Questura di Oristano: 14 avvisi di garanzia per coltivazione e spaccio di marijuana.
Quattordici avvisi di garanzia sono stati notificati dalla Polizia di Stato, al termine di indagini relative a una complessa attività antidroga.
L’operazione, denominata “The Butchere”, è stata condotta dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Oristano che, dopo approfondite investigazioni su scala provinciale, hanno interessato 14 persone residenti nei comuni di Oristano, Palmas Arborea e Masullas, accusate, a vario titolo, di produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’importante operazione ha visto all’opera oltre 80 uomini della Questura di Oristano, del Reparto Prevenzione Crimine Sardegna, Reparto Volo di Fenosu, Unità Cinofile della Polizia di Stato di Abbasanta e Unità cinofile della Guardia di Finanza.
Dopo numerosi appostamenti e pedinamenti, gli agenti sono riusciti a individuare i luoghi dove venivano custoditi i chili di marijuana da immettere nel mercato oristanese.
Il gruppo si occupava, infatti, della coltivazione di migliaia di piante di canapa indiana, per poi lavorarle e avere il prodotto da spacciare per tutto l’anno, mettendo a disposizione i propri terreni e la manovalanza per gestire le piantagioni illegali.
Secondo una stima, è stata immessa sul mercato della provincia di Oristano circa una tonnellata di marijuana.
Le piante coltivate dal gruppo avevano un principio attivo elevatissimo, visto che il loro Thc ha toccato punte del 25,6%. Dato, questo, che evidenzia come si stia cercando di alzare il livello, creando un prodotto dall’effetto drogante di maggior qualità, per poter così monopolizzare il mercato.
L’indagine della Polizia di Stato ha permesso di ricostruire l’intera filiera dello stupefacente sequestrato, e ha evidenziato la particolare intuizione imprenditoriale del gruppo, che aveva deciso di produrre autonomamente lo stupefacente, quasi a costo zero, spacciandolo al dettaglio e a livelli intermedi a un prezzo molto competitivo. Questo ha permesso alle 14 persone di entrare a gamba tesa nel mercato della provincia e, come detto, anche grazie all’altissima qualità/tossicità del prodotto, di monopolizzarlo.
Intanto, proseguono le indagini sul territorio degli agenti della Questura di Oristano, che si stanno concentrando anche sul monitoraggio dei luoghi della movida giovanile e nei luoghi di assembramento, attraverso servizi studiati per colpire il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Verrà eseguita venerdì 12 gennaio, all’ospedale Gemelli di Roma, l’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto romano di 42 anni trovato morto, il 12 ottobre del 2022, in una cella del carcere di Massama, alle porte di Oristano. Alle 10 sarà prima eseguita una Tac e poi alle 14 inizierà l’esame necroscopico a cura del medico legale Roberto Demontis. Domani il professionista cagliaritano riceverà l’incarico e sempre domani effettuerà un sopralluogo nella cella del carcere di Massama in cui è stato trovato morto Dal Corso. Il sopralluogo servirà ad effettuare le misurazioni per verificare l’eventuale compatibilità con il suicidio, ipotesi che era stata avanzata inizialmente e poi scartata grazie alle sollecitazioni effettuate dalla sorella di Dal Corso, Marisa, attraverso l’avvocata Armida Decina, che non ha mai creduto alla tesi del suicidio. Attualmente l’inchiesta è aperta con l’ipotesi di omicidio volontario contro ignoti. All’autopsia prenderanno parte i consulenti nominati dalla famiglia: il medico legale Claudio Buccelli, l’ematologa forense Gelsomina Mansueto e l’esperto tossicologico Ciro Di Nuzio.
La coalizione del “campo largo” del centrosinistra, che in Sardegna sostiene Alessandra Todde alla presidenza della Regione, punta ad avere 11 liste sulla scheda elettorale da inserire nelle urne il 25 febbraio. Le forze politiche sono al lavoro per la definizione delle liste che, al momento sono 14, e 11 le liste che si vogliono presentare. Oltre a quelle del Pd e del M5S, dove sono confluiti i candidati indipendentisti di A Innantis e del Partito Gay di Marrazzo, ci sono Alleanza Rossoverde Sardegna, Orizzonte Comune, Psi con Sardi in Europa, Fortza Paris, Demos con Sardegna 2050, Sinistra Futura, Lista civica con Alessandra Todde Presidente, La Base. Dopo l’annuncio della nascita della lista civica per Alessandro Todde presidente, composta da esponenti della società civile e da alcune liste cittadine cagliaritane, e dopo l’accordo con gli indipendentisti di A Innantis, venerdì 5 gennaio, il fronte presenterà la nuova lista con il Psi con Sardi in Europa e Identità indipendente, e presto annuncerà l’intesa con il Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale per inserire suoi esponenti nelle liste del M5S.
Alle prossime Regionali si profila una corsa a quattro, e salgono a due le donne candidate alla presidenza. A farsi avanti è stata, infatti, Alessandra Zedda, consigliere regionale di Forza Italia ed ex assessore del Lavoro, nonchè vicepresidente della giunta di Christian Solinas, che ha così deciso di aggiungere confusione a confusione, spaccando di fatto il centrodestra. “Sono pronta ha detto Zedda -, ho avviato tutti i passi burocratici necessari a presentare la mia candidatura con la lista “Anima di Sardegna”. Una corsa da indipendente, come mi hanno chiesto molti esponenti della società civile”, ha spiegato Zedda, che ai primi di novembre del 2022 aveva lasciato l’esecutivo regionale di Solinas, in polemica per l’immobilismo che lo caratterizzava, e che ora non ne può più “…della lentezza e delle decisioni all’ultimo istante della coalizione di centrodestra che ancora non ha scelto la sua guida per i prossimi cinque anni”. Zedda, che rientrava inizialmente nella rosa di nomi su cui la maggioranza poteva contare e che non ha mai nascosto la sua volontà di assumersi l’onere, scombina così i piani del centrodestra, proprio alla vigilia del vertice di domani da cui dovrebbe scaturire la scelta del candidato. “Mi farebbe cambiare idea solo una proposta di rottura e discontinuità, che scardini gli schemi nazionali di spartizione tra le regioni”, ha evidenziato Zedda -, ma io vado comunque”. Al momento Zedda resta dentro Forza Italia, ma questa mattina ha presentato in consiglio l’adesione tecnica ad “Anima di Sardegna”, un passaggio che le consentirebbe di presentarsi senza dover raccogliere le firme necessarie per le candidature indipendenti, senza la forza di un partito. “Intanto – ha aggiunto – sono al lavoro sulla lista e sulla prossima scadenza per il il deposito del simbolo”. Le prossime scadenze sono vicine: entro il 15 gennaio devono essere presentati i contrassegni delle liste in Corte d’Appello, a Cagliari; il 21 e 22 gennaio le liste nelle cancellerie dei Tribunali dove sono costituiti gli Uffici centrali circoscrizionali; ed entro il 25 gennaio i candidati alla carica di governatore.
“Oggi, dopo avere seguito gran parte della conferenza stampa di presentazione dell’accordo tra il Movimento Cinquestelle e A Innantis, mi sono chiesto: ma perché i partiti italiani hanno così tanto bisogno dei partiti indipendentisti? La domanda non può che essere questa, perché la necessità dei partiti indipendentisti di legarsi agli schieramenti o a politici di formazione italiana è chiarissima: non avendo voti e avendo deciso di non andare da soli, gli indipendentisti, se non vogliono certificare la loro irrilevanza, devono per forza accasarsi da qualche parte. Ma se sono pochi e hanno poco consenso, perché gli schieramenti italiani li corteggiano così tanto? Risposta numero uno: perché anche se sono pochi, quei voti è meglio averli che non averli, tanto più se si teme un arrivo al fotofinish. Risposta numero due: perché i partiti indipendentisti sono gli unici che hanno (pur tra mille contraddizioni) un impianto teorico che risponde alle questioni cruciali che la Sardegna è chiamata ad affrontare. Cioè, al netto delle modalità attraverso cui l’indipendenza della Sardegna dovrebbe essere raggiunta, il movimento indipendentista ha ben compreso quali sono le dinamiche economiche e di potere che condannano la Sardegna al sottosviluppo. Non voglio dire che tutte queste ragioni siano fuori dall’isola, no: anche noi abbiamo le nostre responsabilità. Ma di sicuro gli indipendentisti sono gli unici che in questi anni hanno potuto dichiarare a voce alta le loro posizioni senza correre il rischio di entrare in conflitto con il potere centrale italiano, nel quale non hanno mai avuto alcun ruolo. Lo schema indipendentista di interpretazione della realtà sarda è vincente, e infatti la sinistra ha sofferto molto questa sorta di “egemonia culturale”. Gli schemi della sinistra ormai non vanno oltre il concetto di Autonomia, il cui ultimo sostenitore è Graziano Milia. Ma è chiaro che l’Autonomia ormai appartiene al passato, non ha risposte da dare ma solo dinamiche di potere da replicare. E la sinistra sarda intellettuali in grado di orientare l’opinione pubblica non ne ha più. Ecco perché allora gli indipendentisti e i loro intellettuali sono così importanti in una competizione elettorale come questa. E infatti questo lo ha capito bene il Pd che qualche mese fa con una mossa a sorpresa ha cooptato nel tavolo del centrosinistra nientemeno che la formazione più settaria del movimento indipendentista sardo, ovvero Liberu (che poi dopo in realtà si è dimostrata essere in realtà una quinta colonna della candidatura di Renato Soru). Lo sa bene anche Renato Soru che per far decollare il suo progetto ha avuto il bisogno dell’impianto teorico di Liberu e degli altri partiti e movimenti indipendentisti che lo sostengono (Irs, Progres e Sardegna Chiama Sardegna). Lo sa bene il centrodestra che cinque anni fa, per vincere le elezioni, ha dovuto mettere al centro dell’alleanza elettorale il Partito Sardo d’Azione. E infatti, al di là del nome alla presidenza che ancora non c’è, il vero dilemma del centrodestra sardo è questo: come simulare una attenzione all’isola se viene meno la centralità dei quattro mori? Ho usato senza accorgermene il termine “simulazione” e forse è quello più corretto. Se cinque anni di governo Solinas hanno dimostrato come, paradossalmente, poche altre giunte regionali siano state meno sardiste di questa (ovvero attente ai temi della “questione sarda”), dall’altra parte basta ascoltare Renato Soru o Alessandra Todde per capire quanto abbiano ancora le idee confuse se pensano di poter usare come se fossero sinonimi termini ben distinti come “autonomia”, “indipendenza” e “autodeterminazione”. Gli indipendentisti lasciano fare e fanno finta di niente (anche se non è casuale che Soru abbia smesso di sproloquiare di “nuova Autonomia” e “nuovo Piano di Rinascita”…). L’operazione Cinquestelle-A Innantis conferma dunque per l’ennesima volta la necessità dei partiti italiani dell’impianto teorico indipendentista ma in realtà segna anche un’operazione di grande interesse. Alessandra Todde poteva infatti limitarsi ad accogliere nel suo schieramento la formazione di Franciscu Sedda e invece ha voluto che gli indipendentisti venissero candidati direttamente nelle liste del Movimento. E non importa quanti saranno (penso, ragionevolmente, molto pochi): ciò che importa è che in questo modo il Movimento si dota di una base teorica forte che non aveva mai avuto, essendo sempre stato un partito centralista che non ha mai avuto una sua politica sui territori né tantomeno sulle autonomie (e infatti a livello amministrativo, anche in Sardegna, ha sempre raccolto risultati modestissimi). Dall’altra parte, Franciscu Sedda stamattina ha detto di voler portare gli indipendentisti nelle istituzioni. In realtà questo è già avvenuto, posto che proprio il partito di cui Sedda è stato segretario e presidente (il Partito dei Sardi) aveva espresso un assessore nella giunta Pigliaru. Ecco perché, a maggior ragione, l’alleanza può essere importante: perché porrebbe le idee indipendentiste al centro del programma di governo a prescindere dal consenso, ragionevolmente limitato, che i candidati di A Innantis riusciranno a raccogliere. L’operazione comunque è ardita. Certo, anni fa Beppe Grillo manifestava una certa simpatia nei confronti di Gavino Sale. Ma ora come reagiranno gli elettori e i militanti del Movimento davanti un’alleanza così stretta con un movimento indipendentista? Come reagiranno nel vedere il loro simbolo modificato sulla scheda elettorale? E soprattutto, quella siglata oggi prenderà i contorni di una vera operazione politica (con tutto ciò che ne consegue anche in termini di programma) o si dimostrerà solo una mossa di marketing elettorale? Una domanda, due strade: chissà Alessandra Todde quale imboccherà”. (Vito Biolchini, dal sito vitobiolchini.it).
Commenti recenti