Todde sul rischio decadenza: “Sono legittimata ad andare avanti”.
“Sono serenamente al lavoro, come potete vedere, anche dopo un confronto con la mia maggioranza.
Ovviamente l’atto amministrativo, arrivato ieri dalla Corte d’Appello, seguirà il suo percorso e sarà ovviamente gestito dai miei avvocati. Io ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura e la piena fiducia su quelle che sono le azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni. Quello che io posso dire è che ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò”.
Queste le dichiarazioni della presidente della Regione, Alessandra Todde, a rischio decadenza dopo l’ordinanza-ingiunzione del Comitato di Garanzia che ha contestato le spese della sua campagna elettorale.
“Voglio ricordare a tutti – ha aggiunto Todde – che noi siamo stati eletti per servire i sardi, e questo chiaramente non finisce fino a quando non ci sono atti definitivi quindi noi continuiamo a lavorare con assoluta motivazione, perché per questo siamo stati eletti e per questo riceviamo soldi pubblici, quindi ci mancherebbe che non continuiamo a lavorare in maniera motivata come dobbiamo fare.
Ripeto, il tema della legittimazione non si pone, nella misura in cui non ci sono atti definitivi, quindi il consiglio regionale farà il suo percorso e, nel frattempo, continuiamo a lavorare con assoluta motivazione e, soprattutto, con assoluta legittimazione”.
Di diverso avviso, chiaramente, i partiti all’opposizione.
“La decisione del Collegio regionale di Garanzia elettorale sulla decadenza di Alessandra Todde dalla carica di consigliere regionale, e dunque anche da quella di presidente della Regione Sardegna, potrebbe avere effetti deleteri per gli interessi del territorio e della collettività”.
Lo ha scritto, in una nota, Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e segretario regionale della Sardegna.
“Stante la decadenza, infatti, ostinarsi a proseguire in tale incarico comporterebbe inevitabilmente l’adozione di provvedimenti illegittimi, con gravi ripercussioni non solo sulla correttezza dell’azione di governo, ma soprattutto sui cittadini. La Sardegna rischia di perdere tempo e opportunità.
Invitiamo, pertanto il presidente, Alessandra Todde, a non sottovalutare la gravità della situazione e a fare un passo indietro, nel rispetto del provvedimento del Collegio regionale di Garanzia, restituendo la parola agli elettori”.
Sulla vicenda Todde ha detto la sua anche il senatore Maurizio Gasparri, responsabile nazionale Enti locali di FI. “Ovviamente bisognerà approfondire la vicenda, esaminando ogni dettaglio. Sappiano però i grillini o ex tali che non faremo sconti a nessuno. Hanno voluto la complicazione di ogni tipo di normativa, di ogni tipo di verifica sulle spese elettorali. E se la Todde avesse commesso errori irreparabili non avrà sconti da parte di nessuno. Non ci sarà toga rossa o giudice amministrativo compiacente che potrebbe cancellare degli errori gravi.
Attendiamo, verifichiamo, senza emettere sentenze anticipate, ma sappiano che non ci saranno sconti di nessun tipo. Se gli errori di cui si parla dovessero trovare conferma, si va a casa. Hanno fatto i moralisti di ogni moralizzazione, sembra che non abbiano rispettato regole che invocavano per gli altri, ma che non avrebbero saputo applicare a sé stessi. E, del resto, visto chi sovraintendeva le operazioni elettorali ci vuole poco per immaginare quanta incompetenza ed approssimazione ci sia stata”.
“Sto cercando di capire meglio la situazione che a prima vista mi pare una situazione abbastanza assurda, perché sostanzialmente non c’è nessuna irregolarità sostanziale, ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza”.
E’ quanto ha detto l’avvocato Benedetto Ballero, dello studio cui la presidente Alessandra Todde si è rivolta per tutelarsi nel procedimento aperto dal Collegio di Garanzia elettorale, e che ha potuto vedere l’ingiunzione-ordinanza soltanto ieri a tarda sera.
Per il legale il provvedimento “…appare forzato e anche un’invasione del risultato elettorale, perché non si può determinare una decadenza per un brufolino. Tra le altre cose contestano una fattura che è arrivata dopo, di 130 euro, dell’Enel per un locale”. Sette i profili di irregolarità contestati, uno già chiarito con una memoria. “La cosa certa – ha aggiunto Ballero – è che per scelta prioritaria, la presidente non ha ricevuto un contributo, né ha fatto alcuna spesa personalmente, e quindi ovviamente non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale”.
In sintesi, secondo il legale, Alessandra Todde avrebbe scelto di non essere in prima persona la referente della propria campagna, in termini economici, dunque la tesi è che nulla le si potrebbe contestare.
“Hanno fatto titoloni sulla decadenza della presidente Todde. Molti però scambiano i propri desideri per realtà. Invero il procedimento non è concluso. La decadenza, per essere reale, deve ottenere l’approvazione del consiglio regionale. Trattandosi di un’assemblea legislativa la sua composizione è decisa dallo stesso consiglio. Fino a questa decisione la delibera della Commissione di Garanzia, che è un organo amministrativo, non comporta alcuna decadenza”.
Lo ha sottolineato il giurista Andrea Pubusa, ordinario di Diritto amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, avvocato dal 1970 e patrocinante presso le Magistrature Superiori.
In un articolo sul sito “Democrazia Oggi”, l’esperto spiega che il consiglio regionale può non dichiarare la decadenza della presidente della Regione Sardegna dopo le contestazioni mosse sul rendiconto della sua campagna elettorale dalla Corte d’Appello di Cagliari.
“L’assemblea regionale – ha argomentato Pubusa – è un organo legislativo i cui membri, eletti dal corpo elettorale, decidono secondo scienza e coscienza. E se invece si ritiene che l’aula abbia un obbligo di adeguarsi, sarà il governo a stabilirlo e, di conseguenza, a chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento. Solo il Capo dello Stato può, secondo lo Statuto sardo, provvedere allo scioglimento dell’Assemblea sarda.
Ci vuole anche una delibera della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Analoga procedura – ha precisato Pubusa – occorre per rimuovere il presidente della Regione. Insomma, ce ne vuole a far decadere la presidente Todde e sciogliete il consiglio”.
Intanto, l’ordinanza-Ingiunzione del Collegio elettorale della Corte d’Appello di Cagliari, con cui si dichiara la decadenza della presidente Todde per irregolarità sul rendiconto delle spese elettorali è già sul tavolo del consiglio regionale.
Ma è destinato a restarci per qualche tempo. Essendo un provvedimento impugnabile, quindi non definitivo, è possibile che la giunta per le elezioni voglia attendere l’esito dei ricorsi annunciati dalla governatrice e dei suoi legali che, una volta presentati, sospenderanno gli effetti dell’ordinanza.
Inoltre, essendo un unicum nel panorama nazionale, occorre capire quale sia il tribunale al quale rivolgere l’impugnazione: quello ordinario che si esprime in materia elettorale, o il Tar che è competente nella materia amministrativa quale è l’ordinanza.
Nel frattempo, l’organismo consiliare potrebbe avviare studi, chiedere integrazioni al collegio elettorali e alle parti in causa e sollecitare pareri legali. Sul fronte legale il percorso giuridico prevede il passaggio nei vari gradi di giudizio, dall’appello sino alla Cassazione per il rito ordinario, sino al Consiglio di Stato e, anche in questo caso, Cassazione, per quello amministrativo.
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