Apr 11

Viabilità Oristano: prima presentazione Piano del traffico e Piano della mobilità sostenibile.

Nuovi sensi unici, aree di sosta, piste ciclabili, zona a traffico limitato nel centro storico, un nuovo ponte sul Tirso e zone 30.

Sono alcune delle proposte presentate ieri sera ai consiglieri del Comune di Oristano dal team di professionisti di Leganet, incaricato della redazione del Piano urbano della mobilità sostenibile e dell’aggiornamento del Piano urbano del traffico.

“Quella di oggi è una tappa fondamentale nel percorso di approvazione del Pums e del Put – ha detto il sindaco Massimiliano Sanna -. Dopo la fase della concertazione e del confronto siamo in quella della proposta del piano. Stiamo rispettando il cronoprogramma che ci eravamo prefissati”.

“I due piani porteranno importanti miglioramenti nei prossimi 10 anni – ha aggiunto l’assessore all’Urbanistica e alla viabilità Ivano Cuccu -. Con il Piano urbano del traffico si affronteranno proposte di modifica per i prossimi 2/3 anni, con il Piano della mobilità sostenibile interventi di più ampio respiro validi nell’arco dei prossimi 10 anni. L’incontro con il team di Leganet serve per conoscere la proposta tecnica su sensi unici, rotonde e tutto ciò che può contribuire al miglioramento della viabilità e alla sicurezza stradale.

Parleremo anche del centro storico, partendo dalle delibere approvate dal 2006 fino al 2018, e poi fino a oggi. Ma è importante che il percorso prosegua. Oggi è una prima presentazione da parte dei tecnici, poi ci sarà l’iter in commissione e in consiglio comunale con la possibilità di presentare osservazioni da parte dei cittadini prima dell’approvazione definitiva”.

La parola è poi passata a Gabriele Astolfi e all’ingegner Claudio Trois,i che hanno relazionato sul lavoro svolto, a partire dagli incontri pubblici iniziati a gennaio 2024 nel quadro di un processo di partecipazione molto utile e stimolante che si è concretizzato in confronti diretti e in consultazioni online attraverso tre questionari.

“Il Put e il Pums sono strumenti che servono per migliorare la mobilità urbana – ha spiegato l’Ingegner Claudio Troisi -. Il Put è un piano tattico che interviene su un orizzonte temporale di 2 anni, ottimizzando ciò che si ha. Il Pums è un piano strategico con orizzonte temporale decennale”.

PUT

La finalità del PUT è cercare di migliorare mobilità pedonale, trasporto pubblico, privato e sosta.

Il lavoro dei progettisti è partito dall’individuazione delle zone di traffico (centro storico, quadrante di Viale Repubblica, quadrante regione, esterni al centro storico), dall’indagine su 16 sezioni stradali per capire il fenomeno della mobilità e da quello, su dati Istat, sugli spostamenti giornalieri per lavoro e studio che ha evidenziato che il 69% avviene su mezzi privati, il 5% su mezzi pubblici urbani e il 26% a piedi.

Ogni giorno in città si registrano 11.808 ingressi e 2189 uscite. Il flussogramma elaborato individua i punti in cui si verifica maggiore congestione nei vari orari. Dalla lettura di questi dati emergono varie criticità: l’intersezione tra via Cagliari, via Torino, e via Gennargentu; via Gennargentu; via Cagliari nord in direzione centro città risulta congestionato fino all’intersezione con via M. Pira; via Mazzini e via Contini fino al primo tratto di via Ricovero; intersezione tra via Sebastiano Satta, via Cagliari (SP56) e viale Diaz; piazza San Martino; la strada provinciale 56 presenta fenomeni di congestione in ingresso e in uscita dal centro città, e conseguentemente nell’intersezione con le strade Sp292 e Sp1 via Torre Grande; la strada provinciale 97 su via del Porto.

Da qui l’esigenza di distribuire in maniera più equilibrata i flussi veicolari, di salvaguardare parti di territorio dai flusso di puro attraversamento, garantire sezioni stradali tali da consentire l’adeguamento o la nuova realizzazione di marciapiedi per il miglioramento della mobilità pedonale.

Nello specifico si propone l’introduzione di vari sensi unici di marcia: via Toscana, via Campania, via Lazio, via Friuli, via La Sila, via Umbria, via Garau, via Baille, via Santa Chiara, via Azuni, vico Ammirato, via e vico Martignano, via Tuveri, via Boito, via Parpaglia, via La Pace, via Orfanelle, via Ancona, via Taranto, via Arno, via Olbia, via Adiga, via Po e via Tevere. Istituire un sistema di sensi unici risponde all’esigenza di garantire il deflusso veicolare e ridurre i punti di conflitto nelle strade con sezione ridotta e garantire la sosta regolamentata dove possibile.

Per la Ztl si propongono accessi controllati da varchi elettronici in via Contini (ingresso), via Ciutadella de Menorca (ingresso e uscita), via Eleonora (ingresso e uscita), via Mazzini (ingresso), via Garibaldi (uscita), via Angioy (ingresso e uscita), via Azuni (ingresso e uscita).

I tecnici propongono, inoltre, l’estensione della rete ciclabile, Zone 30 a Sa Rodia, nel centro storico, quadrante regione e nel quadrante di viale Repubblica, e in quello delle regioni, per migliorare la sicurezza per i pedoni, ridurre l’incidentalità e le emissioni inquinanti. Proposte di modifica anche per le due circolari del trasporto pubblico locale, in accordo con il gestore, e per le aree di sosta che dovrà tenere conto delle nuove piste ciclabili ma che troverà aree di compensazione.

PUMS

Il Piano urbano della mobilità sostenibile è uno strumento di pianificazione strategica di medio-lungo periodo (10 anni) che ha come obiettivi: efficacia ed efficienza del sistema di mobilità, sostenibilità energetica ed ambientale, sostenibilità socio-economica.

“Dotarsi di Pums agevola l’accesso ai finanziamenti nazionali ed europei”, ha spiegato l’ingegner Troisi.

Il Pums individua criticità e opportunità: barriere fisiche (ferrovia e fiume), congestionamento di via Cagliari nelle ore di punta, mancanza di relazione tra la città e il fiume Tirso, mancanza di percorsi privilegiati tra il centro storico e la stazione, mancanza di connessioni ciclo-pedonali tra il centro città e il Porto turistico, mancanza di intermodalità, mancanza di una rete di percorsi ciclabili, mancanza di valorizzazione degli itinerari turistici, assenza di una rete continua di tracciati ciclabili, percorso fluviale da rendere fruibile, presenza di un Centro storico protetto con aree pedonali e Ztl, presenza di un litorale e di un’area archeologica da valorizzare e rendere fruibile, stazione di Oristano raggiungibile a piedi dal centro storico, offerta di trasporto pubblico con un nuovo Centro intermodale del trasporto pubblico locale nei pressi della stazione, sistema viario con impianto radiale per la distribuzione dei flussi veicolari, presenza dell’asse via Cagliari di attraversamento nord-Sud.

Leganet ha effettuato un processo di partecipazione, attraverso questionari a studenti, residenti e operatori del centro storico. Sono stati raccolti oltre 600 questionari che hanno dato buone indicazioni su cui lavorare.

Con il Pums arrivano le proposte di potenziamento infrastrutturale che integra la nuova viabilità prevista dal Put, dal Pums e dal Puc, nuovi parcheggi a servizio dell’area sportiva di Sa Rodia, un sovrappasso carrabile di attraversamento ciclopedonale del fiume Tirso, adeguamento della viabilità esistente. Altro tema oggetto di proposta quello della protezione delle aree sensibili (Tirso, centro storico attraverso estensione della Ztl, realizzazione di una green way con percorsi sicuri per traffico non motorizzato). Da qui la necessità di incentivare la mobilità ciclo-pedonale, il trasporto collettivo, migliorare la sicurezza.

“Il centro storico ha le caratteristiche per ospitare una zona a traffico limitato estesa – è stato evidenziato dall’ingegner Troisi -. L’estensione, nel tempo e nello spazio, della Ztl mira a incentivare nuove forme di micro mobilità a basso impatto ambientale, al fine di limitare la circolazione dei veicoli più inquinanti, rendere più accessibile il centro storico ai pedoni e migliorare la sicurezza urbana, limitare il traffico ad alcune categorie di veicoli”.

L’incontro si è concluso con le richieste di chiarimento dei consiglieri comunali (Francesco Federico, Antonio Iatalese, Giuseppe Obinu, Francesca Marchi, Gianfranco Porcu e Carla della Volpe) su zona a traffico limitato, trasporto pubblico, centro storico e aree limitrofe, parcheggi, piazza Manno, frazioni.

La Regione solleva davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione con lo Stato per le autorizzazioni di Valutazione d’impatto ambientale (Via) rilasciate di recente dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase). La decisione è stata assunta dalla giunta regionale questa mattina. Il conflitto di attribuzione riguarda tre decreti del Mase, pubblicati a partire dal 17 febbraio scorso, riguardanti l’autorizzazione per tre diversi impianti agrivoltaici che andrebbero ad insistere nei comuni di Siamaggiore, Solarussa, Tramatza, Zeddiani, Zerfaliu. La Direzione generale Valutazione Impatti Ambientali del Ministero ha emesso una valutazione positiva senza neppure verificare se il progetto di volta in volta in esame ricadesse in un’area individuata come idonea dalle legge regionale 20/2024, escludendo aprioristicamente l’applicazione della legge votata dal Consiglio regionale e regolarmente in vigore e ritenendo, inoltre, “illegittima qualsiasi disposizione normativa di rango regionale”. Il Mase non solo ha quindi tenuto una condotta contraria alle potestà legislative attribuite dallo Statuto Speciale della Sardegna, in particolare nelle materie dell’urbanistica, dell’edilizia e della tutela del paesaggio (compresa dell’agricoltura e delle foreste), della produzione e distribuzione dell’energia elettrica ma ritiene illegittima qualsiasi disposizione in materia proveniente da qualsiasi regione italiana nell’individuare aree idonee o non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile. La Direzione generale Valutazioni ambientali del Mase non sostiene che la legge regionale 20 non sia pertinente con la materia oggetto delle proprie valutazioni ma ne esclude a priori l’applicabilità. Un organo dello Stato, quindi, non tiene conto del principio della separazione dei poteri, che sta alla base di ogni ordinamento democratico, disapplica una legge vigente e avoca a sé il potere che spetta a un organo di rango costituzionale – la Consulta, per l’appunto – anticipandone i potenziali effetti censori. La disapplicazione della legge regionale si conclude con l’adozione di più decreti che hanno espresso il giudizio di compatibilità ambientale in totale spregio delle prerogative della Regione e del Consiglio regionale sardo. Per questi motivi la presidente della Regione, Alessandra Todde, di concerto con l’assessore dell’Ambiente, Rosanna Laconi, ha dato mandato all’Avvocatura della Regione di promuovere il giudizio davanti alla Corte Costituzionale, per chiedere che non spetti allo Stato disapplicare le leggi regionale, né valutarne la legittimità costituzionale e perché venga ribadito che spetti alla Regione Autonoma la potestà legislativa esclusiva in materia di urbanistica, compreso il diritto di tutela paesistico ambientale, la potestà normativa in materia di produzione e distribuzione dell’energia elettrica, oltre che edilizia, in materia di agricoltura e foreste, con conseguente tutela, come previsto dell’articolo 3 dello Statuto. La Regione chiede, inoltre, che le sia riconosciuta la facoltà di regolare la definizione delle aree idonee alla produzione all’installazione di impianti da fonti di energia rinnovabile, ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo 199/2021 e quindi di annullare i provvedimenti del Mase, Direzione generale Valutazioni ambientali del 14/02/2025 prot. 68 (impianto agrivoltaico Fattoria Solare 1 a Solarussa e Zeddiani), del 13/03/2025 prot. 125 (impianto agrivoltaico comune di Solarussa e Zerfaliu) e del 13/03/2025 prot. 128 (Tramatza, Siamaggiore, Solarussa e Zeddiani impianto agrivoltaico).

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