Lug 08

I 50 anni della Provincia di Oristano: le proposte della Cisl oristanese.

L’iniziativa del consiglio generale della Ust-Cisl di Oristano, guidato da Alessandro Perdisci, per i 50 anni della Provincia di Oristano, era finalizzata ad avviare un momento di confronto con i consiglieri regionali espressione del territorio per discutere sui temi che riguardano l’Oristanese.

All’incontro, oltre ai consiglieri regionali, erano presenti il segretario confederale nazionale Ignazio Ganga, il segretario generale della Cisl sarda Pierluigi Ledda e i suoi colleghi di segreteria Federica Tilocca e Mirko Idili.

“Proprio in avvio di legislatura – ha detto il segretario generale Uts-Cisl di Oristano Alessandro Perdisci, nella sua relazione introduttiva -, abbiamo deciso di individuare le principali scelte su cui puntare, per garantire un’adeguata crescita economica e promuovere la sostenibilità sociale del nostro territorio, anche in un’ottica di medio e lungo periodo”.

Dopo un’analisi statistica, che ha evidenziato un marcato declino demografico e sociale della provincia “…anche per responsabilità connesse ad una debole strategia di sviluppo e di rappresentanza”, Perdisci ha sostenuto che “…è urgente il perseguimento del riequilibrio territoriale (aree interne, città, comuni minori, coste) come parte fondamentale di una nuova programmazione regionale dello sviluppo, per garantire una reale integrazione tra aree e, dunque, costruire un vero sistema Regione, per combattere così l’abbandono dei territori e il fenomeno dell’emigrazione, compresa quella culturale, cioè dei giovani diplomati e laureati. In questa direzione è urgente avviare un vero e proprio programma a sostegno delle nostre comunità in difficoltà e dei centri in calo demografico, soprattutto quelli delle aree interne e dei comuni demograficamente minori.

Riteniamo pertanto necessario – ha affermato Alessandro Perdisci – che l’Oristanese si doti da un lato di un piano di crescita e di sviluppo socio-economico, promosso dalle istituzioni della politica locale, dall’altro è però indispensabile che il territorio sia parte rilevante dei più generali piani di sviluppo della Sardegna.

Proprio per questi motivi vogliamo analizzare, per sommi capi, i principali ambiti di intervento che riteniamo strategici sia per il territorio che per l’Isola, iniziando dalla Sanità, per poi proseguire con l’Istruzione e la Formazione, le Infrastrutture, il Turismo ed il sistema Agroalimentare che rappresenta il settore trainante dell’economia oristanese:

Sanità

Il sistema sanitario non gode in generale di buona salute. Le inefficienze ed i ritardi sono all’ordine del giorno, e questo a prescindere dal colore politico. La Sardegna è la regione dove più cittadini, rispetto ad altre realtà, rinunciano oramai alle cure, per problemi economici o per mancanza di servizi; sono il 16% della popolazione adulta contro il 10% della media nazionale.

La sanità costa in Sardegna 3 miliardi e 700 milioni di euro circa, il 40% della spesa complessiva regionale. Nonostante questo, ai cittadini sardi viene negato il diritto alla salute con liste di attesa infinite, resse ai pronto soccorso, con la mancanza di medici di base e di pediatri; fatti incontestabili che stanno portando ad un aumento di quella che Papa Francesco ha definito la povertà della salute.

È quindi fondamentale che il sistema sanitario pubblico rafforzi sia le strutture ospedaliere che i distretti territoriali, con un progetto che privilegi il benessere del cittadino e della comunità, al di fuori delle logiche di potere. Ciò implica, appunto, il potenziamento della medicina territoriale e il rafforzamento della collaborazione tra ospedali, territorio e assistenza domiciliare, un’integrazione compromessa nel tempo da decisioni affrettate e poco oculate adottate ai vari livelli istituzionali.

Istruzione e Formazione

La Sardegna è da oramai molto tempo in testa alle classifiche sulla dispersione scolastica ed un numero crescente di “neet”, cioè giovani che non studiano, non lavorano e non seguono un corso di formazione.

Oristano non è da meno. Siamo, infatti, agli ultimi posti a livello nazionale nella graduatoria riferita all’istruzione e alla formazione, con riferimento soprattutto alle persone in possesso di almeno un diploma di istruzione secondaria, anche se abbiamo un tasso di dispersione scolastica inferiore alla media della Sardegna.

Per fare questo occorre anche potenziare il ruolo della scuola nelle aree interne attraverso l’abbattimento dei vincoli legati ai numeri necessari per l’autonomia delle istituzioni scolastiche.

Nelle aree interne la scuola e la formazione non hanno solo un ruolo formativo ed educativo, ma permettono di intensificare i rapporti tra individui e territorio, tra comunità e luoghi di appartenenza, creando un circolo virtuoso e produttivo tra potenzialità umane e ambientali, che rappresenterebbe un importante elemento di sviluppo soprattutto in un territorio come quello oristanese a forte vocazione agricola, ambientale e paesaggistica.

E’ importante riprendere in mano il discorso della Formazione Professionale, con processi formativi nuovi, magari pensando di collegarla alle stesse potenzialità imprenditoriali che operano nel territorio e che necessitano di forza lavoro qualificata e specializzata.

A tal fine riteniamo che anche Oristano si debba dotare, attraverso una sinergia tra un Istituto Its, imprese e agenzia formativa, di una Academy come scuola di alta tecnologia, luogo fondamentale per preparare i giovani nel post diploma per conseguire il titolo di tecnico superiore.

Infrastrutture

Le infrastrutture sono il vero nodo critico di questa provincia, ma sono anche la premessa essenziale per qualsiasi ipotesi di sviluppo. La Regione Sardegna, ma anche il Governo nazionale, dovrebbero avviare un incremento delle risorse finanziarie per le aree interne, sul versante delle infrastrutture materiali ed immateriali, tali da favorire i collegamenti delle persone, delle merci, e la stessa diffusione dei dati.

Servono, pertanto, forti investimenti pubblici e progettualità che permettano il superamento del ritardo infrastrutturale, con una adeguata rete di trasporti interni ed esterni e un adeguato costo dell’energia e dell’acqua.

Occorre un programma di interventi sulle infrastrutture territoriali, a partire dal completamento e dalla valorizzazione dell’aeroporto di Fenosu, sia per il trasporto civile che per quello commerciale.

Ad integrare il programma di rafforzamento delle infrastrutture riaffermiamo l’urgenza della Trasversale sarda Oristano-Ogliastra, che rappresenterebbe un contributo importantissimo per migliorare la viabilità dell’isola, per rafforzare le comunità e le aree interne, per garantire un collegamento tra le infrastrutture portuali orientali e occidentali.

Sul versante delle infrastrutture immateriali ribadiamo la necessità di valorizzare i giacimenti archeologici, storici e culturali del territorio, a partire dalla rete museale presente nelle comunità dell’Oristanese e dagli insediamenti archeologici, in primo luogo quello del Sinis, che ha visto negli ultimi anni riportare all’attenzione internazionale il sito di Mont’e Prama che, con le statue dei Giganti e con la vicina Tharros, rappresentano un bene che può creare ulteriori effetti moltiplicatori per l’Oristanese e per l’intera Isola.

Turismo

Ovviamente non possiamo tralasciare il ruolo del turismo e la valorizzazione dei beni ambientali, culturali ed archeologici, nonché lo sviluppo ed il potenziamento del sistema delle zone umide, che rappresentano dal punto di vista produttivo e ambientale un unicum in Sardegna, nella Penisola e a livello internazionale.

Per questo motivo è necessario evitare che sotto le mentite spoglie della transizione energetica si nasconda la verità di una transizione economica e di vera e propria speculazione. Ad iniziare dalla collocazione di pale eoliche in aree non idonee e pregiate dal punto di vista produttivo e ambientale, senza peraltro che questi insediamenti rispondano al fabbisogno energetico, ma solo al profitto di gruppi e interessi multinazionali.

Naturalmente riteniamo importante che in questo territorio, pur nel rispetto della tutela e conservazione dell’ambiente e del paesaggio, ci sia anche una sua valorizzazione attraverso la diffusione di strutture ricettive, che siano in grado di creare sviluppo in termini occupazionali, valore aggiunto per il territorio e una promozione dei beni ambientali e naturali al fine di renderli profittevoli e utili all’economia del territorio è dell’isola.

Sistema Agroalimentare

L’agroalimentare rappresenta non solo il principale settore manufatturiero europeo ma anche un pilastro fondamentale della nostra economia.

Per tutta questa serie di motivi è necessario che la Regione Sardegna offra un adeguato sostegno al comparto agricolo e a quello industriale ad esso collegato, attraverso politiche mirate che favoriscano la stabilità economica, la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e la sostenibilità.

Perché, cosi come anche sostenuto dalla Fai Cisl, la nostra Federazione di categoria del settore agroalimentare, un’agricoltura virtuosa, capace di produrre ricchezza e redditi dignitosi per i lavoratori, nel rispetto dell’ambiente e delle regole della reciprocità commerciale internazionale, non deve essere una chimera, ma un obiettivo da realizzare nell’interesse di tutta la collettività.

Solo attraverso un impegno congiunto ed una visione a lungo termine sarà possibile superare le sfide attuali e costruire un futuro più sostenibile e prospero per l’agricoltura.

In questo senso, la sinergia tra il territorio, l’ambiente, la cultura, la tradizione e l’agricoltura può rendere la nostra Provincia competitiva, non certo per quantità di produzioni, ma sicuramente per le particolarità che qui si potrebbero esprimere”. (Alessandro Perdisci, segretario generale Ust-Cisl Oristano).

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