Gen 23

Audizione del sindaco di Oristano nella Commissione regionale Sanità.

“Siamo contrari a riforme che si susseguono ad ogni legislatura, senza aver il tempo di produrre i risultati indicati al momento del varo.

Riteniamo sia molto meglio correggere le cose dell’attuale normativa che non hanno funzionato e valorizzare quelle che invece hanno dato buoni risultati”.

Il sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, coordinatore della conferenza sanitaria di Oristano, ieri ha partecipato all’audizione della Commissione “Sanità”, presieduta da Carla Fundoni, sull’esame del Disegno di legge n.40 della giunta regionale sulla riforma del sistema sanitario regionale.

I presidenti delle Conferenze socio-sanitarie, con i sindaci di Oristano, Tempio, Lunamatrona, San Gavino, Villacidro, Carbonia, Lanusei, Thiesi, e l’amministratore straordinario della provincia di Nuoro, pur con valutazioni diverse sulla necessità di procedere a una riforma complessiva del sistema, o intervenire invece con dei correttivi per risolvere le emergenze e lavorare al miglioramento della qualità delle prestazioni, dai rappresentanti dei territori, hanno fornito importanti indicazioni sulle criticità presenti nei presidi sanitari di riferimento e un giudizio negativo sull’operato di Ares.

“Un ulteriore accentramento delle competenze su Ares, con un ruolo di coordinamento sui direttori generali delle Asl, sarebbe deleterio – hanno detto in coro i presidenti delle Conferenze socio-sanitarie –; occorre restituire alla Asl le funzioni in materia di reclutamento del personale e dell’acquisto di beni e servizi. In questi anni è apparso evidente che Ares non riesce a svolgere i propri compiti in tempi ragionevoli. Questo crea grossi problemi alle singole aziende, soprattutto sull’assunzione di nuovo personale”.

“A Oristano – ha detto il sindaco Sanna -, assistiamo al paradosso di un edificio (l’hospice) costruito dal Comune, con fondi regionali, ceduto in comodato d’uso alla Asl, sulla base di un accordo che prevedeva la permuta con un edificio storico (palazzo Paderi), inutilizzato e ormai pericolante, per le finalità istituzionali del Comune, che non può essere perfezionato a causa dei continui cambi di competenze sulla gestione della sanità e in questo caso sul patrimonio disponibile della Asl passata al commissario liquidatore dell’Ats. Questo è solo un esempio di quanto norme che si susseguono irrazionalmente inceppino meccanismi faticosamente costruiti, rendendo ancora più difficile l’amministrazione della sanità sarda”.

I rappresentanti dei territori hanno evidenziato le principali carenze che stanno influendo sulla qualità delle prestazioni: “Una buona sanità passa dal potenziamento dei servizi territoriali che devono essere complementari a quelli offerti dai grandi ospedali delle città. Per questo serve puntare sulla differenziazione dei servizi in un rapporto di reciproca fiducia tra centro e periferia”.

Tra gli argomenti più gettonati la carenza di personale nell’assistenza primaria (medici di base) e nei piccoli ospedali. “Servono concorsi ad hoc e, nell’emergenza, ragionare sul reclutamento di medici stranieri – hanno aggiunto i presidenti delle Conferenze socio-sanitarie –. Un altro aspetto riguarda le scuole di specializzazione che potrebbero essere ospitate in alcune strutture territoriali”.

L’Associazione culturale Lucio Abis ha organizzato, per venerdì 24 gennaio, alle 16.30, nei locali dell’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano, il convegno-dibattito “Solidarietà e individuazione di soluzioni rispetto ai problemi diffusi, quali la povertà, l’emarginazione e le fragilità”. L’obiettivo è quello di mettere al centro del dibattito i problemi della solidarietà, del servizio verso gli ultimi e della grande opera delle organizzazioni locali e regionali del volontariato. “La continua crescita dei fenomeni di emarginazione e di crisi sociale ed economica che si manifestano in una società sempre più divisa fra troppo ricchi e poveri – ha detto Pietro Arca, presidente dell’Associazione Lucio Abis – ci chiede di esplorare questo mondo, per verificare quanto si sta facendo e quello che in più potrà essere fatto attraverso nuovi strumenti e nuovi progetti di solidarietà e di sostegno agli ultimi. Si affacciano alla nostra responsabilità nuove forme di povertà, anche di coloro che lavorano ma che non ricavano energie finanziarie sufficienti per una vita dignitosa e in grado di fruire dei diritti riconosciuti a ogni altro cittadino. Emergono povertà nuove nelle famiglie, che non sempre possono garantire ai figli percorsi di studio e di emancipazione sociale in grado di garantire un futuro dignitoso e non rigettarli nei luoghi di pericolose derive sociali e criminali. Il continuo fenomeno dell’inurbamento delle aree metropolitane anche nella nostra realtà regionale – ha aggiunto Pietro Arca – fa crescere una silenziosa e spesso nascosta realtà di emarginazione e di fragilità, non sempre intercettabile e perciò risolvibile con il sostegno e l’aiuto pubblico. Vogliamo esplorare la carenza e l’involontaria incapacità, rispetto al fenomeno crescente, delle strutture pubbliche dedicate al sostegno sociale della popolazione più in difficoltà, di dare una risposta sufficiente e proporzionale al disagio diffuso ed al ruolo complementare che le organizzazioni di volontariato esercitano. I grandi fenomeni di immigrazione, che interessano anche la Sardegna, chiedono strumenti più avanzati ed efficaci per intercettare i bisogni di integrazione degli immigrati e per accelerare i processi di offerta di lavoro, di casa e di istruzione che questi portano con sé. Vogliamo tentare l’obiettivo di rendere ufficiale e tangibile il bisogno che i poteri pubblici riconoscano la necessità di una cooperazione permanente e complementare con le strutture del volontariato, istituendo tavoli di coordinamento delle attività e mettendo a sistema fonti finanziarie in grado di rendere efficaci e determinanti le azioni di sostegno agli ultimi e alle persone con gravi difficoltà. Vogliamo sentire – ha concluso Arca – dai più importanti operatori oggi sul campo, impressioni, difficoltà ed idee progetto da condividere e portare avanti”. Il programma sarà aperto dall’introduzione del presidente dell’Associazione culturale Lucio Abis, Pietro Arca, mentre i relatori saranno Raffaele Callia (sociologo – Servizio studi Caritas Sardegna), don Maurizio Spanu (direttore Caritas Diocesana – Cappellano carcere di Massama- Oristano), Giampiero Farru (presidente Cvs Sardegna Solidale), Luisanna Usai (presidente Associazione Domus Odv Oristano), Gian Valerio Sanna (presidente Consorzio Uno – Università di Oristano).

Sabato 25 gennaio, a Siamaggiore, si terra, alle 10.30, l’Assemblea provinciale di Confartigianato Oristano per i 50 anni della sua costituzione, presso il ristorante “Da Renzo” (Km 99 SS 131 Loc. Sa Turritta). L’assemblea eleggerà il nuovo presidente dell’organizzazione artigiana e dibatterà sul futuro delle nuove generazioni di giovani artigiani e della glaciazione demografica, che potrebbe colpire anche il territorio oristanese, e che influenzerà l’economia provinciale e regionale. Quest’ultimo argomento sarà dibattuto in una tavola rotonda, che verrà introdotta da un videomessaggio del presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli; e vedrà il confronto tra il presidente regionale di Confartigianato Sardegna, Giacomo Meloni; il vicepresidente nazionale di Confartigianato, Fabio Mereu; e il presidente nazionale dei giovani imprenditori di Confartigianato, Riccardo Porta. Modererà il dibattito il giornalista Roberto Petretto.

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