Lug 23

Lettera aperta di Sinistra Futura a Sergio Zuncheddu, editore de L’Unione Sarda.

Al Porto di Oristano e nel resto dell’Isola prosegue la protesta contro l’installazione selvaggia delle pale eoliche, e contro la presidente della Regione, Alessandra Todde, rea di non aver voluto bloccare anche le installazioni autorizzate in precedenza.

E ciò contrariamente a quanto sostengono uomini di legge, urbanisti, politici e semplici cittadini che sulla questione la pensano in maniera diametralmente opposta dalla presidente Todde.

Su questo e altro abbiamo ricevuto da Bruno Palmas, dirigente regionale di Sinistra Futura, e quindi strenuo difensore della presidente Todde, una lettera aperta a Sergio Zuncheddu, editore de L’Unione Sarda, che pubblichiamo integralmente.

“Gentile Dr. Zuncheddu,

leggo il Suo commento sulle vicende legate alla “transizione energetica” che appare sul Suo giornale (si proprio il SUO) con una serie di specifiche e particolari che denotano la Sua elevata attenzione alla materia e a ciò che le sta intorno. E non posso fare a meno di esprimere, anche per conto della mia organizzazione, alcune considerazioni che ritengo utili alla discussione sul tema e alla più completa comprensione del suo contesto.

Premetto che noi siamo Sinistra Futura, quella organizzazione di sinistra che da subito ha chiaramente dichiarato nel proprio programma politico la propria totale adesione ad una visione strategica di superamento e di cambiamento radicale dell’attuale modello energetico, dalle infrastrutture, alla produzione, all’approvvigionamento, alla gestione, alla commercializzazione, fino alla fruizione da parte dei cittadini. Questo modello è malsano, speculativo, oneroso per le comunità e serve solo ad arricchire i produttori a qualunque livello essi si collochino. Questo abbiamo detto e questo continuiamo a sostenere.

Premesso questo, veniamo a ciò che Lei dice e rappresenta, nella speranza che la Sua proclamata vocazione di editore libero e indipendente ci consenta di apparire sul Suo giornale come noi pensiamo si addica ad un editore libero e indipendente. Allora avanziamo noi qualche domanda impertinente, nella speranza che Lei possa dare risposta ai nostri dubbi interrogativi, sapendo che la Sua vocazione “libertaria” le imporrà, per senso etico, di risponderci.

1. Lei afferma nel suo articolo di condurre questa battaglia contro le speculazioni energetiche per il bene della Sardegna e di farlo da molti anni. Eppure, nonostante la comunità scientifica non abbia dubbi in merito ai disastrosi effetti del riscaldamento globale ed al fatto che esso dipenda principalmente dall’effetto serra e dall’accumulo sempre più grave di CO2, Lei non spende una parola (una sola parola) contro la produzione di energia da fonti fossili (derivati del petrolio, carbone, gas metano). Che si debba superare questo modello produttivo appare chiaro a tutti, ma Lei su questo non si esprime, colpevolmente. Ma ai cittadini sardi non è dato sapere perchè. E allora, PERCHE’?

2. Lei afferma che la Legge 5, approvata si badi bene con una larga maggioranza ed un solo voto contrario, quindi certamente non di sola parte maggioritaria, non bloccherà alcunché: ma Lei confonde gli strumenti con i soggetti. Non è la legge che blocca: essa dispone il blocco, che diventa esecutivo per opera della magistratura e dell’autorità giudiziaria in senso lato. Noi abbiamogià iniziato l’opera di denuncia di opere per noi sospette, ma non ci pare che il Suo giornale ne abbia dato notizia. PERCHE’?

3. Lei afferma che nella scrittura della Legge 5 si sarebbe dovuti andare nella direzione urbanistico-ambientale, che a Suo parere manca. Ebbene, ci permettiamo di dire che Lei la Legge 5 non l’ha letta bene. In tutta la stesura dell’articolo 2 questa legge è intrisa di disposizioni urbanistico ambientali, con riferimento a norme correlate che già esistono e che rendono tale legge altamente rispondente agli obiettivi preposti. Inoltre, le norme che ci consentono di impostare ricorsi di blocco anche dei lavori autorizzati e iniziati e che non abbiano ancora compromesso il paesaggio esistono già e sono consolidate in giurisprudenza (e noi le stiamo richiamando e ricordando a tutti già da settimane), ma Lei fa propaganda gratuità sulla inefficienza della legge. PERCHE’?

4. Lei si vanta di fare una battaglia contro le speculazioni selvagge, ma Lei dove era quando la giunta regionale a guida Solinas apriva un contenzioso con lo Stato, magari non tanto per contestare la legge Draghi ma per avere mano libera sui livelli produttivi (ipse dixit ….L’Italia ha assunto impegni in tema di decarbonizzazione, …omissis…ospitando impianti di rinnovabili che alimenteranno attraverso i cavidotti vecchi e nuovi, come il Thyrrenian Link, i consumi di altre aree del Paese e senza una adeguata compensazione. Non abbiamo una posizione di obiezione a priori …….) ?

5. Non spetta a noi intervenire sulla polemica personale che Lei intenta contro la Presidente Alessandra Todde. La presidente sa come si replica. Noi la difendiamo perché finora è stata l’unica Presidente di giunta a tutelare con un atto vero e concreto (la Legge 5 appunto) la terra dei sardi dagli speculatori di giornata (oggi quelli eolici e fotovoltaici, domani vedremo quali altri).

6. Ancora Lei fa qualche confusione anche sulla questione delle aree non idonee. E’ la Legge 5 che individua le aree NON IDONEE. Per le altre siamo già attrezzati e non tarderemo.

7. E infine Lei sa benissimo che entro 6 mesi faremo anche l’estensione del PPR alle zone interne, in una partita difficile, ardua, ma di equità dei sardi di quelle zone verso quelli delle coste. E allora potremo vedere con chiarezza da che parte starà Lei, Dott. Zuncheddu, e da che parte staremo noi. Ma soprattutto che cosa diranno i Sardi. Io spero che Lei vorrà essere gentile e autenticamente democratico e indipendente nel consentirci il diritto di tribuna accogliendo questa lettera sulSuo giornale. Se così sarà saremo contenti e dovremmo rivedere qualche nostra opinione su di Lei, e lo faremo con piacere. Se così non sarà ce ne faremo una ragione ma continueremo la nostra battaglia contro carbone, petrolio e gas e anche contro gli speculatori della nuova occupazione eolica e fotovoltaica della nostra terra. Come è giusto che sia.

Rispettosamente, Bruno Palmas, dirigente regionale di Sinistra Futura”.

“Umberto Marcoli (che aveva criticato il sindaco per la chiusura del ponte sul Tirso. ndr) ha ragione: non può bastare un cantiere a bloccare un’intera città. Ma deve rivolgere le sue critiche verso chi ha preso le decisioni in autonomia, senza un doveroso confronto con chi la città la amministra”. Il sindaco di Oritano, Massimiliano Sanna, è intervenuto sulla polemica aperta dai lavori sul ponte Tirso, a cura della Provincia di Oristano, e, rispondendo al consigliere comunale di Progetto Sardegna, ha evidenziato che “…l’intervento dell’assessore Cuccu è stato naturale, doveroso, puntuale e opportuno, in virtù della delega che gli è stata assegnata, oltre che preventivamente concordato e condiviso con il sottoscritto. Non capisco il senso della critica: è naturale che su un problema che riguarda il traffico intervenga l’assessore competente che, come ogni altro componente dell’esecutivo, agisce in pieno accordo con il sindaco. Preciso che mentre l’assessore Cuccu interloquiva con la Provincia io intervenivo con il Prefetto. Premesso che questo non era certo il momento migliore per programmare un intervento tanto impattante sul traffico, rimane il fatto che è mancato un confronto preventivo per concordare misure idonee ad attenuare i disagi – ha proseguito il sindaco Sanna -. Nessuno discute l’urgenza dei lavori, la sicurezza è prioritaria, ma è evidente che nella programmazione dell’intervento qualcosa è stato trascurato. Il Comune non è stato coinvolto preventivamente – ha rimarcato Sanna -. Una volta che abbiamo saputo delle intenzioni della Provincia, attraverso il nostro assessore alla Viabilità abbiamo comunque suggerito misure alternative. Abbiamo proposto il doppio senso di circolazione sul vecchio ponte sul Tirso, ma anche una diversa disciplina temporanea del traffico sulle due principali direttrici del traffico verso le località marine: utilizzare il ponte di Brabau in uscita dalla città, lasciando al traffico in entrata il vecchio ponte sul Tirso. Una misura che avrebbe potuto riequilibrare i flussi di traffico e limitare i rischi di incidenti che, come purtroppo abbiamo visto, possono provocare gravi danni al traffico cittadino. Io stesso sono intervenuto con il Prefetto, che si dimostra sempre molto sensibile verso i problemi della città, per valutare una soluzione utile a limitare i disagi per gli automobilisti – ha concluso il sindaco Sanna -. Non dimentichiamo che gli ingorghi possono determinare rallentamenti anche ai mezzi di soccorso, ambulanze, mezzi delle Forze di polizia e del servizio antincendio, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare”.

Proseguono i lavori di cura e pulizia delle aree verdi nel quartiere di Torangius a cura dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Oristano. Avviati nelle scorse settimane con una squadra di 6 operai, assunti dal Comune per 8 mesi con i cantieri Lavoras, e in servizio dal 1° luglio a supporto della Oristano servizi, dopo l’eliminazione di erbacce e rifiuti, gli interventi si sono concentrati sulla cura e manutenzione di giardini pubblici, spartitraffico, aiuole e siepi con l’obiettivo di migliorare la fruibilità degli spazi pubblici e garantire un ambiente più salubre e accogliente per i residenti. L’assessore all’Ambiente, Maria Bonaria Zedda, ricorda che attraverso i cantieri di Lavoras oltre a Torangius, si interviene in piazza Ungheria, piazza Abruzzi e in altre aree, con un’organizzazione del lavoro che assegna ad ogni squadra la manutenzione e la cura di area specifiche per garantirne il decoro.

A Oristano, riapre al traffico via Ciutadella De Menorca. Il Comune ha terminato i lavori della nuova pavimentazione stradale in lastre di basalto e può, dunque, consentire il passaggio dei veicoli. Provvisoriamente, il traffico sarà consentito a doppio senso di circolazione, con la prescrizione di una velocità moderata come indica la segnaletica posizionata nei punti di accesso alla strada. “Il doppio senso provvisorio di circolazione è stato deciso a beneficio della circolazione in quell’area del centro storico ed è funzionale all’esecuzione degli altri interventi nella via Crispi – ha precisato l’assessore ai Lavori pubblici, Simone Prevete -. Per la riqualificazione di alcune via del centro storico di Oristano è in corso di esecuzione un progetto da un milione e mezzo di euro che, in quattro fasi successive, interessa via Ciutadella de Menorca, via Crispi, via Carmine e via Vittorio Emanuele II”.

Accogliendo una richiesta dei commercianti, il Comune di Oristano ha disposto la normale apertura al traffico della via Mazzini durante lo svolgimento della manifestazione “Shopping sotto le stelle”. Oltre al traffico sarà consentita anche la sosta. I mezzi che giungeranno in piazza Roma da via Figoli potranno dunque svoltare come di consueto verso via Mazzini. Non si potrà invece proseguire verso piazza Roma e via Tharros. La chiusura era stata disposta in via provvisoria e sperimentale in occasione delle prime giornate di “Shopping sotto le stelle”.

L’Estate di Mont’e Prama, il programma di eventi della Fondazione Mont’e Prama per celebrare i 50 dalla scoperta dei Giganti, ha abbassato il sipario. E lo ha fatto ancora una volta con una grande presenza di pubblico. Anche ieri, infatti, si è registrato il tutto esaurito per il secondo dei concerti di Fiorella Mannoia. Il bilancio della rassegna è entusiasmante: 16.450 persone hanno partecipato agli eventi allestiti nell’arco di un mese, 3 festival (archeologia, letteratura e cinema), 2 concerti di musica jazz, 2 concerti di musica pop, 2 di musica lirica e classica, una rappresentazione teatrale, e il grande spettacolo di Danza con Roberto Bolle. Più di 60 tra conferenze, proiezioni cinematografiche, reading, presentazioni di libri, esibizioni musicali e spettacoli dal vivo. Oltre 100 ore di diretta sui canali social della Fondazione Mont’e Prama. Quasi 300 le persone che si sono alternate sul palco tra artisti, musicisti, scrittori, giornalisti e personalità del mondo istituzionale, accademico, della ricerca e della cultura, nazionali e internazionali. Un festival itinerante che ha toccato ben 5 location: l’area archeologica di Tharros, a San Giovanni di Sinis; il museo civico Giovanni Marongiu di Cabras; il sagrato della Cattedrale di Oristano; il Nuraghe Losa ad Abbasanta; il palazzo Aymerich a Laconi. E, infine, il dato più significativo degli effetti che l’Estate di Mont’e Prama ha avuto sul grande patrimonio archeologico della penisola del Sinis: complessivamente tra i vari siti presenti nel territorio (area archeologica di Tharros, Torre di San Giovanni, Museo Civico Giovanni Marongiu e ipogeo del villaggio di San Salvatore) nell’ultimo mese c’è stato un incremento del 15% di biglietti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Soddisfatto il presidente della Fondazione, Anthony Muroni: “Un successo oltre le più rosee aspettative. Dal punto di vista organizzativo, la macchina ha funzionato alla perfezione, una presenza di numero così massiccia era auspicabile ma non scontata. Anche la sfida del nuovo Teatro all’aperto di Tharros è stata vinta e oggi quel palco tra le rovine e il mare, in un contesto unico nel Mediterraneo, è tra i più richiesti dagli artisti nazionali e internazionali. Le parole di grandi star come Roberto Bolle e Fiorella Mannoia ci riempiono di gioia, perché la penisola del Sinis, con il suo immenso patrimonio archeologico, è diventata una vetrina in grado di generare bellezza e ricchezza. Come presidente della Fondazione – ha continuato Muroni – non posso che rilevare l’altro aspetto positivo di un mese di festival, concerti e spettacoli che hanno unito le arti intorno al grande tema dell’archeologia, ovvero il sensibile aumento di visitatori nei siti archeologici del territorio. Grandissimo apprezzamento per “le notti al museo” che hanno consentito ai tanti turisti presenti, e non solo, di ammirare i Giganti nel nuovo allestimento pensato dal direttore scientifico della Fondazione, Giorgio Murru, in quella sala illuminata dalla luce naturale che si affaccia sullo stagno e che guarda proprio al sito da cui provengono le grandi statue. Impossibile ringraziare tutti, ma voglio rivolgere un ultimo pensiero a una persona che solo fisicamente non c’è più: Carla Matta, la nostra guida turistica scomparsa lo scorso marzo. Ecco, è a lei che vogliamo dedicare questo mese di eventi”.

Due detenuti del carcere di Massama, in orari e sezioni diverse, hanno provocato ieri mattina due incendi e sono stati salvati miracolosamente dalla Polizia penitenziaria. “E’ stata una giornata “di fuoco” quella trascorsa nel carcere di Oristano – ha riferito Michele Cireddu, segretario regionale della Uil-Pa della polizia penitenziaria -, dove i due detenuti hanno bruciato gli arredi della cella, compresi i materassi e le lenzuola. Le fiamme si sono propagate subito e il fumo ha invaso i corridoi della sezione rendendo l’aria irrespirabile. Il primo detenuto si è chiuso nel bagno all’interno della cella e ha aperto la doccia rendendo difficoltoso l’intervento degli agenti che hanno faticato per portarlo in salvo. Dopo diversi minuti sono, comunque, riusciti a spegnere le fiamme e riportare la situazione alla normalità. Qualche ora più tardi, un altro detenuto ha provocato un altro incendio, costringendo i poliziotti a rischiare ancora una volta la propria incolumità per salvare l’autore del gesto e mettere in sicurezza gli altri detenuti della sezione, per evitare intossicazioni dai fumi o ustioni gravi. Commentiamo un episodio che poteva finire in tragedia – ha concluso Michele Coreddu -. Se gli agenti non avessero agito con tempestività, mettendo a rischio la propria vita, l’epilogo sarebbe stato certamente diverso”. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).

ll Corpo forestale ha richiesto l’intervento di quattro Canadair (3 da Olbia e 1 da Ciampino) per supportare l’attività di spegnimento dei due mezzi aerei (il Super Puma di Fenosu e Villasalto) sull’incendio che sta assumendo caratteri di criticità in direzione dell’altopiano della Giara (in territorio dei Comuni di Assolo e Albagiara). Le fiamme, infatti, sospinte dal forte vento di maestrale, stanno alimentando il rogo minacciando una zona di particolare pregio ambientale, dove sono stanziali i caratteristici cavallini della Giara. Il fronte di fuoco che si avvicina all’altopiano della Giara, secondo quanto appreso, è sul versante Oristanese. Le fiamme, sospinte dal vento, sono partite da Usellus verso il centro sud dell’Isola. Oltre ai 4 Canadair e ai due elicotteri della flotta regionale, che sembra stiano tenendo il rogo sotto controllo, la macchina antincendio regionale è tutta schierata (Corpo Forestale, Forestas, barracelli ecc.). Accanto a loro anche quattro squadre dei Vigili del Fuoco di Oristano e i Carabinieri per regolare la viabilità.

Le conseguenze del grande incendio del 2021 nel Montiferru, nell’Oristanese, non si sono esaurite con lo spegnimento delle fiamme. Un recente studio, pubblicato il 13 luglio sulla rivista scientifica Fire, rivela che gli effetti del fuoco continuano a danneggiare la vegetazione, colpendo in particolare gli alberi ai margini delle aree bruciate. Lo studio, condotto da un team di ricercatori di Enea e del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, ha approfondito le indagini iniziate nel 2022 sulla risposta della vegetazione naturale un anno dopo l’incendio. I risultati hanno confermato le precedenti osservazioni, dimostrando che in prossimità dei margini delle aree incendiate subentra, nei mesi e negli anni successivi, un meccanismo silenzioso di moria degli alberi, chiamato “mortalità ritardata”. Paradossalmente, i boschi che l’incendio aveva colpito in maniera meno severa risultano essere i più interessati dal fenomeno. “In prossimità dei margini dell’incendio la severità del fuoco è, in genere, bassa o moderata, di conseguenza gli alberi hanno maggiori opportunità di sopravvivere, seppur danneggiati. Tuttavia – ha spiega Ivo Rossetti dell’Enea – i danni subiti possono innescare processi di decadimento, come necrosi dei tessuti e compromissione del trasporto della linfa. L’albero può sopravvivere, ma possono anche subentrare altri fattori, come la competizione con alberi vicini, la siccità o l’aggressione di patogeni, che possono portare alla “morte ritardata” della pianta, che può perdurare anche per alcuni anni dopo l’incendio”. Giuseppe Fenu (Università di Cagliari) ha poi sottolineato che “…l’osservazione di lungo termine sull’incendio del 2021 sta evidenziando come gli effetti di un evento estremo siano molto complessi, diluiti nel tempo e, spesso, poco vistosi; in questo contesto, la valutazione sulla ripresa della vegetazione forestale è solo una parte di un puzzle complesso fatto di relazioni e processi ecologici che si attivano dopo un grande incendio e che si sviluppano in maniera spesso imprevedibile”. Ci sono anche segnali positivi: i processi naturali di recupero della vegetazione stanno avvenendo anche nelle aree colpite da mortalità ritardata ed è stata rilevata la ripresa di specie di particolare valore come il tasso e l’agrifoglio.

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