Set 03

Todde a Oristano: “Aree idonee sono quelle industriali e cave”. Sanna: “No speculazioni”.

Tappa a Oristano, dopo Sassari e Olbia, della presidente della Regione, Alessandra Todde, nell’ambito della serie di incontri territoriali tra la giunta regionale, i consiglieri del territorio e le amministrazioni comunali per la definizione delle aree idonee.

Si è discusso di aree idonee, non idonee, ordinarie e vincolate all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Ai margini dell’incontro, a cui hanno partecipato anche gli assessori regionali Spanedda, Cani e Laconi, la presidente ha ribadito quanto già detto in altre circostanze: “La Regione – ha detto Todde – deve essere soggetto attivo e non postulante. Dobbiamo interpretare le paure dei tanti cittadini che in questo momento non vogliono vedere la devastazione del proprio territorio e non permetteremo nessun tipo di discussione.

La discussione, infatti, è su come portare avanti un’azione efficace. Identificare le aree è necessario, quelle idonee e quelle non idonee, non perché ce lo impone la legge nazionale, ma perché regola anche la pianificazione dei nostro territori.

Dalle analisi che stiamo facendo – ha aggiunto Todde – sta emergendo che le aree idonee possono essere quelle che non producono altro consumo di suolo e che non intaccano suolo agricolo di pregio. Saranno le aree industriali, le cave dismesse, lungo le strade o le ferrovie. Bisogna discutere, l’abbiamo fatto e lo stiamo facendo con i sindaci”.

“Siamo contrari a ogni tipo di speculazione e siamo molto preoccupati per i pericoli conseguenti a decisioni calate dall’alto che non tengono conto delle peculiarità dei territori e delle esigenze delle comunità locali”.

Il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, tra i primi a sottoscrivere la raccolta di firme per il referendum consultivo e sostenitore della proposta di legge Pratobello, oggi, nel corso dell’incontro convocato a Oristano dalla Regione con i sindaci della provincia, davanti alla presidente della Regione, Alessandra Todde, ha ribadito la sua preoccupazione “…per l’assalto al territorio sardo in corso in questi mesi. Compiere una scelta sbagliata in questo momento può avere conseguenze drammatiche per il futuro.

Accogliamo con favore l’approccio della Regione, che ha accolto l’invito dei sindaci e ha promosso incontri in tutte le province per un confronto che tenga conto delle istanze di ogni territorio – ha detto Sanna -. Il metodo è quello corretto perché il confronto è sempre utile oltre che necessario e non solo sul tema dell’energia. Tuttavia, i tempi concessi ai comuni (pochi giorni) per esprimersi sulla classificazione delle aree, individuando quelle idonee e quelle non idonee, è totalmente insufficiente. Lo è per un comune di medie dimensioni come Oristano, ma lo è ancora di più per i tanti piccoli comuni della Sardegna che non dispongono di una struttura tecnica adeguata a soddisfare la richiesta formulata.

L’informazione è essenziale per accompagnare la discussione su un tema tanto rilevante per il futuro dell’isola – ha aggiunto il sindaco Sanna -. Bisogna spiegare e giustificare quanto sta accadendo e tutelare i territori e gli interessi delle comunità che chiedono il rispetto dei loro diritti. Occorre dare risposte concrete ai sindaci, ma soprattutto a tutti i sardi che ogni giorno manifestano la loro preoccupazione per ciò che sta accadendo e che potrebbe accadere nel prossimo futuro. E questo è un compito che spetta alla Regione.

Il dibattito di oggi ha comunque dato un contributo importante – ha concluso Massimiliano Sanna -. Ne faremo tesoro in questi giorni, in vista dell’incontro convocato per venerdì a Oristano con tutti i sindaci della provincia. Sarà una nuova occasione di confronto, utile a definire una linea di azione condivisa da parte di tutte le realtà locali”.

“Il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, riunito a Cagliari, ha esaminato lo stato dell’informazione nell’Isola, anche alla luce del dibattito in atto sulla transizione energetica e sulla possibile installazione degli impianti per la produzione di energia rinnovabile. L’Ordine è stato da più parti chiamato in causa sulla trattazione dell’argomento da parte degli organi di informazione, ed è stata ipotizzata anche la possibile violazione del codice deontologico dei giornalisti”. E’ quanto si legge in una nota diramata da Francesco Birocchi, presidente dell’ordine dei giornalisti della Sardegna. “Non è stato presentato, però, alcun esposto che potesse far emergere violazioni esplicite, tali da provocare (come prevede la legge) il deferimento di colleghi al Collegio di disciplina territoriale, che opera nella regione con il compito di sanzionare eventuali violazioni deontologiche. Il dibattito – si legge ancora nel comunicato – è caratterizzato anche da toni e narrazioni spesso sopra le righe, ma ciò non può costituire violazione di alcuna norma del codice deontologico. Le stesse accuse di mancato rispetto della verità sostanziale dei fatti, come pervenute all’Ordine, risultano prive degli indispensabili riscontri e, così poste, ricadono più all’ambito del confronto politico che di quello specifico del lavoro giornalistico. Il consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna ribadisce che “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede” (art.2 L.69/1963). Il dibattito sulla qualità dell’informazione – conclude Birocchi nella nota – è sempre stato considerato dai giornalisti della Sardegna un utile momento di confronto e l’ordine professionale non intende sottrarsi, nel rispetto dei ruoli imposti dalle leggi e ribaditi dall’art.21 della Costituzione”.

Anche i medici in pensione potranno, d’ora in poi, lavorare negli Ascot (ambulatori straordinari di comunità territoriali) della Asl 5 di Oristano. Grazie alla legge regionale n. 12 del 20 agosto scorso, che ha accolto le richieste arrivate sia dall’Azienda sanitaria sia dagli amministratori locali, i medici in quiescenza che aderiscono ai progetti aziendali di assistenza primaria potranno essere dotati dei ricettari, strumenti essenziali per la prescrizione ai pazienti di visite specialistiche, esami diagnostici e farmaci sino al 31 dicembre 2024. “Questa importante novità permetterà, di fatto, di reclutare i medici in pensione disponibili ad aderire al progetto pilota degli Ascot, ma che, non potendo utilizzare il ricettario, erano finora impossibilitati ad effettuare prescrizioni – ha detto il direttore generale della Asl 5 di Oristano, Angelo Serusi -. In questo modo potremo ampliare il numero di professionisti da impiegare nel territorio per garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini privi di medico di famiglia, rinforzando in particolare le aree geografiche in maggiore sofferenza”. Per questo, la direzione socio-sanitaria e l’ufficio per l’Integrazione ospedale-territorio della Asl 5 di Oristano invita tutti i medici in pensione interessati ad aderire al progetto Ascot presentando fin da subito, la propria candidatura all’indirizzo e-mail protocollo@pec.asloristano.it secondo quanto previsto dal bando pubblicato sul sito www.asl5oristano.it .

Quattro elicotteri e due Canadair sono intervenuti su un vasto incendio boschivo che si è sviluppato a est di Sagama. Sul posto, oltre gli aerei della protezione civile nazionale, hanno operato i velivoli della flotta regionale provenienti dalle basi operative di Bosa e Anel, e due Super Puma arrivati da Fenosu e Alà dei Sardi. A terra sono intervenute sei squadre dell’Agenzia Forestas dei cantieri di Bosa, Cuglieri, Scano di Montiferro, Santu Lussurgiu, Montresta e Tresnuraghes, cinque squadre dei barracelli dei comuni di Tinnura, Flussio, Modolo, Montresta e Scano di Montiferro, due squadre dei Vigili del fuoco di Cuglieri e Oristano, due squadre di volontari oristanesi e Oristano-Soccorso Sardegna.  Le operazioni di spegnimento, coordinate dal direttore delle operazioni di spegnimento del Corpo forestale di Bosa, sono state difficoltose perchè l’incendio, che ha creato danni ingenti, prima di essere spento definitivamente, era  ripartito, anche se non ha mai minacciato il centro abitato.

I militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa hanno bloccato un pescatore sportivo non autorizzato che aveva prelevato circa 250 ricci di mare, trasportati dentro uno zaino mimetico da campeggio. La Guardia Costiera ha sequestrato tutta l’attrezzatura da pesca utilizzata, e al pescatore è stato elevato un verbale amministrativo di 1.000 euro. I ricci, alcuni dei quali di piccolissime dimensioni, tutti ancora vivi, sono stati subito rigettati in mare. Il comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa, tenente di vascello Alessandra Gabrini, ha ricordato che in Sardegna “…fatta eccezione per pochi pescatori professionali autorizzati, la pesca del riccio di mare è vietata in qualsiasi periodo dell’anno e in qualsiasi zona. Questa misura restrittiva è stata resa necessaria per preservare la risorsa e garantire il ripopolamento delle specie che, attualmente, non sono più presenti come un tempo nei nostri mari”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.