L’estate bollente di Papa Francesco nel momento cruciale del pontificato.
Le trame vaticane non conoscono vacanza. L’estate bollente, non solo da un punto di vista meteorologico, di Papa Francesco è densa di numerose decisioni fondamentali per il prosieguo del pontificato, entrato ormai nel suo undicesimo anno di vita.
Bergoglio deve fronteggiare le pressioni interne per le dimissioni, soprattutto dopo la morte di Benedetto XVI e lo scontro finale con il suo ex segretario, l’arcivescovo Georg Gänswein, esiliato senza alcun incarico nella sua arcidiocesi d’origine, Friburgo in Brisgovia. Il tentativo di una rinuncia bis, dopo quella storica e sconvolgente di Ratzinger, si è notevolmente amplificato dopo i due ricoveri al Policlinico Gemelli di Roma nei primi sei mesi del 2023. L’ultima delle due degenze è stata dovuta a un intervento all’addome per il rischio di un’occlusione intestinale, la seconda operazione in anestesia totale negli ultimi due anni. Ma Francesco risponde alle pressioni continuando serenamente a lavorare con grande determinazione.
La sua agenda, del resto, parla da sé in modo molto eloquente. Due i viaggi internazionali in programma: in Portogallo, dal 2 al 6 agosto, per la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, con una tappa molto significativa a Fatima, il 5 agosto, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Salus populi romani e la dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma; e in Mongolia, dal 31 agosto al 4 settembre. Nomine apicali nei dicasteri più importanti della Curia romana, a iniziare dal quarto successore dell’allora cardinale Ratzinger al vertice del Dicastero per la dottrina della fede: Víctor Manuel Fernández. Terzo della lista dei ventuno nuovi porporati, di cui soltanto tre non elettori in un eventuale conclave, ai quali Francesco imporrà la berretta rossa nel concistoro del 30 settembre. Una scelta molto significativa, anche per ridisegnare il conclave che dovrà eleggere il suo successore, quando ovviamente ci sarà la Sede Vacante.
Senza dimenticare l’attuazione della riforma del Vicariato di Roma con la nomina di un nuovo vescovo ausiliare, monsignor Michele Di Tolve, scelto tra il clero di Milano. Bergoglio lo ha voluto rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, affidandogli anche il compito di rafforzare i rapporti tra le realtà di formazione al sacerdozio presenti nel territorio della diocesi di Roma e di coordinarne le attività. Infine, le richieste di condanna nel maxi processo penale vaticano per la gestione dei fondi della Segretaria di Stato nel quale, tra i dieci imputati, c’è anche il cardinale Angelo Becciu. Processo nato a seguito dell’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra che, come ha dichiarato in aula il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, “ha determinato un danno alla Segreteria di Stato, e dunque alla Santa Sede, che va da 139 a 189 milioni di euro”.
Sullo sfondo resta ovviamente la delicatissima missione di pace del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, inviato dal Papa a Kiev, Mosca e Washington nel tentativo di far finire la guerra in Ucraina. Recentemente, il porporato è stato ricevuto dal presidente Joe Biden, al quale Zuppi ha consegnato una lettera del Papa, sottolineando il dolore di Francesco per la sofferenza causata dal conflitto. L’incontro, durato oltre un’ora, “si è svolto – come ha sottolineato il Vaticano – in un clima di grande cordialità e di ascolto reciproco. Durante il colloquio è stata assicurata la piena disponibilità a sostenere iniziative in ambito umanitario, particolarmente per i bambini e le persone più fragili, sia per dare risposta a tale urgenza che per favorire percorsi di pace”. Significativo, proprio in questa direzione, è anche ciò che ha sottolineato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, di cui Zuppi è un autorevolissimo esponente: “La missione di pace della Santa Sede è l’unica in campo e dobbiamo augurarci che proceda. Auspico che si trovi una soluzione per questa drammatica crisi del grano che danneggia tanti Paesi con conseguenze sulle economie e sulle migrazioni”. E ha aggiunto: “È un terzo passo importante l’incontro tra il cardinale Zuppi e Biden. Gli Usa sono un Paese amico della Santa Sede anche se le posizioni non sono sempre convergenti. La missione di pace va avanti e fonti americane dicono che il prossimo passo forse sarà Pechino”.
Quello della guerra in Ucraina non è l’unico dossier che il Papa ha sulla sua scrivania. All’orizzonte c’è il Sinodo dei vescovi che si terrà in due fasi: dal 4 al 29 ottobre 2023 e poi nello stesso mese del 2024. Così come è in preparazione da tempo il Giubileo del 2025. Un’agenda di governo abbastanza serrata che non lascia alcun dubbio a possibili illazioni sulla volontà di Francesco di cedere rapidamente la mano, quasi preparando la successione. Anche perché è altamente difficile ipotecare il futuro Papa, come insegna la storia recente delle dimissioni di Benedetto XVI, convinto che il cardinale Angelo Scola gli sarebbe succeduto in totale continuità, come poi ingenuamente rivelato sia da lui che dal suo segretario Gänswein.
“L’ultima volta che ho fatto vacanze fuori Buenos Aires, con la comunità gesuita, è stato nel 1975. Poi, sempre faccio vacanze – davvero! –, ma nell’habitat: cambio ritmo. Dormo di più, leggo le cose che mi piacciono, sento la musica, prego di più… E questo mi riposa”. Così Bergoglio, all’inizio del suo pontificato, rivelò la sua insolita abitudine a non fare vacanze. Insolita anche per gli ultimi suoi predecessori: Pio XII amava trasferirsi per numerosi mesi, ben al di là dell’estate, nella residenza estiva dei pontefici, Castel Gandolfo, dove, infatti, vi morì il 9 ottobre 1958; san Giovanni XXIII era solito fare alcune fughe in macchina, soltanto con il suo aiutante Guido Gusso, nei paesi dei Castelli Romani; san Paolo VI, quasi come Pacelli, si trasferiva lungamente a Castel Gandolfo, dove anche luì morì il 6 agosto 1978; san Giovanni Paolo II incominciò a soggiornare stabilmente in estate per alcune settimane a Les Combes, in Valle d’Aosta, per poi trasferirsi fino alla fine di settembre a Castel Gandolfo; Benedetto XVI seguì Wojtyla anche in questo, tornando nella residenza estiva dei pontefici anche da emerito, con qualche gita ai Castelli Romani.
Francesco, invece, non ha mai voluto rinunciare al lavoro anche a luglio, da sempre considerato il mese di vacanza dei pontefici. Sebbene dal 1° luglio, come consuetudine, la Prefettura della Casa Pontificia abbia ufficialmente sospeso le udienze generali, particolari e speciali, Bergoglio continua regolarmente a lavorare, ricevendo numerose persone e anche qualche gruppo. È avvenuto così per i giovani pellegrini dell’arcidiocesi di Córdoba, il cui arcivescovo, il gesuita Ángel Sixto Rossi, diventerà cardinale nel prossimo concistoro. I ragazzi argentini hanno fatto tappa a Roma prima di partecipare alla Gmg di Lisbona. La stessa possibilità di incontrare il Papa l’hanno avuta anche i pellegrini polacchi nella Capitale per un ritiro spirituale guidato dall’arcivescovo di Łódź, Grzegorz Ryś, anche lui tra i futuri porporati. Mentre l’Aula Paolo VI, come avviene ormai da alcuni anni, è occupata dal centro estivo Estate ragazzi in Vaticano, organizzato dal sacerdote salesiano don Franco Fontana. Il Papa ne ha approfittato per trascorrere una mattina con i piccoli ospiti, principalmente figli di dipendenti vaticani, e rispondere alle loro domande. Bergoglio ha sottolineato la necessità di sentimenti di gratitudine verso i propri genitori, il valore dei nonni, i “supereroi” che “hanno formato una famiglia, che hanno la saggezza”, raccomandando di avere un rapporto sano con il mondo digitale.
Francesco ha voluto anche ricordare la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, da lui istituita, che quest’anno si celebra il 23 luglio, la domenica precedente il 26 luglio, memoria liturgica dei nonni di Gesù, i santi Gioacchino e Anna. Con un invito molto concreto che il Papa ha rivolto nel messaggio scritto per questa occasione: “A voi giovani, che vi state preparando a partire per Lisbona o che vivrete la Giornata mondiale della gioventù nei vostri luoghi, vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo! La sua preghiera vi proteggerà e porterete nel cuore la benedizione di quell’incontro. A voi anziani chiedo di accompagnare con la preghiera i giovani che stanno per celebrare la Gmg. Quei ragazzi sono la risposta di Dio alle vostre richieste, il frutto di quel che avete seminato, il segno che Dio non abbandona il suo popolo, ma sempre lo ringiovanisce con la fantasia dello Spirito Santo”. Quella stessa fantasia che Francesco ritiene necessaria per il governo della Chiesa cattolica. (Francesco Grana, ilfattoquotidiano.it).
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