutta Italia, aveva proceduto alla fatturazione di tali “partire pregresse” nel pieno rispetto delle normative vigenti e di quanto specificato dagli organi di controllo.
Abbanoa, superando un ulteriore approfondita verifica, si era rivolta alla Cassa Conguagli nazionale (primo caso in Italia di un gestore del servizio idrico) per avere un’ulteriore conferma del proprio operato e, soprattutto, per non pesare eccessivamente sui propri clienti, aveva ottenuto nel 2015 un’anticipazione che aveva consentito di dilazionare i conguagli regolatori in ben otto rate semestrali con scadenza ultima al 31 dicembre 2019. Essendo di 151 euro l’importo medio dei conguagli regolatori, vuol dire che in media i clienti interessati hanno pagato appena 3 euro al mese.
La stragrande maggioranza dei nostri clienti – ha scritto nella nota Abbanoa – aveva compreso la legittimità delle partite pregresse che rappresentavano un allineamento dei costi sostenuti per garantire un servizio essenziale nella vita di tutti i giorni. Le tariffe e quindi le relative fatturazioni si basano sul principio del full cost recovery. Peraltro, i contenziosi attivati sui conguagli regolatori rappresentano appena il 2% sul totale delle utenze”.
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