Mar 12

Appello per delitto Careddu: confermati i 16 anni di carcere ai due minorenni.

Condanna a 16 anni di carcere confermata dalla Sezione dei minori della Corte d’Appello di Cagliari nei confronti dei due giovanissimi, lei 18enne e lui 19enne, minorenni all’epoca dei fatti, per l’omicidio di Manuel Careddu.

La Corte, presieduta da Giovanna Osana, ha accolto le richieste del procuratore generale, Liliana Ledda, mentre i difensori hanno già annunciato che ricorreranno in Cassazione. C’è voluta meno di un’ora di camera di consiglio, in un palazzo di giustizia deserto per le prescrizioni anti coronavirus, per pronunciare la sentenza.

In aula era presente solo Cosmin Nita, l’imputato 19enne di Ghilarza, mentre la coimputata Giada Amous, 18 anni, di Abbasanta, è rimasta nel carcere minorile di Roma, dove ha già incominciato il percorso di rieducazione.

I difensori, avvocati Giancarlo Frongia e Gianfranco Siuni, avevano chiesto di far cadere nei confronti dei due minorenni la premeditazione, ma i giudici hanno, invece, confermato per intero l’impianto accusatorio. Gli allora minorenni sono accusati di aver partecipato all’omicidio del 18enne di Macomer, Manuel Careddu, e di averne poi occultato il cadavere, trovato sepolto in un terreno nei pressi di Ghilarza un mese dopo il delitto.

E proprio di Ghilarza sono i tre maggiorenni (accusati del delitto assieme i due minorenni) Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta, tutti già condannati in primo grado: Fodde all’ergastolo, gli altri due a 30 anni e a 16 anni e 8 mesi di carcere.

L’11 settembre del 2018 Manuel Careddu era stato prima attirato in una trappola e poi brutalmente ucciso, sulla sponda del lago Omodeo, a colpi di piccone e badile perché chiedeva di incassare i soldi (circa 400 euro) dell’hashish che aveva venduto alla ragazzina.

Sardegna divisa in due macro aree di competenza, Nord e Sud, e un piano di emergenza articolato in fasi successive che si attiveranno a seconda della necessità. E’ quanto ha deciso la giunta regionale. Nella prima fase, attualmente operativa, sono 20 i posti letto dedicati ai pazienti con coronavirus: 7 al Santissima Trinità a Cagliari, 11 dell’Aou Sassari, e 2 al San Francesco di Nuoro. Nella seconda fase è previsto un incremento dei posti letto di 224 unità in più rispetto alla fase uno, per potenziare la disponibilità nei reparti di terapia intensiva, pneumologia e infettivi. Ovvero 25 posti letto al Santissima Trinità; 33 al Cto (Iglesias); 24 a Oristano; 2 Aou Cagliari; 36 al San Francesco di Nuoro; 36 al Zonchello (Nuoro); 68 all’Aou Sassari.  È garantita l’assistenza a tutti gli altri pazienti. Nel Nord Sardegna gli ospedali individuati per fornire supporto alle cure di persone con patologie diverse sono il San Giovanni Paolo II (Olbia), il Paolo Dettori (Tempio Pausania), il Nostra Signora della Mercede (Lanusei), il Segni (Ozieri), il Civile (Alghero) e il Mater Olbia, mentre al Sud le strutture di supporto per la cura ai pazienti non affetti dal coronavirus sono l’ospedale Marino (Cagliari), il Sirai (Carbonia) e il Nostra Signora di Bonaria (San Gavino). La terza fase del piano, attivata qualora le misure adottate non dovessero essere sufficienti, prevede ulteriori 242 posti letto (per un totale di 486) per l’assistenza dei pazienti con coronavirus, con un incremento nelle strutture già interessate nelle precedenti fasi e il coinvolgimento degli ospedali Binaghi (Cagliari) con 10 posti letto, San Giuseppe (Isili) 40, San Marcellino (Muravera) 36, Mastino (Bosa) 44, Delogu (Ghilarza) 40, e il Mater Olbia (terapia intensiva e stroke unit) con 19 posti letto. Una quarta fase, infine, prevede l’estensione dei posti letto presso le altre strutture private dell’isola e l’adozione di ulteriori misure straordinarie.

Nel frattempo, con l’ultimo caso riscontrato al Policlinico Sassarese salgono a 39 le persone trovate positive in Sardegna. Di queste si trovano 11 nella Città Metropolitana di Cagliari, 4 nella Provincia del Sud Sardegna, 2 a Oristano, 18 a Nuoro, e 4 a Sassari. Complessivamente sono stati effettuati 303 test: 261 i casi negativi accertati e tre analisi ancora in corso. Dei positivi, 19 sono asintomatici e 20 presentano sintomi. I ricoverati sono 12, tutti in terapia non intensiva, mentre 27 sono in isolamento domiciliare. Nell’Isola nessuno è stato ancora dichiarato guarito.

Il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, questa mattina ha riunito l’Unita di crisi comunale e, recependo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha reso note le nuove disposizioni adottate a livello nazionale per combattere la diffusione del Coronavirus, e riassunto le misure in vigore a Oristano. A integrazione delle norme già in vigore è stata decisa, a partire da domani, la sospensione del servizio di parcheggi a pagamento, la chiusura dell’Ecocentro comunale e degli ecocentri mobili. Nei cimiteri saranno vietate le visite ai defunti. La chiusura al pubblico degli uffici comunali è prorogata al 25 marzo. Il servizio di raccolta a domicilio dei rifiuti ingombranti sarà potenziato per far fronte alla chiusura dell’Ecocentro. Preso atto della chiusura dei pubblici esercizi e di molte attività commerciali e produttive verranno sospesi i ritiri domenicali.

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