Lo scontro Todde-Comandini si fa duro (di Paolo Maninchedda).
“Conosco Comandini e politicamente non lo stimo perché non mantiene un impegno manco se lo inchiodano con tasselli da calcestruzzo.
Non è un uomo malvagio, anzi, è pacioso e non farebbe male a una mosca se non a quella che dovesse frapporsi al suo obiettivo. Nel caso, però, per pigrizia, lo farebbe fare a qualcuno al posto suo. La sua natura è fuggevole, cangiante, adattevole, tra la saponetta che scivola e il colore che cambia per velocità di movimento. Tuttavia è un uomo e, secondo me, è ben bene adirato.
Bisogna avere ben chiaro che il capo del Consiglio regionale è Comandini e il capo della Giunta è Alessandra Todde. Ho conosciuto due presidenti del Consiglio veri, Giacomo Spissu e Claudia Lombardo, né l’uno né l’altra avrebbero mai permesso al presidente della Giunta di usurpare la comunicazione pubblica in occasione del deposito delle firme di una legge di iniziativa popolare come la Pratobello 2024.
Invece, si veda questo video, la comunicazione è stata interamente assorbita dalla Todde che ha impedito ai capigruppo della maggioranza qualsiasi iniziativa e ha scandito i tempi e i modi dell’esame della legge. Non era e non è compito suo. Comandini deve avere un giramento eolico non banale.
Dentro il Pd le pretese egemoniche della presidente della Giunta cominciano a irritare non pochi e, tra questi, alcuni consiglieri regionali che, se irritati, sono in grado di mettere a posto anche il più agguerrito presidente della Giunta.
Il Pd sta soffrendo perché è un partito di governo e la Todde e la sua masnada consulenziale sta continuando, invece, a fare campagna elettorale, ma non sta governando manco per il piffero; partecipa a ogni corteo e a tutte le sagre, fra un po’ non salterà manco i funerali (mi ricorda un onorevole democristiano che mi disse, una volta, contestando il mio presunto aristocraticismo, che lui con i funerali era riuscito a farsi eleggere tre volte).
La Desiré (mon coeur) non sta riuscendo a produrre un nuovo posto di lavoro manco a pagarlo, si è nascosta sulla vicenda Glencore perché ha occhi solo per Bertolazzi e ricorda la celebre imitazione di Melania Trump che, guardando all’anziano marito, gridava come auspicio “Me more!”.
L’assessore del lavoro vuole la Sanità e per eccesso di bramosia non fa il suo mestiere; l’assessore della sanità non può fare nulla perché è lì per favore; l’assessore all’agricoltura è sulla rampa di lancio per volontà diffusa; l’assessore dell’industria non ha struttura, chiacchiera, nomina, ma non porta a casa nulla, è marginale sull’energia, non ha un’idea nuova manco a pagarla e non trova nel presidente una spalla che condivida almeno una visione. L’assessorato alla cultura ha fatto una nomina e l’ha sbagliata. L’assessora dei trasporti gioca col trenino elettrico e si candida all’Assessorato Biglietti Rincarati Per Incapacità Diffusa. L’assessora del personale è alle prese con i sindacati, perde le staffe frequentemente e ad ogni obiezione ricorda, anche quando si dovesse parlare delle salviette dei bagni, che lei rappresenta la politica, che lei non si occupa di amministrazione ecc. ecc, insomma che lei non c’entra niente in ciò che dicono gli altri e c’entra solo in ciò che dice lei. Chi la capisce è bravissimo. Il Segretario generale stellare, che doveva illuminare il firmamento dell’efficienza amministrativa, fa il pendolare d’oro e non lascia traccia. L’assessore agli enti locali è un ologramma. L’assessore al Bilancio ha paura del Presidente per ragioni incomprensibili.
Il Pd comincia ad averne le tasche piene.
Il deposito delle firme della Pratobello 2024 era una straordinaria occasione di ricucitura di un clima, avvelenato dai dossier degli amici e dei nemici compilati dallo staff presidenziale, dalle epurazioni e dalle inerzie, e invece la maggioranza, Pd incluso, è stata blindata, fatta prigioniera dalla Todde e chiusa da lei a difendere un fortino che, infatti, i manifestanti hanno simbolicamente circondato.
Comandini non sta bene se lo circondano, soffoca, gli prende l’enterocolite nervosa, gli si slacciano le Nike, specie se è stato circondato per colpa non sua. Adesso Saponetta renderà scivoloso ogni passo di My Dear, colpevole di aver turbato il suo placido vivere e averlo costretto a fare quel David Crockett che mai avrebbe voluto essere”.
(dal blog di Paolo Maninchedda sardegnaeliberta.it).
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