“La maggior parte del territorio sardo sarà area non idonea a ospitare impianti di produzione da energia rinnovabile”.
Lo ha dichiarato la presidente della Regione, Alessandra Todde, al termine della riunione straordinaria della giunta di questo pomeriggio che ha dato via libera al disegno di legge di definizione delle aree idonee, che recepisce il decreto del ministero dell’ambiente.
Con l’approvazione di oggi, il testo potrà arrivare ora in consiglio regionale per l’esame prima nelle commissioni e successivamente in aula, così la Sardegna potrebbe essere la prima regione ad approvare la norma sulle aree idonee.
La sostanza del disegno di legge, passato in giunta dopo l’esame questa mattina nella cabina di regia istituita ad hoc e ieri al vertice di maggioranza del “campo largo” convocato da Todde, è stata illustrata dalla governatrice insieme agli assessori dell’Industria Emanuele Cani, dell’Ambiente Rosanna Laconi, degli Enti locali e Urbanistica Francesco Spanedda, insieme alle assessore dei Trasporti Barbara Manca e della Cultura Ilaria Portas, sottolineando il lavoro corale da parte di tutti gli assessorati.
“Finalmente stiamo regolamentando il nostro territorio – ha precisato Todde -; una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo. La Sardegna non si farà più calpestare, ma gestirà la propria transizione ecologica. Le uniche zone che sono destinate a ospitare pale eoliche e pannelli fotovoltaici saranno dunque quelle industriali e le aree già compromesse”.
Altro punto fondamentale del testo riguarda le autorizzazioni alla realizzazione degli impianti: “Quelle in corso e che riguardano aree che sono state segnalate come non idonee, non avranno più effetto – ha detto la presidente -.
Quella marea di autorizzazioni che ha dato vita alle paure legittime dei cittadini che si sono visti travolti da tutte queste richieste, non saranno considerate, così come quelle già rilasciate e che vanno in contrasto con quanto disciplinato nel disegno di legge approvato oggi”.
E di energie rinnovabili, transizione energetica e il rischio di speculazione sul territorio della Sardegna se ne parlerà anche venerdì 20 settembre, alle 18, presso la biblioteca comunale di Ardauli, durante un’assemblea pubblica organizzata dal Comune del Barigadu. Se ne discuterà insieme a Gian Valerio Sanna, già presidente della Provincia di Oristano ed ex assessore regionale agli Enti Locali e Urbanistica, uno dei maggiori esperti in Sardegna del settore.
La giunta regionale, su proposta della presidente Alessandra Todde, ha deliberato la nomina di Battista Ghisu amministratore straordinario della Provincia di Oristano. La giunta ha nominato anche i commissari per la Provincia di Sassari e quello per la Provincia di Nuoro. Deliberata anche la nomina del commissario straordinario per la soppressa Provincia del Sud Sardegna, l’amministratore straordinario della Provincia Gallura Nord-Est Sardegna, l’amministratore straordinario della Provincia Ogliastra, della Provincia del Sulcis Iglesiente, del Medio Campidano, l’amministratore straordinario della Città metropolitana di Sassari e l’amministratore straordinario della porzione di territorio della Città metropolitana di Cagliari.
“L’idea progettuale di Sea Scout è interessante, con la sua realizzazione si potrebbero realizzare servizi con una importante ricaduta sociale, ma non è stato rispettato in alcun modo l’iter amministrativo necessario”. L’assessore ai servizi sociali del Comune di Oristano, Carmen Murru, interviene nuovamente sulla vicenda del progetto per la costruzione di uno stabilimento balneare a servizio dei disabili e ribadisce quanto già precisato in consiglio comunale: “Il Comune ha ricevuto una proposta progettuale per la costruzione di un chiosco a servizio di attività lavorative dei disabili, ma non è stata presentata alcuna richiesta Suape e non è stato pubblicato neanche un bando dal Demanio per la costruzione di un chiosco. Ci chiediamo come avremmo potuto rispondere in mancanza di questa procedura. Stiamo facendo tanto per le associazioni che operano a favore dei disabili e non ci sarebbe alcun motivo per ostacolare una iniziativa lodevole come questa”. L’assessore precisa anche che è vero che Sea Scout ha inviato delle mail e ha avuto contatti con gli amministratori: “Il progetto ci è stato illustrato, ma non è stato presentato seguendo l’iter amministrativo corretto. Non è un caso di cattiva burocrazia o di scarsa volontà o sensibilità politica. Sea Scout avrebbe dovuto presentare una richiesta al Demanio che ha la competenza sull’area dove lo stabilimento dovrebbe sorgere. Il Comune sarebbe potuto intervenire solo dopo un’aggiudicazione provvisoria a seguito di un bando pubblico del Demanio. Non possiamo esprimerci su un’area sulla quale non abbiamo titolarità. Dispiace che si voglia fare polemica su un progetto che ha un evidente ricaduta sociale – prosegue l’assessore Murru -. La concessione demaniale alla quale fa riferimento Sea Scout, contraddistinta nelle carta al numero 8, non è in carico al Comune, ma è ancora da assegnare. Il Comune ha la concessione per l’area che ospita i bagni pubblici, che non è evidentemente idonea, per dimensioni (sono appena 34 metri quadrati) e per la destinazione della concessione, agli scopi indicati da Sea Scout. L’area a cui fa riferimento Sea Scout è la numero 8 che, in virtù delle sue dimensione di 500 metri quadrati, potrebbe essere funzionale all’utilizzo indicato nel progetto, ma non è assegnata al Comune di Oristano, che quindi non avendone la titolarità non può procedere a concederla a terzi”.
La lingua blu si sta diffondendo sempre più anche negli allevamenti dell’oristanese. Nell’ultima settimana i capi morti sono più che raddoppiati. Ma sono cresciuti in maniera vertiginosa anche gli ovini contagiati (più 75 cento) e i focolai raggiunti dal virus (più 64 per cento). “Lo stesso trend, purtroppo, che registriamo anche a livello regionale – ha spiegato Enrico Vacca, direttore del Servizio di Sanità Animale della Asl 5 -. Possiamo forse parlare di una delle diffusioni peggiori del virus della blue tongue negli ultimi vent’anni. L’indice di mortalità, cresciuto dallo 0.5 allo 0.7 per cento, si mantiene basso. Ma purtroppo nelle aziende si registrano perdite importanti dal punto di vista economico. Centinaia gli aborti, e non dimentichiamoci che proprio dai parti dipende poi la produzione del latte nei capi ovini”. Negli ultimi sette giorni i capi morti sono passati da 536 a 1.136 con un incremento del 115 per cento, gli ovini contagiati da 6.294 a 10.970 con un aumento del 75 per cento, e i focolai sono lievitati da 253 a 415, più 64 per cento. “Tutti casi riferiti al sierotipo 3 – ha aggiunto Vacca -. Ancora nessun contagio da sierotipo 8, contro il quale la nostra Asl ha attuato una vaccinazione a tappeto nelle greggi. In altri territori regionali sono presenti anche il sierotipo 4 e il sierotipo 8. Purtroppo, invece, il sierotipo 3 ha trovato un terreno vergine per la sua diffusione. Al momento esiste un vaccino per questo sierotipo, ma non ancora autorizzato dal Ministero della Salute”. Il Servizio di Sanità Animale della Asl Oristanese ha dichiarato l’intero territorio provinciale zona di circolazione del virus Btv3.
Hanno macinato chilometri, a piedi e in bicicletta, con quasi 2 milioni di passi, percorrendo in lungo e in largo il litorale delle penisola del Sinis. Anche quest’anno le Sentinelle sono state le protagoniste dell’estate, mantenendo la promessa di volontariato che da anni le lega al territorio. Il progetto “Sinis Sentinels 2024” si è concluso con risultati straordinari. L’iniziativa, forte della collaborazione di Lagambiente Sardegna avviata nel 2022, è coordinata dall’Area Marina Protetta Penisola del Sinis- Isola di Mal di Ventre e nasce in una prima fase embrionale nel 2018, per garantire una sempre più attenta valorizzazione e tutela del patrimonio naturale della regione del Sinis. Il progetto negli ultimi 3 anni ha visto il coinvolgimento di 287 volontari tra minorenni e adulti in ben 29 campi della durata di 10 giorni l’uno, permettendo alle Sentinelle di adottare il Sinis e sentirsi parte integrante di una comunità che ha a cuore il proprio patrimonio di bellezze paesaggistiche. Quest’anno sono stati 105 i protagonisti del campo “La Magia del Sinis”, provengono da molte regioni d’Italia: Sardegna, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Marche, Trentino e Veneto. Non sono mancati alcuni volontari giunti dall’estero: Marcello è americano e sceglie l’Italia perché la sua famiglia è di origini campane; Livia arriva dalla Danimarca, è italiana e vive all’estero per conseguire un dottorato di ricerca; Joyce è cinese ma risiede in Italia da qualche tempo; Ohiana arriva dalla Spagna; Chiristel è francese. La parola d’ordine comune, nel lavoro quotidiano, è stata Educazione, declinata in tutte le lingue possibili. Educare al buon vivere prima di tutto, nel rispetto della natura e delle biodiversità presenti; educare al rispetto delle regole della spiaggia come obiettivo di un lavoro di sensibilizzazione rivolto ai fruitori del mare, che spesso non sono consapevoli delle buone norme di comportamento sul litorale. “Ogni anno l’arrivo delle Sentinelle segna l’inizio dell’estate nel nostro litorale – afferma convinto il sindaco di Cabras Andrea Abis -. È innegabile che il loro contributo sia per noi prezioso e veramente apprezzato. La tutela di tanti chilometri di spiagge presenta degli oneri che un’amministrazione comunale difficilmente riesce a sostenere in completa autonomia. L’entusiasmo che spinge i volontari a essere partecipi in maniera attiva della preservazione del territorio locale è per noi un sostegno notevole per il monitoraggio costante. Le Sentinelle sono ormai conosciute e rispettate, operano in maniera attenta e con un livello di formazione che non bisogna dare per scontato, garantito attraverso l’Area Marina Protetta e gli operatori di Legambiente che ogni anno affiancano i volontari. Si tratta di un lavoro di squadra e di uno scambio culturale che ci piace molto”. Le Sentinelle del Sinis sono ormai riconosciute come presidio estivo della costa e oltre alle attività di pulizia dalla presenza di rifiuti spiaggiati, acquisiscono in prima persona consapevolezza, ma soprattutto fanno attività di informazione e sensibilizzazione a bagnanti, turisti e cittadini, sull’importanza dell’ecosistema dunale e quindi sulla corretta fruizione delle spiagge di quell’area che insieme ad altri litorali in Sardegna è ancora oggi oggetto di furti di sabbia, con danni notevoli all’habitat naturale. “L’esperienza dei campi può fare la differenza nella lotta alla crisi climatica e al degrado ambientale – ne è convinta Rossella Fasano, Responsabile dei campi di volontariato di Legambiente italia -. I volontari e le volontarie, infatti, in tutti i campi di Legambiente, attraverso il loro impegno acquisiscono consapevolezza sull’impatto che l’attività antropica ha sull’ambiente, osservando da vicino le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici sui territori, attuando al tempo stesso interventi per porne rimedio. L’obiettivo è costruire una rete di persone informate e coscienti che con il loro esempio di cittadinanza attiva possano dare gambe a un cambiamento dal basso. E ovviamente i campi sono anche l’occasione per svolgere attività concrete a supporto e sostegno di un territorio e della comunità che lo abita, a volte un vero servizio di cuscinetto dove mancano risorse”. Prezioso è il contributo dei volontari nell’importante lavoro di recupero della sabbia di quarzo, specie laddove l’asporto è effettuato in maniera involontaria. Si conta una media di 4 secchi al giorno, per un totale di 560 chili di sabbia recuperata dalle docce presenti sul litorale (lo scorso anno erano stati recuperati 380 chili). Da sottolineare è il grande apporto nel contrasto all’invasione delle cicche di sigaretta: sono 14 mila i mozziconi recuperati durante la stagione, un numero ancora troppo elevato, seppur inferiore rispetto ai 20 mila raccolti durante la stagione 2023, complice positivamente, con tutta probabilità, la distribuzione dei quasi 800 posacenere da parte dei volontari, sia in spiaggia che nei chioschi presenti sul litorale e presso l’infopoint turistico a San Giovanni. Tanti anche i rifiuti raccolti nelle spiagge, si contano 96 sacchi, per un totale di 410 chili di spazzatura. (a cura dell’Ufficio comunicazione del Comune di Cabras).
“Una vita da social” sbarca a Oristano, con i consigli della Polizia di Stato per navigare in sicurezza sul web. Nuova tappa nel capoluogo del bus della polizia di Stato, nell’ambito dell’iniziativa nazionale, promossa dalla Polizia di Stato e dal Ministero dell’Istruzione, finalizzata a sensibilizzare i ragazzi all’uso responsabile e consapevole di internet. L’autobus itinerante di “Una vita da social” ha accolto decine di studenti delle scuole primarie e delle medie di Oristano. Gli agenti della Polizia postale sono saliti in cattedra e hanno informato gli studenti su come si possono affrontare in sicurezza i social e le app diffusi nella rete. Suggerimenti e consigli fondamentali che i ragazzi devono conoscere per evitare i gravi pericoli che si nascondo nella rete. Grazie all’ausilio di video e slides, sono stati illustrati gli strumenti giusti per navigare online in sicurezza, accompagnandoli nella conoscenza dei principali rischi che possono coglierli impreparati: dall’educazione sentimentale online, all’adescamento, al cyberbullismo. Quest’anno il programma si è arricchito anche con gli interventi della Polstrada, relativamente all’educazione stradale, dell’ufficio minori e del nucleo cinofili. “Tra i pericoli maggiori che i ragazzi possano incontrare sul web – ha spiegato Francesco Greco, dirigente regionale del Centro operativo per la sicurezza cibernetica postale della Sardegna -, ci sono quelli dell’adescamento, anche attraverso l’uso di whatsapp, mentre per i più grandi, i ragazzi delle scuole medie e delle superiori, i problemi sono quelli del Cyberbullismo anche gravi per le conseguenze che arrecano alle vittime”. La piazza Roma è stata, quindi, per una mattina, il set della campagna informativa promossa dalla Questura di Oristano. Sono stati inoltre esposti gli autoveicoli in dotazione ai vari reparti, come la Lamborghini Urus Performance, il simbolo della decennale collaborazione tra la famosa azienda e la Polizia di Stato. E, ammirata quale vero gioiello d’epoca, la mitica Giulia. Sono stati anche allestiti gli stand informativi, dove i poliziotti hanno distribuito depliant legati alla sicurezza e alla tutela degli anziani, in questo periodo vittime di gravi truffe. A fare gli onori di casa agli studenti e ai cittadini, il questore Giuseppe Giardina, il vice Giacinto Matterà, il capo di gabinetto Michele Chessa, e Francesco Greco dirigente regionale del Centro operativo per la sicurezza cibernetica è postale della Sardegna. La manifestazione è stata arricchita da una esibizione delle unità cinofile della polizia di Stato. Nel corso del nuovo anno scolastico saranno oltre 60 le città italiane che verranno raggiunte dal camion simbolo di “Una vita da social”. “Si continua nel solco della tradizione – ha spiegato il questore Giuseppe Giardina -; rispetto allo scorso anno sono aumentate le risorse telematiche sul web. La nostra missione rimane la stessa: fornire gli strumenti ai nostri giovani cittadini per affrontare serenamente quelli che sono i pericoli del web, per non cadere vittime di ignobili sfruttamenti, ma anche per non essere a loro volta autori di reati. Tutto questo serve a dare uno strumento di conoscenza ai giovani che diventeranno i futuri cittadini”. Foto e video degli incontri verranno condivisi con il pubblico attraverso la pagina facebook del progetto, www.facebook.com/unavitadasocial/: uno spazio a disposizione dei ragazzi in cui condividere i loro messaggi di valori positivi contro il cyberbullismo, un diario di bordo inserito nella più ampia opera di responsabilizzazione all’uso della “parola”, in particolar modo di quella online.(Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).
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