Terza giornata del Festival Internazionale dell’Archeologia – L’Isola dei Giganti.
La nuova casa dei Giganti, nella splendida sala del Paesaggio nel museo “Giovanni Marongiu” di Cabras, è stata la protagonista della terza giornata de “L’Isola dei Giganti– Festival Internazionale dell’Archeologia”.
Giorgio Murru, responsabile dell’area scientifica della Fondazione Mont’e Prama e curatore del progetto di allestimento, in un dialogo con Ambra Pintore, ha spiegato il senso della rinnovata e inedita esposizione delle grandi statue di pietra, che il pubblico del festival ha potuto ammirare per la prima volta.
“I Giganti oggi hanno un nuovo orizzonte – ha spiegato Murru -, guardando verso Mont’e Prama, così possono sentirsi realmente a casa. Le grandi vetrate, lasciate aperte, consentono alla luce naturale di filtrare in ogni ora del giorno, cambiando di continuo l’identità cromatica delle statue”.
Non solo, nella nuova sala del Paesaggio i visitatori possono finalmente ammirare i Giganti a 360° gradi, liberandoli definitivamente dalla fastidiosa vicinanza con le pareti. Una scelta, quella voluta dalla Fondazione Mont’e Prama, per ammirare nel migliore dei modi le statue e apprezzare i dettagli fino in fondo. Per Murru, il nuovo allestimento è anche una sorta di restituzione di dignità per i Giganti, che sono “i sardi di 3.000 anni fa, i nostri padri, i nostri nonni, i nostri eroi”.
Il paesaggio delle acque di Cabras, con i suoi stagni e le sue lagune, è un luogo affascinante e ancora misterioso per gli archeologi che hanno presentato il progetto che porterà a indagare nei prossimi anni proprio questa parte della penisola del Sinis. Un paesaggio in continuo movimento, e che non è mai come appare. Per questo un team di esperti di diverse discipline sarà al lavoro, con l’obiettivo di dare risposte ai tanti segreti che si nascondono sotto le acque dello stagno di Cabras e intorno al suo perimetro.
Un viaggio affascinante che è stato oggetto della conferenza che ha visto come protagonisti Piergiorgio Spanu, direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione–Uniss; Rita Auriemma, docente di Archeologia Subacquea presso l’Università del Salento; Valeria Patrizia Li Vigni, presidente della Fondazione “Sebastiano Tusa”, già Soprintendente del Mare della Regione Sicilia; e Roberto Filloramo, esperto di tecnologie delle indagini subacquee.
Il terzo momento della serata è stato dedicato ad Ernest Hemingway, con “Il Vecchio e il mare” e la sua traduzione in sardo. Duilio Caocci, docente di Letteratura Italiana, Letteratura Sarda e Letterature Regionali all’Università di Cagliari, ha spiegato come la lingua sarda abbia, in un certo senso, impreziosito il capolavoro dello scrittore americano, dandogli persino una dimensione più europea e mediterranea, soprattutto nelle scene dove si parla di una pesca, quella oceanica, che non appartiene certamente alle nostre tradizioni. Non solo, “anche la descrizione dei particolari fisici del vecchio (come le mani, le rughe, gli occhi) assume un nuovo significato capace di dare ulteriore splendore a un monumento assoluto della letteratura mondiale”.
Colette Hemingway, ricercatrice dell’Università di Harvard, ha ripercorso, infine, il rapporto di Ernest con l’arte, e gli artisti in generale, soprattutto in quegli anni parigini che hanno dato una forte impronta alla poetica del grande scrittore statunitense. Il lungo intervento in italiano, con alcuni passaggi in un sardo impeccabile, ha emozionato il pubblico, che ha potuto scoprire alcuni aspetti inediti della vita più intima del Premio Nobel per la Letteratura.
L’introduzione e l’intervallo musicale della terza giornata del festival sono stati affidati a Federica Urracci & Andrea Morrone Acoustic Duo. Il Festival riprenderà martedì 25 giugno, alle 21, a Cabras, nel museo civico Giovanni Marongiu.
Al Festival dell’Archeologia ha partecipato anche la presidente della Regione, Alessandra Todde. Ecco cosa ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Ieri ho avuto l’onore di partecipare alla serata inaugurale del “Festival Internazionale dell’Archeologia”, un evento importante perché abbiamo celebrato il cinquantesimo anniversario dal ritrovamento del complesso scultoreo di Mont’e Prama. È stato emozionante e ci ha dato l’occasione per riflettere sul valore della nostra storia e della nostra identità ed esserne orgogliosi. Giornate come questa sono davvero preziose, perché ci danno l’opportunità di raccontarci e riconoscerci e ci ricordano l’urgenza che questa nostra storia straordinaria venga insegnata e tramandata nelle scuole. Oggi più che mai, ho ricevuto la conferma che la cultura dovrà essere un faro che illuminerà negli anni la nostra azione di governo”.
Nel reparto di Oncologia dell’ospedale San Martino di Oristano le attività di follow-up, e le visite periodiche per le persone alle quali hanno è stato diagnosticati un tumore, sono state sospese, mentre sono garantite solo quelle ai pazienti in terapia attiva. I tre medici del reparto (all’inizio dell’anno erano sei) sono troppo pochi e con sacrificio e salti mortali si fanno ancora carico dei 450 pazienti in terapia attiva. Dopo le prime proteste di chi si è visto rifiutare la visita, nonostante l’appuntamento, è arrivata anche la nuova protesta del Comitato per il diritto alla salute. “Come cittadini, come pazienti, come Comitato siamo stanchi di sentire le solite motivazioni “scarica barile”. Siamo stanchi di vedere i soliti tavoli tecnici tra persone che nulla vogliono sapere e nulla decidono. Siamo stanchi di vedere una situazione stagnante. Come sono state trovate le risorse per il rinnovo dei contratti dei medici a gettone e delle premialità, si trovino anche per la Sanità. È tempo di decidere, è tempo di fare, è tempo di valorizzare le figure professionali che vivono, lavorano e si sacrificano per i pazienti. Se non lo si capisce e non si agisce, anche quei pochi medici, infermieri e oss ci lasceranno. Insomma non c’è più tempo”. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).
Proseguono i lavori per il nuovo svincolo di Paulilatino sulla statale 131 “Carlo Felice”. Un’opera attesa da temopo dal territorio per l’eliminazione del pericoloso incrocio a raso dove, negli anni, si sono verificati gravi incidenti, alcuni dei quali mortali. Da domani l’Anas avvierà una nuova fase dei lavori, con la realizzazione delle rampe di immissione e uscita sulla carreggiata in direzione Cagliari. I lavori riguarderanno, inoltre, l’ammodernamento del tratto della via Nazionale, interno allo svincolo e compreso tra la statale 131 e la rotatoria in corso di realizzazione, e il collegamento tra le rampe di svincolo e la viabilità locale. Per consentire le attività di cantiere verrà chiuso lo svincolo in entrata e in uscita all’area industriale di Paulilatino, che sarà comunque raggiungibile dallo svincolo di Paulilatino sud, al km 119. I lavori, che sono stati avviati nel settembre del 2023 e hanno un valore di circa dieci milioni di euro, fanno parte del piano avviato da Anas per l’eliminazione degli incroci a raso sulla principale arteria sarda, e saranno completati entro la primavera del 2025.
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