Ott 28

Pratobello 2024: il sottilissimo fascismo degli antifascisti (di Paolo Maninchedda).

“Leggo e cito dal comunicato dei capigruppo di maggioranza diffuso ieri: “Cagliari, 25 ottobre 2024 – Rendiamo noto agli organi di informazione e a tutte e tutti le Sarde e i Sardi che ieri,

nella Conferenza dei presidenti di gruppo del Consiglio Regionale, è stato stabilito che la proposta di legge “Pratobello” non potrà essere discussa direttamente in aula, senza seguire il percorso regolare. Ciò è dovuto alla concomitante calendarizzazione del disegno di legge 45, che tratta la stessa materia ed ha già concluso il proprio iter nelle commissioni”.

Questa scelta non è neutra come la si vuole rappresentare, è anzi una vecchia abitudine dei settari di Destra e di Sinistra di nascondere il proprio autoritarismo dietro ineluttabili procedure burocratiche. Con un’aggravante: la convinzione che si sia tutti astanti decerebrati di queste furbizie.

Sviluppiamo, a favore non dei capigruppo, ma di chi vuole dimostrarsi ancora non lobotomizzato dalla sfacciataggine di questo nuovo potere, tanto spocchioso quanto incapace (trasporti e sanità lo dimostrano), il seguente ragionamento.

Lo Statuto della Sardegna attribuisce l’iniziativa legislativa a ogni consigliere regionale, alla Giunta regionale, ma anche al popolo.

Il caso ha voluto che la Giunta, con mille contraddizioni precedenti e seguenti l’atto poi assunto, abbia prima varato una norma, la cosiddetta moratoria, poi abbia elaborato un disegno di legge (aree idonee) e, mentre questo veniva analizzato in Consiglio, abbia presentato sullo stesso un profluvio di emendamenti (segno di un pensiero in itinere o di una cosa fatta in fretta per bloccarne un’altra?).

Mentre accadeva tutto questo, una parte importante del popolo sardo ha deciso di esercitare la propria iniziativa legislativa nelle forme previste dallo Statuto, redigendo un testo e raccogliendo le firme.

Un Parlamento sardo democraticamente istruito, avrebbe potuto considerare che, essendo in itinere due iniziative di legge, sarebbe stato opportuno attendere la presentazione di entrambe per poi procedere in Commissione all’esame congiunto e giungere a un testo unificato. Un Parlamento sardo responsabile e non provocatorio, avrebbe invitato, come uditori, all’esame congiunto dei due testi, i rappresentanti dei comitati promotori della legge di iniziativa popolare, avrebbe cioè almeno tentato di rendere l’istituzione parlamentare un luogo di partecipazione. Avrebbe promosso una sua seduta aperta ai rappresentanti dei Comitati per discutere, se non dei singoli articoli, almeno dei contenuti.

Invece no.

Il Parlamento sardo ha deciso di concludere l’esame del disegno di legge della Giunta in Commissione, di impedire che la legge di iniziativa popolare entrasse in aula saltando il passaggio in Commissione e di condannarla così ad essere esaminata dopo l’entrata in vigore dell’altra, per essere così giudicata norma superflua perché disciplinante un settore appena disciplinato o, andando bene, per doversi adattare al già deciso.

Non è democrazia, è furbizia.

Però è una furbizia autoritaria che afferma, impunemente, che il potere di iniziativa legislativa del popolo è subordinato a quella del Consiglio. Così non è nello spirito della nostra legge fondamentale. Il potere di varare le leggi è certamente e solo in capo al Consiglio, ma quello di proporle è anche del popolo (nelle forme previste dalla legge) e non lo è in misura inferiore o subordinata rispetto a quello dell’Assemblea regionale. Quello che sta facendo il Consiglio regionale è un atto di subordinazione non tollerabile, che accende micce pericolose, non facilmente astutabili.

Si tratta di autoritarismo. Quando chi governa avverte che la forza della intelligenza e della parodia sta minando la solidità del potere, allora ricorre alla limitazione della libertà o alla condanna di inutilità del suo esercizio. Il fascismo fu quello che fu; ma la sua eredità non è solo il manganello, è anche la paura del valore della libertà altrui e l’uso del potere per comprimerla. Non si può omaggiare, a torto o a ragione, le folle del Medio Oriente e spegnere quelle di casa.

In realtà, ciò che la maggioranza teme è la possibilità che i 200.000 firmatari della Pratobello capiscano il loro valore politico e si contrappongano al governo regionale per la sua insipienza, per il suo diffuso parassitismo, per la sua sfacciata tendenza all’amichettismo, per la sua disinvoltura (non si erano mai visti candidati presidenziali che osassero non nominare il proprio mandatario elettorale a garanzia della trasparenza delle spese elettorali), e ora per il suo ferrigno autoritarismo.

Qui sta il punto: Pratobello è un fuoco di paglia o un incendio morale ben alimentato? Pratobello 2024 si nutre di estremismo o si struttura intorno a un disegno di cambiamento culturale, morale e politico della Sardegna? È un movimento liberale, democratico, di cultura europea o si vuole affidare al terzomondismo insurrezionalista? Deve decidere.

Intanto può essere certo dell’avvenuto abuso della sua lealtà istituzionale: la legge è nel cestino del Consiglio regionale”. (Paolo Maninchedda, dal sito sardegnaeliberta.it).

I capoluoghi sardi (tranne Sassari) perdono numerose posizioni nella classifica generale sui 106 capoluoghi di provincia per performance ambientali, ma spiccano nella raccolta differenziata dei rifiuti, con 3 su 4 che superano la soglia dell’80%. Grave, invece, il livello della dispersione idrica delle reti, in tutti i casi superiore al 50%. E’ quanto emerge dal rapporto “Ecosistema Urbano 2024” di Legambiente, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Preoccupa la mancanza di una rete di monitoraggio regionale della qualità dell’aria che copra in modo adeguato le città dell’Isola. Delle 43 centraline inizialmente presenti, solo 25 sono ancora attive a causa delle 9 dismissioni del 2018 e delle ulteriori 9 del 2023. “Due capoluoghi esaminati nel rapporto, Oristano e Nuoro, non dispongono più di centraline attive e non è quindi possibile conoscerne la qualità dell’aria – si legge nel rapporto -. Le uniche aree urbane attualmente monitorate sono nell’area metropolitana di Cagliari, a Olbia e a Sassari”. Cagliari pur rimanendo la prima tra i capoluoghi sardi, con il 24° posto, perde 8 posizioni rispetto allo scorso anno, tornando circa alla posizione del 2022. Tra i punti forza spiccano il sistema di calcolo della tariffa rifiuti (Tari) legato alla produzione reale, e l’offerta di Trasporto pubblico locale, pari a 50 vetture-km/abitanti/anno, che la pone al 7° posto tra i capoluoghi esaminati. Insufficiente invece la qualità dell’aria, con le polveri sottili che dal 2019 continuano ad aumentare raggiungendo un livello di PM10 medio annuo di 30 g/m3 e 13.0 g/m3 per il PM2,5. Nuoro dal 39° posto scende al 52°, e spicca per numero di auto immatricolate per 100 abitanti (78), anche in relazione alla carenza di un efficace collegamento ferroviario con il resto dell’isola. Anche Oristano arretra al 62° posto dal 22° dell’anno precedente, come per Nuoro anche a causa della penalizzazione dovuta alla mancanza di dati sulla qualità dell’aria. Infine, Sassari sale leggermente dall’anno scorso nella classifica passando dall’80° al 74° posto con una buona qualità dell’aria, ma con il record della dispersione idrica tra i capoluoghi dell’isola esaminati (64,6%). “Il rapporto conferma che la regione è un esempio virtuoso per ciò che riguarda la raccolta differenziata – dice Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna -. A fronte di questo e altri punti di forza da vantare, come il terzo posto di Cagliari per l’offerta di Trasporto pubblico o il primo di Sassari per la bassa concentrazione media annua di PM2,5, permangono tante criticità che devono essere affrontate con urgenza”.

Esprime “sorpresa ed amarezza”, il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria, dopo la notizia che i familiari di Stefano Dal Corso, il detenuto romano morto nel carcere di Massana-Oristano, hanno espresso dubbi sul decesso dell’uomo, appellandosi al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo l’archiviazione disposta dalla magistratura. “La ricerca della verità è del tutto legittima da parte dei familiari, ma credo che si dovrebbero evitare illazioni e gogne mediatiche. Noi confidiamo nella magistratura, che ha disposto l’archiviazione dopo l’esposto dei familiari, perché la Polizia penitenziaria, a Oristano come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere – ha dichiarato il segretario generale del Sappe, Donato Capece -. “L’impegno del primo sindacato della Polizia penitenziaria, il Sappe, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente ,dove la società civile può e deve vederci chiaro, perché nulla abbiamo da nascondere, ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale, ma ancora sconosciuto, lavoro svolto quotidianamente con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”.

Un uomo di 38 anni, nato in Svezia ma da tempo residente a Bosa, è stato aggredito è accoltellato nella notte tra sabato e domenica. L’episodio, ancora al vagliato dei Carabinieri della compagnia di Macomer, è accaduto nel centro storico di Bosa, attorno alle 2, tra le vie Carmine e del Seminario. L’uomo sarebbe stato aggredito da almeno due persone, ed è rimasto ferito da una coltellata alle braccia mentre cercava di difendersi. E’ stato soccorso e accompagnato al Pronto soccorso dell’Ospedale di Bosa, dove i medici gli hanno assegnato 15 giorni di cure. I Carabinieri hanno visionato le telecamere ed ora stanno cercando di individuare gli aggressori. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).

Grande partecipazione e un coinvolgimento entusiasta hanno caratterizzato la “Giornata Comunale del Cane”, un evento di sensibilizzazione sul benessere animale e la promozione delle adozioni come strumento per combattere il randagismo. Organizzata dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Oristano e dall’Asl di Oristano, la manifestazione ha visto una straordinaria partecipazione: circa 60 cani sono stati sottoposti alla microchippatura, eseguita dal servizio di anagrafe canina e igiene urbana della Asl 5, diretto da Giuseppe Sedda, mentre altrettanti hanno sfilato in piazza Eleonora, ammirati da un pubblico composto tra gli altri da oltre 200 studenti delle scuole elementari e medie degli istituti comprensivi cittadini. Dalle 9 alle 13, la piazza si è animata con stand informativi, sfilate, attività educative e dimostrazioni delle unità cinofile della Polizia di Stato, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. Al fianco delle istituzioni, i volontari delle associazioni animaliste locali, il Ceas Aristanis e la Croce Rossa hanno contribuito al successo della giornata, con il supporto degli sponsor Crai, Tre A, Dogo e il team Piras, che ha garantito l’assistenza tecnica. “Con questa iniziativa, il Comune e l’Asl ribadiscono l’impegno nella lotta al randagismo e nella promozione del benessere animale”, ha dichiarato il sindaco Massimiliano Sanna. La manifestazione si inserisce in un quadro di collaborazione istituzionale tra gli enti, sancito dal protocollo d’intesa firmato lo scorso luglio, volto a favorire l’adozione degli animali e a migliorare il decoro urbano. Il direttore generale dell’Asl5, Angelo Maria Serusi, ha evidenziato l’importanza dell’educazione della cittadinanza, in particolare dei giovani, per promuovere una convivenza rispettosa e consapevole con gli animali. Un messaggio condiviso anche dall’assessora all’Ambiente Maria Bonaria Zedda: “Abbiamo voluto il coinvolgimento delle scuole per sviluppare una nuova sensibilità verso il benessere animale. La sfilata è stata uno dei momenti più spettacolari, ma l’obiettivo è sensibilizzare sull’importanza delle adozioni, del rispetto ambientale e dell’igiene urbana.” La giornata ha messo in luce i benefici del rapporto uomo-animale, ribadendo il diritto di ogni cane a vivere in un ambiente che tuteli la sua salute fisica e psicologica. Grazie alla partecipazione degli esperti della Asl, dei volontari e delle Forze dell’ordine, il pubblico ha avuto l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza sull’importanza di una corretta gestione e tutela degli animali da compagnia, con un impatto positivo per tutta la comunità. L’evento si è concluso con la consegna di gadget e attestati di partecipazione, lasciando a bambini e famiglie un ricordo prezioso e una lezione di rispetto verso gli animali che, come sottolineato da Giuseppe Sedda, responsabile del servizio Anagrafe canina e randagismo della Asl, è fondamentale per garantire un equilibrio armonioso tra la cittadinanza e gli amici a quattro zampe.

Lascia un commento

Your email address will not be published.