Confermato l’ergastolo per Cesare Battisti. Anche padre Paolo Atzei vittima di truffa.
La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la pena definitiva dell’ergastolo per Cesare Battisti.
L’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), era stato condannato per quattro omicidi commessi alla fine degli anni ’70 e arrestato, dopo 37 anni di latitanza, lo scorso gennaio, in Bolivia.
I giudici hanno respinto la richiesta della difesa di Battisti di commutare la pena del carcere a vita in 30 anni, che al netto del “presofferto”, ammonterebbe a poco più di 20 anni e 7 mesi. La richiesta dei legali è stata avanzata sulla base dell’accordo di estradizione che era stato faticosamente raggiunto tra Italia e Brasile, dove non è previsto il carcere a vita.
Secondo i giudici ” …le autorità boliviane erano libere di espellere lo straniero illegalmente entrato nel loro territorio e di consegnarli alle autorità del paese di origine. Se Battisti avesse voluto fa valere tali accordi estradizionali italo-brasiliani, non avrebbe dovuto allontanarsi volontariamente dal Brasile e non avrebbe dovuto opporsi alla conclusione della procedura estradizionale con la sua consegna all’Italia dal Brasile”.
La Corte d’Assise d’Appello di Milano, confermando l’ergastolo, ha stabilito anche che la pena nel suo caso non è ostativa alla richiesta di eventuali benefici. Da quanto si è saputo, avendo già scontato 6 anni e mezzo circa, l’ex terrorista dei Pac potrà richiedere dei benefici, come per esempio dei permessi premio (sic!), già tra 3 anni e mezzo circa, cioè dopo che avrà scontato complessivamente 10 anni di carcere.
“Le decisioni dei giudici non si commentano e se non si condividono si impugnano”. E’ quanto si è limitato a dire l’avvocato Davide Steccanella, difensore di Cesare Battisti, pronto ad impugnare il provvedimento con cui la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha rigettato l’istanza di commutazione della pena dall’ergastolo, lasciando però aperto uno spiraglio, quando ha stabilito che la pena non sia ostativa alla richiesta dei benefici penitenziari.
C’è anche l’ex arcivescovo di Sassari, Paolo Atzei, tra i numerosi parroci e suore di tutta Italia truffati dalla banda sgominata dai Carabinieri di Torino a conclusione di un’inchiesta che stamattina ha portato alla esecuzione di 12 arresti. I fatti risalgono allo scorso autunno, quando padre Paolo Atzei, 77 anni, rientrato da poco nel convento oristanese di San Francesco al termine del suo mandato episcopale, riceve una telefonata da qualcuno che si presenta come funzionario del Comune e gli annuncia che il Convento ha ottenuto un contributo di 25 mila euro per alcuni interventi di manutenzione del Convento e della adiacente chiesa di San Francesco. Poi, però, spiega che per poter incassare il contributo ed evitare che vada perso è necessario fare subito un versamento di 4 mila euro. Padre Paolo non sospetta nulla e informa del fatto i frati del Convento, che decidono di pagare nonostante le difficoltà economiche che la comunità sta attraversando. Mettere insieme la cifra richiesta non è facile, ma alla fine i frati riescono a raccogliere i soldi necessari e fare il versamento seguendo le indicazioni fornite dal falso funzionario, per poi scoprire che si trattava di una truffa. Vittime dello stesso stratagemma, come detto, anche altri preti e suore, di età compresa tra i 64 e gli 84 anni, responsabili di istituti religiosi. Le truffe sono state messe a segno in tutta Italia: da Torino a Palermo, passando per Bergamo, Roma e Foggia.
Il Gup del Tribunale di Oristano ha accolto il patteggiamento per due anni di reclusione, con la sospensione condizionale della èpena, per l’imprenditore di Oristano Gianni Garau, 59 anni, originario di Tonara, accusato di tentata corruzione nei confronti del dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Oristano Giuseppe Pinna. I fatti risalgono all’estate del 2018, quando l’imprenditore aveva fatto omaggio all’ingegner Pinna di una confezione di prodotti tipici all’interno della quale aveva messo la somma di 4.250 euro in contanti, che sarebbero dovuti servire a far approvare una grossa lottizzazione all’ingresso di Oristano, per la quale gli uffici del Comune avevano sollevato diverse osservazioni. Dopo l’apertura della confezione e la scoperta dei soldi, il dirigente aveva subito denunciato il fatto alla Polizia e, dopo circa un anno di indagini, lo scorso mese di marzo Garau era finito agli arresti domiciliari.
Il questore di Oristano, Giusy Stellino, e il vicario del questore, Fortunato Marazzita, si sono recati in visita al Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Oristano. In questa occasione hanno incontrato i partecipanti al corso nazionale di caposquadra del polo didattico di Oristano.
Due importanti novità nell’Unità operativa di Cardiologia dell’ospedale San Martino di Oristano, diretta da Antonio Caddeo. E’, infatti, nuovamente attivo l’ambulatorio dello scompenso cardiaco (punto di riferimento per i pazienti cardiopatici che potranno contare su personale qualificato nella gestione della malattia), mentre da domani saranno riattivate le visite cardiologiche dei pazienti talassemici. Lo ha comunicato la Ats-Assl di Oristano in una nota. La riapertura dell’ambulatorio dello scompenso cardiaco, la cui attività era stata avviata nel 2013 e sospesa nel 2015 – si legge nel comunicato -, è stato voluta fortemente dalla direzione della Ats-Assl di Oristano, in quanto rappresenta un nodo strategico del sistema delle cure primarie. Operando in stretta collaborazione con i cardiologi del territorio, i medici di Medicina generale, d’Urgenza e con le Unità operative di Medicina di Bosa e di Ghilarza, il servizio permetterà di tenere sotto controllo le condizioni psico-fisiche dei soggetti con scompenso cardiaco e di ottimizzare il loro percorso diagnostico terapeutico e la ripresa funzionale, così da limitarne i ricoveri in ospedale, migliorarne la qualità della vita, rallentare il decorso della malattia e ridurne la mortalità. Il servizio è rivolto ai soggetti affetti da cardiopatia strutturale, con diagnosi di scompenso cardiaco che si trovino in uno stadio avanzato della patologia, ma anche persone che presentano segni e sintomi di scompenso cardiaco di nuova insorgenza, riacutizzazioni nei pazienti con pregressi episodi di scompenso cardiaco, o pazienti che, nonostante la terapia medica, vanno incontro a frequenti instabilizzazioni che portano a ricoveri ospedalieri. Nell’ambulatorio – si legge ancora nella nota della Ats-Assl di Oristano – saranno valutati periodicamente i parametri clinico-assistenziali del paziente, con l’ausilio di elettrocardiogramma, ecocardiogramma color Doppler, test da sforzo, test del cammino condotto in collaborazione con il Servizio di Pneumologia. In base agli esiti del monitoraggio, si procederà ad ottimizzare la terapia così da consentire il massimo recupero delle funzioni residue e, se necessario, si programmeranno ulteriori indagini diagnostiche, ricoveri finalizzati alla somministrazione di farmaci o all’esecuzione di interventi, come la rivascolarizzazione e l’impianto di defibrillatori automatici interni o di pacemaker, la correzione di valvulopatie, l’inserimento in lista per il trapianto cardiaco. Oltre alla valutazione clinica, gli operatori si occuperanno della terapia educazionale: al soggetto cardiopatico sarà insegnato ad autogestire la malattia, attraverso il controllo autonomo di pressione arteriosa, frequenza cardiaca, peso corporeo, e ad adottare comportamenti e stili di vita che possono ridurre o prevenire le riacutizzazioni. Al servizio, operativo ogni mercoledì dalle ore 8.30 alle 13.30, al primo piano dell’Ospedale San Martino di Oristano, presso gli ambulatori della Cardiologia, sarà possibile accedere esclusivamente su prenotazione. L’inserimento nell’agenda Cup (Centro unico di prenotazione) e l’impegnativa saranno effettuati direttamente dagli specialisti dell’ambulatorio dello scompenso, in modo da garantire la corretta schedulazione, rendicontazione e monitoraggio del paziente, mentre le successive visite saranno programmate secondo intervalli dettati dai risultati e dalla gravità della patologia. Anche i medici di medicina generale, i cardiologi del territorio o altri medici che hanno in cura pazienti con scompenso cardiaco potranno contattare l’ambulatorio e predisporre l’impegnativa indicando eventuali priorità, così da rendere congrui i tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche mediante accessi differenziati in relazione allo stato di salute dei pazienti. Inoltre, a partire da domani, per due giorni alla settimana, nella stessa Unità operativa di Cardiologia del San Martino saranno effettuati le visite cardiologiche e i controlli programmati per le persone affette da talassemia: un servizio che verrà garantito grazie all’impegno e allo sforzo del personale, in accordo con il responsabile del Centro Talassemie, Mauro Murgia.
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