Mauro Pili: “Sono abituato! Non mi faccio intimidire!”.
“Da un pò di tempo alcuni ridicoli personaggi da “operetta”, servi sciocchi di faccendieri e speculatori incalliti, hanno ripreso l’antica arte della denigrazione nei miei confronti nel tentativo di “servire” al meglio i loro codardi ispiratori di Palazzo.
Figuriamoci se quattro cialtroni al guinzaglio di questa gentaglia possono intimidirmi!
Da una vita conduco una battaglia durissima, molto spesso in faticosa solitudine, contro i poteri forti, quelli veri, in difesa della nostra terra. Non ho mai guardato in faccia a nessuno, con pochi mezzi ho affrontato decine di processi, in tutta Italia, contro i trafficanti di rifiuti, contro i mercanti dei trasporti, contro i potenti di turno.
Mi ha denunciato Onorato con la sua Tirrenia, mi ha querelato l’Eni, mi ha perseguito penalmente e reiteratamente il Ministero della Difesa, mi hanno portato in Tribunale il Qatar, Abbanoa, i signori dei fanghi fognari, venditori di armi, i signori del vento e tanti altri.
Ho trascorso centinaia di giorni della mia vita nei Tribunali a difendermi e ad attaccare quei potenti di turno. Ho sempre vinto, con assoluzioni piene e persino condanne per i miei detrattori.
Ora nel momento più duro per la difesa della Sardegna, della guerra contro l’invasione eolica, contro faccendieri e speculatori di ogni genere, due poveretti, tentano di attaccarmi su commissione del Palazzo. Insomma, una sorta di killer da quattro soldi.
La mia guerra alla devastazione eolica è datata: il 21 luglio del 2003, qualche giorno prima che lasciassi la Presidenza della Regione, sfiduciato da sanguisuga e potentati dell’immondezza, varavo, prima Regione in Italia, forse la prima in Europa, le linee guida per fermare la distruzione dei paesaggi.
Lo riportano tutti gli analisti del settore, basterebbe studiare per conoscere.
Negli anni prima, era il 2001, feci una battaglia durissima per respingere tutti i progetti eolici che il Ministero dell’Industria, ministro Bersani, stava finanziando in Sardegna attraverso la legge 488. Non se ne fece nemmeno uno. Tutti respinti, perchè era obbligatoria l’intesa della Regione che non arrivò mai.
Nel 2009 in Parlamento denunciai le infiltrazioni mafiose in Sardegna sull’eolico. Feci nomi e cognomi, dimostrai intrecci bancari e finanziari. Scrissero testi e inchieste su quelle mie denunce, basta leggere il libro “Vicini di Mafia” del Sole 24 ore per trovare la ricostruzione esatta di quelle mie azioni.
La Commissione Antimafia mi interrogò sulle vicende denunciate. Ci furono arresti eccellenti, soggetti che cercarono in tutti i modi di farmela pagare.
Sono stato il primo a proporre in Italia, 23 anni fa, un piano per l’Idrogeno: era il 2001. Chiamai a dirigere quel progetto non un mio amichetto di partito, ma il Premio Nobel per la Fisica, il professor Carlo Rubbia.
Mettemmo a punto un progetto per realizzare “L’Isola dell’Idrogeno”, piano rigorosamente pubblico. Scrivemmo anche il Piano energetico regionale, il primo della storia della Sardegna che prevedeva per i successivi vent’anni la produzione di 2.000 megawatt di energia rinnovabile da produrre nel totale rispetto di ambiente e paesaggio.
Il progetto, dopo la fine della mia presidenza, si fermò. Rubbia lasciò l’incarico per dissapori con i successori al governo della Regione.
Ora, questi due signori al guinzaglio di potentati e faccendieri, sventolano una delibera dell’ultima giunta del mio mandato da Presidente, luglio 2003.
Se fossero stati capaci di leggerla, ma sono ignoranti come pochi, avrebbero potuto accorgersi che si trattava di un atto dovuto che solo un ignorante può confondere con indirizzo politico.
Si trattava di un parco eolico, per quanto mi riguarda assolutamente inopportuno, che, però, era stato approvato da tutti i soggetti preposti: da Soprintendenze regionali e statali, voluto a gran voce dai due Comuni di Nulvi e Ploaghe, approvato dal comitato tecnico scientifico preposto, da tutti gli organismi di valutazione ambientale. Si trattava, dunque, di un atto dovuto e obbligatorio.
Quelle due sottospecie di “professori”, geni del buco, pretendono dall’alto della loro ignoranza di comparare il progetto di allora con quello proposto ora dai petrolieri della Erg.
Non studiano, e se studiano non capiscono: il progetto presentato dalla Erg, per il quale mi oppongo con tutte le mie forze, prevede pale da 240 metri d’altezza, a fronte di quelle vecchie di 50 metri, pale eoliche devastanti che finirebbero sul proscenio di Saccargia e non solo.
Dimenticano, non capiscono le differenze o sono tonti: tutte le soprintendenze hanno bocciato il progetto della Erg, è stato bocciato dalla Regione, è stato bocciato dal Ministero dei Beni culturali, è stato bocciato dall’assessorato dell’ambiente, è stato bocciato dal Tar e dal Consiglio di Stato.
Scegliete voi, tonti o in malafede. Voglio essere buono: tonti, anche se in malafede!
Non mi faccio intimidire! Ne da quattro cialtroni, tantomeno da faccendieri e potenti di turno!
Sempre schiena dritta e testa alta!” (Mauro Pili, caporedattore L’Unione Sarda, dalla sua pagina Facebook).
Il questore di Oristano, Giuseppe Giardina, ha emesso un Daspo nei confronti di un componente del direttivo della società calcistica “Folgore” di Oristano che, lo scorso 30 aprile, nell’impianto sportivo di “Sa Rodia”, in occasione della partita Folgore-Ales (campionato di terza categoria), aveva partecipato “…a disordini e violenze, scaturite a seguito di un’azione di gioco scorretta che ha portato all’espulsione dell’autore”. La lite tra i due calciatori ha richiamato in campo anche altri giocatori, compresi quelli in panchina, Di tutte e due le squadre, con circa 40 persone coinvolte, costringendo l’arbitro a sospendere la partita. Il dirigente, invece di riappacificare i due calciatori, ha strattonato un giocatore della squadra avversaria e successivamente, avvicinatosi alla recinzione che delimita il campo, ha inveito e cercato lo scontro fisico con un tifoso “…tentando di aprire un varco tra il campo e gli spalti e mettendo in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica”. Dopo il fatto, che aveva avuto una notevole risonanza mediatica a livello locale, le indagini degli agenti della Questura di Oristano hanno portato a identificare il responsabile, e il procedimento amministrativo instaurato dalla Divisione anticrimine è poi sfociato nell’emissione di un Daspo. L’autore degli scontri, per un anno, non potrà accedere, in tutto il territorio nazionale ed estero, alle partite di calcio di ogni categoria e grado, e, in particolare, all’impianto sportivo di “Sa Rodia” e nelle sue immediate vicinanze. “Il divieto di accesso – si legge in una nota della Questura – riguarda l’area circostante l’impianto sportivo comunale, durante e due ore prima e due ore dopo il termine degli incontri, le stazioni ferroviarie e dei mezzi di superficie, nell’ambito del territorio comunale di Oristano, utilizzate dai tifosi per raggiungere l’impianto sportivo e gli esercizi pubblici presenti nei pressi dello stadio, nel raggio di un chilometro, dove si ritrovino abitualmente i tifosi”.
Sabato 27 luglio, alle 10.30, nella chiesa di Santa Chiara,a Oristano, si terrà il seminario dal titolo “Alla scoperta di Oristano nel Medio Evo. Nuovi studi e ricerche”. L’evento, patrocinato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, in collaborazione con l’Istar, l’Istituto Storico Arborense di ricerca e valorizzazione storica del Giudicato d’Arborea e del Marchesato di Oristano, e dall’associazione culturale “Oristano nascosta”, offrirà l’opportunità di condividere alcuni studi e ricerche inedite relativi alla città di Oristano durante il periodo medievale. Dopo i saluti del sindaco di Oristano Massimiliano Sanna, dell’assessore alla Cultura Luca Faedda, di Madre Chiara Elisabetta Demurtas Abbadessa del Monastero di Santa Chiara, e del presidente dell’Istar Erika Vivian, il seminario entrerà nel vivo con l’intervento di Antonio Trogu, della società Henge srl (Geofisica applicata – Diagnostica per immagini – Controlli non distruttivi), che presenterà i risultati dei rilevamenti georadar effettuati nelle strade adiacenti al complesso religioso di Santa Chiara, promossi dall’Istar, e quelli disposti dall’amministrazione comunale in preparazione dei lavori di riqualificazione della piazza Manno. Seguirà la relazione di Maria Grazia Mele, archivista, medievalista e ricercatrice del Cnr, studiosa dell’antica Oristano medievale. I lavori saranno moderati da Marco Piras, presidente dell’associazione “Oristano Nascosta”. “Il seminario offre la straordinaria opportunità di approfondire la conoscenza della nostra città e, soprattutto, di ciò che si cela nel suo sottosuolo – ha spiegato il sindaco Massimiliano Sanna -. In questo senso gli studi che saranno presentati, condotti dall’associazione “Oristano Nascosta” e dalla società Henge srl, risultano particolarmente preziosi e utili a definire nuove azioni a beneficio della valorizzazione della storia della città”. “Nel corso della serata saranno presentati i dati dei rilevamenti effettuati con il georadar nel sottosuolo della città, svelando nuove informazioni sulle sue antiche strutture e insediamenti – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Luca Faedda -. Il seminario sarà ospitato nel cuore pulsante della Oristano medievale, la chiesa di Santa Chiara, il cui complesso religioso custodisce tesori culturali tra i più preziosi della città. Il luogo ideale, grazie alla disponibilità delle suore clarisse”. L’ingresso è libero e l’evento è aperto a tutta la cittadinanza e agli appassionati di storia e cultura.
E’ “la memoria del tempo”, il filo conduttore della 63/a edizione della Fiera dell’artigianato artistico della Sardegna, ospitata nei 2500 metri quadri di spazio espositivo di piazza Martiri della Libertà, a Mogoro, che sarà aperta al pubblico da sabato 27 luglio fino al 22 settembre. Tante le novità di quest’anno, illustrate nel corso di una conferenza stampa dal sindaco, Donato Cau, e dagli assessori delle Attività produttive e della Cultura, Francesco Serrenti e Alex Cotogno, dalla veste grafica, ideata dal grafic designer Roberto Pia, all’allestimento dell’area fieristica, affidato ai progettisti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari, guidati da Silvia Mocci e Carlo Atzeni. Sono 107 (compresi gli operatori dell’agroalimentare) gli artisti-artigiani che per quasi due mesi esporranno le loro opere a Mogoro, con molte conferme e qualche nuovo partecipante. “Il periodo della Fiera è di festa per la nostra comunità e per l’intero Parte Montis – ha detto il sindaco di Mogoro -. È un’occasione attesa e sempre molto partecipata dai mogoresi, che quest’anno saranno ancor più coinvolti nell’organizzazione e negli eventi che accompagnano la mostra. Anche alla luce di quanto sta accadendo in questi mesi nella nostra Isola e alla mobilitazione del territorio per la possibilità che nelle nostre campagne di realizzi un impianto agrivoltaico. Vogliamo, sia chiaro, che Mogoro e i mogoresi vogliono essere conosciuti per i prodotti artistici unici e di qualità, che ogni anno vengono esposti nella nostra Fiera. Questa è la nostra ricchezza, insieme al nostro paesaggio e non siamo disponibili a farci imporre progetti che possono comprometterlo”. “Come in un’opera con più autori, abbiamo aggiunto un pezzo, scritto un capitolo nuovo del libro che è la Fiera dell’artigianato artistico”. E’ così che Carlo Atzeni, con il suo gruppo di lavoro, spiega l’idea progettuale alla base dell’allestimento di quest’anno. “Abbiamo usato molto materiale già presente, puntando su quello più povero, il legno di abete, molto solido, sostenibile e che può durare per decenni o essere smontato e riutilizzato per qualsiasi altra esigenza del Comune”.
C’è grande attesa in Sardegna per “Fiorella Sinfonica-Live con orchestra”, il doppio evento speciale che vedrà protagonista la cantante Fiorella Mannoia nella suggestiva cornice di Tharros per celebrare i 50 anni dal ritrovamento dei Giganti di Mont’e Prama. L’appuntamento è per domenica 21, e lunedì 22 luglio, alle ore 21.30, nel rinnovato teatro all’aperto nell’area archeologica, che una settimana fa ha ospitato la grande star internazionale della danza Roberto Bolle. Dopo il successo alle Terme di Caracalla, Mannoia ha scelto una delle zone più suggestive del Mediterraneo, la penisola del Sinis, per un tour estivo che sta registrando il tutto esaurito in ogni data. Un affetto, quello del pubblico, che viene ricambiato in ogni spettacolo con delle interpretazioni che, anche grazie alla presenza dell’orchestra, rendono indimenticabili le esibizioni della cantante romana, che proprio quest’anno ha compiuto 70 anni, con oltre 50 trascorsi sulle scene. Il tour estivo rappresenta una nuova emozionante avventura per Fiorella Mannoia iniziata con il ritorno per la sesta volta in gara al Festival di Sanremo con “Mariposa”, appena certificato disco d’oro. Il brano, un vero manifesto per cantare l’orgoglio di essere donna, ha vinto il Premio Sergio Bardotti e il Premio Elsa Morante per il miglior testo, firmato in prima persona dalla cantante romana, insieme a Cheope e Carlo Di Francesco, che sigla anche le musiche con Federica Abbate e Mattia Cerri. Una lunghissima carriera quella di Fiorella Mannoia, iniziata quando aveva soltanto 14 anni, anche se sono gli anni Ottanta a certificarne il successo come star della musica italiana: nel 1980 il fortunato duetto con Pierangelo Bertoli, con il “Pescatore”. L’anno successivo la prima volta al Festival di Sanremo, con Caffè nero bollente, una canzone iconica. Nel 1984 è di nuovo al Festival di Sanremo con uno dei brani più importanti della sua carriera: “Come si cambia”. Nel 1987 una terza partecipazione al Festival di Sanremo, dove presenta il brano “Quello che le donne non dicono”, per il quale riceve il Premio della Critica. Nel tempo diventa la canzone più popolare del suo repertorio. Premio della critica che riceve anche l’anno successivo per un’altra canzone manifesto della cantante romana: “Le notti di maggio”. Da allora la carriera di Fiorella Mannoia non si è più fermata, ed è impossibile citare i suoi successi, visto il riscontro sempre positivo di critica e di pubblico. Torneranno gli angeli, Ogni volta che vedo il mare, L’aiuola, Quand’ eri tu la musica, Canto e vivo, Sally, Perfetti sconosciuti, Sorvolando Eilat, Il Cielo d’Irlanda, sono solo alcune delle canzoni che appartengono al repertorio di una delle artiste più amate e rispettate in Italia.
Commenti recenti