Lug 08

G.V. Sanna: “La contendibilità delle istituzioni dipende dalla capacità riformista dei partiti”.

“Si intravedono all’orizzonte i primi avamposti del Pd che avanzano, lentamente, tentando di assumere posizioni in vista delle elezioni Regionali del 2024.

Non c’è da sbagliarsi, sono sempre loro, un tempo smaglianti reclute diventati oggi generali e reduci, spettatori e attori del più grande ammutinamento politico degli ultimi anni in Sardegna.

L’ammutinamento del PD sardo è il risultato di una classe dirigente che pur di non mettersi mai in discussione, ha sacrificato, cancellandoli, i capisaldi della propria identità, il rigore su i valori, la meritocrazia, la competenza come base del fare politico ed ogni altro elemento che potesse mettere in bilico la loro costante, immutabile presenza al vertice del partito. Il simbolo vivente ed ancora attuale di questo decadimento è il “possesso”, quasi come appartenesse a un proprio asse ereditario, delle Banche, delle Fondazioni Bancarie che passano dall’uno all’altro ma sempre all’interno della “famiglia politica”. Altro che Fassino colto da una telefonata “abbiamo una Banca”. Qui da noi sono quasi vent’anni che un Partito ha stabilmente in mano il sistema creditizio più importante della Regione e contemporaneamente si assiste al crescente disfacimento del tessuto economico e produttivo dell’isola.

Attraverso questo fare, nel corso degli anni, le persone per bene, le tante anime che avrebbero potuto garantire l’inattaccabilità degli elementi identitari della sinistra e del riformismo progressista, hanno deciso di starsene a casa, di smettere di sostenere l’autoreferenzialità di un partito capace di sostenere solo i gruppetti, i capo gruppetti ed i soliti beneficiari di questi ultimi.

La situazione sarda è talmente grave che il nuovo corso nazionale nel PD non ha minimamente intaccato il declino e il progressivo elitarismo del gruppo dirigente (sempre lo stesso) rimasto in Sardegna. L’organizzazione e il radicamento territoriale che faceva grande e visibile il Partito, in un tempo nemmeno troppo lontano, si è volatilizzato assieme al soffocamento della partecipazione dal basso e dunque sono sempre lì, al loro posto, soltanto quelli che si sono protetti con i potenti, con il servilismo, gli incarichi, le fondazioni, le banche e tanto altro.

Infatti, senza radicamento la sinistra è come disarmata e senza identità. Sarebbe stato necessario invece un atto di ripensamento critico, di contrizione, capace di chiedere scusa ai tanti che si sono spesi e che si sono sacrificati negli anni non tanto per i propri capi bastone, ma per gli ideali e una visione avanzata, di uguaglianza e di attenzione agli ultimi, testimoniati nel vissuto delle passate esperienze. Chiedere scusa per chiamare ad una nuova fase di ricostruzione del fronte riformista e progressista sarebbe stata la ragione vera di un intero Congresso, da dedicare a riaprire i luoghi della militanza, l’ascolto delle nuove generazioni e il trasferimento delle conoscenze e dei valori a coloro che devono aprirci al futuro. Altro che la convegnistica di ritorno fatta da alcuni reduci, qualche ex professore o rettore, per ammantarci di un idea solo apparentemente qualificata, di presenza politica purché sia.

Questo è il risultato, un partito che di fronte alla invasione delle destre non è riuscito in Sardegna neppure ad arrivare primo fra i partiti dell’opposizione.

Pur all’interno di un contesto dove nessuno è in grado di dire ciò che pensa veramente, mi sembra già di sentire i soliti censori, quelli che sono soliti obiettare alle critiche facendoti presente la nota litania in base alla quale di fronte alla destra che incombe, anche la peggiore sinistra è meglio. Balle! Oggi che si sdogana, nel quadrante democratico nazionale, il governo più a destra nella storia repubblicana, a me, personalmente, spaventano e preoccupano decisamente di più, i reduci del PD che su di una collina assolata, pensano, sempre fra di loro, che arriverà prima o poi, il momento di riposizionarsi al potere.

Guardate cosa si paventa oggi nella crisi comunale di Oristano, nella quale sarebbero dovuti essere necessari al PD non più di cinque minuti per sgombrare il campo dalle illazioni di possibili collaborazioni, e invece….

Passeranno molti anni, per questi reduci e militanti del PD che residuano in Sardegna, prima di vedere una nuova alba.

Il cinquanta per cento di astensioni al voto si affrontano ricominciando dal radicamento, da un necessario ritorno alla dimensione del popolarismo che ha sempre animato e coinvolto le visioni più avanzate del riformismo sociale e della democrazia partecipata.

Credo che l’unica terapia possibile sia riscoprire il fascino delle competenze, quello della fatica del lavoro politico che non viene remunerato in “like” ma con i voti e che, per altro, sul versante della necessaria capacità culturale, non tutti se lo possono permettere. Su questo itinerario sarebbe utile spendere energie per la costruzione di un progetto di alternanza anche con gli altri soggetti dell’opposizione in Sardegna. Senza questo spirito sarà la stessa opposizione a dichiarare e a certificare a se stessa la non contendibilità della Presidenza della Regione per le prossime Regionali.

Unire ciò che c’è già nel versante progressista in Sardegna, senza una revisione e riconversione profonda dell’essere alternativi alla conservazione e al populismo dilagante, è come giocare una partita persa e approfondire il solco già infinito tra cittadini e proposta politica.

Quello che è più deludente in tutto questo, è che nessuno è capace di muovere un dito”. (Gian Valerio Sanna).

Nonostante la carenza di 540 agenti e nonostante sia la 5^ regione con la più alta percentuale di carenza organica nella Polizia penitenziaria, la Sardegna ha avuto un integrazione di soli 35 poliziotti e 37 poliziotte. “Sono numeri che non copriranno nemmeno i pensionamenti – ha detto Michele Cireddu, segretario generale della Polizia penitenziaria della Uil Pa -. La Sardegna, ancora una volta, è stata scippata e la penalizzano in maniera netta ed inequivocabile. E’ questo l’ennesimo scippo nei confronti di una regione trasformata in una grande Asinara. Non solo, come detto, le unità che verranno inviate non saranno sufficienti nemmeno per colmare i pensionamenti, ma nemmeno i recenti episodi, in primis la rocambolesca evasione di Nuoro, hanno spinto il Dipartimento a mettere in atto interventi concreti. Nella proposta realizzata dal Provveditore – ha detto ancora Cireddu -, l’Istituto di Nuoro avrà, infatti, un integrazione di 6 unità, una goccia nell’oceano insufficiente ed improponibile, così come sono improponibili le proposte per i grandi istituti come Oristano (3 unità maschili e 5 del ruolo femminile), Cagliari (7 unità maschili e 5 del ruolo femminile), Sassari (6 unità maschili e 6 del ruolo femminile ), e Tempio (5 unità del ruolo femminile) . La Sardegna paga la “lontananza dai palazzi del potere romani” e viene rispolverata solo come contenitore di detenuti ingestibili nelle altre regioni, per poi essere costantemente dimenticata in occasione delle assegnazioni degli agenti. Questa integrazione – ha concluso Cireddu – rappresenta l’ennesimo sgarbo nei confronti di una regione bistrattata e offesa anche dai soliti proclama politici, che non si sono mai trasformati in fatti concreti”.

Il prefetto di Oristano, Salvatore Angieri, ha visitato il Comando provinciale dei Carabinieri. Ad accoglierlo il colonnello Erasmo Fontana, che ha fatto conoscere al prefetto la struttura della caserma di via Felice Loffredo e gli ha illustrato, alla presenza degli ufficiali dei vari reparti e di una rappresentanza dei comandanti di Stazione, i risultati dell’attività dell’Arma in provincia di Oristano, e analizzato la situazione attuale dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il prefetto Angieri ha, fra l’altro, raccomandato ai Carabinieri di continuare a focalizzare l’attenzione sull’attività preventiva, soprattutto sulle possibili infiltrazioni illecite nell’attività imprenditoriale, che rappresenta un fenomeno presente in ogni regione d’Italia.

Per l’equipaggio oristanese di Veliamoci sarà un intenso fine settimana. Francesca Ramazzotti, Benedetta Sechi e Filippo Fois sono impegnati, fino al 9 luglio, nelle acque di Calasetta per prendere parte alla Sail Week, in occasione della quarta e alla quinta tappa del Campionato Nazionale RS Aero. Francesca Ramazzotti è tra le favorite dopo aver vinto la prima tappa a Ostia e la seconda a Limone del Garda. Per gli atleti di Veliamoci la stagione in corso si fa sempre più impegnativa, visto che si dovranno dividere tra le tappe dei campionati nazionali e i due mondiali, compreso il Mondiale U15 O’Pen Skiff, in programma dal 17 al 22 luglio, a Rimini, a cui parteciperanno i dodicenni Eleonora Cuccu e Andrea Carboni. Quest’ultimo parteciperà anche al raduno nazionale T.I.O.S della Classe O’Pen Skiff. Dal 26 al 30 luglio sarà di nuovo Calasetta la meta degli skipper oristanesi, con le imbarcazioni di Veliamoci che torneranno a solcare le acque sulcitane durante il Campionato del Mondo Youth. In questa occasione, alla ricerca di un titolo ci saranno Francesca Ramazzotti e il quattordicenne Filippo Fois, che regaterà nell’U17 nella specialità RS Aero. “Impegno, dedizione, passione: le nostre vite ruotano attorno a questo meraviglioso sport, che è la vela, e alla preparazione di questi ragazzi – ha commentato la presidente Maria Cristina Atzori -. Vederli partecipare a regate di altissimo livello, come i nazionali o i mondiali, ci ripaga dell’impegno profuso”.

 

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