Come in tutta Italia anche a Oristano si sono tenute le celebrazioni per la “Giornata della Memoria”.
In piazza Eleonora, di fronte alla chiesa di San Francesco, presso l’ulivo e la targa che ricordano la tragedia della Shoah, il sindaco Massimiliano Sanna e il prefetto Salvatore Angieri, alla presenza delle altre autorità e istituzioni cittadine, hanno deposto una corona di fiori.
“La data, il luogo, la ricorrenza odierna, il suo intero programma ci consentono di fare memoria – ha detto il sindaco Sanna -. Ma cosa significa davvero fare memoria? Ricordare vuol dire non dimenticare una tragedia che ha colpito profondamente l’umanità, distruggendo valori etici, umani e civili. La Shoah è una ferita che ha segnato per sempre la storia europea e quella di tutti noi. Ricordare lo sterminio del popolo ebraico e le persecuzioni subite dai deportati italiani, militari e politici, significa riflettere su milioni di vite spezzate dalla violenza e dall’odio. Ma significa anche dar forza alla nostra identità come comunità, perché memoria, verità e identità si rafforzano insieme.
L’appuntamento di oggi rinnova dunque un impegno importante. Quello di unire le generazioni giovani e quelle adulte, non solo per commemorare, nell’ottantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli di Aushwitz, milioni di persone, massacrate senza pietà, ma anche quello di combattere ogni forma di antisemitismo, un fenomeno capace di crescere nell’ombra del silenzio e dell’assordante indifferenza. La presenza di questo ulivo, piantato per ricordare, rappresenta la nostra volontà di mantenere viva la memoria e di onorare le vittime, i perseguitati e i giusti che hanno avuto il coraggio di opporsi alla Shoah. A loro va il nostro omaggio. Speriamo che questo ricordo rafforzi il nostro impegno per la verità, la giustizia e la pace, oggi e per le generazioni future”.
Ha poi preso la parola il prefetto Salvatore Angieri: ”La memoria è un filo che deve legare le generazioni, tracciando un percorso nella coscienza collettiva affinché ciascuno di noi impari a combattere l’indifferenza, a ripudiare ogni forma di integralismo ed estremismo per costruire una società fondata sul rispetto di ogni essere umano. Infatti, essa non dev’essere solo un ricordo del passato, ma una guida per il nostro presente e per il nostro futuro. Ci permette di evitare che l’indifferenza e l’oblio prendano il sopravvento.
Coltiviamo un monito per il futuro: l’odio, l’intolleranza e la violenza non devono avere più spazio nella nostra società! La scelta della data odierna ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell’armata rossa arrivarono presso il campo di concentramento di Auschwitz, liberando i pochi superstiti. Nei campi di concentramento nazisti furono perpetrati atti di brutalità che portarono alla morte di milioni di ebrei ma anche rom e Sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili e prigionieri di guerra. Ricordare queste vittime è un dovere di umanità e di civiltà. La nostra Costituzione ci dice con chiarezza, infatti, che tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. Non possiamo dimenticare, quindi, gli uomini, le donne e i tanti bambini strappati alle loro case e alla vita di ogni giorno per essere trasportati a migliaia di chilometri di distanza e trovare la morte in un campo di sterminio.
Come ci ricorda il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le conquiste della pace e delle libertà democratiche sono esaltanti e vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza e alla sopraffazione. Occorrerebbe dunque un’approfondita riflessione circa le motivazioni che spingono a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie totalitarie che hanno portato solo dolore. Dobbiamo capire l’importanza fondamentale della cultura e dell’istruzione che sono sempre fonte di avanzamento della civiltà mentre il fanatismo religioso o nazionalista non tollera non solo il diritto, ma neanche la presenza dell’altro e ritiene di poter imporre la sua visione con la forza, la guerra e la violenza violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della ci viltà umana.
Vorrei concludere con le parole dello scrittore portoghese José Saramago, Premio Nobel per la letteratura nel 1998, che ci invita a prendere consapevolezza circa il significato più profondo di questa giornata: Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”.
Le celebrazioni per la “Giornata della Memoria” sono proseguite nella sala San Domenico, dove sono state consegnate le medaglie d’onore ai familiari dei militari internati nei lager nazisti: Francesco Allasia (soldato di fanteria internato in Germania dal 12.09.1943 al 31.10.1945), Michelino Atzori (aviere internato in Germania dal 13.04.1944 al 21.04.1945), Roberto Atzori (soldato di fanteria internato in Germania dal 12.09.1943 al 19.08.1945), Giovanni Mastinu (soldato di fanteria internato a Vienna dal 09.09.1943 al 01.07.1945), Francesco Angelo Pireddu (soldato di fanteria, classe 1920 internato in Germania dal 09.09.1943 al 17.07.1945), Antonio Michele Sassu (soldato di fanteria, internato in Francia dal 08.09.1943 al 01.10.1945) e Antonio Tola (aviere, internato in Germania dal 08.09.1943 al 05.04.1945).
A seguire la conferenza sulla Germania nazista, l’Europa e le persecuzioni antiebraiche, di Gianluca Borzoni, docente di relazioni internazionali all’Università di Cagliari, organizzata dalla Consulta giovani, dal titolo “La necessità di conoscere”. La commemorazione è stata accompagnata da momenti musicali a cura del coro interforze “San Michele Arcangelo”.
“Il nostro concittadino più illustre, Antonio Gramsci, diceva che la storia insegna ma non ha scolari. Anni dopo anche Primo Levi riprese il concetto con la sua celebre frase, “tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo”.
E la “Giornata della Memoria” dovrebbe servire a questo: a imparare dalla storia. Deve servire, cioè, a fare in modo che ciò che è avvenuto in passato non accada più.
Ed è per questo che più che tendere al ricordo, a guardarci indietro, la “Giornata della Memoria” diventa una ricorrenza vitale se spinge tutti noi a interrogarci sul presente. A chiederci se l’odio che ha generato la Shoah e i campi di sterminio oggi si stia ripresentando attraverso nuove forme, nuove modalità.
E se guardiamo a certe zone del mondo, e penso a ciò che accade a Gaza, a quello che accade a poche miglia da noi, nel Nord Africa, dove donne e uomini in cerca di una vita migliore in Europa subiscono le peggiori privazioni della dignità e dei diritti in veri e propri lager; se penso all’Ucraina o a qualsiasi altro dei 56 conflitti armati, il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra mondiale, penso che avevano ragione Gramsci e Primo Levi.
Ma io sono un’inguaribile ottimista. E penso anche che siamo ancora in tempo per smentirli, Gramsci e Levi. Siamo in tempo per fermare l’odio che sta pervadendo il mondo”. (Alessandra Todde, presidente della Regione).
“Nel Giorno della Memoria tutto il mondo ricorda l’Olocausto del popolo ebraico durante il secondo conflitto mondiale. L’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, esattamente 80 anni fa, rivelò al mondo intero i soprusi, la negazione dei diritti, della libertà e della vita per il solo fatto di appartenere ad un gruppo etnico o religioso. L’odio non può giustificare mai nessuna forma di violenza. La pace va quotidianamente alimentata e i giovani devono capire il passato per diventare i guardiani di un mondo migliore”. Con queste parole il presidente del consiglio regionale, Piero Comandini, ha aperto, questa mattina, nella sala Transatlantico, i lavori della presentazione del “Promemoria Auschwitz 2025”, un progetto promosso e realizzato da Arci Sardegna, insieme all’associazione Deina di Torino, con la collaborazione dei circoli Arci Memoratu di Cagliari e Arci Rizes di Sassari. Progetto che si rivolge ai giovani tra i 18 e i 25 anni. Nell’edizione 2025 “Promemoria” ha coinvolto oltre 90 enti locali e istituzioni dell’Isola, e circa 600 giovani si sono candidati a partecipare. Di questi, poco più di 200 sono stati selezionati e hanno concluso le prime tre formazioni. Mercoledì partiranno per Cracovia fino 3 febbraio. Il programma prevede visite del quartiere e del ghetto ebraico, della fabbrica di Oskar Schindler e dei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau. Per illustrare il progetto, e per raccontare le loro esperienze, sono intervenuti: Aldo Dessì, Presidente regionale Arci Sardegna; Franco Uda, vicepresidente Arci Sardegna; Andrea Contu, presidente Comitato Arci Sud Sardegna; nonchè numerosi sindaci, operatori e ragazzi. I lavori sono stati conclusi dall’assessora regionale della Pubblica Istruzione, Ilaria Portas. “La memoria delle atrocità del passato – ha detto il presidente Comandini – deve essere l’occasione per migliorare la società in cui viviamo. Purtroppo gli errori commessi non servono a evitare che la storia si ripeta. Sembra che l’Olocausto non ci abbia insegnato nulla. Ancora oggi il mondo è dilaniato da sanguinosi conflitti. Gaza, Ucraina, Congo, Sudan, Jemen, ma anche la situazione degli immigrati in America ci fanno capire che dobbiamo lavorare per un mondo migliore. Oggi le guerre in corso ci fanno riflettere su quanto siano importanti progetti come il “Promemoria Auschwitz 2025”. Ben vengano tutte le iniziative per non far affievolire i ricordi del passato e per costruire, soprattutto tra i giovani, una nuova identità. Il consiglio regionale sarà sempre in prima linea per aiutare le giovani generazioni a capire il passato, per raccontare alle future generazioni gli orrori della storia che non possono cadere nell’oblio”.
Dal consigliere comunale di Oristano, Paolo Angioi (Forza Italia), riceviamo e pubblichiamo:
“In merito ad alcuni articoli usciti in data odierna in alcune testate giornalistiche locali, in cui si dà una ricostruzione alla mia assenza alla Commissione Urbanistica, riunitasi stamane, ritengo di dover smentire nel merito i fatti come riportati e le ipotesi ricostruite. E’ prassi consultare i colleghi consiglieri delle Commissioni per concordare data ed ora di riunione, cosa non avvenuta per la riunione in oggetto, ed anche se la volontà personale era quella di presenziare alla riunione di Commissione, per motivi personali, urgenti e dell’ultimo istante, non sono riuscito a presenziare. Riportare questa assenza a motivi politici legati a Forza Italia è assolutamente una ricostruzione bizzarra. Dispiace che il sottoscritto non abbia ricevuto nessuna chiamata da chi si occupa di scrivere tali articoli, e quindi mi vedo costretto a smentire tramite comunicato”. (Paolo Angioi).
Sabato 1° febbraio, dalle 15 alle 20, la Biblioteca comunale di Oristano si trasformerà in un vivace spazio di incontro e divertimento grazie alla manifestazione “Sabato da tavolo”. L’iniziativa, dedicata ai maggiori di 16 anni e riservata a un massimo di 65 partecipanti (singoli o gruppi), offrirà un ricco elenco di giochi da tavolo per appassionati e curiosi: Kaleidos, Just One, Nome in codice, Kingdomino, Othello e Backgammon sono solo alcune delle proposte a disposizione dei partecipanti. L’ingresso è gratuito, ma è richiesta l’iscrizione obbligatoria per garantire la miglior organizzazione possibile. La manifestazione è organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, dalla Fondazione Oristano, dalla Biblioteca Comunale, in collaborazione con le cooperative Studio e Progetto 2, La Lettura, e Demoela Giochi. L’evento rappresenta un’occasione per scoprire o riscoprire il piacere dei giochi da tavolo, che uniscono socialità, strategia e divertimento. “Siamo entusiasti di promuovere un’iniziativa come “Sabato da tavolo”, che coniuga intrattenimento e cultura, offrendo ai giovani uno spazio di aggregazione creativa e stimolante – ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune di Oristano, Luca Faedda -. Questo progetto è reso possibile grazie ai fondi raccolti durante la manifestazione “Libri a tempo”, che prima di Natale ha permesso di raccogliere centinaia di testi e distribuirli contribuendo a diffondere la cultura della lettura, il cui ricavato è stato destinato a iniziative a favore dei giovani. Ringrazio tutti i partner che hanno collaborato alla realizzazione di questo evento. Sarà una bella occasione per trascorrere un pomeriggio all’insegna del gioco e della convivialità”. Per informazioni si può contattare la Biblioteca Comunale di Oristano (organizzazione@sartiglia.info oppure biblioteca.prestito@comune.oristano.it).
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