Christian Solinas nel pallone. Nuova ordinanza del presidente “Ponzio Pilato”.
“Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato una nuova ordinanza. La numero 21, pubblicata alle 19,52 di ieri, 3 maggio. Ma senza che l’Ufficio stampa ne desse notizia”.
E’ quanto abbiamo letto ieri, a tarda sera, sul sito di Sardinia Post (articolo di Alessandra Carta), e la notizia ci ha sorpreso non poco. Prima di tutto perchè, come scrive Sardinia Post, “…il provvedimento arriva a distanza di ventiquattro ore dal dispositivo delle polemiche, quell’ordinanza numero 20, illustrata sabato 2 maggio nel corso di una diretta Facebook, con la quale il presidente della Regione ha aperto la sfida col Governo di Giuseppe Conte sul terreno delle competenze in materia dell’emergenza Covid-19.
Solinas, due sere fa, ha infatti deciso di anticipare all’11 maggio la riapertura delle attività legate ai servizi alla persona, come negozi di abbigliamento e scarpe, nonché centri estetici e saloni di parrucchieria.
Adesso, però, non è chiaro cosa succeda. Nella nuova ordinanza – scrive ancora Sardinia Post, non è precisato se si tratta di un provvedimento sostitutivo o integrativo. Spetterà allo stesso Solinas, oggi, fare chiarezza. In un senso o nell’altro. E dire, soprattutto, se il nuovo dispositivo ha annullato (o meno) il precedente. Politicamente la mossa si tradurrebbe in una marcia indietro dettata, se così fosse, dal buon senso di non incorrere in un’eventuale impugnazione da parte del Governo nazionale. Del resto, anche ieri il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, è stato chiaro. “L’ordinanza della Sardegna – ha detto a Sky Tg24 – va rivista o non sarà valida“.
Il nuovo provvedimento di Solinas si compone di sette pagine, contro le venti del precedente dispositivo di sabato. Sono due articoli in tutto. Nel primo si legge: “L’efficacia delle disposizioni di cui all’ordinanza numero 18 del 7 aprile 2020, già prorogata con ordinanza numero 19 del 13 aprile 2020, è ulteriormente prorogata al 17 maggio 2020“. E nel secondo articolo: “Le disposizioni della presente producono i loro effetti a far data dal 4 maggio 2020“.
Tutto questo apre la strada a un secondo scenario: il 17 maggio è la data che il premier Conte ha scelto come termine nazionale per avviare un programma di aperture differenziate su base regionale, a seconda dell’indice di contagio (Rt) che si rileverà in ciascun territorio. Questo può voler dire che Solinas, alla fine, ha deciso di aspettare Roma. Del resto, tra l’11 maggio, termine scelto dal governatore sardo, e la data-civetta del Governo nazionale, c’è solo una settimana di differenza.
Insomma, col nuovo provvedimento Solinas potrebbe aver congelato la fuga in avanti che l’altro giorno ha fatto arrabbiare i vescovi e i sindaci. I primi sulle messe, i secondi sui poteri assegnati dallo stesso capo della Giunta in relazione alle aperture e alle chiusure delle attività.
Il clero sardo si è infastidito rivendicando “l’esclusiva competenza nel decidere l’eventuale ripresa delle funzioni eucaristiche“; le fasce tricolori, invece, non hanno gradito che il presidente della Regione intendesse scaricare sui Comuni la gestione della pandemia, specie in opposizione alla strategia sanitaria dell’Esecutivo Conte. Si aggiunga che l’ordinanza di sabato non ha soddisfatto nemmeno il Cagliari calcio che, malgrado la possibilità contenuta nel provvedimento di riprendere gli allenamenti, ha risposto niet, “a tutela di tutta la squadra“. Come se non bastasse, anche la Cgil ha protestato per “la riapertura domenicale dei centri commerciali“.
Con la proroga dell’ordinanza del 13 aprile e salvo diverse comunicazioni di Solinas, dovrebbe succedere che in Sardegna sino al 17 maggio entrano in vigore solo le disposizioni dell’ultimo decreto Conte (quello del 26 aprile). Ovvero ci si può spostare in tutto il territorio regionale per andare a trovare i congiunti; riaprono parchi e cimiteri; può riprendere l’attività sportiva anche oltre i 200 metri da casa. Ancora: se, come sembra, anche nell’Isola valgono solo le regole del decreto Conte, non si possono raggiungere nemmeno le seconde case, a differenza di quanto deciso da Solinas con l’ordinanza di sabato. Ma, come detto, ogni dettaglio si conoscerà solo oggi.
Di sicuro, per via delle disposizioni nazionali, da questa mattina in tutta Italia riaprono le aziende manifatturiere. Via libera pure alla ripresa del settore edilizio, così come di quello immobiliare. Primo giorno di novità anche per bar e ristoranti: da oggi hanno l’opzione di vendere per l’asporto. I clienti, in buona sostanza, possono entrare, ordinare e poi devono lasciare il locale e consumare altrove la merce acquistata. Fondamentale, per tutti, l’obbligo di mantenere il distanziamento sociale e utilizzare la mascherina. Con certezza nei locali chiusi, come i negozi e i market, mentre all’aperto la scelta dipenderà dal grado di vicinanza con le altre persone.
Intanto, su quando verrà resa pubblica la nuova si sa solo che “…a breve il testo (della nuova ordinanza) sarà disponibile”, come comunicato via WhatsApp dall’Ufficio stampa della Regione. Dall’Ufficio stampa spiegano ancora che “…l’ordinanza numero 21, emessa ieri sera dal Presidente della Regione Christian Solinas, è un semplice provvedimento tecnico di ulteriore proroga dell’obbligo di isolamento per i passeggeri in arrivo in Sardegna, conseguente al mantenimento della chiusura di porti e aeroporti ed al regime autorizzatorio per l’ingresso di passeggeri in Sardegna, come peraltro già annunciato”.
Tuttavia sorprende che i due provvedimenti sono stati emessi a distanza di ventiquattro ore. E di più: non si capisce perché la Regione non ne abbia dato notizia, vista l’importanza della materia e solo questa mattina lo pubblichi sul sito istituzionale.
Ma adesso l’Ufficio stampa della Regione dice di aver fatto chiarezza. E quindi, sebbene non espressamente scritto, si deduce che resta in piedi l’ordinanza numero 20. Che, però, troverà attuazione solo nel caso in cui i sindaci, sul piede di guerra da avant’ieri, decidano di andare contro le disposizioni nazionali e si assumano la responsabilità di anticipare le ripartenze delle attività legate ai servizi alla persone. Non si esclude nemmeno che in questa fase transitoria, da qui al riavvio dell’11 maggio, le fasce tricolori chiedano un incontro coi prefetti. Anche per non esporre cittadini e imprenditori al concreto rischio delle multe”. (Alessandra Carta, www.sardiniapost.it).
In mattinata l’Ufficio stampa della Regione ha chiarito che l’ultima ordinanza della Regione, la n.21, non fa altro che prorogare gli effetti della n.19 del 12 aprile. Anche in Sardegna, quindi, la Fase 2 equivale a una parziale ripartenza. Non cambiano, invece, le regole per quanto riguarda gli arrivi in porti e aeroporti. Cioè, tutti i soggetti in arrivo nell’Isola, a prescindere dai luoghi di provenienza, hanno l’obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario per 14 giorni, con contestuale divieto di circolazione sull’intero territorio regionale. E questo varrà fino al 17 maggio. Chi approda nell’Isola dovrà comunicarlo al proprio medico di base, compilare un modulo e, in caso di comparsa di sintomi avvertire lo stesso medico, rimanendo raggiungibile per ogni attività di sorveglianza. Il provvedimento è strettamente collegato al decreto del Mit che ha interrotto il traffico passeggeri negli scali portuali e aeroportuali sardi fino al 17 ma non ha nulla a che vedere con l’ordinanza n.20 di sabato che disciplina il percorso della Fase 2 sino al 17 maggio. Tutto chiarito, quindi, con un piccolo particolare: se quanto contenuto nell’ultima ordinanza Solinas lo avesse semplicemente comunicato durante la conferenza stampa di sabato scorso avrebbe evitato fraintendimenti e illazioni. Ma come si sa, la chiarezza non è una prerogativa di questa confusionaria giunta regionale sardoleghista.
Nel centro di raccolta comunale dello Smart di Torangius, a Oristano, continuano ad arrivare provviste alimentari, destinate alle associazioni di volontariato di Protezione civile, per la distribuzione alle famiglie oristanesi in difficoltà. Questa mattina è stata l’Azienda agricola Falchi a fare una donazione di oltre 70 chili di riso, che sono stati consegnati all’assessore Gianfranco Licheri e immediatamente messi a disposizione dello Smart. L’Azienda Falchi ha donato anche una somma in denaro per il conto corrente comunale dedicato a sostenere le famiglie in difficoltà economiche e per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Oggi, 4 maggio, ricorre il 159° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano. Era il 4 maggio 1861 quando, con un provvedimento dell’allora ministro della Guerra, generale Manfredo Fanti, fu decretato che il Regio Esercito (denominato “Armata Sarda”) avrebbe preso il nome di Esercito Italiano. L’anniversario è stato ricordato, questa mattina, a Sassari, nella caserma “La Marmora”, sede del Comando della Brigata “Sassari”, con la cerimonia dell’alzabandiera, svoltasi in tono minore a causa dell’emergenza coronavirus. Alla cerimonia ha presenziato il comandante della Brigata, generale Andrea Di Stasio che, accompagnato dal sottufficiale di corpo del Comando Brigata, ha salutato il tricolore che è stato issato sulle note dell’Inno di Mameli da due “sassarini” schierati nel cortile d’onore della caserma. Un pensiero è stato rivolto idealmente ai soldati sardi di ogni epoca e luogo che hanno sacrificato la loro vita per il bene supremo della Patria.
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