Gen 30

Stop all’emergenza, in arrivo nuovi medici al carcere di Massama.

Si rafforza la sanità penitenziaria nel carcere di Massama, che nei prossimi giorni potrà contare su sette camici bianchi per garantire ai detenuti un’assistenza costante e continuativa.

Da sabato 1° febbraio entreranno in servizio nell’istituto di pena due nuovi medici, assunti con un contratto di medicina penitenziaria convenzionata di 24 ore settimanali ciascuno, per la durata di sei mesi, che andranno ad affiancare la dottoressa già al lavoro nel carcere dal gennaio di quest’anno.

A questi si sommeranno quattro medici, che saranno reclutati nei prossimi giorni dalla Asl 5 di Oristano, con contratto libero professionale, sempre per sei mesi, con un monte orario che va dalle 24 alle 10 ore per ciascuno. Disponibilità, queste, che consentiranno di arrivare a coprire pressoché totalmente il fabbisogno della casa circondariale di Massama, che prevede una copertura di 24 ore su 24.

Il risultato è frutto del progetto messo a punto dalla direzione strategica della Asl 5, in collaborazione con la medicina penitenziaria, la struttura per l’Integrazione ospedale-territorio e il distretto di Oristano che, a seguito dei numerosi bandi per l’arruolamento di medici andati deserti (otto in un solo anno), hanno proposto di ricorrere ai contratti libero-professionali per reclutare il personale necessario ad assicurare le attività sanitarie nel carcere: una formula che la Asl 5 di Oristano ha adottato per prima in Sardegna.

“Grazie alla proposta della Asl 5, accolta con favore dall’assessorato regionale della Sanità, dal magistrato di sorveglianza e dal garante dei diritti dei detenuti, abbiamo messo in sicurezza la sanità penitenziaria nel carcere di Massama, passando da uno a tre medici strutturati in convenzione, più quattro medici assunti con contratti libero professionali: una pattuglia di sette medici che ci permetterà di garantire, nell’immediato, la copertura delle ore necessarie – ha spiegato il direttore generale dell’Azienda sanitaria oristanese, Angelo Maria Serusi -.

Siamo riusciti così a chiudere un capitolo che, nel 2023, aveva avuto delle ripercussioni anche sul servizio di continuità assistenziale di Oristano, i cui medici erano stati chiamati a tamponare le lacune della sanità penitenziaria. Oggi, abbiamo riportato ben al di sopra della linea di galleggiamento sia l’uno che l’altro servizio. Non solo abbiamo ricostituito una squadra di medici che assicurerà l’assistenza sanitaria all’interno del carcere di Massama, ma abbiamo coperto, già dallo scorso settembre, tutti i turni di guardia medica nel capoluogo, riuscendo peraltro a farlo con due medici che operano in compresenza, anziché con tre, come accadeva in precedenza”.

Più commi di due diversi articoli, l’1 – che definisce le aree idonee e non idonee per la realizzazione degli impianti da energia rinnovabile – e il 3 – che prevede l’iter per le deroghe ai Comuni – sono le due norme censurate dal Governo che ha impugnato la legge regionale della Sardegna sulle aree idonee. Nello specifico, secondo il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Calderoli, la legge regionale, nelle parti contestate, eccede “…le competenze statutarie riconosciute alla Regione Sardegna dallo Statuto Speciale, ponendosi in contrasto con la normativa statale di riferimento che detta i principi fondamentali, vincolanti per le Regioni, in materia di ‘produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia’, violando quindi l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione. Poiché la disciplina statale di riferimento è di derivazione eurounitaria, si evidenzia, altresì, la violazione dell’articolo 117, primo comma, della Costituzione, secondo cui ‘la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali’ – si legge ancora nel dettaglio dei motivi del ricorso – Inoltre, la previsione secondo cui la legge regionale trova applicazione anche nei confronti degli impianti a fonti rinnovabili per i quali il procedimento autorizzativo si sia già concluso e i diritti dei proponenti già acquisiti, presentandosi alla stregua di sopravvenienza normativa sfavorevole nei confronti degli operatori, si pone in contrasto con i principi di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, di certezza del diritto e del legittimo affidamento, nonché di libertà di iniziativa economica di cui all’art. 41 della Costituzione”.
Relativamente all’articolo 3, secondo il Cdm, “…prevedendo particolari procedure, che oltre a sovrapporre profili amministrativi e politici, si pongono in contrasto con la disciplina nazionale del procedimento amministrativo” di determina “un contrasto con l’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, che demanda al legislatore statale la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, violando altresì la lettera s) dello stesso articolo 117, secondo comma? che affida allo Stato la tutela dei beni culturali e paesaggistici”.
A fronte dell’ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso una parte del Decreto aree idonee del Mase (art. 7, comma 2, lettera c), “ossia nella parte in cui sembrerebbe lasciare alle singole Regioni la facoltà di restringere il campo di applicazione delle aree “immediatamente” idonee, ne consegue l’illegittimità di qualsivoglia disposizione normativa di rango regionale che, nell’individuare le aree idonee, trovi spazio per incidere, in senso restrittivo, sul minimum di aree idonee identificato dal legislatore statale al comma 8 dell’articolo 20 del d.lgs. n. 199 del 2021”. Questo quanto si legge nelle motivazioni del ricorso del Consiglio dei ministri sulla legge della Regione Sardegna che ha individuato (prima in Italia) le aree idonee e non idonee per la realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili. Nella nota pubblicata sul sito del Dipartimento Affari regionali si legge che “Il che conferma la rigidità delle norme statali in materia e l’esiguità dello spazio lasciato alla disciplina regionale”.

Tra le “disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, sono state introdotte nuove misure di prevenzione personali, la cui funzione è quella di tutelare la sicurezza di determinati luoghi, proibendo l’accesso a specifiche categorie di soggetti. Tra questi, due misure di prevenzione volte alla tutela della sicurezza di esercizi pubblici e locali di pubblico trattenimento vengono spesso identificate con la definizione di “D.A.Spo. Urbano”, anche se l’acronimo corretto è “D.A.C.Ur.” (divieto di accesso ai centri urbani). A Oristano, il 19 dicembre 2024, è stato applicato il primo “D.A.C.Ur.” cittadino (divieto di accesso ai centri urbani) a un oristanese che era stato arrestato dalla Sezione Volanti della Questura di Oristano perché, palesemente ubriaco, aveva creato disordini in un bar. Per questo motivo si era reso necessario l’intervento delle Forze dell’ordine, con l’uomo che, dopo averli insultati, si era scagliato contro i poliziotti, aggredendoli e colpendoli con calci. Già in altre circostanze, questa persona aveva creato disordini nei pressi e all’interno di alcuni locali pubblici, e in uno di questi aveva spaccato un a bottiglia e, tenendola per il collo, aveva minacciato altri avventori. L’uomo era già stato colpito dalla misura dell’ammonimento del questore per “…atti persecutori verso la titolare di un locale pubblico”. Ora, come detto, gli è stata applicata la misura del “D.A.C.Ur.” che ha durata di due anni e prevede il divieto di accesso e stazionamento nelle immediate vicinanze dei pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento, e se non si rispetta quanto imposto dal provvedimento, si incorre nella reclusione da 1 a 3 anni, e una multa da diecimila a ventiquattromila euro. Il “Daspo Urbano” non è che una delle numerose misure di prevenzione adottate dalla Questura di Oristano dall’inizio dell’anno. Sono infatti ben 24 le misure emesse nel solo mese di gennaio, e altre sono nella fase istruttoria. Si tratta di 12 avvisi orali per adulti, 6 avvisi orali per minori, 2 ammonimenti per atti di violenza domestica, 3 ammonimenti per atti persecutori e 1 Daspo Urbano. L’azione preventiva della Polizia di Stato ha come obiettivo quello di intercettare potenziali situazioni di rischio per la sicurezza pubblica e ridurre al minimo i pericoli per la popolazione.

Il questore di Oristano, Aldo Fusco, ha incontrato i ragazzi del gruppo “Sea Scout”. I ragazzi hanno consegnato un invito a tutto il personale della Polizia di Stato della provincia, per l’evento “Power of Sport”, che si terrà dal 27 al 29 giugno prossimi nel golfo di Oristano. Il questore ha rinnovato l’impegno della Polizia di Stato a partecipare alla manifestazione, giunta alla sua quarta edizione, che ha lo scopo di promuovere lo sport paralimpico, e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’accessibilità e della disabilità in un clima di apertura e condivisione. L’organizzazione no-profit Sea Scout di Oristano, svolge attività di formazione educativa, inserimento sociale e potenziamento scolastico attraverso attività ludico-sportive a ragazzi con svantaggi cognitivi/relazionali, in modo da offrirgli un’opportunità per affrontare la vita di tutti i giorni.

Giovedì 5 febbraio, alle ore 18, presso la Biblioteca comunale di Oristano, ultimo appuntamento per la rassegna “E ora …. autori in biblioteca”. Lo scrittore Piergiorgio Pulixi, che dialogherà con Sabrina Sanna, presenterà il suo ultimo romanzo “La donna nel Pozzo”, edito da Feltrinelli. Con questo nuovo romanzo Pulixi supera, allo stesso tempo, se stesso e tutti gli steccati di genere, con una miscela di thriller, noir, commedia e spietata auto-analisi sul funzionamento della fabbrica del racconto crime. È sempre un dettaglio a fare la differenza. Capita a Cristina Mandas di dimenticare il compleanno del marito. Che vuoi che sia. Invece, la svista è il primo scricchiolio di una vita che sta per andare in frantumi. Perché a quarant’anni Cristina non è la maestra, la moglie, la madre, stimata e ben voluta dalla comunità di quel paesino sardo in cui si è trasferita tempo prima. Dietro la cortina di un’esistenza comune, custodisce un segreto che deve rimanere sepolto nelle profondità di un pozzo. E così è stato, almeno fino a un particolare colto di sfuggita, fino a quella dimenticanza. Qualcuno, però, si è accorto che Cristina non è più la stessa, che è sul punto di cedere. Qualcuno rimasto nell’ombra a spiarla per anni. Lorenzo Roccaforte, uno degli scrittori più amati d’Italia e Ermes Calvino, uno sconosciuto scrittore di talento, diversi come il giorno e la notte, si ritroveranno in Sardegna a indagare sulla morte di Cristina Mandas e su un misterioso delitto di trent’anni prima, che sconvolse l’isola. Il romanzo si ispira all’omicidio della sedicenne Gisella Orrù, avvenuto a Carbonia nel 1989; un evento che continua a suscitare interrogativi e interesse e che Pulixi ha deciso di riportare alla luce dopo tanto tempo.

Giunge alla quinta edizione e approda a Oristano l’evento formativo “Il Coro nella scuola”. Il corso intensivo, rivolto a tutti i formatori che lavorano nella scuola attraverso la musica e la coralità, è in programma, il 22 e 23 marzo, nei locali della Scuola civica di musica di Oristano. Sarà una due giorni di preziose condivisioni su strategie, repertori, percorsi, che vedranno la coralità al centro delle attività da proporre in tutti gli ordini di scuole. Organizzatore dell’evento è Andci (Associazione nazionale direttori di coro italiani), che nella sua attività musicale, non dimentica quanto la coralità dedicata alle nuove generazioni sia un tassello importante per l’educazione musicale, sociale e personale. Un team di docenti, composto da Salvatore Murru, Dante Muscas, Stefania Pineider, Michele Turnu, coordinati da Elisa Gastaldon, musicista e scrittrice, con la partecipazione attiva del coro-laboratorio degli alunni della scuola primaria di Arborea, renderanno la proposta formativa un’azione con una importante ricaduta culturale. La Scuola civica di musica di Oristano, diretta da Riccardo Zinzula, ospiterà il corso e assicurerà la collaborazione. Per informazioni e iscrizioni si può scrivere una mail all’indirizzo campus@andci.org.

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