Protesta degli agricoltori con i trattori nel centro di Oristano. Gabriella Murgia torna libera.
Proseguono le preteste degli agricoltori e degli allevatori, che oggi si sono riuniti con i loro trattori sotto il viadotto del ponte Tirso, al Rimedio, nei pressi di Oristano.
Da qui sono partiti in corteo verso la città di Eleonora, con i trattori che hanno attraversato la via Tirso, piazza Roma, via Mazzini, via Solferino, via Cagliari, via Pira, viale Rockefeller e viale Diaz per poi far ritorno al Rimedio.
Agricoltori e allevatori, che sono giunti da Oristano da Massama, Nuraxinieddu, Palmas Arborea, Solarussa, San Vero Milis e Cabras, contestano, fra l’altro, i costi di produzione sempre più alti e i guadagni ormai ridotti all’osso.
“Non è giusto che i produttori siano quelli che nella filiera guadagno di meno – ha denunciato Giacomo Scintu, uno dei promotori della protesta -. Aspettiamo l’insediamento della giunta regionale per parlare con il nuovo assessore. Gli incrementi dei costi di produzione e l’arrivo di prodotti esteri ci stanno penalizzando. La Sardegna è terra di prodotti di eccellenza maturati al sole e in ambienti senza inquinamento – si legge in un volantino distribuito dagli agricoltori a Oristano -.
L’agricoltura sta morendo sotto il peso della grande distribuzione e dell’industria. Manifestiamo per difendere un duro lavoro nei campi e nelle nostre stalle. Chiediamo che venga riconosciuto il giusto compenso alle nostre fatiche, di continuare la nostra arte che i nostri genitori e nonni con umiltà, rispetto e amore ci hanno insegnato, e che noi a nostra volta vogliamo insegnare ai nostri figli”.
Il mondo delle campagne si riunirà il 9 marzo, a Tramatza, per discutere sull’organizzazione delle future proteste. Tra i temi in discussione ci saranno anche gli ecoschemi della Pac 2023/2027, ossia le misure volte a tutelare il clima, l’ambiente e il benessere degli animali, e la situazione dell’ovicaprino e dei bovini per le forti riduzioni previste rispetto agli importi programmati. Si parlerà anche di relazioni commerciali, standard di produzione, concorrenza sleale tra paesi Ue ed extra Ue con la richiesta di introduzione delle filiere orizzontali e di semplificazioni negli iter burocratici.
Al centro del dibattito anche le etichette, che per agricoltori e pastori devono essere chiare, con obbligo del Paese di provenienza anche per il settore cerealicolo. Altro tema caldo la speculazione sulle energie rinnovabili, oltre alla questione del principio di insularità inserito nella Costituzione e rimasto, per ora, solo sulla carta.
A Tramatza, agricoltori e allevatori eleggeranno dei delegati per presentare le istanze del comparto agropastorale alla neo presidente della Regione, Alessandra Todde, e al nuovo assessore regionale all’agricoltura.
Gabriella Murgia, ex assessore regionale all’Agricoltura nella bocciata giunta Solinas, è tornata in libertà. Era stata arrestata il 27 settembre 2023, nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Cagliari, ribattezzata “Monte Nuovo”, che ha disarticolato una presunta associazione criminale della quale facevano parte colletti bianchi ed esponenti della criminalità del Nuorese. Murgia, difesa dagli avvocati Enrico Meloni e Carlo Figus, era stata trasferita in un primo tempo nel carcere di Uta, e da ottobre si trovava agli arresti domiciliari. Oggi la revoca anche dell’ultima misura cautelare. Nelle scorse settimane è uscito dal carcere anche Tomaso Cocco, il primario del reparto di Terapia del dolore dell’ospedale Binaghi, coinvolto nella maxi inchiesta. Per lui sono stati disposti i domiciliari a Tula, piccolo comune del Sassarese, dove vive un familiare del medico. A sorpresa Cocco, dal carcere di Uta, era stato trasferito a Palermo, nella casa circondariale Pagliarelli destinata alla detenzione di mafiosi in alta sorveglianza. Il tutto, nonostante il Tribunale del Riesame di Cagliari avesse escluso l’ipotesi di associazione mafiosa, ipotizzando una semplice associazione a delinquere finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione. Anche per l’ex assessora Murgia sono poi cadute le stesse ipotesi dell’accusa. Secondo gli inquirenti, Murgia e Cocco sarebbero stati il punto di congiunzione tra i gruppi criminali e le istituzioni. Cosa questa sempre smentita dagli interessati.
Si è tenuta in Tribunale, a Oristano, in composizione monocratica (giudice Paola Bussu), l’udienza del procedimento penale relativo all’attività industriale svolta dalla Geco, nella zona industriale di San Pietro, a Magomadas, in un impianto di trattamento dei rifiuti “autorizzato a ricevere fanghi di depurazione e a trattarli mediante essicazione e miscelazione con i residui della frantumazione degli inerti, ai fini della produzione di ammendante per l’agricoltura”. Il Pm ha presentato una lista di 76 testimoni, mentre i legali della difesa ne han presentato una con ben 95 testimoni. “Se venissero accolte in toto – ha dichiarato il Grig, Gruppo di intervento giuridico – non vi sono tanti dubbi che fra non molto tempo il procedimento potrebbe venire dichiarato estinto per intervenuta prescrizione, trattandosi di fatti accaduti anni or sono”. La prossima udienza è stata fissata per il 19 aprile, per ascoltate altri tre testimoni su richiesta del Pubblico ministero. Secondo le contestazioni della Procura, sono state sversate in tre terreni, in agro di Tinnura e Magomadas “…complessive 7.013 tonnellate di fanghi di depurazione miscelati con residui di frantumazione di inerti, da considerarsi a tutti gli effetti di legge rifiuti (speciali non pericolosi) e non ammendante, in tal modo effettuando uno smaltimento illecito degli stessi”. Inoltre, viene contestata la diffusione nell’area contigua dell’impianto e nei centri abitati di Tinnura, Magomadas, Flussio e Tresnuraghes “…emissioni odorose nauseabonde, che creavano agli abitanti … rilevanti molestie e fastidi e in alcuni casi anche problemi di salute”. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).
Furto, la notte scorsa, all’Autogrill della Tamoil, sulla strada statale 131, in territorio di Marrubiu. I ladri hanno portato via il registratore di cassa, che era vuoto e conteneva solo pochi spiccioli, e sono rimasti, quindi, a mani vuote. Dopo aver forzato una porta, con un piede di porco, i malviventi sono entrati all’interno degli uffici dell’Autogrill. Prima di portare via il registratore di cassa è però scattato l’allarme a gas, che ha fatto scappare i ladri e fatto intervenire una squadra dei Vigili del fuoco e i Carabinieri di Oristano.
Un dono, che rappresenta la gratitudine, la stima e l’affetto verso un reparto, dove si sono sentiti a casa e in famiglia, assieme al loro figlio Nicola. Due genitori di Arzana, Bruno Demurtas e Marinella Farci, hanno offerto al reparto di Neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano un televisore 72 pollici, un visore 3D e un elettromiografo, in ricordo del loro figlio Nicola, ma anche come segno di riconoscenza verso uno staff di dirigenti medici e operatori sanitari, definiti più volte da papà Bruno e mamma Marinella “una vera famiglia”. Frase ripetuta dai due genitori durante la commovente cerimonia di consegna dei doni al reparto di Neuroriabilitazione del San Martino, alla presenza anche del direttore sanitario della Asl 5 di Oristano, Antonio Maria Pinna. “Un dono che ci consente di ampliare gli strumenti che possiamo mettere a disposizione dei pazienti nella quotidianità del nostro reparto. Un gesto, testimone del legame speciale creatosi fra tutto il nostro reparto e questa famiglia, che ha segnato la memoria di tutti noi operatori della Neuroriabilitazione”, ha detto Andrea Montis, direttore del reparto. Nicola aveva 23 anni, il 30 aprile 2022, quando è rimasto vittima di un bruttissimo incidente stradale. Dopo due ricoveri a Lanusei e Nuoro è arrivato, il 26 luglio, nel reparto di Neuroriabilitazione del presidio ospedaliero oristanese, dove è rimasto sino al 15 marzo dell’anno successivo. Poi l’ultimo viaggio della speranza per un intervento nella penisola e, durante il ricovero a Parma, la sua improvvisa scomparsa. I genitori non hanno mai dimenticato il reparto oristanese che li ha accolti, coccolati e sostenuti insieme al loro figlio. Per questo hanno scelto di fare un altro piccolo dono, grazie anche al sostegno di parenti, amici e di tutta la loro comunità di Arzana e del territorio dell’Ogliastra. A sua volta, lo staff della Neuroriabilitazione ha voluto ricordare Nicola con una targa sistemata nel cuore del reparto. “Grazie” è stata la parola pronunciata più volte dai genitori di Nicola, rivolta a tutti gli operatori della Neuroriabilitazione dell’ospedale oristanese. “Questa è stata la nostra casa per mesi. Nicola qui è stato sempre sereno e si è sentito a casa. Sono sicura che ora starà sorridendo lassù. Ci avete dato una speranza e la possibilità di stare vicino a nostro figlio. Continuate così, non smettete mai di fare quello che fate in maniera semplice ogni giorno, ma molto importante per tutti i pazienti”. “Mi unisco ai vostri ringraziamenti verso tutta l’equipe della Neuroriabilitazione – ha detto il direttore sanitario della Asl 5 di Oristano, Antonio Maria Pinna – per quello che ha fatto. Le vostre testimonianze sull’empatia, sulla capacità di stare vicini e comprendere il paziente sono motivo d’orgoglio per tutta la nostra azienda sanitaria. Un’azienda dove ci sono tante difficoltà, ma sino a quando ci saranno operatori che danno il massimo nel sostegno e nell’amore verso i pazienti, come in questo caso, saranno sempre raggiunti grandi risultati”.
Il progetto “Children life”, viviamo l’ambiente, costruiamo il nostro futuro, prende il via a Cabras e Oristano. Il progetto, finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e promosso dalla sociale Cultour, è finalizzato a contrastare la povertà educativa e sostenere le opportunità culturali. “Children Life” è totalmente gratuito e dedicato a bambini e ragazzi tra i 5 e i 14 anni, con una proposta di servizi di educazione ambientale e culturale, che si svolgeranno principalmente a Cabras, attraverso l’esperienza del gioco, lo sviluppo dell’espressività e della creatività. Le attività avranno una durata di dodici mesi e prevedono tre incontri settimanali pomeridiani, durante i mesi invernali, autunnali e primaverili, nella sede di via Tharros 178, a Cabras, e due appuntamenti settimanali nella stagione estiva, dalla mattina al primo pomeriggio, con merenda e pranzo inclusi, nella borgata marina di San Giovanni di Sinis. A curare le attività saranno operatori qualificati, che porteranno i ragazzi alla scoperta della storia di Cabras, mostrando loro i luoghi storici, specie quelli meno conosciuti, raccontando le tradizioni e il patrimonio paesaggistico del territorio lagunare. Sono previste attività sportive e piccoli trekking urbani, attività di aggregazione e socializzazione, educazione alimentare con il coinvolgimento delle aziende locali, ma anche lezioni di Sup, snorkeling, kitesurf e una gita all’isola di Mal di Ventre. “Children Life” è rivolto a 50 bambini e ragazzi residenti nei comuni di Cabras e Oristano. Per poter partecipare occorre iscriversi fino al 15 marzo, compilando il modulo di iscrizione scaricabile sui siti istituzionali dei Comuni di Cabras e Oristano e della Cooperativa Cultour. Alla domanda dovrà essere allegato un documento di riconoscimento del genitore, l’autocertificazione Isee in corso di validità, e l’avviso pubblico firmato per accettazione. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).
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