Gen 24

Le iniziative a Oristano per la “Giornata della Memoria”.

Lunedì 27 gennaio Oristano celebra la “Giornata della Memoria” con un programma di iniziative, a cura del Comune e della Prefettura di Oristano, della Consulta Giovani e dell’Associazione Futuro studentesco.

Alle 9.15, in piazza Eleonora, nell’aiuola di fronte alla chiesa di San Francesco, la cerimonia a cura del Comune di Oristano. Davanti all’ulivo che ricorda la tragedia della Shoah, il sindaco Massimiliano Sanna e il prefetto Salvatore Angieri, alla presenza delle altre autorità e istituzioni cittadine, deporranno una composizione floreale.

Alle 10, nel salone San Domenico, in via La Marmora, la cerimonia della Prefettura con la consegna delle medaglie d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, e ai familiari dei deceduti. La consegna delle medaglie d’onore sarà accompagnata da momenti musicali, a cura del coro Interforze “San Michele Arcangelo”.

A seguire la conferenza di Gianluca Borzoni, docente di relazioni internazionali alla Università di Cagliari, organizzata dalla Consulta giovani, dal titolo “La necessità di conoscere. La Germania nazista, l’Europa e le persecuzioni antiebraiche”, mentre la classe 5^ B del Liceo “Benedetto Croce” proporrà “L’oblio del ricordo. Un discorso sulla memoria”.

La “Giornata della Memoria” è stata istituita, per legge, nel 2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Si commemorano i tragici avvenimenti che colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, per testimoniare l’impegno delle istituzioni e dell’intera comunità oristanese in ricordo della Shoah e del coraggio dei giusti, uomini e donne che salvarono altre vite proteggendo i perseguitati. E per fortificare perciò, oggi e nel futuro, la memoria di un nefasto periodo della storia, italiana ed europea, affinché simili eventi mai più possano accadere.

Dal 2020 al 2023 le famiglie sarde hanno perso in media duemila euro di reddito per effetto dell’inflazione e hanno visto aumentare il costo di energia e cibo. Al 31 dicembre 2023, l’Isola, con 1,5 milioni di abitanti, registrava 439.000 persone in condizioni economiche precarie: quasi una su tre. Lo denunciano le Acli sulla base di un’analisi degli ultimi dati Istat. La Sardegna, quindi, non sfugge alla morsa della fragilità sociale, le statistiche mostrano infatti un diffuso malessere economico. Nel 2023, il 69,3% delle famiglie ha avuto difficoltà a mettere da parte dei risparmi. Mentre il 56,6% ha dichiarato di non riuscire a far fronte a spese impreviste. Le difficoltà economiche si fanno sentire e per molte famiglie arrivare a fine mese è diventato un’impresa. Secondo il report, il 41,2% delle famiglie vive con difficoltà o grande difficoltà economica e solo il 7,5% ha dichiarato di affrontare la propria situazione economica con facilità o molta facilità. Quest’analisi, spiegano le Acli, svela un quadro fragile, con un rischio di povertà che colpisce profondamente una larga fascia di popolazione. Il 35,7% delle famiglie ha valutato le proprie risorse economiche come scarse o assolutamente insufficienti e si riscontra un peggioramento della propria condizione economica rispetto all’anno precedente, situazione aggravata dall’inflazione e dai costi energetici sempre più proibitivi. “La povertà delle famiglie sarde – ha detto Mauro Carta – presidente Acli Sardegna – continua ad essere costante, la percezione di essere in stato di bisogno impedisce perfino di pensare a possibili vie d’uscita e non si riesce nemmeno a mettere da parte qualcosa per affrontare possibili imprevisti. Chiediamo che le forze politiche si interroghino sulle ragioni profonde di questa difficile situazione e agiscano al più presto”.

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