Il ministro Boccia tira le orecchie a Solinas: “Riveda l’ordinanza”.
“Tutte le altre ordinanze che ci sono state trasmesse sono coerenti con il Dpcm. Ringrazio gli altri presidenti di Regione per essersi raccordati e coordinati. Poi ci sono alcuni dettagli di alcune ordinanze che andranno riviste. Penso a quella della Regione autonoma della Sardegna.
L’ordinanza del presidente Solinas dà ai sindaci strumenti per verificare se le funzioni religiose possono essere esercitate. Non funziona così”. L’ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, ospite di Sky tg24.
La Regione ha però precisato che “…l’ordinanza della Sardegna sulla Fase 2 non dà il potere ai sindaci di verificare se le funzioni religiose possano essere esercitate”. L’articolo dell’ordinanza, pur confermando il divieto di celebrazioni previsto dal Dpcm per le cerimonie religiose, usando la differenza giuridica delle funzioni religiose e non cerimonie, consente lo svolgimento della messa ordinaria in tutta l’isola, con le precauzioni previste dai protocolli di sicurezza. La Regione ha precisato inoltre che non si fa mai riferimento ai sindaci: “Il documento adottato nella serata di ieri non contiene nessuna disposizione di delega ai sindaci; il testo della nuova ordinanza è armonico e coerente con le disposizioni del Dpcm, pur nelle differenziazioni adottate, tenendo conto delle specificità della nostra regione e delle potestà connesse all’autonomia speciale”.
“Ieri sera il presidente della Regione Sardegna ha dato comunicazione della nuova ordinanza disponendo, nell’intero territorio regionale, lo svolgimento della Santa Messa ordinaria. Peccato che i diretti interessati, di questa decisione, non ne sapessero nulla. È l’ennesima dimostrazione di come il presidente sia più proiettato a sfidare il Governo piuttosto che a soddisfare e ad ascoltare le necessità dei cittadini”. A dirlo sono stati i parlamentari sardi del Movimento 5 Stelle Paola Deiana, Emanuela Corda, Luciano Cadeddu e Mario Perantoni. “I vescovi sardi, infatti, non sono stati consultati precedentemente, come riferito dal presidente della Ces, monsignor Antonello Mura, che ha rimarcato come le decisioni di questo tipo competano unicamente all’Autorità ecclesiastica. Ma non solo, perché non c’è stato un confronto nemmeno con i sindaci, ai quali Solinas ha assegnato diverse e importanti deleghe. Un gesto che denota l’assoluta mancanza di senso istituzionale. Per l’ennesima volta – concludono i rappresentati del M5S -, il presidente della Regione va contro il governo per una mera questione di schieramenti politici, dimenticandosi che al centro ci sono i sardi, che oggi vivono una situazione di grande difficoltà. Queste “guerre” non servono a nulla, anzi creano confusione, incutono ulteriori malumori e rancori nei cittadini fortemente provati dall’emergenza”.
E a proposito dei sindaci, la fuga in avanti di Christian Solinas e lo scaricabarile sui sindaci non è piaciuta a molti primi cittadini, che senza molti giri di parole hanno scritto in una nota che “…Il presidente deve assumere su di sé l’onere della riapertura delle attività economiche, anche per non generare decisioni a macchia di leopardo che ingegnerebbero problematiche non facilmente gestibili da Comune e Comune”.
L’ordinanza della Regione sulla Fase 2 è stata criticata anche dalla Cgil. In particolare Filcams, la categoria che rappresenta i lavoratori di commercio, turismo e servizi, ha espresso la sua contrarietà “…sul nuovo via libera alle aperture domenicali e nei festivi”. Secondo la segretaria regionale, Nella Milazzo, “…deve essere chiaro, prima di tutto, che la possibilità di spostarsi da casa per fare la spesa è finalizzata all’acquisto di beni indispensabili, non certo un’occasione di svago, ecco perché non ha alcun senso riaprire la domenica”. Da sempre Filcams-Cgil porta avanti una battaglia per garantire il riposo almeno la domenica ai tanti lavoratori del settore “…a maggior ragione nell’emergenza e in vista della Fase 2, per la quale il decreto del governo non ha affatto previsto variazioni. Adesso il rischio rischio è che i cittadini cedano alla tentazione di considerare i supermercati come una meta per giustificare ulteriormente le loro uscite”. Da qui l’appello alla Regione: “Riveda la scelta fatta ieri, nel rispetto dei lavoratrici che in questi ultimi due mesi hanno garantito la loro attività; ripristini le chiusure domenicali e nei festivi, e ne trarrà beneficio la salute di tutti”.
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