Oristano: respinto il Piano attuativo “Tre Torri” per l’edificio di via Michele Pira.
Il consiglio comunale di Oristano, accogliendo la proposta dell’assessore all’Urbanistica, Ivano Cuccu, ha respinto il piano attuativo della società “Tre Torri” per l’edificio in costruzione in via Michele Pira.
Dall’assemblea civica anche l’annuncio di un ricorso alle vie legali contro la stessa società, che tramite il suo avvocato ha inviato una diffida ai consiglieri comunali per chiedere l’adozione del piano.
L’intervento, nella via Michele Pira, riguarda la costruzione di un edificio residenziale, in corso di realizzazione, su una superficie dichiarata di 1.946 mq in zona B* del Puc. La convenzione tra la società Novalis srl (precedente proprietario a cui è subentrata la 3 Torri srl) e il Comune di Oristano per la cessione di un’area di 672 mq, essenziale per il rilascio del rilasciando titolo abilitativo, prevedere la cessione gratuita al Comune delle aree da destinare a parcheggi pubblici nella misura pari al 40% della superficie totale dell’intervento, la realizzazione dei parcheggi e delle altre eventuali opere di urbanizzazione e il passaggio al Comune delle eventuali opere di urbanizzazione anche per la successiva manutenzione.
Successivamente alla convenzione è stata presentata una richiesta di piano attuativo, con l’obiettivo di poter usufruire di una maggiore altezza nella realizzazione dell’immobile attualmente in fase di costruzione. L’istruttoria della richiesta di variante è stata giudicata incompleta in relazione agli elaborati trasmessi che non consentono una valutazione esaustiva, non conforme alle Norme tecniche di attuazione e al Regolamento edilizio del Piano urbanistico comunale. Inoltre, avendo come finalità l’aumento dell’altezza dell’edificio in corso di costruzione non prevede cessioni, ai sensi del Decreto Floris, ed è priva della previsione di esecuzione di strade, oltre che di opere di urbanizzazione primaria, ma contempli invece parcheggi nell’area già ceduta al Comune.
È stato l’assessore Cuccu a illustrare l’argomento in aula, ricordando come “…già dallo scorso mese di marzo, a fronte di una comunicazione dell’allora dirigente comunale Giuseppe Pinna di approvazione dello schema di convenzione con la società Tre Torri, ho esaminato la delibera e notato cose non chiare. Ho quindi chiesto chiarimenti che non ho mai avuto. Mi sono domandato come mai ci fosse una richiesta di piano attuativo per una costruzione già in corso. Dalla proposta si legge che si prevede un moderato incremento volumetrico, comunque inferiore ai 9.734 metri cubi massimi realizzabili. Ma sarebbe stato così se ci fosse stata una lottizzazione, ma questa non è una lottizzazione. Quindi si trattava di una richiesta di incremento di altezza. Io non riporto la mia opinione, ma ciò che dice la giurisprudenza, ciò che dicono gli atti, ciò che dice il dirigente, ciò che dice la commissione e ciò che dicono le sentenze”.
È quindi intervenuto il presidente della commissione Urbanistica, Fulvio Deriu che si è soffermato sulla diffida inviata nei giorni scorsi dal legale della Tre Torri: “In questo Comune troppo spesso prendiamo atto che ogni volta che un privato cittadino si convince che il proprio interesse debba prevalere su quello pubblico, sistematicamente procede col formulare una diffida ai consiglieri comunali, fiducioso che questo atto sia sufficiente ad intimidirli, ottenendo quindi un risultato a proprio vantaggio. Personalmente, riferendomi all’ultima diffida ricevuta, ritengo che questo gesto sia inopportuno, un goffo e vano tentativo volto a creare sgomento, dimenticandosi che il consigliere comunale non è un confidente a cui chiedere una cortesia, ma un rappresentate della collettività che deve approntare le proprie scelte con la massima serenità, perseguendo unicamente l’interesse pubblico. Per queste ragioni chiedo che l’ufficio legale valuti se il contenuto possa rappresentare, anche potenzialmente, un atto intimidatorio nei confronti dei consiglieri e, in caso di riscontro positivo, proceda come per legge”.
Deriu è quindi entrato nel merito dei lavori della commissione, che ha voluto verificare se la monetizzazione degli standard fosse ammissibile, posto che lo strumento urbanistico parrebbe impedirlo, se la cessione in favore del Comune riguardasse una parte del marciapiede pubblico, i termini della proposta di servitù di passaggio perpetua sulla proprietà pubblica in favore del privato che dispone di un accesso indipendente dalla via Michele Pira e infine se il fabbricato in costruzione rispetti la distanza dal confine con la proprietà comunale.
Successivamente, la commissione, preso atto del parere dirigenziale negativo, ha espresso il proprio voto contrario a maggioranza. “La proposta – ha aggiunto Deriu – vede come unica variazione rispetto al titolo diretto, l’aumento dell’altezza da 12 a 16 metri, senza che si determini un incremento volumetrico. Ma appare difficile comprendere come l’innalzamento di un fabbricato di 4 metri non determini un incremento volumetrico. Quanto alla monetizzazione parziale degli standard, una sentenza del Consiglio di Stato del 2023 recita che la monetizzazione degli standard urbanistici presuppone una valutazione degli uffici comunali in ordine alla mancanza di interesse pubblico alla acquisizione delle aree da destinare a standard urbanistici. La valutazione non può esaurirsi nella semplice quantificazione del valore delle aree destinate a standard, richiedendo una estrinsecazione delle ragioni per le quali l’amministrazione comunale ha ritenuto che non sussista l’interesse pubblico alla acquisizione delle aree, potendosi procedere quindi alla monetizzazione del valore delle stesse. Tra gli atti trasmessi non risulta allegata alcuna valutazione sulla mancanza di interesse pubblico”.
Giuliano Uras (Oristano al centro): “Il nostro Puc ha una fortissima discrezionalità nelle norme di attuazione che si era riservato l’ufficio tecnico di allora. Quelle norme vanno corrette. Andiamo immediatamente a verificare quelle norme di attuazione ed eventualmente anche quelle contrastanti con il regolamento edilizio. Occorre che le norme siano certe e non siano soggette, di volta in volta, a interpretazioni. Occorre cercare equilibrio e lo si può ottenere solo con il rigore, per non cadere in quella discrezionalità che dobbiamo eliminare. Nel caso di oggi ho poco da discutere. C’è un pare del dirigente che dice che è preferibile respingere la proposta e questa è la cosa più semplice e naturale”.
Sergio Locci (Aristanis): “Ho trovato assolutamente inappropriata la diffida che mi è stata recapitata. Il consigliere comunale esercita una funzione pubblica e non può essere sottoposto a nessun tipo di pressione, anche ai sensi di quanto stabilito dal Codice penale. Questa è una indebita pressione. Peraltro questa è una diffida per cosa? Dalle carte che ho esaminato non ho visto la presentazione di un piano attuativo. L’approvazione di un piano attuativo è riservata alla sovranità del consiglio comunale e non può essere utilizzato come sanatoria. Il mancato riscontro ai quesiti posti dall’attuale dirigente lascia irrisolte molte questioni: le distanze dalle costruzioni vicine, ad esempio, che mi pare non sia regolamentare. Ho apprezzato molto la proposta del consigliere Deriu di una valutazione di un ricorso alle vie legali in merito alla diffida – ha detto ancora Locci -. Non posso accettare che questo consiglio si debba fare interprete di atti progettuali che non corrispondono legittimamente alle decisioni che invece dovrebbero essere assunte. Non possiamo permetterci di avvantaggiare tizio o caio discrezionalmente”.
Anche il sindaco Massimiliano Sanna, chiudendo il dibattito, ha voluto fare delle precisazioni sulla diffida inviata al consiglio comunale: “Ho interessato del caso il legale dell’ente, Gianna Caccavale, che ha scritto all’avvocato della società Tre Torri: “L’amministrazione mi ha conferito espresso mandato di respingere con forza quanto contenuto nella vostra comunicazione. La diffida lede gravemente le prerogative consiliari, tentando di coartare la volontà degli amministratori (che deve esplicarsi libera e piena) nel senso voluto da voi. Con l’avvertenza che, ove tale comportamento dovesse proseguire, l’amministrazione comunale non esiterà a tutelare le sue ragioni presso ogni sede competente”.
Il sindaco, constata l’assenza di numerosi consiglieri comunali (quelli della minoranza di centro-sinistra e parte di quelli del gruppo di Forza Italia), ha invitato tutti ad assumere il coraggio delle proprie scelte e a ricoprire il ruolo che gli è stato assegnato dai cittadini con senso di responsabilità: “Tutti siamo chiamati a esprimerci, è un nostro dovere e oggi molti non lo stanno facendo”.
Nella seduta di ieri, il consiglio comunale, su proposta dell’assessore all’Urbanistica, Ivano Cuccu, ha adottato il Piano di lottizzazione convenzionato “Sa Cungia de Ponti Mannu” in zona c2ru (proponenti Feijoa srl E Tekref srl ). Il piano di lottizzazione, che insiste su una superficie catastale di 13.600 metri quadrati in località “Sa Cungia de Ponti Mannu”, prevede la cessione di 641 metri quadrati per verde attrezzato, 138 metri quadrati per parcheggi pubblici e la monetizzazione della mancata cessione degli altri standard per una superficie complessiva di 351 metri quadrati. Il piano di lottizzazione è stato adottato con la condizione che i lottizzanti si impegnino a realizzare anche quota parte delle opere di urbanizzazione generali, necessarie affinché la lottizzazione sia collegata al resto delle infrastrutture urbane, o in alternativa si impegnino a partecipare, pro quota, alla realizzazione delle opere di urbanizzazione generali.
La giunta ha poi risposto alle interpellanze e interrogazioni.
Carla Della Volpe (Pd) ha illustrato l’interpellanza urgente, presentata insieme ai consiglieri Marchi, Daga, Federico, Maria e Giuseppe Obinu, Marcoli, sulla Reggia giudicale, giudicando sbagliata nel metodo e nel merito la decisione del trasferimento della Prefettura nell’antica reggia.
Con l’interpellanza si sono chieste le ragioni per le quali il Comune abbia rinunciato a rivendicare la disponibilità del Palazzo, quelle per cui non si portato all’attenzione e alla discussione del consiglio comunale una questione che attiene ad un luogo della memoria di tutta la città, e quelle per cui si è deciso di privare la città di un bene di altissimo valore storico e culturale, senza ricercare condivisione e soluzioni alternative.
Il sindaco Massimiliano Sanna ha risposto, ribadendo ancora una volta di non aver mai rinunciato a chiedere la titolarità dell’ex Reggia giudicale: “Il mio impegno per valorizzare la storia della città è noto. Mi dispiace che si dica il contrario. Per quanto riguarda il diritto di prelazione di cui qualcuno parla, evidenzio che questo istituto non si può applicare se non si vende il bene. Sul futuro della Reggia, da vicesindaco e da sindaco ho avuto numerosissimi incontri, formali e informali, con organi dello Stato e della Regione. È stata un’attività costante. Ci sono i documenti che parlano e che testimoniano il mio impegno e quello dei sindaci che mi hanno preceduto, ma lo Stato ha sempre deciso di conservarne la proprietà. Un risultato l’ho ottenuto: lì non ci sarà l’Agenzia delle entrate, che con i tanti uffici, il personale e l’utenza, sarebbe stata una decisione sbagliata. Il consiglio comunale non è stato coinvolto perché non c’è alcun atto ufficiale, l’unica comunicazione è quella fatta durante la conferenza stampa di presentazione della Casa del Carabiniere. Ribadisco la volontà di avere il bene, ma occorre anche avere i fondi per recuperarla e gestirla. Una cosa è certa: occorre evitare che quella struttura cada a pezzi”.
Carla Della Volpe ha replicato evidenziando la rinuncia dell’amministrazione a svolgere un ruolo politico. “C’è mancanza di coraggio. Si porti il dibattito in consiglio comunale e poi si apra un dibattito pubblico”.
L’assessore ai Lavori pubblici, Simone Prevete, ha risposto all’interrogazione sul Mercato civico con cui Maria e Giuseppe Obinu e Marcoli chiedevano quali misure intenda adottare l’amministrazione per garantire che i fondi del disponibili siano utilizzati in modo efficace per la realizzazione del mercato civico, quali sono i motivi per cui si ritiene che i fondi attuali non siano sufficienti, nonostante la disponibilità complessiva indicata e se esistano piani per coinvolgere la comunità locale nel processo di progettazione e realizzazione del mercato civico.
“Entro dicembre 2024 è previsto l’affidamento dell’incarico per la revisione del progetto – ha detto l’assessore Prevete -. Il progetto attuale è vecchio e deve essere rivisto dal punto di vista dei prezzi (si fa riferimento a un prezziario non più applicabile alla realtà odierna e per qual tipo di intervento servirebbe almeno il doppio delle risorse), e per gli spazi in base alle nuove esigenze degli operatori. L’unica risorsa certa sono gli 800 mila euro residui del finanziamento precedente. Nonostante la stipula della convenzione non è ancora arrivato il milione e mezzo del finanziamento regionale. Non abbiamo certezza di altre risorse. Sono d’accordo sul coinvolgimento dei diversi attori è necessario, la commissione lavori pubblici ha lavorato su un’idea di mercato e vuole lavorare con la Commissione attività produttive e con l’assessore De Seneen”.
Maria Obinu (Progetto Sardegna) ha replicato concordando sul fatto che il progetto sia vecchio e ormai superato: “Noi immaginiamo uno spazio vivo, un polmone verde all’interno del centro storico che oggi purtroppo non ha spazi di questo tipo”.
I lavori della seduta del consiglio comunale di Oristano sono stati aggiornati a giovedì 14 novembre, alle 18, sempre presso la sala consiliare della Provincia, per la discussione del seguente ordine del giorno: 1) Interpellanza Marcoli, Giuseppe e Maria Obinu, Della Volpe, Marchi, Federico: “Controllo delle discariche non autorizzate tramite telecamere e sanzioni ai trasgressori”; 2) Mozione Marcoli, Giuseppe e Maria Obinu, Della Volpe, Perra, Daga, Marchi, Federico: “La Città che vorrei”; 3) Atto di indirizzo per individuazione aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti di energia eolica, fotovoltaica e agrivoltaica (Prop. n. 66 del 07.11.2024).
La presidente della Regione Alessandra Todde chiude definitivamente le porte alla legge di iniziativa popolare Pratobello 24, che ha raccolto oltre 211mila firme. Nessuna possibilità che il disegno di legge sulle aree idonee torni in commissione dopo la discussione generale per valutarlo insieme al testo polare: è quanto ha chiarito la governatrice questa mattina, al termine dell’incontro della giunta in consiglio regionale. La richiesta era arrivata ieri dalla minoranza durante la lunga conferenza dei capigruppo, ma la governatrice non cede: “Non c’è nessuna possibilità – ha spiegato Todde – perché sono due leggi con finalità diverse: la Pratobello ha una finalità sospensiva, la legge 45 invece ha una valenza pianificatoria. Noi in questo momento dobbiamo pianificare le aree che devono essere destinate a fare impianti e tutelare invece quelle che devono essere protette. Dire genericamente che non ci sono aree idonee non è tutelante, abbiamo una legge sospensiva che sta funzionando egregiamente quindi in questo momento portarne un’altra che si sarebbe potuta contrapporre alla legge 5 (la moratoria), non è quello che serve in questo momento”. Per Todde “…i comitati sono mondi variegati, alcuni di loro hanno mandato delle osservazioni che sono state prese in carico e integrate dove possibile, quindi una parte sono state ascoltate. Poi c’è una parte dei comitati che dicono “o Pratobello o niente”, ma chiaramente di fronte a queste posizioni, noi ci concentriamo sulla pianificazione”.
Giovedì 14 novembre, dalle 9 alle 13, la società Enel Distribuzione eseguirà un intervento di manutenzione ai propri impianti e dovrà interrompere l’alimentazione elettrica al pozzo serbatoio di via Temo, a Oristano, gestito da Abbanoa. Sarà quindi inibito il funzionamento dell’impianto di sollevamento idrico, con conseguente interruzione della alimentazione al serbatoio e conseguenti disservizi idrici nell’intera zona. Il normale approvvigionamento sarà ristabilito al termine dei lavori di manutenzione.
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